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    Onorevoli morosi, mina per le casse dei partiti

    Ascolta la versione audio dell’articoloOnorevoli morosi, che non pagano le quote dovute ai propri partiti: il problema è ricorrente nei bilanci del 2024 di diverse forze politiche, da Forza Italia al Pd, passando per il M5s. Mentre è in controtendenza Sinistra italiana, che vede aumentare i contributi dei propri parlamentari (da 204 mila a 281 mila euro), tutti tra i 42 mila e i 55 mila euro. Il M5s, che ha un avanzo di oltre 2 milioni di euro, iscrive a bilancio 2,8 milioni di euro di crediti verso parlamentari e consiglieri regionali, e 1,4 milioni per indennità di fine mandato.I rendicontiCome “leva per la riscossione dei contributi”, il tesoriere Claudio Cominardi, nella relazione, richiama la regolarità contributiva come «requisito fondamentale per concorrere ed eventualmente mantenere il ruolo nelle cariche associative». Rispetto al 2023, per il Pd cala di 55 mila euro la voce crediti verso senatori e deputati, a 441 mila euro. Come spiega la relazione al rendiconto (in avanzo di 650mila euro, con l’incasso record di 10,2 milioni dal 2xmille), «è continuata l’azione di recupero» verso eletti nelle varie legislature, con 9 azioni giudiziarie aperte e 4 accordi transattivi.Loading…Tra decreti ingiuntivi e recuperiAnche nel bilancio di Europa verde si prevede un ricorso per decreto ingiuntivo per mancato pagamento spontaneo dei contributi associativi contro Eleonora Evi, deputata passata l’anno scorso fra i dem. Mentre aumentano di 2 milioni i contributi da terzi e di oltre 300mila euro le quote associative, la “discontinuità dei versamenti” dovuti “da parte di alcuni eletti” è un aspetto critico del rendiconto di FI (disavanzo di 307mila euro e un passivo di 90milioni che continua a essere garantito dagli eredi di Silvio Berlusconi): «Occorrerà adottare decisioni più rigorose per ottenere i pagamenti», si legge nella relazione, “anche facendo leva” sulle norme interne che per i morosi prevedono ineleggibilità e decadenza dagli incarichi nel partito.Versamenti e quote associativeI versamenti degli eletti sono in calo anche per +Europa, da 28.530 a 22.950. In FdI i contributi dei parlamentari nazionali ed europei sono volontari, e il bilancio (in disavanzo di 681mila euro, a fronte di un avanzo di 4,9 milioni di euro nel 2023) registra un calo delle erogazioni liberali (da 3,9 a 2,7 milioni) e delle quote associative annuali (da 2,8 a 2,3 milioni). Nel bilancio 2024 in disavanzo di per 1,4 milioni, anche per la Lega calano le contribuzioni da persone fisiche e giuridiche (da 4,5 a 3,8 milioni), mentre aumentano le quote associative (da 58.624 a 63.227 euro). LEGGI TUTTO

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    Tremonti: «Ue troppo sottomessa. Contro i dazi reagisca sulla fiscalità del web»

    Prima di tutto, curiosamente, la lettera è stata indirizzata a Bruxelles definita da Trump «Your country», Trump paradossalmente è più europeo dei destinatari della lettera, questo aspetto è divertentissimo.Anche l’Europa ha cercato di avvicinarsi all’America, con circospezione, pazienza e speranzoso attendismo, non crede? Io invece parlerei di fatalismo, incapacità e sottomissione. Guardi il comportamento della Cina: minaccia (di Trump), reazione (robusta), accordo. La Ue pensava di essere più forte della Cina, si aspettava il 10% di dazi aggiuntivi. È arrivato il 30 per cento. Nelle more, e per compiacere Washington, la Ue ha ceduto sulla Global minimum tax (insieme al Canada, guarda caso altro bersaglio pesante di Trump) rinunciando ad applicarla unilateralmente alle imprese UsaErrore gravissimo, ora resta aperta la questione della rete e dell’economia digitale. Trump teme le regole Ue sul web, questione Ai compresa, e la fiscalità della rete. È un fronte importante di trattativa. LEGGI TUTTO

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    Il direttore filo-putiniano Gergiev torna a dirigere in Italia: è polemica

    Ascolta la versione audio dell’articoloSi è accesa immediatamente ed è destinata a trascinarsi la polemica sull’annunciata presenza del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev che il 27 luglio alla rassegna “Un’estate da Re” alla Reggia di Caserta, programmata e finanziata dalla Regione Campania. Gergiev, 72 anni, direttore del Teatro Mariinsky a San Pietroburgo e del Bolshoi a Mosca, considerato un fermo sostenitore del presidente Vladimir Putin, non sale su un podio italiano dal 23 febbraio 2022, quando diresse “La dama di picche” al Teatro alla Scala proprio la notte in cui la Russia attaccava l’Ucraina.Da allora il maestro russo, il cui rapporto con Putin risale ai primi anni ’90 quando Putin a San Pietroburgo, è stato allontanato dalla direzione dell’orchestra della Scala per non aver preso le distanze dall’aggressione russa ai danni di Kiev, come gli aveva chiesto il sindaco Giuseppe Sala. Un “bando” arrivato poi anche da altre importanti istituzioni culturali di Stati Uniti ed Europa, dalla Carnegie Hall ai Wiener Philharmoniker passando per la Filarmonica di Monaco. si era rivolto ad altri mercati, tra cui la Cina, dove artisti e gruppi culturali russi sono stati accolti calorosamente. Nel frattempo Gergiev ha condotto diverse tournée con il Mariinsky in Cina.Loading…L’intervento di Pina Picierno (Pd)Ad alzare gli scudi è stata l’eurodeputata del Pd e vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno che ha chiesto al governatore Vincenzo De Luca «di intervenire per modificare il cartellone e evitare che i soldi dei contribuenti finiscano nelle tasche di un fiancheggiatore di un regime criminale».La conferma di De LucaIl governatore campano Vincenzo De Luca, anche lui esponente del Pd, ha però conferma la presenza del direttore d’orchestra: «Quello della cultura e dell’arte è uno dei casi nei quali può crescere il dialogo fra le persone e possono svilupparsi i valori di solidarietà umana» ha detto.La presa di distanza della Commissione UeAnche la commissione europea ha preso posizione. Attraverso una portavoce dell’esecutivo Ue ha prima precisato che la rassegna «non è finanziata con risorse europee ma con fondi nazionali, attraverso il Fondo di sviluppo e Coesione italiano», poi ha ricordato che il commissario Ue per la cultura, Glenn Micallef «ha ribadito più volte che i palcoscenici europei non dovrebbero dare spazio agli artisti che sostengono la guerra di aggressione in Ucraina». LEGGI TUTTO

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    Re-industrializzare Italia e Ue: oggi le proposte Pd

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl costo dell’energia, l’impatto della demografia sul mercato del lavoro e sul reperimento di manodopera qualificata, le difficoltà delle piccole imprese ad accedere a fondi europei e nazionali che non tengono conto delle loro dimensioni, il complicato passaggio dalla ricerca applicata alla produzione. E naturalmente – Mario Draghi docet – la necessità ormai ineludibile di uno sforzo unitario a livello europeo, con debito e investimenti comuni, per rilanciare la competitività del Vecchio continente e centrare gli obiettivi della transizione ecologica e digitale altrimenti irraggiungibili dai singoli Paesi membri.Rivedere Industria 5.0 e disallineare energia e gasIl titolo è “Le rotte del futuro: re-industrializzare l’Italia e l’Europa” e l’appuntamento è oggi e domani a Roma per la Conferenza nazionale del Forum Industria del Pd presieduto da Andrea Orlando in coordinamento con la segretaria Elly Schlein e con il responsabile economico Antonio Misiani. «Chiederemo di modificare Industria 5.0, l’attuale meccanismo di contribuzione al settore, e di rivedere il meccanismo con cui viene fissato il prezzo dell’energia che è parametrato a quello del gas, compreso quello delle rinnovabili: dovrebbero costare molto meno, ma sono vendute a prezzi più alti – anticipa Orlando -. Poi c’è il grande tema dei salari e del welfare, decisivo per evitare l’emigrazione italiana verso altri Paesi».Loading…Salario minimo e rafforzamento della contrattazione collettivaNon a caso tra i punti centrali del Libro Verde del Pd sulle politiche industriali che sarà presentato durante la due giorni romana c’è il capitolo “Lavoro e salario dignitoso: oltre il minino”. «La qualità del lavoro è centrale per una politica industriale equa e moderna – si legge nel documento -. Si propone l’introduzione di un salario minimo legale, il rafforzamento della contrattazione collettiva e incentivi pubblici legati alla creazione di occupazione stabile, sicura e ben retribuita. Le missioni industriali devono generare lavoro qualificato, valorizzare le competenze e favorire la riqualificazione professionale. Si suggerisce inoltre di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, come strumento di equità e aumento della produttività».A ottobre le proposte diventeranno emendamenti alla legge di bilancioLa Conferenza nazionale organizzata dal Pd, che vedrà presenti anche molti ospiti europei oltre al presidente di Confindustria Emanuele Orsini e al leader della Cgil Maurizio Landini, arriva dopo un viaggio che Orlando ha condotto nei mesi scorsi nelle realtà industriali del Paese toccando 10 regioni (Schlein ha presenziato in Liguria e Lombardia) e percorrendo 2.500 chilometri e che continuerà nei prossimi mesi per arrivare, ad ottobre, a proposte concrete su cui si baseranno anche gli emendamenti per la prossima legge di bilancio.Un’Agenzia nazione per la ricerca e una nuova governance per l’industriaDa segnalare la proposta della creazione di un’Agenzia nazionale per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico per colmare il divario tra ricerca e industria e la proposta di riforma radicale della governance industriale: «Si propone di affidare alla Presidenza del Consiglio il coordinamento delle politiche industriali attraverso un Comitato interministeriale, e di integrare nel Def una sezione dedicata alla strategia industriale con obiettivi chiari e misurabili. Proponiamo inoltre di: istituire un’Agenzia per le Partecipazioni e un Consiglio della Strategia Industriale indipendente, riformare Invitalia e Cdp per renderle attuatori attivi della politica industriale, attivare una Conferenza permanente Stato-Regioni per il coordinamento territoriale e promuovere un partenariato pubblico-privato per definire congiuntamente priorità e investimenti strategici». Re-industrializzare, dunque, «lasciando perdere ciò che anche a sinistra abbiamo ascoltato in passato sull’economia senza industria e solo di servizi». LEGGI TUTTO

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    Ncc, Forza Italia sfida Salvini: nuova proposta di legge per riordinare il settore

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl cantiere della riforma del noleggio con conducente (Ncc) non si ferma. Mentre il cosiddetto “pacchetto Salvini” è alle prese con la procedura europea Tris ed è ancora in discussione, è Forza Italia a rilanciare con una nuova proposta di legge. Un’iniziativa che, nei fatti, supera il riassetto normativo voluto dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture.Teatro dell’annuncio, una conferenza stampa alla Camera, organizzata dal vicepresidente della commissione Trasporti Andrea Caroppo insieme al vicesegretario nazionale del partito, Stefano Benigni, e alla deputata azzurra Maria Paola Boscaini. È stato questo il palco scelto dagli azzurri per illustrare la loro ricetta sul futuro del comparto.Loading…Parola d’ordine: semplificareSpostamento delle competenze dai Comuni alle Regioni, abolizione del foglio di servizio elettronico e della pausa di 20 minuti, libero accesso alle zone a traffico limitato. Sono questi gli ingredienti principali della proposta azzurra. “Forza Italia è da sempre a favore del libero mercato – dice Boscaini – e le modifiche che noi proponiamo vanno proprio in questa direzione”. Primo step, quello delle competenze. La proposta prevede il trasferimento dai Comuni alle Regioni della competenza sulla regolamentazione dei servizi Ncc, con piena autonomia nel fissare i bandi di concorso per le licenze Ncc, il numero e il tipo di veicoli da adibire al servizio, le modalità di svolgimento del servizio, e i requisiti per il rilascio delle autorizzazioni per l’esercizio del noleggio con conducente, il cui ambito territoriale passa da comunale a regionale. I Comuni mantengono solo la competenza a regolamentare il servizio taxi (numero licenze, tariffe, requisiti, modalità del servizio eccetera). “E’ giunto il momento – spiega Benigni – che l’Italia si allinei con altri paesi europei più avanzati su questo tipo di servizi”.Cancellati il foglio di servizio e le pause di 20 minuti Il Registro nazionale pubblico delle imprese e degli operatori con licenza Taxi e Ncc (Rent) – altro caposaldo della riforma Salvini finalizzato a garantire una maggiore trasparenza del settore – assume una articolazione anche regionale, in linea con il passaggio di competenze alle Autonomie. Il testo introduce poi una semplificazione radicale degli adempimenti e e degli obblighi per gli operatori Ncc già introdotti dal “pacchetto Salvini”, a cominciare dall’abolizione del Foglio di servizio elettronico (Fdse), che porta con sé lo stop all’obbligo di rientro in rimessa e la pausa obbligatoria di 20 minuti dopo che l’auto ha lasciato la rimessa di partenza in caso di più servizi nell’arco della stessa giornata.“La nostra è una proposta che non fa il tifo per nessuno – spiega Caroppo – ma introduce delle semplici modifiche alle norme di settore”. Le prenotazioni dei servizi Ncc possono essere raccolte anche tramite app e “strumenti tecnologici”, e il prelevamento e l’arrivo a destinazione “possono avvenire anche al di fuori della regione che ha rilasciato l’autorizzazione” a svolgere servizi Ncc. In pratica, è il superamento totale del decreto attuativo del Mit relativo proprio al Foglio di servizio elettronico, attualmente sub iudice della giustizia amministrativa. In linea con la semplificazione del servizio Ncc, la Pdl di Forza Italia prevede poi il libero accesso degli operatori alle Zone a traffico limitato su tutto il territorio nazionale. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, al via la Conferenza sulla ricostruzione a Roma. Presenti 50 tra ministri e capi di Stato e di governo

    Ascolta la versione audio dell’articoloDoveva essere l’appuntamento per dare impulso concreto alla rinascita dell’Ucraina a seguito di una tregua. Ma con il cessate il fuoco che resta lontano, la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si apre giovedì 10 luglio a Roma diventa occasione per il mondo di stringersi attorno a Kiev. E ribadire il pieno appoggio occidentale a Volodymyr Zelensky, giunto con l’occasione in Italia dove alla vigilia della conferenza ha visto prima il Papa e poi Sergio Mattarella che ha ribadito la “ferma posizione” di “pieno sostegno” dell’Italia all’Ucraina, sottolineando che «la sicurezza di Kiev si indentifica con la sicurezza europea».Il leader ucraino sarà quindi accolto alla Nuvola dell’Eur da Giorgia Meloni, con la quale aprirà il vertice romano prima di partecipare da remoto al secondo atteso appuntamento del tandem di sostegno a Kiev: una call dei volenterosi con Emmanuel Macron e Keir Starmer collegati dal Regno Unito, per fare il punto sul tema urgente della difesa dagli attacchi russi, sempre più pesanti su tutto il Paese invaso. Con la partecipazione inedita da Roma anche dell’inviato Usa per l’Ucraina, il generale Keith Kellogg, come a indicare un rinnovato slancio americano a sostegno della lotta di Kiev mentre volano gli stracci tra Trump e Putin.Loading…Oltre alla premier e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, la due giorni romana vede impegnato tutto il governo, pronto ad accogliere a Roma 5mila partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di organizzazioni internazionali – incluse le principali banche di sviluppo – e 2mila aziende e rappresentati di autonomie locali e società civile e oltre 500 giornalisti accreditati che seguiranno i lavori articolati su quattro dimensioni: imprenditoriale, umana; locale e regionale; riforme nel percorso di adesione all’Ue.Partecipano ai lavori 50 tra ministri e capi di Stato e di governo, tra cui la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier polacco Donald Tusk che con Meloni e Zelensky apriranno la conferenza. L’organizzazione parla già di successo, sottolineando che i numeri del vertice romano superano quelli dei precedenti appuntamenti di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024). Ma l’obiettivo vero è quello di annunciare impegni per l’Ucraina in termini di finanziamenti e di nuove intese tali da superare – o almeno eguagliare – gli oltre 16 miliardi di euro di fondi per la ripresa dell’Ucraina incassati l’anno scorso in Germania.Intanto, Tajani alla Camera ha anticipato il lancio giovedì di una nuova misura Simest da 300 milioni di euro a sostegno delle Pmi coinvolte nella ricostruzione dell’Ucraina. «Sostenere Kiev, oltre che un dovere, è una straordinaria opportunità di crescita comune», ha sottolineato il vicepremier. Ma insieme alle auspicate partnership, joint venture e iniziative finanziarie per la ricostruzione del Paese, a tenere banco nelle sale della Nuvola sarà con ogni probabilità anche il sostegno militare all’Ucraina: l’Ue sta valutando l’istituzione di un fondo da 100 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina, che potrebbe essere incluso nella proposta per il prossimo Bilancio Ue settennale, stando a Bloomberg. Il Parlamento europeo spinge sulla fornitura di missili Taurus, sui quali resta il veto di Berlino che però sta valutando l’acquisto di altri Patriot da Washington. LEGGI TUTTO

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    Vitalizi, oggi alla Camera la decisione sul ricorso degli ex deputati

    Ascolta la versione audio dell’articoloÈ prevista per la riunione della camera di consiglio del Collegio d’appello di Montecitorio sul taglio dei vitalizi che dovrà esaminare il ricorso di circa 900 ex deputati che chiedono di rivedere la delibera del 2018 voluta dall’allora presidente di Montecitorio ed esponente del Movimento 5 Stelle Roberto Fico che ha tagliato gli assegni.Sentenza in arrivoLa sentenza del collegio (vale a dire il tribunale di secondo grado interno alla Camera, composto anch’esso da cinque deputati ma che ha un ruolo giurisdizionale e non politico) potrebbe arrivare già la prossima settimana. A presiedere l’organismo, vale a dire il tribunale di secondo grado interno alla Camera, è Ylenia Lucaselli (FdI).Loading…Mercoledì 2 luglio si era svolta la prima, lunga udienza che aveva visto sfilare gli avvocati dei ricorrenti: sono ex deputati anagraficamente più giovani di quelli più anziani di età che nel 2022 hanno beneficiato di una sentenza che di fatto ha azzerato per loro la delibera Fico.Vitalizi, oggi la riunione alla Camera sui ricorsi contro il taglio del 2018Photogallery10 fotoVisualizzaLa delibera Fico già azzerata per i più anzianiQuest’ultima stabiliva che il vitalizio – su suggerimento dell’allora presidente dell’Inps Tito Boeri – fosse calcolato con criteri contributivi: in pratica l’assegno veniva ricalcolato sulla base di coefficienti in cui rientravano non solo il monte dei contributi versati, ma anche gli anni in cui si era beneficiato di un assegno. Gli ex parlamentari più anziani si erano visti tagliare improvvisamente l’assegno dall’oggi al domani anche del 90%. In alcuni casi, come quelli di ex deputati centenari non autosufficienti ricoverati in Rsa, si sono verificate situazioni drammatiche.Nel 2022 il tribunale interno della Camera aveva dato ragione a quanti avevano fatto ricorso: il ricalcolo dell’assegno partiva non dal momento in cui era stato erogato agli ex parlamentari il primo, bensì dallo stesso 2022. Il Consiglio di giurisdizione e poi il Collegio d’appello avevano fatto propri il principio costituzionale della legittima aspettativa. LEGGI TUTTO

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    Pier Silvio Berlusconi: «Ius Scholae non è priorità. Discesa in politica? No, per ora»

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa risposta arriva dalla Cina dove è in visita istituzionale il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: sullo Ius Scholae «partita chiusa, tema archiviato, se ne occuperà semmai la sinistra fra trent’anni se vincerà».Sapeva, Pier Silvio Berlusconi, che sarebbero state parole pesanti sull’argomento le sue sullo Ius Scholae, dette nel corso del’incontro con i giornalisti nella tradizionale serata di presentazione dei palinsesti di Mediaset. «So che dicendo questo do un colpetto a Tajani, ma è quello che penso. Non mi sembra che fra le priorità degli italiani ci sia lo Ius scholae». Il numero uno del gruppo Mediaset si è detto convinto che la proposta di legge «non sia mal formulata», ma possa «essere migliorata»: in ogni caso «i diritti delle persone vanno difesi sempre, a prescindere: l’ho imparato da mio padre».Loading…Forza Italia e Matteo RenziUn giudizio che non va, come detto, nella stessa direzione di un partito. Che è vecchio gli viene chiesto? «Onestamente sì». Di certo c’è un centro politico, «che è una prateria e in cui Forza Italia è preponderante». Anche Matteo Renzi ambirebbe a coprire quello spazio, gli si fa notare. «Ho grande stima, ma ha perso credibilità politica». Quanto invece alla premier Giorgia Meloni l’endorsement è chiaro: ««È il miglior presidente del Consiglio in Europa. Sta agendo, bene, da primo ministro quindi mirando all’interesse generale, non della sua parte politica».Tajani: «Sullo Ius Scholae in sintonia con Berlusconi»Sullo Ius Scholae nel corso della giornata arriva il commento dello stesso leader di Fi, Antonio Tajani che nonostante tutto si dice «in sintonia» con il numero uno di Mfe-Mediaforeurope. «Ho sempre detto – sottolinea Tajani – che la nostra priorità si chiama riforma della giustizia, riduzione della pressione fiscale e tutela della salute del cittadino. Non ho mai detto che (lo Ius Scholae, ndr) era una priorità; ho detto qual è soltanto la nostra posizione. Da questo punto di vista siamo in perfetta sintonia. Andremo avanti nel sostenere e difendere le nostre idee. Certamente non sono altri partiti che decidono quando, come e dove parlare».Discesa in politica? «No» (per ora)La politica è stato un argomento forte della serata di presentazione dei palinsesti a Cologno. Con Pier Silvio Berlusconi – domanda evergreen – che può scendere in politica? La porta chiusa, ancora con maggiore convinzione rispetto al passato, rispetto a una discesa in campo perché «amo questa azienda». Anche se una postilla Pier Silvio Berlusconi non la risparmia: «Mio padre è sceso in politica a 58 anni. Io ne ho 56. Oggi non ho nessuna intenzione e non penso alla politica. Guardando al futuro non lo escludo, ma così come non escludo tante altre cose nella mia vita, ossia che a un certo punto io possa dire “sai che c’è, una sfida completamente nuova, perché no?”. Ma è sciocco parlarne oggi, perché oggi non ha alcuna concretezza». La sua vera passione, confessa, sta nel rapporto con le persone, nei bagni di folla: «Mi travolge, mi piace quando mi fermano, mi abbracciano, mi salutano». LEGGI TUTTO