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    Il più grande ente scientifico in Italia ha migliaia di ricercatori precari e pochissimo soldi per regolarizzarli, anche a causa del PNRR More

  • L’impero dei chip di luce

    di Paolo Caressa

    Pubblicato il 10/12/2025
    La Cina ha avviato la produzione industriale di chip fotonici: una mossa strategica per ridurre la dipendenza dalle tecnologie occidentali e conquistare nuovi primati nell’era dell’intelligenza artificiale.

    Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Prisma, numero 76, novembre 2025
    InnovazioneIntelligenza artificialeRicerca scientificaSe la prima rivoluzione industriale si è basata su materie prime come il carbone e la seconda si è caratterizzata per l’uso dell’elettricità, la terza rivoluzione industriale punta tutto sull’informazione. Così, dopo le miniere e le centrali elettriche, siamo diventati noi la principale risorsa da sfruttare. More

  • Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

    di Patrizia Caraveo

    Pubblicato il 09/12/2025
    Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione

    Ricerca scientificaSe la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità. More

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    Una cinciallegra, un cane attore e un bel po’ di cuccioli, nella raccolta animalesca della settimana More

  • Centrali geotermiche e terremoti indotti: facciamo chiarezza

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 03/12/2025
    L’estrazione geotermica dal sottosuolo richiede—a volte—una stimolazione, che consiste nell’iniettare dei fluidi nella crosta terrestre per renderla più permeabile. Questa procedura può causare terremoti a volte rilevanti. Un gruppo di ricercatori ha messo a punto un algoritmo di machine learning che prevede l’aumento di permeabilità ottenuto a partire dalla magnitudo dei terremoti indotti. Lo ha fatto sfruttando i dati raccolti da due esperimenti negli Stati Uniti e ne sta testando la validità anche in altri siti. L’algoritmo potrebbe diventare uno strumento per la selezione dei siti più adatti per sistemi geotermali migliorati e per la loro ottimizzazione. Inoltre, poter prevedere la sismicità indotta potrebbe aumentare l’accettabilità sociale di questi stabilimenti.

    Nell’immagine di copertina: la centrale geotermica di Nesjavellir in Islanda. Credit: Scott Ableman (CC BY-NC-ND 2.0).
    AmbienteNel 2006 la centrale geotermica costruita da Geopower Basel, nella zona industriale di Basilea fu costretta a chiudere. La stimolazione idraulica del sottosuolo aveva infatti causato un terremoto di magnitudo 3,4 in una zona sismicamente silenziosa, provocando danni agli edifici e spaventando la popolazione. La zona era particolarmente favorevole per una centrale del genere. More