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    Pensioni e assegni previdenziali ad aprile: ecco quando arrivano

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    I punti chiave

    Il mese di aprile 2025 porta con sé una serie di importanti novità per i beneficiari delle prestazioni sociali erogate dall’Inps. Oltre ai consueti accrediti pensionistici, sono previsti pagamenti significativi come quelli dell’Assegno Unico e Universale, dell’Assegno di Inclusione, delle indennità NASpI e Dis-Coll, e del Supporto Formazione e Lavoro. Questi provvedimenti interessano molte famiglie e lavoratori, offrendo un sostegno fondamentale in diversi ambiti. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.PensioniNel mese di aprile 2025 i pensionati che ricevono l’accredito tramite Poste Italiane potranno iniziare a riscuotere la pensione a partire dal primo martedì del mese. Il ritiro presso gli uffici postali seguirà un calendario specifico, basato sulla lettera iniziale del cognome. Le pensioni saranno distribuite in giorni diversi: ad esempio, il 1° aprile per i cognomi dalla A alla B, e il 7 aprile per quelli dalla S alla Z. Chi ha scelto di ricevere la pensione tramite conto bancario o in contante (se l’importo è inferiore a 1000 euro) non avrà modifiche nelle modalità di pagamento.Assegno Unico e UniversaleL’Assegno Unico e Universale sarà accreditato tra il 18 e il 20 aprile 2025 per chi già percepisce il beneficio senza modifiche. Per coloro che hanno presentato una nuova richiesta o aggiornato l’Isee, l’accredito avverrà verso la fine del mese. Ad aprile saranno inoltre versati gli arretrati relativi alla rivalutazione Istat (+0,8%), quindi è fondamentale che l’Isee venga aggiornato correttamente per ricevere l’importo giusto e gli arretrati spettanti. Se l’Isee viene aggiornato dopo giugno, non si avrà diritto agli arretrati.Assegno di InclusioneL’Assegno di Inclusione, destinato ai nuclei familiari con un Isee inferiore a 9.360 euro, verrà erogato in due momenti: entro il 18 aprile per coloro che ricevono la prima erogazione, e il 27 aprile per i beneficiari che già percepiscono l’Adi.Supporto formazione e lavoroIl Supporto Formazione e Lavoro è destinato a chi partecipa a percorsi di formazione e politiche attive per il lavoro, sarà erogato in due tranche. Le domande presentate dopo la metà di marzo riceveranno il pagamento dal 15 aprile, mentre per le richieste inviate entro il 15 aprile, il pagamento avverrà il 27 aprile.Indennità NASpI e Dis-CollLe indennità di disoccupazione NASpI e Dis-Coll saranno erogate entro metà aprile 2025, con date variabili a seconda della tempistica di presentazione della domanda.Carta AcquistiA differenza di marzo, il pagamento della Carta Acquisti avverrà regolarmente ad aprile. Gli aventi diritto riceveranno l’accredito di 80 euro, che coprirà i mesi di marzo e aprile. LEGGI TUTTO

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    Come andare in pensione al 100% dello stipendio con il Tfr (e qualche strategia)

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    Raggiungere la pensione con un assegno pari all’ultimo stipendio è un sogno per molti lavoratori, ma potrebbe essere più realizzabile di quanto si pensi, soprattutto per chi ha ancora molti anni di carriera davanti. Secondo un’analisi di Andrea Carbone, fondatore di Smileconomy, pubblicata su L’Economia del Corriere della Sera, il Tfr può giocare un ruolo chiave nella costruzione di una pensione adeguata, soprattutto se investito in un fondo pensione.Il peso del Tfr sulla pensione futuraPer i lavoratori dipendenti più giovani, destinare il Tfr a una forma di previdenza integrativa potrebbe essere sufficiente per garantirsi una pensione pari al 100% dello stipendio. Per chi invece è più vicino all’età pensionabile, il solo conferimento del Tfr potrebbe non bastare, rendendo necessari versamenti aggiuntivi, il cui importo varia in base all’età e al profilo di rischio dell’investimento scelto.Simulazioni effettuate su lavoratori di 30, 40 e 50 anni con stipendi netti tra 1.800 e 2.200 euro mensili mostrano che, grazie al requisito di pensione anticipata contributiva per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, l’età pensionabile oscilla tra i 65 anni e 3 mesi per i 50enni e i 67 anni e 2 mesi per i 30enni. In assenza di previdenza integrativa, il tasso di sostituzione (ossia il rapporto tra pensione e stipendio) si attesterebbe tra il 70% e il 72%.L’integrazione del Tfr in un fondo pensione potrebbe portare queste percentuali fino al 105% per un 30enne che investa in una linea ad alto rischio (con l’80% del portafoglio in azioni globali e il 20% in obbligazioni governative europee). Per chi ha 40 o 50 anni, il tasso di sostituzione salirebbe tra il 77% e il 90%, con investimenti più prudenti. Tuttavia, per centrare il 100% dello stipendio, sarebbero necessari versamenti aggiuntivi: dai 119 euro mensili per un 40enne con profilo di rischio elevato, fino a 843 euro per un 50enne che opti per una linea a basso rischio.L’impatto della crescita dei redditiLe cose cambiano se si ipotizza che lo stipendio aumenti dell’1,5% sopra l’inflazione ogni anno. In questo scenario, pur avendo una pensione più alta in termini assoluti, il tasso di sostituzione si abbassa tra il 55% e il 61%, poiché l’assegno pensionistico non riuscirebbe a tenere il passo con la crescita del reddito. In questo contesto, il solo conferimento del Tfr potrebbe garantire un tasso di sostituzione tra il 66% per un 50enne con investimenti a basso rischio e l’82% per un 30enne con un portafoglio più aggressivo. Ne conseguirebbe un aumento dei versamenti aggiuntivi necessari per raggiungere il 100% dello stipendio: da 148 euro al mese per un 30enne con investimenti ad alto rischio, fino a 1.422 euro per un 50enne con strategia prudente.Lezioni da trarre: iniziare presto e investire con criterioDall’analisi emergono due principi fondamentali per una pensione più sicura: LEGGI TUTTO

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    Inps, tutti i dettagli per la pace contributiva: quando e per chi è possibile

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    Ci sarà tempo fino a fine anno per attivare la cosiddetta “pace contributiva”, la misura che permette ai lavoratori di coprire eventuali buchi contributivi tra un impiego e l’altro ai fini pensionistici. In particolare, riguarda chi ha accumulato interruzioni nella propria carriera lavorativa e quindi nei propri versamenti contributivi tra il 1996 e il 2023, e consente di coprire fino a un massimo di cinque anni, anche non continuativi, di periodi privi di contribuzione obbligatoria. L’Inps ha fornito le indicazioni ufficiali per richiedere il riscatto e inoltrare la domanda.Chi può beneficiarneLa pace contributiva è pensata per i lavoratori che non hanno contributi antecedenti al 1° gennaio 1996, definendo un perimetro di intervento che si applica esclusivamente a coloro che si sono iscritti al sistema previdenziale a partire da quella data. Questi lavoratori hanno la possibilità di riscattare i periodi di non versamento dei contributi, ossia quei periodi di inattività tra un lavoro e l’altro, come assenze per studio, periodi di disoccupazione, o altre situazioni in cui non è stato versato alcun contributo obbligatorio. Tuttavia, non sono inclusi nel programma i periodi di mancato versamento dovuti a omissioni da parte del datore di lavoro, cioè se quest’ultimo non ha provveduto a effettuare il versamento dei contributi. Inoltre, la misura non è applicabile per i periodi antecedenti alla prima occupazione. Un altro punto importante riguarda la titolarità di una pensione: chi è già in pensione non può accedere alla pace contributiva.Cosa riguardaLa misura consente di riscattare i periodi senza contribuzione obbligatoria compresi tra il 1996 e il 2023, fino a un massimo di cinque anni, anche non continuativi. Il riscatto permette ai lavoratori di accrescere la propria anzianità contributiva, con effetti sia sul diritto alla pensione che sull’importo della pensione stessa. I periodi riscattati, infatti, vengono conteggiati sia per raggiungere il requisito contributivo necessario per il pensionamento, sia per determinare l’ammontare dell’assegno pensionistico. È importante notare che i periodi da riscattare devono essere privi di contribuzione obbligatoria, non solo presso il Fondo cui è diretta la domanda, ma anche presso altre forme di previdenza obbligatoria.Modalità di calcolo e pagamentoL’onere del riscatto è calcolato in base alla retribuzione percepita nei dodici mesi precedenti la domanda e viene determinato secondo il metodo a percentuale, tipico del sistema contributivo. I lavoratori interessati al riscatto possono scegliere di versare l’importo in un’unica soluzione o di dilazionarlo in un massimo di 120 rate mensili, senza l’applicazione di interessi. Tuttavia, nel caso in cui il riscatto sia finalizzato a una pensione diretta o per l’autorizzazione ai versamenti volontari, non è consentita la rateizzazione. Il pagamento minimo mensile per ciascuna rata è fissato a 30 euro. Questo rappresenta un notevole vantaggio per i lavoratori che non vogliono o non possono pagare l’intero importo in una sola soluzione, ma che desiderano comunque recuperare gli anni di contribuzione mancanti.Come e quando presentare la domandaPer usufruire della pace contributiva, i lavoratori devono presentare la domanda all’Inps entro il 31 dicembre 2025. La domanda può essere inviata esclusivamente in modalità telematica, tramite il servizio online dell’Inps, oppure attraverso il contact center gratuito da rete fissa. È possibile anche rivolgersi a enti di patronato o intermediari dell’Istituto, che offrono i loro servizi telematici. La domanda può essere presentata anche tramite il proprio datore di lavoro e in questo caso si dovrà utilizzare il modulo disponibile online, in attesa dell’implementazione della procedura telematica. LEGGI TUTTO