More stories

  • in

    Archiviato voto nelle Marche, è rush finale per la Calabria

    Ascolta la versione audio dell’articoloArchiviate le elezioni regionali nelle Marche con la conferma del governatore uscente Francesco Acquaroli del centrodestra, i big della politica danno il via al rush finale per la Calabria dove si voterà domenica e lunedì 5 e 6 ottobre. Una volata che vedrà, nei prossimi quattro giorni, impegnati tutti i leader nazionali delle forze in campo.Meloni, Tajani e Salvini a Lamezia TermeA dare il là alla contesa la premier Giorgia Meloni che oggi alle 16 sarà a Lamezia Terme per una iniziativa elettorale con i due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani oltre ai segretari di Noi Moderati Maurizio Lupi, dell’Udc Antonio De Poli e della presidente di Sud chiama Nord Laura Castelli. Con loro, naturalmente, Roberto Occhiuto. Salvini si sposterà poi in serata a Rose (Cosenza) dove alle 20 incontra gli esponenti della Lega.Loading…Schlein a CrotoneE così come accaduto nelle Marche, in concomitanza col centrodestra e in una sorta di confronto a distanza, scende in Calabria anche la segretaria Dem Elly Schlein che sempre oggi, martedì 30 settembre, sarà a Crotone a sostegno del candidato del campo progressista Pasquale Tridico. Insieme a lei, ma in luoghi diversi, anche i vertici di Avs. Angelo Bonelli arriva alle 17.30 a Cosenza per poi spostarsi nella vicina Paola, sul tirreno Cosentino; Nicola Fratoianni sarà invece alle 19 a Catanzaro.Conte all’università della CalabriaMercoledì 1 ottobre, il leader della Lega prosegue il suo tour in Calabria partendo alle 9 da Trebisacce per passare a Cosenza alle 11 e poi trasferirsi a Paola. Nel pomeriggio è prevista anche una tappa nel catanzarese, a Sellia Marina. Sempre per il centrodestra il ministro per lo sport Andrea Abodi alle 12 sarà a Rende (Cosenza) ed alle 15.30 a Crotone. A Rende, all’Università della Calabria, alle 11, è data la presenza del leader 5 Stelle Giuseppe Conte che poi dovrebbe proseguire il suo giro in alcune città del cosentino.Leader del centrosinistra a Reggio CalabriaIl 2 ottobre sarà il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a rappresentare il centrodestra nelle ultime fasi della campagna elettorale partecipando ad un incontro, alle 16.30, a Soverato, sulla costa ionica catanzarese. Lo stesso giorno, secondo i bene informati, il campo progressista si presenterà unito con Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, dati a Reggio Calabria alle 19. Gli stessi, il giorno successivo, dovrebbero chiudere la campagna elettorale a sostegno di Tridico, con tre iniziative: a Villa San Giovanni alle 11, a Lamezia Terme alle 16 e a Corigliano-Rossano alle 19. Al momento, però, non sembra ancora certa la presenza contemporanea dei quattro leader a tutte le manifestazioni. Sul fronte opposto, la giornata sarà aperta da Arianna Meloni, capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia, che parteciperà ad una manifestazione elettorale Vibo Valentia (11.30) per poi spostarsi a Catanzaro alle 16. Anche la Lega sarà presente in Calabra per la chiusura della campagna elettorale, con il leader Salvini, il generale Roberto Vannacci ed il vicesegretario del Carroccio Claudio Duigon che saranno a Reggio Calabria alle 18. Restano da definire gli impegni calabresi di Tajani e di Forza Italia, partito del governatore uscente. Al termine di questo rush finale, sabato silenzio elettorale e da domenica mattina la parola passa agli elettori. LEGGI TUTTO

  • in

    Marche, l’impatto sul Veneto: si avvicina l’intesa sul candidato della Lega

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa vittoria del meloniano Francesco Acquaroli nelle elezioni regionali nelle Marche avrà un effetto immediato a livello nazionale: aiuterà sbloccare l’impasse del centrodestra sul Veneto. Incassato il bis del “suo” governatore uscente, la premier Giorgia Meloni può a questo punto cedere più facilmente al pressing della Lega che da settimane rivendica continuità nella regione amministrata da 15 anni dal “doge” Luca Zaia. Nonostante Fdi sia ormai diventato primo partito nella regione alle elezioni politiche ed europee. Il via libera al candidato in pectore Alberto Stefani sembra questione di ore ormai.Verso il via libera al leghista Stefani nel VenetoNon è escluso che possa essere già concordato in occasione del comizio odierno della premier a Lamezia Terme, assieme ad Antonio Tajani e Matteo Salvini per sostenere il bis di Roberto Occhiuto in Calabria. Anche se Meloni, per lasciare il Veneto alla Lega, ha bisogno di una rassicurazione formale, possibilmente scritta, su un «prossimo riequilibrio dei partiti del centrodestra nelle regioni del nord». Una formula che lasci intendere insomma che la Lombardia spetterà a Fdi.Loading…In attesa del voto in Calabria, il centrodestra si appresta dunque a definire i candidati mancanti. Su quello del Veneto (dove le elezioni sono in programma il 23 e 24 novembre) non ci dovrebbero essere sorprese. Tutti pensano ad Alberto Stefani, vice di Salvini e segretario della Liga Veneta. «Il Veneto può andare benissimo a un candidato della Lega», ha spiegato Tajani, pronto a rivendicare per FI il ruolo di «seconda forza del centrodestra». Davanti a una Lega che in Valle d’Aosta crolla e nelle Marche peggiora anche rispetto alle Europee (dall’8,2 al 7,4%), lontanissima dal 22,4% delle Regionali 2020.Di Bari in pole in CampaniaNon a caso Forza Italia mette sul tavolo altre due proposte: l’azzurro Flavio Tosi (che sarà capolista alle Regionali) come candidato del centrodestra a sindaco di Verona; e un civico come front runner in Campania. Una soluzione, spiega Tajani, per intercettare ex Dc ed ex Psi: «C’è malcontento nel centrosinistra campano – assicura Tajani -. Perché c’è uno spostamento a sinistra e noi siamo pronti a offrire il nostro simbolo, le nostre liste a quelli che vogliono scegliere di continuare a essere centristi e non di andare a fare una politica per la campagna di estrema sinistra». Ma quella del civico in Campania è un’opzione bocciata dai meloniani campani, che rilanciano la corsa di Edmondo Cirielli, vice di Tajani agli Esteri. In pole position al momento resta in Campania Michele Di Bari, prefetto di Napoli.In Puglia in corsa D’Attis e Gemmato  LEGGI TUTTO

  • in

    Regionali Marche, ecco come sono andati i partiti: Fdi primo, Pd secondo, in calo Lega e M5s

    Ascolta la versione audio dell’articoloFratelli d’Italia al 27,4%, primo partito nelle Marche, lascia a distanza Forza Italia (8,6%) che sorpassa una assai ridimensionata Lega (7,4%). Il Pd perde ma resta primo partito della coalizione (al 22,5%) con uno stacco netto rispetto al M5s di Giuseppe Conte (5,1%). Avs si ferma al 4,2%. E’ questa la fotografia del risultato dei principali partiti nelle elezioni regionali che hanno visto nelle Marche la riconferma del governatore di centrodestra Francesco Acquaroli, che ha sconfitto il candidato di centrosinistra Matteo Ricci.Il confronto con le precedenti elezioniAlle scorse regionali del 2020, il Pd era primo partito con il 25,11%, seguito dalla Lega con il 22,38% e da Fdi al 18,66%. Mentre M5s era al 7,12% e Forza Italia al 5,89%. Alle politiche del 2022 Fratelli d’Italia è diventato il primo partito in regione con il 29,14%, seguito dal Pd con il 20,37%. Terzo il M5S con il 13,58%. La Lega è precipitata al 7,93% e Forza Italia è salita al 6,78% con Avs al 3,33%. Situazione abbastanza stabile alle europee del 2024, con Fdi che si è rafforzato come primo partito (32,9%) e Pd come secondo (25,5%). In calo il M5s al 9,67%. Lega in leggera risalita all’8,19 e Forza Italia al 7%.Loading…La soddisfazione del centrodestra«Fratelli d’Italia si attesta a primo partito. Questo è un ottimo risultato nonostante la dispersione di liste civiche. Abbiamo sfondato il 27%» ha detto Arianna Meloni in conferenza stampa nella sede elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. Soddisfatti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. «Agli insulti e alle polemiche della sinistra, i marchigiani hanno dato una risposta chiara: grazie», si è rallegrato Salvini, leader però di una Lega rimpicciolita, che si è fermata sotto l’8% dopo aver toccato nel 2020 il 22,4% alle regionali del 2020 nelle Marche . «Fi è stata protagonista della vittoria di Acquaroli, siamo in maniera consolidata la seconda forza del centrodestra» ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, leader di Fi, sottolineando indirettamente il sorpasso sulla Lega.Non sfonda il campo largo«Non c’è alternativa» al campo progressista, blinda la linea della segretaria Pd Elly Schlein che a sua volta promette: «L’impegno unitario continua con determinazione». Ma al momento il campo largo non viene percepito dagli elettori come un’alternativa e lo rimarca il leader del M5S Giuseppe Conte: «Dobbiamo prendere atto che la nostra proposta non ha convinto». Ma intanto Schlein conquista il diritto a sfidare la Meloni a Palazzo Chigi con il Pd che perde ma resta primo partito della coalizione, con uno stacco netto rispetto al M5s di Giuseppe Conte. LEGGI TUTTO

  • in

    Chi è Acquaroli, il governatore meloniano al bis dopo aver strappato le Marche alla sinistra

    Ascolta la versione audio dell’articoloFrancesco Acquaroli, presidente uscente della Regione Marche, è riuscito a fare il bis, battendo lo sfidante Matteo Ricci. Nella sua campagna elettorale Acquaroli, 50 anni, esponente di Fratelli d’Italia, ha insistito sui risultati raggiunti dalla sua giunta: dalla sanità alle infrastrutture, dalle aree interne al turismo. Cinque anni caratterizzati, lo ha ribadito più volte, dalla pandemia e dai disastri provocati dall’alluvione.L’appoggio di Meloni e la ZesForte dell’appoggio del governo nazionale, fedelissimo della premier Meloni, il governatore uscente ha incassato nelle ultime settimane di campagna elettorale l’annuncio dell’ingresso delle Marche, attraverso un disegno di legge governativo, nella Zona economica speciale (Zes), definito «un’opportunità e la risposta alle richieste degli imprenditori in questi anni». Oltre a ciò il Governo si è speso per sostenere la corsa dell’esponente di Fratelli d’Italia con visite dei ministri e dei leader nazionali del centrodestra, a partire dal comizio con la premier Meloni ed i vicepremier Tajani e Salvini e TajaniLoading…Le tre campagne elettoraliNato a Macerata ma residente a Potenza Picena in provincia di Macerata, si è presentato per la terza volta a un’elezione per la guida di Palazzo Raffaello: nella prima occasione, nel 2015, è stato sconfitto dal rivale del centrosinistra, Luca Ceriscioli. Nel 2020, invece, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, ha battuto Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia del Pd: un risultato schiacciante (49,13% contro il 37,28% del rivale) che ha permesso al centrodestra di strappare al centrosinistra, dopo circa 25 anni, la guida di una Regione storicamente “rossa”. In questa tornata elettorale, era sostenuto da sette liste: oltre a quella del suo partito, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, le liste “Civici Marche”, “Marchigiani per Acquaroli” e “Udc-Liste Civiche”La carriera politicaLaureatosi in economia e amministrazione dell’impresa, ha iniziato a lavorare come consulente finanziario, ma è la carriera politica quella alla quale si è dedicato di più. Nel 2010 è eletto consigliere regionale nella lista del Popolo della libertà, partito che abbandona per aderire alla nascita di Fratelli d’Italia. Nel 2014 si candida a sindaco di Potenza Picena e, dopo la vittoria, lascia il seggio a Palazzo Leopardi per dedicarsi al Comune. Nel 2018, un anno prima del termine del mandato, si candida alle elezioni politiche e viene eletto deputato. Nel 2019 si candida alle elezioni europee, ma non viene eletto. Nel 2020 la svolta decisiva. LEGGI TUTTO

  • in

    Marche, Acquaroli verso la vittoria su Ricci. Affluenza in calo al 50%

    Ascolta la versione audio dell’articoloIn base alla seconda proiezione del Consorzio Opinio Italia per Rai (con una copertura del campione del 18%) alle regionali nella Marche, il candidato della coalizione di centrodestra e governatore uscente Francesco Acquaroli è al 51% mentre l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sostenuto dal centrosinistra insieme al M5s, è al 45,9%.Proiezione Swg-La7: FdI primo partito FdI primo partito al 23,9%. Per il centrodestra, Fi al 9,1%, Lega all’8,8%, Noi Moderati all’1,9% e Udc al 2%. Sommando anche le liste civiche, il centrodestra è al 54,2%. Sono i dati della nuova proiezione di Swg per La 7 per le regionali nelle Marche, con una copertura al 27%. Per il centrosinistra: Pd al 20,4%, Lista Ricci al 6,7%, M5s al 5,4%, Avs al 4,5%, Avanti con Ricci al 2,5%. Con le altre liste civiche, il totale di centrosinistra è 42,4%Loading…Alle scorse regionali del 2020, il Pd era primo partito con il 25,22%, seguito dalla Lega con il 22,38% e da Fdi al 18,66%. Mentre M5s era al 7,12% e Forza Italia al 5,89% Alle politiche del 2022 Fratelli d’Italia è diventato il primo partito con il 29,14%, seguito dal Pd con il 20,37%. Terzo il M5S con il 13,58%. La Lega è precipitata al 7,93% e Forza Italia è salita al 6,78% con Avs al 3,33%. Situazione abbastanza stabile alle europee del 2024, con Fdi che si è rafforzato come primo partito (32,9%) e Pd come secondo (25,5%). In calo il M5s al 9,67%. Lega in leggera risalita all’8,19 e Forza Italia al 7%.Affluenza al 50%Nelle Marche, considerata “ago della bilancia” di questa tornata autunnale, erano chiamati alle urne circa un milione e quattrocentomila cittadini. L’affluenza è stata del 50,01% (cinque anni fa era stata del 59,7%). L’affluenza più alta si è registrata nella provincia di Pesaro Urbino 50,41% (rispetto al 60,50% di cinque anni fa). A seguire Fermo al 51,22% (era 61,20% nel 2020), Ancona al 50,41% (rispetto al 60,5%) Ascoli Piceno al 48,97% (rispetto al 57,70%). Il dato più basso a Macerata con il 47,02% (era stato del 56,60%)Sette regioni al votoSono 7 le Regioni in cui si vota questo autunno: Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Si è partiti con la Valle d’Aosta il 28 settembre e le Marche (28 e 29 settembre). Poi tocca alla Calabria (5 e 6 ottobre) e alla Toscana (12 e 13 ottobre). In Campania, in Veneto e in Puglia le date scelte sono il 23 e 24 novembre. L’esito del voto nelle Marche e in Valle d’Aosta potrà fare da traino negli altri territori. LEGGI TUTTO

  • in

    Giudice ungherese: processo Salis annullato se Parlamento europeo conferma immunità

    Ascolta la versione audio dell’articoloSe il Parlamento europeo dovesse rifiutare in via definitiva la richiesta dell’Ungheria di sospendere l’immunità di Ilaria Salis, il processo a suo carico sarebbe annullato. Lo ha annunciato oggi il giudice ungherese, Jozsef Sos, nel corso di un’udienza del procedimento che vede incriminati gli attivisti antifascisti, accusati di aver aggredito un gruppo di neonazisti nel corso delle manifestazioni del “giorno dell’onore” nel febbraio 2023Vinto il primo round in commissioneIlaria Salis ha vinto il primo round della partita sulla sua immunità e ora il voto finale, previsto alla Plenaria di Strasburgo per la prima settimana di ottobre, sembra un po’ più in discesa. La commissione Affari Legali dell’Eurocamera, lo scorso 23 settembre, ha infatti votato contro la richiesta di revoca della sua immunità parlamentare presentata dalle autorità ungheresi, in uno scrutinio concluso sul filo di lana, 13 a 12, che ha tenuto l’eurodeputata di Avs sulle spine fino all’ultimo secondo.Loading…Maggioranza sul filoA sostenere pubblicamente l’eurodeputata di Avs erano solo gli eurodeputati della Sinistra, dei Verdi, dei Socialisti e dei Liberali, in totale 11 membri sui 25 totali della commissione. A salvare Salis nel voto segreto sarebbero state due “manine”, che fonti parlamentari suggeriscono provenire dal gruppo dei Popolari. Dopo la grande paura alla vigilia e i ricordi dei mesi spesi nelle carceri ungheresi, per Salis è arrivata dunque una boccata d’ossigeno.La richiesta di processo in ItaliaNegli scorsi giorni l’eurodeputata, attraverso i suoi legali, ha rilanciato la proposta al governo di spostare il processo in Italia, già anticipata alla vigilia del voto: «il ministro Nordio lo chieda, è solo necessario un passo della politica. Salis può avere ’un fair trial», hanno scritto gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. Un modo per, Salis, di liberarsi definitivamente del suo “persecutore” Orban. LEGGI TUTTO

  • in

    Calabria, la cultura fa irruzione in campagna elettorale

    Ascolta la versione audio dell’articoloUna campagna elettorale inattesa, obbligata, forzata, dopo le dimissioni a sorpresa del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Che ha sparigliato tutte le carte, anche quelle della stessa maggioranza di centrodestra. Figurarsi sull’altro fronte. E per quanto entrambi gli schieramenti abbiano tentato di recuperare l’assetto a colpi di social, comizi, qualche irriverenza e una gara quotidiana a chi la spara più grossa, la campagna elettorale quasi langue.L’assist dei big nazionaliFa rumore, semmai, l’assist dei big nazionali, Giuseppe Conte, Elly Shlein e Nicola Fratoianni per il campo largo del centrosinistra, e una convention annunciata, prevista per i prossimi giorni a Lamezia, con i big del centrodestra e la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.Loading…La cultura irrompe nel dibattito e lo ravvivaIl dibattito fra i due contendenti, che poi sarebbero tre – in corsa c’è anche Francesco Toscano, lista Democrazia sovrana e popolare – non aggiunge nulla di nuovo alle questioni note che affliggono la Calabria, men che meno alle soluzioni: la sanità (in primis), lo spopolamento, il lavoro, le infrastrutture. Ma a portare un guizzo di novità, questa volta, è la cultura e la sua programmazione, che sorprendentemente ravviva il dibattito fra liste e candidati. A distanza, certo, prevalentemente via social, ma con argomentazioni che hanno acceso gli animi e messo un po’ di pepe su questa vigilia di elezioni.Corrado Alvaro e la sua fondazioneAl centro della discussione, Corrado Alvaro, scrittore monumento della Calabria, originario di San Luca, “utopista insofferente”, idealista quanto basta, appassionato della favola della vita più che della vita stessa, come gli piaceva dire. Calabrese mediterraneo ed europeizzato, fra i primi a comprendere quel deficit di rappresentazione di cui ancora soffre la Calabria. Nel suo paese natale, noto solo per faide e fatti di ‘ndrangheta, la fondazione a lui intitolata è stata sciolta e commissariata: bilanci in perdita per circa 10mila euro e soci vicini alle ’ndrine, come scrive la prefetta Clara Vaccaro («taluni amministratori del consiglio di amministrazione non offrono garanzie di onorabilità e indipendenza»). Un’azione clamorosa che non ha precedenti in Italia.La sfida della democraziaA San Luca, a essere commissariato è anche il comune, ed è la terza volta: il sindaco Bruno Bartolo, nonostante la sua specchiata reputazione, è stato travolto da un’inchiesta dei Carabinieri per l’affidamento dell’area mercatale del Santuario della Madonna di Polsi e per la gestione dello stadio comunale, costruito durante uno dei tanti commissariamenti. La struttura non è risultata del tutto a norma. Bartolo è rimasto ai domiciliari per sette giorni. Ma intanto sono arrivati i commissari. Oggi, nel cuore dell’Aspromonte, evidentemente la sfida è quella della democrazia. LEGGI TUTTO

  • in

    Elezioni, urne aperte in sette regioni nei prossimi due mesi: quando e come si vota

    Calabria al voto il 5 e 6 ottobreIn Calabria si voterà il 5 e 6 ottobre 2025. Per il centrosinistra (senza Azione, che anche in questa regione non presenta la lista) corre Pasquale Tridico, europarlamentare M5S ed ex presidente dell’Inps, sostenuto da sei liste: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Democratici e Progressisti, Casa riformista, Lista Tridico presidente e Alleanza Verdi e Sinistra. Il centrodestra schiera Roberto Occhiuto (FI), che si è dimesso a luglio dopo essere stato indagato in un’inchiesta per corruzione. Otto le liste a sostegno: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Occhiuto Presidente, Forza Azzurri, Noi Moderati, Democrazia Cristiana-Udc e Sud chiama Nord-Partito Animalista. Corre anche Francesco Toscano, di “Democrazia sovrana popolare”,L’elettore può votare per una lista circoscrizionale collegata al candidato presidente prescelto e, nell’ambito di questa lista, esprimere fino a due preferenze, purché riferite a candidati di sesso diverso. Non è previsto il voto disgiunto, quindi non è possibile votare per un candidato presidente e contemporaneamente scegliere una lista che sostiene un altro candidato.In Toscana elezioni il 12 e 13 ottobreIn Toscana si voterà il 12 e 13 ottobre. Il presidente uscente Eugenio Giani (Pd) cerca la riconferma, sostenuto da Pd, M5S, Avs e Casa riformista, quarta gamba del campo largo (dentro anche alcuni big renziani fiorentini, Stefania Saccardi, Francesco Casini e Titta Meucci, il coordinatore regionale di +Europa, Federico Eligi). Il centrodestra unito schiera Alessandro Tomasi (FdI), sindaco di Pistoia. Due gli outsider: Antonella Bundu con la lista di sinistra radicale Toscana Rossa e il partito no vax Forza del popolo, che candida il medico Carlo Giraldi.Tracciando un segno su una lista si esprime un voto per quella lista e per il candidato presidente ad essa collegato. Tracciando un segno solo su un candidato presidente si vota solo per questo candidato, senza esprimere alcun voto alle liste. Si può anche dare un voto disgiunto. Scegliere cioè un candidato presidente e poi una lista che risulta collegata ad un altro candidato presidente. In questo caso vale sia il voto per il candidato presidente che quello per la lista prescelta. Tre sono le soglie di sbarramento: 10% per le coalizioni di lista, 3% per le liste all’interno di coalizioni e 5% per le liste singole.Election day in Veneto, Puglia e Campania il 23-24 novembreIl 23 e 24 novembre si vota infine in Veneto, Puglia e Campania, regioni in cui non è ancora definita la lista dei candidati alla presidenza. In Veneto il centrosinistra presenta l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, del Pd, mentre il centrodestra non ha ancora deciso chi schierare al posto del presidente uscente, Luca Zaia, non più ricandidabile. In Puglia invece la coalizione di centrosinistra punta su Antonio Decaro, europarlamentare Pd ed ex sindaco di Bari, mentre il centrodestra non ha ancora un candidato ufficiale. Stessa situazione in Campania, dove il centrosinistra che non può più ricandidare Vincenzo De Luca dopo due mandati, ha scelto il pentastellato ex presidente della Camera Roberto Fico, mentre non c’è ancora un nome per il centrodestra. LEGGI TUTTO