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    Report: foto del 2015 della presidente Antimafia Colosimo con busto di Mussolini

    Ascolta la versione audio dell’articoloUna «foto del 2015 ritrovata da Report» in cui «Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Antimafia, si è fatta ritrarre in posa con un busto di Benito Mussolini». La pubblica il programma di Rai3 sul profilo Facebook, con un estratto dell’inchiesta che andrà in onda stasera alle 20.30. All’epoca Colosimo, si legge nel post di Report, «aveva già alle spalle il primo mandato come consigliera regionale di Fratelli d’Italia ed era stata candidata alla Camera dei deputati».Nella puntata di stasera «la presidente della Commissione Antimafia ne conferma l’autenticità e, per la prima volta, affronta in modo approfondito la questione dei suoi rapporti con lo zio Paolo Colosimo, condannato per aver fatto da tramite tra il faccendiere di estrema destra Gennaro Mokbel e la ’ndrangheta». Nella foto, spiega il giornalista Giorgio Mottola nella clip pubblicata dal programma di Sigfrido Ranucci, accanto a Colosimo «c’è Pamela Perricciolo, e in primo piano compare il busto di Mussolini. Dopo qualche ricerca, scopriamo che la foto era stata pubblicata anche su Facebook, sul profilo privato della Perricciolo, accompagnata dalla frase “Stiamo lavorando con nonno Benito per creare il nostro angolo di relax”. Chiara Colosimo sembra essere stata anche taggata nel post. La data è il 10 giugno 2015, quando cioè Colosimo era già stata candidata alla Camera e aveva terminato il suo primo mandato da consigliera regionale per il partito di Giorgia Meloni».Loading…Della foto, Mottola chiede conto anche a Perricciolo: «Io so’ ancora di destra sì, che è un reato?», risponde al giornalista, che le fa notare il rischio di apologia di fascismo. «Ma quando mai? Un busto non ce l’abbiamo mai avuto di Benito Mussolini», dice Perricciolo. «Dove l’hai trovata ’sta foto?». E poi: «Pensa a quanto poteva essere grave che la teniamo sul profilo da anni… Non lo so, non mi ricordo di ’sta foto, ma se tu dici che c’è ’sta foto ci sarà ’sta foto”» A Mottola che prova a incalzarla chiedendo se per lei e Colosimo questa cosa non sia «grave», Perricciolo risponde ancora: «Ma magari stavamo scherzando di qualcosa, non posso ricordarmi di 14 anni fa. Tu dici che c’era un busto, io a casa busti non ne ho mai avuti, non so dove tu dici che abbiamo fatto ’sta foto». LEGGI TUTTO

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    Manovra 2026, a che punto siamo e perché ci sarà lo sciopero il 12 dicembre

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa legge di bilancio 2026 è stata approvata dal governo io 17 ottobre ed è stata presentata al senato il 22 ottobre. Dopo il ciclo di audizioni, l’Ufficio di presidenza della Commissione Bilancio al Senato ha fissato come termine ultimo per la presentazione degli emendamenti la data di venerdì 14 novembre (non oltre le 10 di mattina). Da quel momento si aprirà la partita vera e propria per le modifiche, che come di consueto potrebbero poi finire nel maxiemendamento del governo che raccoglie tutte le correzioni. L’obiettivo è riuscire a far approdare la legge di bilancio in Aula del Senato entro il 15 dicembre. Un margine sufficiente per consentire, in caso di slittamenti o ritardi, di avere il via libera di Palazzo Madama comunque prima di Natale. E consentire così alla Camera il via libera “lampo” definitivo prima del 31 dicembre.Le principali misureIl provvedimento ha una dotazione complessiva indicata in circa 18,7 miliardi di euro e include interventi su fisco, famiglia, sanità e investimenti settoriali; la cornice macroeconomica pone vincoli stringenti per il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. Tra le misure fiscali più rilevanti la manovra prevede il taglio dell’aliquota Irpef per lo scaglione tra 28.000 e 50.000 euro, ridotta di due punti (dal 35% al 33%). Sono inoltre previste revisioni all’ISEE e interventi sugli affitti brevi che incidono sui redditi da locazione.Loading…Le copertureLe coperture della manovra combinano tagli di spesa, riallocazioni e nuove entrate settoriali. Tra queste ultime figura un contributo atteso dal sistema bancario: secondo le stime fornite in audizione dall’ABI, il maggior gettito derivante dalle misure che coinvolgono il settore bancario ammonterebbe a circa 9,6 miliardi nel quadriennio 2026-2029.La protesta della CgilLa Cgil ha giudicato la manovra insufficiente sui temi dei salari e della protezione sociale e ha proclamato uno sciopero generale per il 12 dicembre. Il sindacato pone richieste specifiche di revisione delle misure economiche, aumento dei redditi da lavoro e rafforzamento del welfare. Si va dalla richiesta di risorse aggiuntive perché il rinnovo dei contratti pubblici, una detassazione per tutti i contratti e che venga restituito il fiscal drag. Poi investimenti sulla sanità pubblica, a partire dalle assunzioni, su scuola e servizi sociali. La scelta della data del 12 dicembre intende massimizzare visibilità e pressione politica in corrispondenza dell’iter parlamentare conclusivo. LEGGI TUTTO

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    Caso Cuffaro, l’ex presidente della Regione Sicilia si dimette da segretario della Dc

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Questa mattina ho rassegnato, nelle mani del presidente del partito, Renato Grassi, e del segretario organizzativo nazionale, Pippo Enea, le mie dimissioni da segretario nazionale della Democrazia cristiana». Lo scrive in una nota Totò Cuffaro, nei giorni scorsi indagato dalla procura di Palermo che ne ha chiesto gli arresti domiciliari. «Ringrazio – aggiunge – coloro che hanno condiviso con me un percorso di impegno e di servizio al partito. Il presidente ha convocato per il 20 novembre il Consiglio nazionale che sarà chiamato a esaminare e accettare le mie dimissioni irrevocabili e a definire le successive decisioni».Inchiesta svela che Cuffaro voleva ricandidarsiL’inchiesta della Procura di Palermo, che ha chiesto l’arresto dell’ex governatore siciliano per corruzione e turbativa d’asta, ha evidenziato tra l’altro che nonostante per anni abbia pubblicamente ripetuto il contrario, Totò Cuffaro pianificava di ricandidarsi alla presidenza della Regione. Nel descrivere le precauzioni prese per “blindare” le sue comunicazioni i magistrati evidenziano che Cuffaro a volte usava l’utenza della moglie e quella di un altro collaboratore, Antonio Abbonato. La cautela nelle comunicazioni dell’ex governatore viene affrontata in più capitoli dell’indagine. E per tutelarsi dalle mosse degli inquirenti Cuffaro avrebbe stretto rapporti con un colonnello dell’Arma, Stefano Palminteri, e un ex poliziotto, Filippo Paradiso, pronti a rivelargli notizie riservate su inchieste in corso.Loading…Nelle carte anche il Ponte sullo Stretto Nell’inchiesta è spuntato anche il Ponte sullo Stretto. Si tratta di un capitolo degli accertamenti pieno di omissis dedicato agli interessi suscitati dall’opera. Ma al centro dell’indagine c’è la sanità. I vertici delle aziende sanitarie oggetto di spartizione meticolosa. «Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa» diceva Cuffaro, non sapendo di essere intercettato dalla Procura di Palermo. Parole che, secondo i pm, dimostrano «l’influenza e l’ingerenza nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità nel mondo della sanità regionale».Sanità al centro dell’indagineI magistrati, nella richiesta di misura cautelare, sottolineano che le ragioni di tanto interesse «sono di immediata intuizione e vanno ravvisate nell’enorme quantità di risorse economiche, e non solo, che circolano in questo settore, sulla cui regolamentazione, gestione e normazione, peraltro, la competenza è regionale». Il progetto dell’ex governatore era secondo le indagini quello di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle Asp siciliane nello specifico, quelle di Palermo, Enna e Siracusa. Mettere al posto giusto gli uomini ’giusti’ avrebbe consentito, secondo chi indaga, all’ex governatore di condizionare appalti, truccare concorsi, il tutto per consolidare il suo potere. LEGGI TUTTO

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    Dalla legittima difesa alle borseggiatrici in carcere: il centrodestra punta sulla sicurezza per le regionali

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Grazie al decreto sicurezza voluto dalla Lega. Bene così!». Il tweet su X del leader della Lega Matteo Salvini in merito ad una borseggiatrice arrestata a Venezia che resta in carcere con le nuove norme, nonostante sia incinta, è solo l’ultima tappa del derby tra Lega e Fratelli d’Italia sul fronte della sicurezza.Una bandiera quest’ultima, issata con forza da entrambi i partiti mentre sale la temperatura della campagna elettorale in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre in Veneto, Campania e Puglia. Lo dimostra la corsa a intestarsi i futuri interventi per assicurare “sfratti lampo” nei confronti degli inquilini morosi e un nuovo pacchetto sicurezza allo studio del governo. E lo confermano le sempre più frequenti incursioni su questo tema da parte dei leader Meloni e Salvini.Loading…Meloni: stiamo rimediando a decenni di lassismoRespingendo le critiche piovute negli ultimi giorni da diversi esponenti delle opposizioni, dalla sindaca dem di Genova Silvia Salis al leader M5S Giuseppe Conte, che hanno accusato il Governo di «non aver fatto nulla sulla sicurezza», Meloni si è difesa giovedì in un lungo post nel quale ha rilanciato i risultati del governo. Lo ha fatto rivendica i circa «37.400 agenti» assunti negli ultimi tre anni e le «altre 31.500 assunzioni» previste fino al 2027, lo stanziamento di «un miliardo e mezzo per rinnovare i contratti del comparto, il rinnovo dei contratti dell’ultimo triennio per le Forze di Polizia, con aumenti medi lordi mensili di 198 euro», ma anche lo stesso decreto sicurezza rivendicato da Salvini, nonché «pene più severe» per le aggressioni agli agenti e l’aumento dei «presìdi nelle aree più sensibili: ospedali, stazioni, scuole e periferie», la lotta alle mafie e il modello Caivano. Con la chiosa finale: «Stiamo ponendo rimedio a decenni di lassismo e sottovalutazione»«La difesa è sempre legittima»Non basta. «La difesa è sempre legittima», ha scritto la premier il 5 novembre in un post, a commento della vicenda dell’uomo che, in provincia di Rovigo, ha ferito un ladro durante una tentata rapina in casa e non è indagato in base alle novità sulla legittima difesa introdotte nel 2019 dal Governo Conte 1. «Un risultato grazie alle norme volute dalla Lega, a tutela dei cittadini perbene», ha precisato a stretto giro il vicepremier e leader del Carroccio.La tutela processuale delle forze dell’ordineNé va dimenticata la proposta di legge presentata il 5 novembre dallo stato maggiore di Fdi (dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro al responsabile organizzazione Giovanni Donzelli) sulla tutela processuale delle forze dell’ordine. Un testo che punta a superare le iscrizioni automatiche nel registro degli indagati. Non uno “scudo” solo per gli agenti. Ma una norma «erga omnes» pensata però soprattutto a tutela delle forze dell’ordine. E una proposta analoga annunciata nei giorni scorsi dalla Lega con i sottosegretari all’Interno, Nicola Molteni, e alla Giustizia, Andrea Ostellari, che nell’occasione hanno rivendicato l’articolo del decreto Sicurezza che ha portato a 10mila euro l’anticipazione delle spese legali da parte dello Stato per la tutela delle forze dell’ordine. LEGGI TUTTO

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    Campo largo, Schlein rilancia la «Mamdani tax» sui superpatrimoni ma Conte frena

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Siamo in totale emergenza, per le imprese, le famiglie e una emergenza sicurezza. Sono tre emergenze che vanno risolte con la legge di bilancio. La soluzione può essere anche una super-patrimoniale, ma se andiamo a cubare, io l’ho valutata quando ero premier, non è risolutiva. Questi patrimoni super tassati non daranno grandi risorse per risolvere le emergenze». Lo scetticismo che non ti aspetti sulla patrimoniale arriva dal leader M5s. Nell’intervento odierno all’Aria che tira, su La 7, Giuseppe Conte è stato ancora più cauto dei mesi scorsi quando parlò della necessità di «lavorare a livello globale per introdurre forme di tassazione che contrastino in radice il capitalismo parassitario, ma in modo intelligente» senza far scappare gli investitori e quindi «a livello globale o in una dimensione quanto meno europea». Conte, sui temi del fisco e dell’immigrazione, si pone a “destra” del Pd di Schlein. Una profilo “moderato” che potrebbe tornare utile per intercettare consensi in vista delle possibili primarie di coalizione per scegliere il candidato progressista in vista delle elezioni politiche del 2027Landini insiste: prelevare 1% ai 500.000 italiani ricchiEppure la patrimoniale, dopo che il neosindaco socialista di New York Zohran Mamdani ha lanciato la proposta di aumento del 2% dell’imposta sul reddito cittadino per chi guadagna oltre 1 milione di dollari (per finanziare le misure sociali promesse per i redditi medio bassi) è sempre più d’attualità a sinistra. Il tema è molto caro ad Avs, che vorrebbe la patrimoniale anche solo in Italia. Ed è stato rilanciato oggi dal segretario della Cgil, Maurizio Landini, che parlando al Palasport di Firenze nell’assemblea coi delegati riuniti sulla legge di bilancio (con tanto di sciopero generale proclamato per il 12 dicembre), ha ricordato: «Abbiamo avanzato una proposta, un contributo di solidarietà che riguarda l’1% dei cittadini italiani. Stiamo parlando di 500mila persone che sono ricche: stiamo dicendo che, per chi ha una ricchezza superiore ai 2 milioni, basterebbe un loro contributo al fisco di un 1% per poter avere 26 miliardi da investire nella sanità, per le assunzioni, sulla scuola, per aumentare gli stipendi a tutte le persone»Loading…Schlein: a favore di un tassazione europea sui miliardariPiù cauta sul punto la segreteria dem Elly Schlein, che ha ribadito la sua idea di una tassazione europea. «Siamo a favore di un tassazione europea sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari. A livello europeo, perché i capitali viaggiano molto più velocemente delle persone, per le quali invece si costruiscono muri. A livello italiano, prima di arrivare alla discussione europea, si può fare un ragionamento diverso: le tasse su lavoro e impresa sono più alte di quelle sulle rendite. Perché non lavoriamo lì?».Sondaggio Izi: 84% italiani a favore di una Mamdani taxSta di fatto che secondo un sondaggio realizzato da Izi, azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche, la stragrande maggioranza degli elettori italiani, quasi l’84%, sarebbe favorevole all’introduzione di una imposta sui super patrimoni. Quella che è stata ribattezzata la “Mamdani tax”, ossia una tassa sui patrimoni superiori ai 10 milioni di euro, è dunque un provvedimento di redistribuzione della ricchezza che convince la stragrande maggioranza degli italiani, a prescindere dall’orientamento politico. Andando poi a vedere le scelte degli elettori secondo il voto, il risultato si discosta leggermente dalla media : tra coloro che si riconoscono nei partiti di governo l’81,4% è favorevole alla patrimoniale , mentre tra chi vota i partiti di centrosinistra (Pd M5S avs) l’84,5% dice sì alla tassa sulla ricchezza. LEGGI TUTTO

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    Cnel, Brunetta si aumenta lo stipendio. Meloni irritata: «Decisione inopportuna». E lui fa marcia indietro

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Come presidente del Cnel, organo di rilievo costituzionale chiamato a dare voce e rappresentare le parti sociali, non voglio in alcun modo che dall’applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell’istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l’azione del Governo. Per queste ragioni provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento».Irritazione della premierLa marcia indietro arrivata in serata da parte del presidente del Cnel Renato Brunetta mette fine a una giornata di polemiche dopo che la stessa premier Giorgia Meloni aveva fatto trapelare la sua irritazione per la notizia dell’aumento dello stipendio deciso da Brunetta avvalendosi della sentenza della Corte Costituzionale di abolire il tetto dei 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici. Una decisione considerata «non condivisibile e «inopportuna».Loading…Nisini: aumento degli stipendi Cnel in autonomia da rivedereNella maggioranza la Lega si era detta esplicitamente contraria. «Gli aumenti in piena autonomia degli stipendi al Cnel, a partire dal presidente Renato Brunetta, sono da riconsiderare. Presenteremo un’interrogazione e una norma in finanziaria che vada nella direzione inversa» aveva annunciato la deputata Tiziana Nisini. Il Cnel, dal canto suo, in una nota rivendica l’«assoluta regolarità e legittimità» della sua condotta.Il Cnel: compensi? Mero adempimento sentenza costituzionaleIl Cnel, dal canto suo, in una nota avava rivendicato l’«assoluta regolarità e legittimità» della sua condotta. «Il Cnel – si legge – non ha effettuato alcun “adeguamento”, ma si è limitato a dare doverosa applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025, che ha ripristinato a decorrere dal 1° agosto u.s. il tetto retributivo dei 311.658,53 euro».Opposizione all’attaccoLa vicenda, riportata in primis dal “Domani”, ha dato modo all’opposizione di andare all’attacco. L’opposizione però era partita all’attacco. «Niente salario minimo, ma sono aumentati gli stipendi dei vertici Cnel e di Brunetta» aveva dichiarato il leader M5s Giuseppe Conte. «Il ceto medio paga le tasse, il Cnel le spende con Brunetta» è invece la stoccata di Matteo Renzi. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Cgil: sciopero generale il 12 dicembre. Ironia di Meloni e Salvini: in quale giorno cade?

    Ascolta la versione audio dell’articoloL’assemblea dei delegati della Cgil ieri ha deciso lo sciopero generale per il 12 dicembre, contro la legge di bilancio del Governo. L’annuncio è stato dato nel corso di una iniziativa del sindacato a Firenze da Fulvio Fammoni, presidente dell’assemblea generale Cgil. All’iniziativa partecipa anche il segretario generale Maurizio Landini.«Riteniamo che questa sia una manovra ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare» ha affermato Landini. «L’emergenza fondamentale in questo momento – ha detto – è il salario: c’è bisogno di aumentare i salari, questa manovra non lo fa».Loading…Ironia di Meloni, nuovo sciopero Cgil? E in che giorno cade… «Nuovo sciopero generale della Cgil contro il Governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?». Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni, aggiungendo l’emoticon della faccina perplessa, sarcastico riferimento alla data scelta dal sindacato, che cade di venerdì. Una critica già espressa a inizio ottobre dalla presidente del Consiglio quando, in occasione dello sciopero per Gaza, disse che «il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme».Salvini: Landini rinunci al week end lungoStessa sottolineatura ironica da parte di Matteo Salvini: «La Cgil scrive su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini – annuncia sciopero generale il 12 dicembre. E chissà come mai, proprio di venerdì… Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo e organizzare lo sciopero in un altro giorno della settimana».Landini insiste: prelevare l’1% ai 500mila italiani ricchiLandini ha ricordato: «Abbiamo avanzato una proposta, un contributo di solidarietà che riguarda l’1% dei cittadini italiani. Stiamo parlando di 500mila persone che sono ricche: stiamo dicendo che, per chi ha una ricchezza superiore ai 2 milioni, basterebbe un loro contributo al fisco di un 1% per poter avere 26 miliardi da investire nella sanità, per le assunzioni, sulla scuola, per aumentare gli stipendi a tutte le persone». LEGGI TUTTO

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    Oggi Meloni riceve Abu Mazen: «Con la pace a Gaza l’Italia riconoscerà la Palestina»

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl pieno sostegno all’azione dei mediatori per la cessazione delle ostilità a Gaza. L’impegno dell’Italia «a lavorare a una soluzione politica duratura basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi». La volontà del Governo «di svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e nella ricostruzione della Striscia». Le tre garanzie cardine che quasi un anno fa, il 13 novembre 2024, la premier Giorgia Meloni offriva al presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, saranno le stesse che rinnoverà oggi alle 15, accogliendolo di nuovo a Palazzo Chigi. Con una differenza sostanziale: una tregua, seppur ancora fragile, c’è. E la prospettiva del riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia non è più così lontana come appariva allora.Sul tavolo la bozza di risoluzione Onu targata TrumpL’incontro avviene proprio nelle ore in cui prende forma la bozza di risoluzione proposta dagli Usa sulla base del piano Trump, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo quanto anticipato da Reuters, prevede il via libera al Board of Peace come amministrazione transitoria della Striscia e il dispiegamento di 20mila soldati, autorizzati a «usare tutte le misure necessarie», ovvero anche l’uso della forza, per portare a termine il mandato.Loading…La denuncia di Abu Mazen: nessuna comunicazione con IsraeleMeloni ha già sottolineato come, se richiesto, l’Italia entrerebbe volentieri nel Board e la capacità di dialogo mostrata con tutte le parti – l’Anp e Israele – e con Donald Trump potrebbe giocare a favore, ma è presto per dirlo. Il leader, ormai novantenne, ha rilasciato ad Avvenire proprio oggi un’intervista in cui si duole dell’assenza di dialogo con Israele: «Le comunicazioni politiche dirette tra noi e il Governo israeliano sono pressoché inesistenti». Le priorità dell’Anp? Insieme con la stabilizzazione del cessate il fuoco, indica anche quella di «fermare tutte le misure unilaterali in Cisgiordania e a Gerusalemme, comprese le colonie, il terrorismo dei coloni e le aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani, nonché liberare tutte le nostre entrate finanziarie trattenute».La disponibilità italiana per formazione e addestramentoAl tempo stesso, la premier rilancerà la disponibilità italiana a partecipare al piano con la formazione e l’addestramento delle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese e il rafforzamento delle loro capacità operative. «Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare», dirà ad Abu Mazen, come ha anticipato alla Camera il 22 ottobre nelle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo.L’incognita dell’impegno diretto nella forza di stabilizzazionePiù delicato da assicurare l’impegno a partecipare all’eventuale forza di stabilizzazione: nonostante l’apertura fatta in Parlamento, il Governo aspetta di comprendere meglio quale sarà il mandato, anche per verificare politicamente la praticabilità dell’invio di militari italiani sul campo. Lo schema di risoluzione Onu contemplerebbe la collaborazione della forza con «una nuova forza di polizia palestinese addestrata e selezionata» per «smilitalizzare la Striscia», distruggere le «infrastrutture militari, terroristiche e offensive» e «impedirne la ricostituzione», nonché di disarmare in modo permanente «i gruppi armati non statali» come Hamas. LEGGI TUTTO