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    Meloni ha ricevuto il presidente francese Macron a Palazzo Chigi: prove di convergenza su Ucraina e conti Ue

    Ascolta la versione audio dell’articoloSi è concluso intorno alle 22:00 di martedì 3 giugno a Palazzo Chigi, secondo quanto si è appreso, un “lungo” incontro bilaterale tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron. Il faccia a faccia è durato quasi tre ore. Al termine, una cena di lavoro allargata alle delegazioni.«È il parterre delle grandi occasioni, c’è molto interesse per questo bilaterale» ha scherzato Meloni rivolta al “plotone” di fotografi poco prima di accogliere a Palazzo Chigi Macron. Con grandi sorrisi, le mani strette a lungo, baci sulle guance e qualche parola sussurrata all’orecchio. A dividerli ci sono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, i formati con cui approcciare a livello internazionale il cammino verso la pace e pure l’atteggiamento da tenere con Donald Trump sui dazi, per citare solo gli ultimi dossier su cui sono state macroscopiche le distanze tra Roma e Parigi. A unirli, la necessità di mettere in campo strumenti Ue per finanziare la difesa. Sia l’Italia sia la Francia sono Paesi caratterizzati da un elevato debito pubblico.Loading…Il “momento del disgelo”Ma ora è il momento del disgelo. E proprio per appianare divergenze finora complicate da ricomporre, e verificare che si possa «procedere insieme sulle questioni essenziali», come ha fatto sapere alla vigilia l’Eliseo, il presidente francese ha promosso la sua visita in Italia. Dedicata esclusivamente al bilaterale con la premier – che dura a lungo, oltre due ore – seguito da una cena di lavoro. Una tappa romana necessaria, aveva spiegato sempre l’Eliseo, per dare il tempo a Macron e Meloni di «parlare e approfondire» le materie più urgenti (c’è anche il Medio Oriente, tra l’altro, a vedere i due governi su posizioni non proprio allineate).Tra i due il colloquio sarà franco, e la premier, stando ai meloniani, chiederà al capo di una nazione che ha definito “amica”, oltre che alleata, di evitare di incorrere ancora in episodi, come l’oramai famigerata foto di Tirana, che hanno reso plastico lo scontro. «Pari dignità» se si vuole andare d’accordo, il messaggio recapitato al presidente francese, che si intrattiene a Palazzo Chigi fino a sera. Poi la ripartenza per Parigi, senza dichiarazioni alla stampa, e senza passaggi al Quirinale, che certo non può che approvare il riavvicinamento tra i due e che anzi, secondo alcuni avrebbe favorito l’incontro.Poco prima di ricevere il francese, Meloni aveva avuto uno scambio di circa un’ora con Robert Fico. Su Gaza e della necessità di un “cessate il fuoco” che vale altrettanto per Kiev. E che non tutti i Paesi europei, nella visione del primo ministro slovacco, sembrano volere davvero, convinti che «continuare la guerra sia il modo per danneggiare la Russia». Col leader nazionalista di Bratislava la premier aveva parlato anche della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina – che si terrà a Roma a luglio – per la quale confida in una nutrita presenza internazionale. Magari anche dello stesso Macron. Vanno poste «le basi» per un «rafforzamento delle relazioni» tra due nazioni «fondatrici dell’Unione», avevano fatto sapere anche fonti italiane, sottolineando i «profondi rapporti bilaterali» e la «collaborazione economica di livello strategico» – magari sbloccando quel Trattato del Quirinale che, al di là dei contenuti, ben rappresenta la sintonia politica tra due paesi cugini. Sul tavolo anche nuove integrazioni tra le due economie con un focus su ricerca e tecnologie d’avanguardia. Ma si guarda anche alle comuni sfide europee, a partire dall’automotive, capitolo su cui Roma confida in una triangolazione con Parigi e Berlino. Alla premier italiana, oltre alla competitività, stanno a cuore anche i dossier difesa e migranti, senza scordare il “rafforzamento delle relazioni transatlantiche”. Il tutto, viene spiegato, con l’obiettivo di costruire “un’Europa più sovrana, più forte e più prospera”. Sul tavolo anche le modalità per reperire “le ingenti risorse” necessarie a finanziare le priorità strategiche europee. Con un “mix” che secondo Roma deve prevedere investimenti privati e fondi comuni. LEGGI TUTTO

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    Campo largo diviso dai ballottaggi al referendum: Schlein verso un week-end di passione

    Ascolta la versione audio dell’articoloUniti si vince! È passata poco più di una settimana dalla vittoria al primo turno del centrosinistra in formato extralarge (dal M5s ad Avs ai centristi di Azione e Italia Viva passando naturalmente per il Pd) a Genova con la civica Silvia Salis e a Ravenna con il dem Alessandro Barattoni. Eppure sembra ma già un’altra era. Basta volgere lo sguardo a Matera e Taranto, gli altri due capoluoghi dove invece si andrà al ballottaggio domenica e lunedì.A Matera il «niet», a Taranto il «ni» del M5s ai candidati demNella città lucana il dem Roberto Cifarelli, in testa al primo turno con oltre il 40% dei voti, non ha ricevuto né riceverà l’endorsement del candidato del M5s Domenico Bennardi (“non appoggeremo nessuno né faremo apparentamenti, lasciamo libero arbitrio ai nostri elettori”, si era premurato di dichiarare subito dopo aver incassato circa l’8% dei voti). E a Taranto il dem Piero Bitetti, avanti con quasi il 40% dei voti, è ancora in attesa dell’endorsement della candidata del M5s, la giornalista Annagrazia Angolano (10%). «Lo ribadisco: non c’è accordo né apparentamento con il candidato sindaco Bitetti, io resterò all’opposizione», ha detto nelle scorse ore Angolano. Lasciando tuttavia aperta la porta all’ipotesi di invitare gli elettori a votare per Bitetti se quest’ultimo dovesse accogliere tutta una serie di punti «per il bene della città».Loading…Almeno cinque sfumature di rosso al referendum Segnali che ricordano alla segretaria dem Elly Schlein, se ce ne fosse ancora bisogno, la resistenza del M5s a integrarsi in una alleanza stabile e l’ancor più forte resistenza a convergere su candidati del Pd. Ma quella dei ballottaggi non sarà l’unica prova del primo week end di giugno per Largo del Nazareno. Assieme ai ballottaggi si voterà anche per i cinque referendum rimasti in piedi dopo che la Corte costituzionale ha spazzato via il quesito sull’autonomia differenziata targata Lega: quello sulla cittadinanza per abbassare da 10 a 5 anni il tempo di residenza per la richiesta, quello sugli infortuni di lavoro e i tre che cancellano quel che resta del renziano Jobs Act. E anche qui le opposizioni di presentano in formazione per così dire libera: il leder del M5s Giuseppe Conte ha lasciato libertà di coscienza sulla cittadinanza e si è espresso per il sì sugli altri quattro quesiti, il contrario del leader di Azione Carlo Calenda. E se la linea ufficiale del Pd schleiniano è per cinque sì, ad essere diviso è lo stesso Pd. La linea prevalente dei riformisti della minoranza, che non se la sentono di abiurare la riforma del lavoro che dieci anni fa fu sostenuta da tutto il partito, è per due sì (cittadinanza e infortuni sul lavoro) e tre no (i quesiti che riguardano vari aspetti del Jobs act, appunto). Ma c’è anche chi, tra i dem, è per il solo voto favorevole sulla cittadinanza e per il non ritiro delle altre quattro schede. Con l’ex premier Paolo Gentiloni che addirittura non ha deciso se andare a votare. E con l’ex premier Matteo Renzi, “padre” del Jobs act, che un po’ macchinosamente ha dato queste indicazioni di voto: sì al quesito sulla cittadinanza, no al quesito sui licenziamenti e i contratti a tutele crescenti sui licenziamenti e a quello sulla reintroduzione delle causali nei contratti a tempo determinato e libertà di voto sugli altri due quesiti, quello sulla responsabilità in caso di incidenti sul lavoro e quello sui licenziamenti, e i relativi risarcimenti, nelle piccole imprese.Il timore della bassa partecipazione: obiettivo del Nazareno 12 milioniMa a preoccupare Schlein, più che il dissenso interno, è il punto in cui si fermerà l’asticella della partecipazione al voto: dato ormai per perso il quorum del 50% più uno degli aventi diritto (oltre 25 milioni di persone), l’obiettivo è quello di portare al voto circa 12 milioni di persone, ossia lo stesso numero di elettori che alle ultime politiche hanno scelto il centrodestra. Un segnale al governo, insomma, che tuttavia si trasformerebbe un (brutto) segnale il Pd e il centrosinistra se la partecipazione dovesse fermarsi sotto o attorno ai 10 milioni.Divisi pure per Gaza: la piazza di Roma e l’evento di MilanoCome se non bastasse, a segnare le divisioni sinistra resta sempre la politica estera. Superando le divisioni sull’Ucraina, con il M5s e Avs ancora fermi nel no all’invio di armi, Schlein è riuscita a riunirsi con Conte e con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sotto la bandiera di Gaza. Ma le iniziative sono subito diventate due: quella di Pd, M5s e Avs a Roma il 7 giugno e il contro-evento di Milano organizzato da Azione e Italia Viva in un teatro. A impedire un’unica manifestazione unitaria sono stati, dal punto di vista dei centristi, l’indisponibilità a esplicitare nella piattaforma scritta a sinistra una più dura condanna di Hamas nonché il timore che l’impronta data si presti ad accuse di antisemitismo. Senza un accordo sul punto, Renzi e Calenda hanno deciso di dissociarsi organizzando l’evento milanese. Con la conseguenza che tutta l’area riformista del Pd ha annunciato di partecipare a entrambe le iniziative, così come i radicali di Più Europa. LEGGI TUTTO

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    Minacce alla figlia di Meloni, il prof autore del post ha tentato il suicidio

    Ascolta la versione audio dell’articoloHa tentato il suicidio il professore di Marigliano autore del post pubblicato su Facebook con il quale ha rivolto parole d’odio alla figlia della premier Giorgia Meloni a cui ha augurato di morire come Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola (Napoli) uccisa dall’ex fidanzato. L’uomo è stato ricoverato in codice rosso in ospedale a Nola ma secondo quanto si apprende non sarebbe in pericolo di vita. Prima di ingerire una forte dose di medicinali ha avvertito la dirigente scolastica dell’istituto dove insegna la quale ha subito avvertito i carabinieri che sono accorsi nell’abitazione del professore.La richiesta alla premier“Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi”. È uno dei passaggi centrali della lettera che il professor Stefano Addeo ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo le polemiche scaturite da un post pubblicato – e poi rimosso – sui social, in cui evocava per la figlia della premier la stessa sorte di Martina Carbonaro, la ragazza uccisa ad Afragola dal suo ex fidanzato. Il testo sarà pubblicato integralmente domani dal quotidiano Roma.Loading…La sua situazione personale“Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte. Mi assumo ogni responsabilità – scrive Addeo – anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore”. Nel testo, Addeo parla della sua situazione personale, del rapporto con la madre anziana e della sofferenza per quanto accaduto: “So bene che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora”. Il docente si rivolge direttamente al premier chiedendo perdono per il gesto “che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo”. LEGGI TUTTO

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    Referendum, l’elettore che non ritira la scheda è considerato non votante

    Ascolta la versione audio dell’articoloL’elettore che «rifiuta di ritirare tutte le schede», come oggi ha annunciato che farà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non può essere considerato come votante e non deve quindi essere conteggiato tra i votanti della sezione». È quanto si legge nelle “Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione” redatte dal ministero dell’Interno in vista dei Referendum del’8 e 9 giugno.«Pertanto, per un corretto computo del numero effettivo dei votanti per ciascun referendum, qualora il seggio abbia già “registrato” l’elettore nella lista sezionale e/o nel registro per l’annotazione del numero di tessera, occorre provvedere, nei relativi riquadri e colonne di tali documenti, a una ulteriore annotazione (ad es., con la dicitura: “non votante”)», si legge ancora, e nello stesso paragrafo si precisa che «sulla tessera elettorale, il bollo della sezione non deve essere apposto (a meno che, ovviamente, non lo sia già stato)».Loading…Il vademecum del Viminale equipara all’astensione anche il caso in cui, «in caso di svolgimento contemporaneo di più referendum», l’elettore «può astenersi dalla partecipazione al voto per uno o più di essi e quindi può legittimamente ritirare la scheda per alcuni referendum e rifiutarla per altri. Gli scrutatori prendono pertanto nota, sia nei riquadri stampati nel retro della pagina di copertina del registro, sia nella lista sezionale a fianco del nome dell’elettore, dei referendum cui il predetto non partecipa e per i quali non può quindi essere considerato come votante». LEGGI TUTTO

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    Referendum, Meloni: «Vado a votare ma non ritiro la scheda»

    Ascolta la versione audio dell’articolo «Referendum dell’8 e 9 giugno? Vado ma non ritiro la scheda». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponde alle domande dei cronisti dopo la deposizione della corona d’alloro all’altare della patria da parte del capo dello Stato per la celebrazione della festa della Repubblica.Loading…Conte: Meloni indigna ma non stupisceImmediate le reazioni dell’opposizione. «Indigna ma non stupisce che Meloni non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell’8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica. È vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un presidente del Consiglio il 2 giugno, giorno simbolo di un Paese che sceglie la Repubblica, della prima volta per le donne ammesse a un voto nazionale». Lo scrive sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle.Il Pd: Meloni prende in giro gli italiani«Meloni – dice la segretaria del Pd Elly Schlein – prende in giro gli italiani dicendo “vado a votare ma non voto”. Anziché dire se è favorevole o contraria ai 5 quesiti su lavoro e cittadinanza, conferma che vuole affossare i referendum e che teme il raggiungimento del quorum perché non ritirare le schede equivale a non votare. Meloni ha paura della partecipazione e di dire la verità che è sotto gli occhi di tutti: è contraria a contrastare la precarietà e migliorare la legge sulla cittadinanza. Invece di invitare all’astensione, e di farlo nel giorno della festa della Repubblica, avesse almeno il coraggio di andare a votare no. Noi invece voteremo convintamente 5 sì, e saremo tanti!». LEGGI TUTTO

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    Il ricevimento al Quirinale: in fila per parlare con la premier

    Ascolta la versione audio dell’articoloSi parla di referendum con le urne aperte l’8 e 9 giugno e di regionali, appuntamento elettorale clou in autunno per la politica. Ma si parla anche dell’Inter sconfitta in Champions League ai Giardini del Quirinale per il tradizionale ricevimento in occasione del 2 giugno.In fila per MeloniCi sono gli esponenti politici e le alte cariche istituzionali. Tra cui ovviamente Giorgia Meloni, la più ricercata: abito a maniche corte di pizzo celeste, stringe mani e ha una battuta per tutti. È sommersa dagli ospiti che si affollano lungo i vialetti quirinalizi. «Sono la più bassa qui», scherza la premier che rischia di inciampare, tra una stretta di mano e l’altra. Solo un saluto veloce (allunga la mano per prima la premier) con la segretaria del Pd Elly Schlein. Si danno del tu: «Come stai?», «sto bene, grazie».Loading…Per gli appuntamenti rimanda a Patrizia Scurti, capo del suo staff che la segue passo passo, e le allunga anche un bicchiere d’acqua, nella giornata romana oramai estiva. «Fai il bravo», scherza pure con il presidente leghista della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia. Solo qualche battuta coi cronisti e un “ma noooo” quando le si chiede cosa farà per i referendum.Mezzo governo presenteTra i tavolini c’è anche Matteo Salvini, con la compagna Francesca Verdini, che si tiene lontano dai cronisti. Sfila mezzo governo, compreso l’altro vicepremier, Antonio Tajani che annuncia l’arrivo del piccolo Adam, il bambino palestinese unico sopravvissuto di 9 fratelli insieme alla madre. C’è tutto lo stato maggiore di Fdi, i capigruppo di tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, compresi Matteo Renzi e Carlo Calenda. C’è anche il vicepresidente della commissione europea Raffaele Fitto.Gli ospiti: c’è anche il Nobel ParisiNel parterre il presidente di Stellantis John Elkann (con la moglie Lavinia Borromeo), il ceo di Intesa San Paolo Carlo Messina, l’ad di Piaggio Matteo Colaninno, l’ex governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Ci sono anche il premio nobel Giorgio Parisi, il presidente della Triennale di Milano, Stefano Boeri, il regista Marco Bellocchio, Paola Cortellesi e Claudia Gerini, Geppi Cucciari e i direttori delle principali testate italiane. LEGGI TUTTO

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    Gaza, Mattarella: «Disumano ridurre alla fame un’intera popolazione»

    Ascolta la versione audio dell’articolo«È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco». Poi, in un passaggio più avanti. «Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano». Poco prima che iniziasse il concerto per celebrare la festa della Repubblica, alla presenza della premier e del corpo diplomatico accreditato, Mattarella dedica il suo discorso allo scenario internazionale e prevalentemente alla crisi in Medio Oriente. Parole durissime che non si limitano a una generica condanna ma indicano cosa è necessario, adesso. «In qualunque caso è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone».I palestinesi hanno diritto al loro focolareLe definizioni, forse, servono a poco quando le immagini e le notizie parlano di migliaia di bambini morti, ma il capo dello Stato dopo aver ricordato «il sanguinario attacco di Hamas e il rapimento di ostaggi che vanno liberati immediatamente», si sofferma sul «dramma» in atto a Gaza. E insiste non solo sugli aiuti ma su quanto sta accadendo da tempo nei territori. «E’ grave l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese. I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi». Una questione cruciale ma anche per la sopravvivenza di Israele stessa, fa notare Mattarella.Loading…Territori e rischi di antisemitismoIl ragionamento del capo dello Stato è che la prospettiva di una terra ai palestinesi è «imprescindibile» dalla «sicurezza di Israele» gravemente minacciata dalla «semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo». Insomma, Mattarella sembra dire che non è con la deterrenza brutale che si proteggono gli israeliani. Al contrario. Inoltre «si aggiunge l’alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo».Da Kiev al Medio Oriente: le occupazioni illegali.Va detto che aveva cominciato il suo discorso partendo dall’Ucraina e ricordando che da più di tre anni resiste all’aggressione di Putin. «Nel confermare il nostro fermo e convinto sostegno a Kiev, continuiamo a lavorare perché si possa giungere a una pace che sia giusta, complessiva e duratura». Ma quello che accade a Kiev si ritrova, poi, in quello che sta accadendo in Medio Oriente e «come ovunque, in qualsiasi Continente». E cioè che «l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale». In effetti, anche l’invasione russa è stata presentata come un atto di difesa e non di aggressione: un rovesciamento della logica e delle relazioni tra Stati. Tant’è che, dice Mattarella questi «teatri di instabilità agevolati dalla violenza e dallo scontro sembrano, per taluno, essere divenuti la misura dei rapporti internazionali».La pace non è un ideale per anime ingenueEcco, davanti agli scenari appena descritti, la pace è l’unico orizzonte che però sfugge anche a chi lo promette e dice di impegnarsi. Ma soprattutto, il capo dello Stato sottolinea che «la pace non è un ideale per anime ingenue, stroncato poi dal severo giudizio della storia», e ricorda come statisti lungimiranti seppero concepirla ed ora «va proseguita l’opera, non ci si può limitare solo ad evocarla». Agire, quindi, ma in quale direzione? Quella di un ritorno a un ordine globale fondato su un diritto internazionale che si rispetti e non venga violato. «L’ordine mondiale che abbiamo conosciuto per decenni appare compromesso. Le regole sono destinate a evolvere ma un quadro di riferimento, un ordine globale, basato sul rispetto e sul riconoscimento reciproco, è essenziale per scongiurare i conflitti». LEGGI TUTTO

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    Minacce alla figlia della Meloni. La premier denuncia: clima malato

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola». Questo messaggio minaccioso, girato sui social e denunciato da Fratelli d’Italia su Instagram, sarebbe opera di un professore dipendente del Mim. Immediati gli accertamenti, annunciati dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Cosi come immediata giunge la solidarietà trasversale di tutta la politica alla presidente del Consiglio e a sua figlia Ginevra.La reazione della premierPremier che interviene con un suo post su X parlando di un clima «malato» e di qualcosa di «oscuro». «Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini – scrive Meloni – che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza».Loading…La solidarietà della politicaLa politica si “unisce” nella condanna e nella solidarietà, a partire dal ministro dell’Istruzione e del Merito che ha denunciato l’accaduto e le immediate indagini, così come i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. E ancora, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini che usano parole come «ignobile» e «orrore» per manifestare il loro sdegno insieme a quello di tutti gli altri ministri che intervengono a ruota ribadendo questo sentimento. Arriva anche la solidarietà del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che a sua volta avrebbe subito sui social un attacco contro le figlie, come riporta “Il Giornale”, di tenore assai simile a quello contro la figlia della premier: «Vedi che anche voi rubate i soldi e il cibo dei nostri figli. Quindi confermo l’augurio anche ai tuoi», avrebbe scritto l’autore del post aggiungendo i nomi delle due ragazze. Fratelli d’Italia fa quadrato con tutta la sua forza d’urto. Anche la sorella della premier, Arianna, non fa mancare l’affetto e la solidarietà alla sorella e alla nipote: «Quanto ancora dobbiamo sopportare? Fin dove dobbiamo arrivare? Rispetto a questa ignobile barbarie – scrive sui social – tutto lo sdegno possibile! La condanna sia unanime e forte. A mia sorella Giorgia e a mia nipote giunga il mio più affettuoso e protettivo abbraccio».Un abbraccio ideale che attraversa tutto l’arco dei partiti, dal resto degli alleati della coalizione di governo, come Maurizio Lupi e Michaela Biancofiore, fino agli esponenti dell’opposizione. «Incredibile dove possa arrivare l’odio politico. Prendersela con una bambina per attaccare la madre. Non si fa mai, non si deve fare. Vicinanza a Giorgia Meloni per gli attacchi vili e incivili riferiti a sua figlia», scrive, ad esempio, Simona Malpezzi del Pd. Gli fanno eco altri suoi compagni di partito, le capogruppo di Iv Maria Elena Boschi e Raffaella Paita. E ancora, il leader di Azione Carlo Calenda e tanti altri parlamentari dei due schieramenti.Valditara: subito accertamentiIntanto, dopo l’annuncio dell’avvio degli accertamenti sul caso, il ministro Valditara si spinge più in là nel ragionamento, preannunciando sanzioni severe per i responsabili. «La figura del docente è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell’impartire saperi ma anche nell’educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Il Ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola». LEGGI TUTTO