- Il 40enne è stato condannato a 3 anni e 3 mesi per maltrattamenti in famiglia e lesioni
- La 34enne non è soddisfatta: l’episodio scatenante da cui è partita la denuncia ad aprile 2022
Francesca De André non è soddisfatta. “E’ una pena troppo lieve”, dice. Reagisce così dopo la condanna dell’ex fidanzato Giorgio Tambellini per violenza. La 34enne aggiunge: “Non finisce qui”.
Il tribunale di Lucca ha condannato il 40enne a tre anni e 3 mesi per maltrattamenti in famiglia e lesioni, più 15mila euro di risarcimento provvisionale. La sentenza di primo grado è stata emessa ieri. La nipote del noto cantautore Fabrizio De André a caldo sottolinea a La Nazione: “Una condanna troppo lieve secondo me. Faremo appello e procederemo anche in sede civile. Non finisce qui”. Francesca è stata seguita dagli avvocati Paolo Pieragostini e Gianluigi Tizzoni. Il pubblico ministero, Paola Rizzo, aveva chiesto 4 anni per Tambellini, il collegio presieduto dal giudice Riccardo Nerucci però ha deciso per 3 anni e poco più. Anche gli avvocati della difesa, Enrico Marzaduri e Andrea Balducci, vogliono fare appello.
L’episodio scatenante che aveva portato Francesca alla denuncia è avvenuto ad aprile 2022. Lei e Giorgio alloggiavano in un residence in provincia di Lucca. Una lite furibonda aveva portato alle botte, al punto che una vicina di casa era intervenuta chiamando i Carabinieri. Francesca aveva tumefazioni e lividi su viso e braccia: per lei, all’arrivo in ospedale, 21 giorni di prognosi. In seguito a quella vicenda per Tambellini scattò il divieto di avvicinamento e l’allontanamento dalla casa famigliare. “Ero a terra, il sangue usciva da ogni parte del mio corpo – aveva raccontato all’epoca la De André in un’intervista a Chi – . Ricordo una serie di calci in testa uno via l’altro, poi il vuoto. Ho aspettato a sporgere denuncia fino a quando non ne potevo più”.
“Mi sarei aspettata una condanna più pesante. Tre anni e tre mesi non sono abbastanza per quello che mi ha fatto – precisa Francesca a Il Tirreno – Certo tre anni e tre mesi a mio giudizio non sono abbastanza ma sono comunque meglio di niente. E poi vedremo se la cosa finisce qui o si andrà avanti con i ricorsi della controparte. In tal caso, potrebbero uscire altre cose poco piacevoli. Di certo, la vicenda prosegue in sede civile per i danni che ho subito”.
“Spesso le persone vittime di violenza non si rendono conto di quello che stanno vivendo e non reagiscono – prosegue Francesca –. A chi si trova in questa situazione consiglio di scrollarsi di dosso la paura e di ‘vomitare’ fuori tutto quello che sta subendo. E’ il primo passo per poterne uscire ed è anche l’unico modo per farlo: se non si denunciano mariti e compagni violenti si rischia la vita. C’è l’illusione che sia un fatto isolato, una circostanza che non si ripeterà. Ma è un gioco pericoloso da fare. Bisogna prima salvare se stesse e poi, eventualmente, pensare a salvare gli altri”.
In aula tra lei e Tambellini neppure una parola. La De André conclude: “Lui non si è mai scusato per quello che mi ha fatto. Tutt’altro. Anche oggi, dopo la sentenza di condanna e nonostante la misura cautelare nei suoi confronti, all’uscita dal tribunale mi ha urlato contro”.
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