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    Mattarella: «A volte ho promulgato leggi che non condividevo»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«A volte sentite dire che c’è stato un appello al capo dello Stato perché non firmi una legge perché è sbagliata, oppure se la firma viene detto che la condivide. Tutte e due le affermazioni sono sbagliate». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto così agli studenti intervenuti a Roma al Salone delle Fontane, all’Eur, per celebrare i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Lo ha fatto in risposta a una precisa domanda di uno studente. Andando dritto al punto: «Io sono un arbitro, al di fuori della contesa politica. Ma il compito del Capo dello Stato è quello di ricordare a tutti i limiti entro cui operano».Il ruolo «super partes» del ColleUn richiamo, insomma, al ruolo super partes del capo dello Stato che «interviene quando il meccanismo di inceppa. E può capitare». In tutto questo la domanda di Tommaso, studente di Padova, è sul come fa un uomo che ha attraversato tanti anni della politica italiana a mantenere fuori dalla porta le sue convinzioni, le sue idee. «Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte; il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare».Loading…Davanti a un migliaio di studenti il capo dello Stato è arrivato senza un intervento preparato, ma ha risposto su temi come l’importanza della media literacy, lo sviluppo dello spirito critico, rischi e opportunità legati all’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificale nella nostra società, il ruolo super partes del Presidente della Repubblica nella nostra democrazia, i giovani italiano e il loro futuro nel Paese, i giovani e la politica.Il capo dello Stato come «arbitro imparziale»«Lo Statuto Albertino prevedeva che il potere legislativo fosse affidato alle due Camere e al re, che aveva anche il potere di sanzione per dire “non sono d’accordo su questa legge”», ha aggiunto Mattarella invitando a pensare al presidente della Repubblica come a un arbitro: «L’immagine l’ho usata anche io, e ho detto che anche i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole, la pluralità nell’aspetto delle regole è fondamentale». Tutto questo «vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario» perché «ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. È il principio del check and balance».Tecnologia e informazioneIl tema della tecnologia e dell’intreccio con l’informazione è stato comunque centrale nell’ambito del pensiero che il capo dello Stato ha voluto trasferire ai giovani arrivati da tutta Italia per partecipare alle celebrazioni dell’attività dell’Osservatorio presieduto da Andrea Ceccherini. E l’affidarsi al web come «al medico di fiducia», è il grande pericolo da scartare dice Mattarella richiamando nel suo ragionamento, evidentemente anche se senza mai citarla, la tragica morte di Margaret Spada: la ragazza di 22 anni morta a Roma per un intervento di rinoplastica: «Bisogna evitare il rischio di affidarsi al web come fosse il medico di fiducia. Lo vediamo anche in questi giorni con conseguenze drammatiche. Ci sono circuiti pericolosi che catturano l’utente». LEGGI TUTTO

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    La cannabis come il tabacco: il M5S propone il «monopolio di Stato» mentre il Governo punta alla stretta

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaUna «cannabis di Stato» soggetta, come il tabacco, a monopolio e licenza di coltivazione e di vendita. La proposta è contenuta in uno degli emendamenti alla manovra depositato alla Camera dal M5S. E stride con il giro di vite sulla canapa light voluto dal Governo nel disegno di legge Sicurezza all’esame del Senato in seconda lettura, contro il quale non si placano le proteste delle imprese della filiera.La proposta pentastellata«La coltivazione, la lavorazione, l’introduzione, l’importazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati sono soggette a monopolio di Stato in tutto il territorio della Repubblica», si legge nella proposta di modifica presentata dai deputati pentastellati. Sono fatte salve, secondo l’emendamento, la coltivazione per uso personale di cannabis fino al numero massimo di cinque piante di sesso femminile, nonché la cessione a terzi di piccoli quantitativi dei suoi derivati destinati al consumo immediato.Loading…Il ruolo attribuito all’Agenzia delle doganeI Cinque Stelle propongono che sia l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ad avere la possibilità di eseguire tutte le fasi di lavorazione della cannabis conferita e anche di concedere licenza di coltivazione per l’approvvigionamento dei siti di lavorazione indicati dalla stessa Adm. Il ministero dell’Economia, secondo lo schema immaginato, sarebbe incaricato di disciplinare con decreto le modalità di concessione delle licenze di coltivazione della cannabis, le modalità di acquisizione delle relative sementi e le procedure di conferimento della lavorazione dei derivati, determinando ogni anno la specie della qualità coltivabile e le relative quantità, nonché stabilendo il prezzo di conferimento, il livello delle accise, il livello dell’aggio per la vendita al dettaglio e il prezzo di vendita al pubblico.La stretta del Governo alla cannabis lightL’emendamento suona come una provocazione alle orecchie di un Governo, che all’articolo 18 del disegno di legge Sicurezza ha introdotto, proponendo una modifica della legge 242/2016 in materia di sostegno alla filiera agroindustriale della canapa, il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata. Alt anche ai prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi estratti, resine e olii. In queste ipotesi, il Ddl prevede l’applicazioni delle sanzioni previste al titolo VIII del Dpr 309/1990 per gli stupefacenti e le sostanze psicotrope. Tra i reati contemplati, la produzione, il traffico e la detenzione illeciti di droga, punito con il carcere da 6 a 20 anni e con la multa da 26mila a 260mila euro, e l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, punita con la reclusione non inferiore a 20 anni per chi la dirige e organizza e con non meno di dieci anni per chi vi partecipa.L’alt delle imprese: «Serve lungimiranza»La norma, caldeggiata e difesa sinora dal sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega all’antidroga, è stata approvata a Montecitorio, ma a Palazzo Madama potrebbe non reggere davanti alle proteste delle imprese. Ieri si è di nuovo levata la voce di Coldiretti. «Serve lungimiranza per dare continuità alle tremila imprese agricole che coltivano canapa, continuando sulle indicazioni chiare del passato, e creare le condizioni perché vengano rispettate le normative europee», ha commentato il presidente Ettore Prandini. «Quel che è certo è che non lasceremo soli i nostri imprenditori di canapa, a costo di arrivare nelle sedi giudiziarie poiché non possiamo permetterci di cancellare i sogni e gli investimenti di tanti giovani che su questo settore hanno scommesso il proprio futuro, costringendoli a chiudere le attività». LEGGI TUTTO

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    M5s, pubblicati i quesiti da votare online: tra le opzioni l’eliminazione del ruolo di Grillo

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaPubblicato sul sito del Movimento 5 Stelle online l documento che riassume i quesiti che saranno sottoposti al voto dell’Assemblea costituente dal 21 al 24 novembre. Dodici sezioni, con diversi quesiti per ogni tema emerso nel dibattito dei gruppi di lavoro e già riassunti in un report: dall’eliminazione del ruolo del garante, alla modifica del tetto dei due mandati, passando per la collocazione nell’arco parlamentare, fino al tema delle alleanze e alla modifica del simbolo. In alto, le proposte sulle modifiche relative ai ruoli del presidente e del garante.Tra le opzioni l’eliminazione del ruolo del GaranteSulla carica ricoperta da Beppe Grillo, al punto 3 tra dodici, l’opzione A recita: «eliminare il ruolo del Garante». Nell’opzione C, «in caso di mantenimento del ruolo del garante», sono elencate diverse proposte tra cui gli iscritti potranno scegliere e che prevedono tutte una modifica del ruolo: si va dalla durata di 4 anni per la carica, fino alla trasformazione della figura in «ruolo esclusivamente onorifico». In quest’ultimo caso «tutte le norme statutarie che gli attribuiscono specifici poteri andranno sostituite riconoscendogli una funzione di natura consultiva non vincolante». Il punto 4 resta sui poteri di Grillo e chiede: «sei d’accordo a semplificare la procedura di modifica dello Statuto eliminando la facoltà del Garante di chiedere la ripetizione della votazione?».Loading…Stop alla concertazione tra garante e presidente sulla modifica del simboloPer quanto riguarda la modifica del simbolo, al punto 7, si chiede agli iscritti se siano d’accordo sul superamento della concertazione tra garante e presidente. Nella proposta di revisione dello Statuto avanzata agli iscritti, il consiglio nazionale delibererebbe la modifica del contrassegno «su proposta del Presidente o del Garante». L’uno o l’altro, dunque.Si vota sul superamento del limite dei due mandatiDai quesiti che richiedono il quorum della maggioranza assoluta degli iscritti, si passa a quelli senza quorum. Al punto 9, si chiede agli iscritti se intendano modificare o meno il limite dei due mandati. Tra le opzioni tra cui scegliere in caso di modifica, l’estensione del tetto a tre mandati, consentire, in deroga al limite dei due mandati, la candidatura a presidente di Regione o sindaco; consentire la possibilità di ricandidarsi dopo aver osservato una pausa minima di 5 anni al termine dei mandati elettivi attualmente consentitiLe opzioni per il posizionamento nell’arco parlamentarePer il posizionamento nell’arco parlamentare due opzioni: dichiararsi forza “progressista”, con diverse opzioni e sfumature interne che vanno dai “progressisti indipendenti” alla dicitura “forza di sinistra”; oppure “non dichiarare alcun posizionamento, ritenuto riduzionista, e mantenere la storica distanza dalla destra e dalla sinistra”. LEGGI TUTTO

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    Elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna, incognita affluenza: ecco come e quando si vota

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaDopo il voto in Liguria di fine ottobre, è conto alla rovescia per l’apertura delle urne per il voto delle Regionali in Emilia Romagna e Umbria. Dopo il comizio dei giorni scorsi a Bologna, il centrodestra ha chiuso con i leader la campagna elettorale in Umbria, a sostegno di Donatella Tesei che cerca la riconferma. Sul palco a Perugia anche la premier, Giorgia Meloni. I leader dei principali partiti del centrosinistra hanno confermato la loro presenza venerdì a Terni per uno degli appuntamenti della chiusura della campagna elettorale di Stefania Proietti. Le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria si terranno domenica 17 e lunedì 18 novembre. I seggi resteranno aperti domenica 17 novembre dalle 7 alle 23 e lunedì 18 novembre dalle 7 alle 15. Pesa sui risultati l’incognita affluenzaIn Emilia Romagna testa a testa tra De Pascale e UgoliniI cittadini dell’Emilia-Romagna saranno chiamati a eleggere il nuovo governatore che sostituirà l’uscente Stefano Bonaccini (eletto all’europarlamento di Strasburgo). Sono quattro i candidati che si sfidano nella corsa alla presidenza: il sindaco di Ravenna Michele De Pascale per il centrosinistra e Elena Ugolini (sottosegretaria all’Istruzione durante il governo Monti nel 2013) per il centrodestra, Federico Serra (Potere al Popolo e Rifondazione comunista) e Luca Teodori (appoggiato dalla lista d’ispirazione no-vax e no-euro “Lealtà, coerenza, verità”). De Pascale è appoggiato dal campo largo: Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra oltre ai Civici con De Pascale Presidente e Emilia-Romagna Futura – De Pascale Presidente. Ugolini ha invece il sostegno di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia – Noi Moderati, più la civica Elena Ugolini Presidente.Loading…In Umbria testa a testa tra Tesei e ProiettiIn Umbria la sfida per la guida per la presidenza è tra nove candidati. In base alle previsioni della vigilia si profila un testa a testa. A contendersi la vittoria saranno la presidente uscente Donatella Tesei (Lega) e la sindaca di Assisi Stefania Proietti (civica). A sostenere Proietti c’è tutto il centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Unione di Centro, più le liste dell’area civica Alternativa Popolare (guidata dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi), Tesei Presidente e Noi Moderati Civici per l’Umbria. Proietti è supportata invece dal campo largo: Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e le liste civiche Umbria domani, Civici umbri (che ospita anche due candidati di Italia Viva), Umbria per la sanità pubblica e Umbria futura.Come si votaGli elettori hanno diverse modalità per esprimere la propria preferenza riguardo alla carica di presidente della Giunta regionale e alle liste collegate. Si può votare solo il candidato presidente (tracciando un segno sul rettangolo del candidato alla presidenza della Giunta regionale) senza esprimere alcuna preferenza per le liste collegate. Oppure votare un candidato presidente e una lista collegata. Oppure si possibile tracciare un segno solo sul contrassegno di una lista. In questo caso, il voto sarà considerato valido anche per il candidato alla presidenza della Giunta regionale collegato a quella lista.Voto disgiunto in Emilia RomagnaIn Emilia Romagna, a differenza dell’Umbria, è previsto il voto disgiunto. Si può scegliere cioè di votare per un candidato alla presidenza della Giunta regionale e per una lista collegata a un altro candidato. LEGGI TUTTO

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    Il comunicato della Corte Costituzionale

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaQui di seguito trovate il comunicato della Corte costituzionale, che ha ritenuto «non fondata» la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie (n. 86 del 2024)e considera invece «illegittime» specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo.Loading… LEGGI TUTTO

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    Proposta FdI, bonus fino a 1500 euro a studente in scuole paritarie. E Valditara apre

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDal 2025 alle famiglie che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro viene riconosciuto un voucher, «spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria», per un importo annuale massimo pari a euro 1.500 per ogni studente frequentante. Il finanziamento complessivo fissato è pari, massimo, ad euro 65 milioni annui. E’ quanto prevede un emendamento firmato dal deputato FdI Lorenzo Malagola, alla manovra. Servirà un decreto del ministero dell’Istruzione per attuare la misura.Valditara: giusto assicurare diritto di tutti alle paritarieApre il ministro dell’Istruzione. «Il governo è ben consapevole dell’importanza di assicurare il diritto dei ragazzi, a prescindere dal reddito, a studiare nelle scuole paritarie» afferma Giuseppe Valditara a proposito dell’emenento di Fdl. «Stiamo riflettendo su questo argomento importante e stiamo già lavorando per individuare soluzioni praticabili», assicura il ministro all’AnsaLoading…M5s: da FdI proposta choc su scuole paritarie Dura la posizione invece del M5s, che parla di proposta choc. «Pensavamo che con i tagli alla scuola pubblica ed ai posti in organico del personale scolastico in questa manovra si fosse già toccato il fondo, ma con gli emendamenti della maggioranza si sta iniziando a scavare. Fratelli d’Italia ha messo nero su bianco la proposta choc di dare un voucher fino a 1.500 euro all’anno esclusivamente a chi è iscritto a scuole private. Il messaggio che stanno dando è fin troppo chiaro: da un lato con le misure di Valditara e proposte come queste affossano la scuola pubblica, dall’altro foraggiano quelle private sia direttamente che indirettamente incentivando le famiglie ad iscrivere lì i propri figli per avere il voucher. Una misura che ricalca la nostra dote educativa, ma stravolgendone il senso perché va ad aumentare le disuguaglianze discriminando in maniera insensata le famiglie che scelgono gli istituti pubblici. A questo punto ci chiediamo: ma che cosa ha fatto la scuola pubblica a Giorgia Meloni per essere così bistrattata? Perché a Fratelli d’Italia la scuola pubblica fa così schifo?». Così in una nota gli esponenti M5S in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato.Fratoianni: emendamento FdI su paritarie viola la CartaMolto critico anche Nicola Fratoianni di Avs. «L’emendamento di FdI viola chiaramente la Costituzione che all’articolo 33 chiarisce che le scuole private non debbono avere oneri per lo Stato. Vogliono dare 65 milioni di euro alle private, proprio mentre tagliano risorse a oltre cinquemila docenti alla scuola pubblica, infischiandosene del precariato, delle classi pollaio e del tempo pieno che non c’è in metà Paese» afferma il leader di Sinistra italiana. E aggiunge: «Bocciano ogni anno i nostri emendamenti per i libri gratuiti, il cui costo arriva a pesare fino a 600 euro a ragazzo, e poi propongono di dare 1500 euro a chi iscrive i figli alle private: sono dei campioni di ingiustizia e hanno la copertura di un ministro che già a settembre si era reso ridicolo affermando che le scuole private ’sono pubbliche’ e che oggi continua difendendo ’il diritto a frequentare le paritarie’ invece del ’diritto universale allo studio’. Se questo emendamento venisse approvato sarebbe una vergogna – conclude Fratoianni – contro la quale faremo di tutto, anche arrivare fino alla Corte Costituzionale. La differenza fra noi e questa destra è tutta qua: noi vogliamo l’istruzione gratis per tutti, loro alimentano i privati e tagliano la scuola pubblica» LEGGI TUTTO

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    Autonomia, dalla Consulta sette bocciature per la legge Calderoli

    «Non modificare le aliquote tributarie erariali»E ancora. Nel mirino della Corte finiscono: «La possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito; in base a tale previsione, potrebbero essere premiate proprio le regioni inefficienti, che – dopo aver ottenuto dallo Stato le risorse finalizzate all’esercizio delle funzioni trasferite – non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni»Incostituzionale facoltatività concorso a spese StatoIncostituzionale anche «la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica»; nonché «l’estensione della legge n. 86 del 2024, e dunque dell’art. 116, terzo comma, Cost. alle regioni a statuto speciale, che invece, per ottenere maggiori forme di autonomia, possono ricorrere alle procedure previste dai loro statuti speciali».Le disposizioni chiarite dalla CorteLa Corte ha poi chiarito che alcune previsioni della legge per essere considerate costituzionalmente legittime vanno interpretate così: «L’iniziativa legislativa relativa alla legge di differenziazione non va intesa come riservata unicamente al Governo; la legge di differenziazione non è di mera approvazione dell’intesa (“prendere o lasciare”) ma implica il potere di emendamento delle Camere – in tal caso l’intesa potrà essere eventualmente rinegoziata; la limitazione della necessità di predeterminare i LEP ad alcune materie (distinzione tra “materie LEP” e “materie-no LEP”) va intesa nel senso che, se il legislatore qualifica una materia come “no-LEP”, i relativi trasferimenti non potranno riguardare funzioni che attengono a prestazioni concernenti i diritti civili e sociali».E ancora: «L’individuazione, tramite compartecipazioni al gettito di tributi erariali, delle risorse destinate alle funzioni trasferite dovrà avvenire non sulla base della spesa storica, bensì prendendo a riferimento costi e fabbisogni standard e criteri di efficienza, liberando risorse da mantenere in capo allo Stato per la copertura delle spese che, nonostante la devoluzione, restano comunque a carico dello stesso; la clausola di invarianza finanziaria richiede – oltre a quanto precisato al punto precedente – che, al momento della conclusione dell’intesa e dell’individuazione delle relative risorse, si tenga conto del quadro generale della finanza pubblica, degli andamenti del ciclo economico, del rispetto degli obblighi eurounitari».Consulta: spetta al Parlamento colmare i vuoti segnalati«Spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge». E’ la chiosa fonale della nota della Corte Costituzionale in tema di Autonomia. «La Corte resta competente a vagliare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione, qualora venissero censurate con ricorso in via principale da altre regioni o in via incidentale» LEGGI TUTTO

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    M5s, domani i quesiti per la «rifondazione». Il nodo del quorum e l’incognita Grillo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl processo costituente che, nelle intenzioni del leader Giuseppe Conte, servirà a rilanciare l’azione politica del Movimento 5 Stelle si avvia alle battute finali. La riunione fiume del consiglio nazionale pentastellato non ha sciolto gli ultimi nodi sui quesiti da mettere al voto perché – viene spiegato da fonti parlamentari – la loro costruzione è complessa va limata nel modo giusto. Del resto sono tanti i temi selezionati nel corso del processo costituente dei mesi scorsi (da 300 iscritti estratti a sorte a cui si sono aggiunto 30 esterni e 30 giovani under 17) e sintetizzati nel report finale. L’ufficializzazione dei quesiti è prevista nella giornata di domani giovedì 14 novembre.Iscritti al voto dal 21 al 24 novembreQuel che è certo è che l’Assemblea costituente di fine novembre voterà, sul ruolo del garante, sul limite dei mandati e sulle alleanze. Così come sul simbolo e sul nome del Movimento. Mentre prendono forma i contorni delle operazioni di voto. Consultazione in rete aperta già dal 21 novembre, due giorni prima dell’inizio di “Nova”, l’evento culmine della Costituente fissato al Palazzo dei Congressi dal 23 al 24 novembre. Voto online fino alle ore 15 di domenica, poi la comunicazione dell’esito in chiusura della kermesse.Loading…Modalità ibrida tra quesiti referendari e opzioni di sceltaLa tendenza, emersa nel Consiglio, sarebbe quella di una modalità ibrida tra quesiti referendari (che prevedono una risposta secca ’sì/no’,) e quesiti con opzione di scelta. Quel che è certo è che ci saranno quesiti sul superamento del limite dei due mandati, sulle modifiche a nome e simbolo e sul ruolo del garante M5S: a quanto si apprende si sottoporrà agli iscritti sia l’ipotesi di eliminare del tutto la figura ora ricoperta dal fondatore Beppe Grillo che quella di modificarne durata e poteri. L’esempio più discusso è proprio quello relativo al ruolo di Beppe Grillo. A una domanda secca, come potrebbe essere “vuoi eliminare il ruolo del garante?”, l’iscritto si potrebbe troverebbe di fronte a un bivio: “sì” o “no”. Nel caso di una risposta negativa, si aprirebbe una sorta di menù a tendina con altre proposte tra cui scegliere: si va dal convertire la figura in un ruolo a tempo determinato al trasformarla in una carica onorifica.Il ruolo di GrilloAl di là della procedura, una cosa è certa: i poteri di Beppe Grillo usciranno ridimensionati dalla consultazione, se non definitivamente cancellati. Non a caso, ora, i fari sono tutti puntati sulle possibili reazioni del garante. A cominciare da un suo possibile intervento infuocato in Assemblea, dopo mesi di guerra aperta con Conte. Nessuno lo esclude, molti si aspettano la sorpresa.  Ma il timore diffuso è che l’Assemblea rischi di non chiudere il nodo Grillo. Molti sottolineano come il garante possa sempre richiedere la ripetizione di alcune votazioni. E, nel caso di un secondo giro di consultazioni, ipotesi già di per sé dirompente, il raggiungimento del quorum della metà più uno degli iscritti sarebbe uno scoglio non da poco.Le regole dello statutoDa statuto infatti entro 5 giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto e/o della Carta dei Principi e dei Valori, il Garante può chiedere la ripetizione della votazione che, in tal caso, s’intenderà confermata solo qualora abbiano partecipato alla votazione almeno la metà più uno degli Iscritti aventi diritto al voto. Sullo sfondo ci sono sempre gli spettri di una scissione o di una sfida in tribunale. Conte intanto è pronto a parlare alla sua comunità, con l’intenzione di lanciare due ulteriori momenti di dibattito online prima dell’Assemblea. Un modo per mobilitare la base, ma anche il consenso. LEGGI TUTTO