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    Pensioni, arriva la tredicesima: ecco a quanto ammonterà e a chi spetta

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    Dicembre si apre con una buona notizia per oltre 400mila pensionati a basso reddito: un bonus di 154,94 euro, completamente esentasse, sarà accreditato insieme alla pensione mensile. Questo beneficio, previsto dalla legge Finanziaria del 2001, sarà erogato in modo automatico sulla base dei dati Inps. Ma non è tutto: come indicato nel messaggio Inps n. 3821/2024, altri 200mila pensionati che hanno compiuto 64 anni dopo il 1° agosto 2024 potranno ricevere un importo aggiuntivo, a patto che rispettino i requisiti richiesti. Una doppia occasione di supporto per chi ne ha diritto. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Chi riguarda la misuraIn quanto al beneficio, la cifra è destinata ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici, sia diretti (inclusi quelli di invalidità) che indiretti, erogati dall’Inps (per lavoratori dipendenti, anche pubblici, e autonomi) o dalle Casse professionali disciplinate dal Dlgs n. 509/1994 (ad esempio, Architetti, Ingegneri, Avvocati, Medici, Odontoiatri, Notai, Commercialisti, Ragionieri, Veterinari, Geologi, Consulenti del Lavoro, Agenti di Commercio, Farmacisti, e altri). Non è riconosciuto su prestazioni diverse dalle pensioni, come l’assegno di esodo Fornero (nota come isopensione), l’indennità mensile prevista dal contratto di espansione, l’assegno straordinario di solidarietà erogato dai fondi di solidarietà settoriale, l’indennizzo per i commercianti, le prestazioni di invalidità civile, gli assegni sociali, le pensioni sociali e l’Ape sociale. Inoltre, il beneficio non è applicabile alle pensioni di vecchiaia erogate in cumulo con formazione progressiva, fino al completamento di tutte le quote.Le condizioni richiestePer ottenere la somma aggiuntiva, il pensionato deve rispettare due condizioni principali. La prima riguarda l’importo della pensione, che non deve superare il trattamento minimo Inps, fissato per il 2024 a 7.781,93 euro, aumentato di 154,94 euro, per un totale di 7.936,87 euro. Se la pensione è superiore a 7.781,93 euro ma non a 7.936,87 euro, viene corrisposta la differenza tra quest’ultimo valore e l’importo della pensione. Non si considerano gli effetti della rivalutazione straordinaria degli assegni minimi. La seconda condizione prevede che il reddito complessivo soggetto a Irpef, inclusa la pensione, non superi una volta e mezza il trattamento minimo, pari a 11.672,9 euro annui nel 2024. Per i pensionati coniugati, il reddito personale e quello del coniuge non devono superare insieme tre volte il trattamento minimo, ovvero 23.345,79 euro annui. Se anche uno solo di questi limiti viene superato, non spetta l’importo aggiuntivo. Inoltre, non si considera il reddito del coniuge in caso di separazione legale ed effettiva. I redditi da considerare sono quelli assoggettabili a Irpef, esclusi la casa di abitazione, i trattamenti di fine rapporto, e i redditi da competenze arretrate con tassazione separata. Per i pensionati con prestazioni in regime di convenzione internazionale, l’Inps include nel calcolo l’importo del prorata estero, sommato al reddito imponibile delle pensioni italiane. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, ecco quanto si guadagna con il tasso di rivalutazione

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    Ottime notizie per i futuri pensionati italiani: il montante contributivo, ossia la base di calcolo per le pensioni, sarà rivalutato con un tasso di capitalizzazione del 3,6% a partire dal 1° gennaio 2025. Questo dato rappresenta un aumento rispetto al 2,3% registrato l’anno precedente, come comunicato dall’Istat nella nota prot. 2545394/2024 pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Come funziona la rivalutazionePer comprendere il meccanismo bisogna fare una premessa: le pensioni vengono rivalutate ogni anno per adeguarle al costo della vita, basandosi sull’indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato dall’Istat. Quest’ultimo comunica i dati al Ministero dell’Economia che emette un decreto in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Il documento stabilisce in via provvisoria la percentuale di rivalutazione per l’anno successivo e rende noto il valore definitivo dell’adeguamento per l’anno in corso. Il valore definitivo può differire da quello provvisorio, e in caso di discrepanze, queste vengono conguagliate nell’anno successivo.La perequazione annuaDal 1° gennaio 2025, per i pensionati già in essere al 31 dicembre 2024, le pensioni verranno rivalutate tramite il meccanismo della perequazione annua, basato sull’inflazione, per preservare il potere d’acquisto. Per chi non è ancora in pensione, la rivalutazione del montante contributivo sarà invece legata alla crescita economica. Un’economia in crescita aumenterà il montante, mentre una stagnazione o recessione potrà limitarne l’incremento o causare una riduzione. La percentuale che determina l’importo della pensione, i cosiddetti coefficienti di trasformazione, varia in base all’età di pensionamento (57-71 anni) ed è aggiornata ogni due anni. Per il biennio 2023/2024, i coefficienti sono stati migliorati, rendendo più favorevole il calcolo della pensione.Il tasso di capitalizzazioneL’incremento del tasso, stabilito ai sensi della legge n. 335/1995, segna il terzo rialzo consecutivo dopo il valore negativo del 2021, dovuto agli effetti della pandemia. Si tratta di una delle rivalutazioni più alte degli ultimi anni che raggiunge livelli simili a quelli del 2006 quando si registrò un dato superiore al 3%. La rivalutazione del montante contributivo per il 2024 si basa sul tasso medio annuo composto di variazione del Pil nominale calcolato sui cinque anni precedenti, che è risultato pari a 0,036622 (3,6622%). Questo valore determina un coefficiente di rivalutazione pari a 1,036622, utilizzato per aggiornare il montante contributivo maturato al 31 dicembre 2023.Chi riguarda la misura LEGGI TUTTO

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    Ultimi giorni per l’Ape Sociale: domanda entro il 30 novembre

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    L’Inps ha annunciato che il 30 novembre scadrà il termine per presentare la domanda al fine di accedere all’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico destinato a determinate categorie di lavoratori che rientrano in specifiche condizioni lavorative, personali o familiari. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Quali requisitiL’Ape Sociale, introdotta il 1° maggio 2017 e prorogata fino al 31 dicembre 2024, sarà estesa fino al 31 dicembre 2025, come previsto dal Disegno di legge di bilancio 2024, già approvato dalla Camera e in discussione al Senato. Per accedere all’indennità, i richiedenti devono avere almeno 63 anni e 5 mesi di età, almeno 30 anni di contributi (che diventano 36 per chi svolge lavori gravosi o 32 per alcune categorie specifiche). Per le donne, inoltre, il requisito contributivo si riduce di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. I beneficiari non devono essere titolari di pensione diretta e devono cessare ogni attività lavorativa dipendente, autonoma o parasubordinata sia in Italia sia all’estero. L’indennità, infine, è incompatibile con altri sostegni al reddito legati alla disoccupazione involontaria, come l’assegno di disoccupazione e l’indennizzo per cessazione dell’attività commerciale.Come funziona la misuraL’Ape Sociale è un’indennità che permette a specifiche categorie di lavoratori in difficoltà di anticipare la pensione, ricevendo una somma mensile fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’erogazione inizia dal mese successivo alla domanda purché siano rispettati tutti i requisiti e l’attività lavorativa sia cessata. Questa prestazione, corrisposta mensilmente per 12 mensilità all’anno, dura fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia o fino all’ottenimento di un’altra pensione anticipata. Le risorse finanziarie vengono costantemente monitorate per garantire la copertura e, in caso di fondi limitati, viene data priorità ai beneficiari più vicini all’età pensionabile; a parità di età, precede chi ha presentato prima la domanda.Il calcolo dell’importoL’importo della misura è calcolato in base alla pensione mensile maturata: se questa è inferiore a 1.500 euro, l’indennità corrisponderà a tale importo; se uguale o superiore, sarà comunque di 1.500 euro e non soggetta a rivalutazioni. Per chi possiede contributi in più gestioni previdenziali, l’indennità è calcolata proporzionalmente in base ai periodi di contribuzione presso ciascuna gestione. LEGGI TUTTO