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Dal referendum sull’autonomia alle regionali, che cosa c’è dietro il riavvicinamento tra Schlein e Renzi

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La Nazionale politici che batte la Nazionale cantanti. E quel goal della segretaria del Pd Elly Schlein su assist del suo predecessore e ora leader di Italia Viva Matteo Renzi . Prove di campo largo, larghissimo, in vista delle prossime politiche? La foto dell’abbraccio tra l’ex rottamatore che da segretario del Pd e premier candidò l’outsider Schlein alle elezioni europee del 2014 (lui non aveva ancora quarant’anni, lei non ne aveva ancora 30) potrebbe in effetti segnare una svolta nella costruzione dell’ormai mitico campo largo.

Ma andiamo con ordine. Se due indizi fanno un sospetto, tre fanno una prova. Dopo il naufragio del progetto politico del Terzo polo per le note divergenze “caratteriali” e di ambizione di leadership tra Renzi e il leader di Azione Carlo Calenda, l’ex premier ha fatto due più due: in un sistema che è ridiventato bipolare, visto che il ridimensionamento del M5s alle europee (9,9% a fronte del più del 24% preso dal Pd) costringe Giuseppe Conte a restare ancorato alla barca dem, lo spazio per un polo liberaldemocratico che sia alternativo al centrodestra e al centrosinistra non c’è. E gli elettori si comportano di conseguenza, optando per il cosiddetto voto utile: alle europee del 9 giugno scorso Italia Viva e Più Europa, presentatesi insieme nella lista Stati Uniti d’Europa, non hanno superato la soglia di sbarramento del 4% anche se sulla carta avevano circa il 6%. E siccome Renzi, a dispetto dei vari restroscena che lo inseguono da anni, da ex segretario del Pd non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di unirsi al centrodestra, non resta che una strada: la coalizione con il Pd.

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Emblematica la foto a suo modo storica che il 5 luglio scorso ha ritratto l’ex ministra e plenipotenziaria renziana Maria Elena Boschi assieme ai vari leader del centrosinistra (Schlein, Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs e Riccardo Magi di Più Europa) e al segretario della Cisl Maurizio Landini in occasione del deposito in Cassazione del quesito per l’abrogazione totale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Poco importa che, se si arriverà al referendum nella primavera del 2025, gli italiani saranno contemporaneamente chiamati ad esprimersi anche sul renziamo Jobs Act che Schlein vuole cancellare. Da segnalare che, prima ancora delle europee, Renzi si era già espresso contro l’odiato (dal Pd) Ddl Caselati sull’elezione diretta del premier («un schiforma») nonostante il fatto che tale elezione diretta fosse nel programma del Terzo polo alle ultime politiche.

Altro indizio: la ripresa dei contatti diretti tra Schlein e Renzi dopo le europee, che hanno dato il segnale inequivocabile che il Pd può vedere in prospettiva la possibilità di tornare a Palazzo Chigi solo se tutte le opposizioni – dal M5s appunto a Renzi – si presenteranno unite: il Pd ha bisogno di una “gamba” di centro, Renzi ha bisogno del Pd. «Renzi è un politico, ha capito, Calenda ancora no», ha confidato recentemente Schlein ad Augusto Minzolini sul Tempo.

Già, Calenda. Favorevole all’abrogazione della legge Calderoli, si è tenuto alla larga dalla foto di gruppo. E poi ci sono le regionali d’autunno: se il leader di Azione non sembra avere problemi ad appoggiare il candidato del Pd Michele De Pascale alla successione di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna assieme a tutti gli altri partiti del campo largo (compresa naturalmente la renziana Italia Viva), in Umbria, a fronte di un Renzi che è anche qui in partita, sembra esserci qualche resistenza sulla possibile candidata del campo largo Stefania Proietti, sindaca di Assisi. Comunque vada a finire la partita umbra, per Calenda la scelta di campo in favore del centrosinistra a guida Pd con dentro anche il M5s è più problematica: in Azione sono confluiti molti ex forzisti, a cominciare dalle ex ministre Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Tutte e tutti pronti a ritornare alla casa madre in caso di svolta a sinistra.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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