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    Strangolò il figlio di 2 anni e mezzo, mamma assolta perché incapace di intendere | La rabbia del papà: “Devi morire”

    La Corte d’Assise di Napoli ha assolto Adalgisa Gamba, la 41enne accusata di aver ucciso il figlio di 2 anni e mezzo, il piccolo Francesco, perché giudicata incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. La donna pensava che il figlio fosse affetto da autismo. Proprio il giorno dopo il delitto, aveva appuntamento per una visita specialistica. Uccise il figlio di 2 anni, mamma assolta perché incapace di intendere – Nanopress.itIl giudice della Corte d’Assise di Napoli ha applicato una misura di sicurezza della libertà vigilata presso una struttura di riabilitazione per almeno 15 anni.L’omicidio del piccolo FrancescoEra il 2 gennaio del 2022 quando i Carabinieri di Torre del Greco (Napoli) intervennero sulla spiaggia del litorale partenopeo per soccorrere una donna, che era stata a sua volta soccorsa da due giovani che stavano passeggiando sulla battigia. Adalgisa Gamba, questo il nome della donna, riferì ai carabinieri di aver subito una violenza sessuale, poi parlò di un incidente mentre era in mare con il figlio di 2 anni e mezzo, il piccolo Francesco. Ad allertare i carabinieri, prima della chiamata dei due giovani, era stato il marito della 41enne, che – rientrato a casa – non aveva trovato né la moglie, né il bambino e si era preoccupato. Adalgisa Gamba fu trovata seduta su uno scoglio, con in braccio il piccolo Francesco, ormai senza vita.Le indagini e l’esame autoptico accertarono che il bambino morì per soffocamento. Il piccolo fu strangolato dalla madre, forse con una sciarpa. La donna pensava che il figlio fosse affetto da autismo. Proprio il giorno dopo il delitto aveva appuntamento per una visita specialistica.Adalgisa Gamba giudicata incapace di intendere e di volereLa Corte d’Assise di Napoli ha assolto Adalgisa Gamba, perché giudicata incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. All’imputata è stata imposta una misura di sicurezza della libertà vigilata presso una struttura di riabilitazione, per almeno 15 anni.Al momento della sentenza, in aula era presente anche il marito di Adalgisa Gamba, che ha espresso tutto il suo disappunto per la decisione dei giudici. “Sei un’assassina, devi morire” le ha urlato l’uomo. Per le motivazioni della sentenza si dovranno attendere 90 giorni. Il legale della donna si è detto soddisfatto, perché giustizia è stata fatta con il riconoscimento della malattia da cui è affetta la sua assistita. LEGGI TUTTO

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    Si schianta con lo scooter contro le auto parcheggiate, morto un ragazzo di 15 anni

    Il drammatico incidente si è registrato la notte scorsa a Casoria, periferia est di Napoli. L’adolescente è morto sul colpo.Incidente in scooter, morto un ragazzo di 15 anni – Nanopress.itSul posto carabinieri e operatori del 118. La salma della vittima è stata sequestrata e trasferita all’ospedale di Giugliano per l’esame autoptico. Si schianta con lo scooter contro le auto parcheggiate, 15enne morto sul colpoNon c’è stato nulla da fare per il ragazzo di 15 anni che, la scorsa notte, è rimasto coinvolto in un drammatico incidente, mentre si trovava a bordo del suo scooter. Stando a quanto riferisce l’Ansa, l’adolescente si sarebbe schiantato contro alcune auto parcheggiate. Un impatto che è risultato fatale. L’incidente si è registrato in via Giovanni Pascoli a Casoria, periferia est di Napoli.Sul posto i carabinieri della stazione di Arpino di Casoria e i sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’adolescente. La salma della vittima è stata sequestrata e trasferita all’ospedale di Giugliano per l’esame autoptico. Sulla dinamica dell’incidente, nel quale pare non fossero coinvolti altri mezzi, sono in corso le indagini dei militari dell’Arma.Quello della scorsa notte è il terzo incidente stradale mortale che si registra nel corso di una settimana. A fine maggio, hanno perso la vita un ragazzo di 16 anni e un 17enne. Il primo a Scampia, il secondo a San Giuseppe Vesuviano. Entrambi viaggiavano a bordo di uno scooter. LEGGI TUTTO

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    Bambina di un anno e mezzo investita nel parcheggio della scuola: è in condizioni disperate

    Il dramma si è registrato questo pomeriggio all’esterno della scuola Little England di Brescia. La piccola era con la nonna quando è stata travolta da un’auto. Bambina di un anno e mezzo investita nel parcheggio della scuola – Nanopress.itTrasferita d’urgenza in ospedale, le sue condizioni sono gravissime. Bambina di un anno e mezzo investita nel parcheggio della scuolaUna bambina di un anno e mezzo è ricoverata in ospedale, dopo essere stata investita mentre si trovava nel parcheggio della scuola Little England, comprensorio unico con materna elementare e media di Brescia. La piccola era insieme alla nonna al momento dei fatti. A investirle sarebbe stata la nonna di un bambino di prima elementare, mentre faceva retromarcia.La bambina è stata trasportata d’urgenza in codice rosso al Civile, mentre la nonna si trova all’ospedale Sant’Anna, ma le sue condizioni non destano particolare preoccupazione.Notizia in aggiornamento.  LEGGI TUTTO

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    Cosa vuol dire davvero un “esame del sangue per i tumori”

    Caricamento playerIn una delle sessioni di domenica dell’incontro annuale sul cancro organizzato dall’American Society of Clinical Oncology (ASCO) a Chicago, un gruppo di ricerca britannico ha presentato una versione “ultra sensibile” di esame del sangue per prevedere la ricomparsa del tumore al seno nelle pazienti, mesi se non anni prima che si verifichi una recidiva. L’annuncio è stato molto ripreso dai media e presentato come «rivoluzionario», ma per quanto importanti e utili in alcuni ambiti diagnostici, i test di questo tipo sono ancora discussi e non è sempre semplice valutarne costi e benefici.
    Il test presentato alla conferenza dell’ASCO rientra nelle cosiddette “biopsie liquide”, un tipo di esami diagnostici relativamente nuovi che servono per rilevare e analizzare tracce genetiche lasciate dalle cellule tumorali nel sangue o, in misura minore, in altri fluidi corporei. Alcuni esami servono per diagnosticare la presenza di un tumore e determinarne il tipo – insieme alle tecniche tradizionalmente impiegate come la diagnostica per immagini – altri come il test annunciato domenica servono invece per valutare l’andamento della malattia quando questa era già stata diagnosticata in precedenza.
    Una biopsia liquida può quindi essere impiegata per rilevare una “malattia minima residua”, cioè tracce di un tumore troppo piccole per notarne la presenza con i metodi tradizionali. Molto dipende però dalla tipologia del tumore e dalle eventuali possibilità di intervenire con terapie precocemente, in modo da ridurre la sua diffusione.
    “Cancro” è infatti una parola ombrello che usiamo comunemente, anche se descrive fenomeni e malattie molto diverse tra loro. I tumori sono strutture dinamiche e crescono più o meno velocemente, a seconda dei modi in cui avvengono le mutazioni nelle cellule che li costituiscono. Sono proprio queste mutazioni casuali nel loro materiale genetico a far sì che le cellule coinvolte si comportino in modo anomalo: in alcuni casi il sistema immunitario riesce a distruggerle e a tenerle sotto controllo, in altri non le riconosce come una minaccia e il tumore progredisce.
    Dal tumore iniziale possono staccarsi alcune cellule che, sempre grazie alle mutazioni accumulate, riescono a viaggiare nell’organismo e a insediarsi in altre parti del corpo (vengono definite “cellule tumorali circolanti” o CTC), creando quelle che vengono definite “metastasi”. Non tutti i tumori sono metastatici: alcuni danno problemi localmente senza che le loro cellule finiscano altrove nell’organismo e – quando possibile – possono essere trattati con tecniche di asportazione oppure con farmaci e radioterapia per distruggere le cellule tumorali. I tumori metastatici sono invece più difficili da trattare, soprattutto se la loro diffusione in altre parti del corpo è già avvenuta, perché non sempre ci sono terapie adatte per fermare il processo.
    Alcuni tipi di cellule tumorali circolanti possono essere rilevati con una biopsia liquida, un test meno invasivo rispetto alle classiche biopsie dove si rimuove del tessuto cellulare con un intervento chirurgico per poi analizzarlo. Identificare le CTC non è però semplice, perché queste sono rare e si trovano nel sangue in concentrazioni estremamente basse. Inoltre, le loro caratteristiche variano da paziente a paziente e rendono difficile l’impiego di sistemi sufficientemente sensibili e specifici. Ma non ci sono solamente le CTC.
    Come per le altre cellule, man mano che le cellule tumorali muoiono si producono dei detriti che finiscono nella circolazione sanguigna per essere poi smaltiti dall’organismo. Questi minuscoli resti del tumore contengono frammenti di DNA e altro materiale genetico che può essere identificato partendo da un prelievo di sangue. È una categoria di test relativamente nuova che rientra nell’analisi del cosiddetto “DNA tumorale circolante” (ctDNA) e che soprattutto nelle persone che hanno già avuto un tumore può essere impiegata per fare previsioni, più o meno accurate, sul rischio di sviluppare recidive.
    La tecnica annunciata a Chicago da un gruppo di ricerca dell’Institute of Cancer Research di Londra riguarda proprio una biopsia liquida del ctDNA, che era stata messa alla prova sui campioni di sangue prelevati da 78 donne con varie forme di tumore al seno, in diverse fasi della malattia e delle terapie per trattarla. Indicatori molecolari di malattia residua erano stati identificati in tutte le 11 pazienti che avevano poi avuto una recidiva, ha spiegato il gruppo di ricerca. Nella maggior parte delle altre pazienti in cui i livelli di ctDNA non erano stati individuati dal test non erano stati rilevati casi di recidiva.
    La maggiore sensibilità dell’esame è stata ottenuta utilizzando l’intero genoma, cioè tutto il DNA all’interno di una cellula, e non limitandosi ad alcune porzioni del materiale genetico come avviene con altre biopsie liquide. L’annuncio è stato accolto con grande interesse per i progressi nelle tecniche di analisi, ma è ancora presto per capire se e quali benefici pratici possa portare il nuovo esame, così come i test simili che verosimilmente saranno sviluppati per altre forme di tumore.
    Le biopsie liquide hanno il potenziale di essere utili per comprendere meglio le caratteristiche genetiche di un tumore, il modo in cui evolve nel tempo o come reagisce alle terapie, oppure ancora per individuare precocemente le recidive e stimare la probabilità con cui si potranno verificare. Soprattutto su quest’ultimo aspetto medici e pazienti si devono comunque confrontare con le grandi incertezze date dai falsi positivi o negativi dei test, nonché dagli approcci da seguire per ridurre i rischi. Il ricorso a forme di chemioterapia preventiva, per esempio, è discusso tra gli specialisti, con medici che preferiscono aumentare la frequenza dei controlli e agire semmai quando viene diagnosticata una recidiva vera e propria, cercando di affrontarla da subito.
    L’attesa rimane l’approccio più seguito, sia per non sottoporre i pazienti a terapie che possono essere pesanti e debilitanti, sia perché per varie forme di tumore non ci sono possibilità di agire prima che queste abbiano tornato a manifestarsi con una recidiva. Il rischio, almeno in questa fase iniziale, è che si ricorra con una frequenza eccessiva alle biopsie liquide, anche se il loro esito non porterà poi comunque a qualche azione concreta nell’immediato. Gli esami di questo tipo potrebbero gravare sui sistemi di salute pubblica, sia in termini pratici sia di risorse economiche, senza portare a effettivi benefici per i pazienti.
    Le biopsie liquide hanno comunque grandi potenzialità e per questo c’è un notevole interesse da parte della ricerca, sia in ambito pubblico sia in ambito privato. Gli investimenti nel settore non mancano soprattutto negli Stati Uniti, dove varie startup sono al lavoro per sviluppare e brevettare propri sistemi, che si potrebbero rivelare molto redditizi nel caso di un approccio sanitario orientato allo screening costante, non solo per le persone che hanno già avuto un tumore, ma anche per la popolazione sana. È stato proprio il grande interesse verso questi sistemi diagnostici di nuova generazione a portare allo scandalo di Theranos, società che prometteva di poter diagnosticare qualsiasi malattia da una goccia di sangue analizzata da un particolare scanner, che in realtà non aveva mai funzionato.
    Theranos aiuta a comprendere alcuni aspetti commerciali, ma fu naturalmente un caso estremo che non ha nulla a che vedere con i sistemi come quello annunciato per le biopsie liquide legate al tumore al seno. È bene però ricordare che lo studio realizzato dall’Institute of Cancer Research è stato effettuato per dimostrare il funzionamento del test in linea di principio, ma che saranno necessari molti altri approfondimenti per comprendere effettive potenzialità e opportunità offerte da questi nuovi approcci diagnostici, come ha detto Nicholas Turner, uno degli oncologi britannici coinvolti nel progetto: «L’analisi del sangue di un paziente per il ctDNA consentirà ai medici di diagnosticare la recidiva del cancro nella fase più precoce. Tuttavia, saranno necessari ulteriori test e ricerche prima di poter dimostrare se il rilevamento della malattia molecolare residua possa guidare la terapia in futuro». LEGGI TUTTO

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    Troupe televisiva della trasmissione “Fuori dal coro” aggredita da un gruppo di occupanti abusivi di case

    I fatti si sono registrati nel quartiere de Le Piagge, periferia nord di Firenze. Gli aggressori avrebbero minacciato giornalisti e operatori e avrebbero rotto lo specchietto dell’auto in dotazione a un cameramen. Troupe televisiva aggredita da occupanti abusivi di case – Nanopress.itSul posto agenti e sanitari del 118. Troupe televisiva aggredita da occupanti abusivi di caseUna troupe televisiva della trasmissione ‘Fuori dal coro’, il talk show presentato da Mario Giordano, è stata minacciata da alcuni occupanti abusivi di case a Firenze, in via Liguria, nel quartiere de Le Piagge, periferia nord ovest del capoluogo toscano. Gli aggressori avrebbero minacciato giornalisti e operatori, rompendo lo specchietto dell’auto in dotazione a un cameramen.Sul posto sono arrivate due volanti e un’ambulanza, ma non ci sarebbero feriti. Al momento, la polizia ha identificato due persone. L’equipe del programma Mediaset stava preparando un servizio sulle case occupate abusivamente a danno dei legittimi assegnatari o titolari. LEGGI TUTTO

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    Il sindaco di Genova operato d’urgenza: Marco Bucci sarà dimesso tra cinque giorni

     L’operazione è stata eseguita dall’équipe di Chirurgia maxillo-facciale e plastica ricostruttiva dell’ospedale Galliera.Il sindaco Bucci operato d’urgenza – Nanopress.itL’intervento ha avuto esito positivo e il primo cittadino sarà dimesso tra cinque giorni. Il sindaco di Genova operato d’urgenzaIl sindaco di Genova, Marco Bucci, è stato sottoposto a un intervento chirurgico per una metastasi linfonodale da neoplasia cutanea, un tumore della pelle. L’operazione è stata eseguita dall’équipe di Chirurgia maxillo-facciale e plastica ricostruttiva dell’ospedale Galliera del capoluogo ligure, ed è stata comunicata tramite una nota emessa “su specifica richiesta” del primo cittadino. L’intervento ha avuto esito positivo. Marco Bucci rimarrà ricoverato per altri cinque giorni e successivamente sarà sottoposto alle terapie necessarie.Il vicesindaco di Genova, Pietro Piciocchi, a nome della giunta comunale e dell’intera amministrazione cittadina, ha espresso i suoi affettuosi auguri per una pronta guarigione al sindaco Bucci. La giunta si impegna a continuare a perseguire gli obiettivi del mandato politico affidato dagli elettori, in attesa di poter riabbracciare presto il primo cittadino, le cui funzioni, in sua assenza, sono assunte dal vicesindaco. LEGGI TUTTO

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    Trovato senza vita nel parco dei Trecento Scalini: Enrico Viggi è morto di freddo, la conferma dal medico legale

    La Procura di Bologna ha affidato la consulenza medico-legale al dottor Paolo Fais, che ha concluso che la morte del 47enne scomparso nel marzo scorso sia sopraggiunta per ipotermia. Enrico Viggi è morto di freddo, la conclusione del medico legale – Nanopress.itNonostante il 47enne fosse risultato positivo ad alcol e antidepressivi, secondo il medico legale, la quantità assunta non era sufficiente da causarne la morte.Caso Enrico Viggi, la conclusione del medico legaleSarebbe morto di freddo Enrico Viggi, il 47enne trovato senza vita il 14 marzo scorso, nel parco dei Trecento Scalini a Bologna. A confermarlo è l’autopsia affidata dalla Procura al dottor Paolo Fais, che ha accertato la morte per ipotermia. La denuncia di scomparsa era stata fatta dal fratello di Enrico, Fabio Viggi, e del caso si era occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Nonostante il 47enne fosse risultato positivo ad antidepressivi e alcol, secondo quanto accertato dal medico legale, la morte non sarebbe scaturita dalla loro assunzione. A tre settimane di distanza dalla scoperta del cadavere, da parte di un passante, era stato trovato il giubbotto del 47enne, gettato fra le sterpaglie, in una zona impervia dello stesso parco.Ritrovato il giubbotto che Enrico Viggi indossava quando è scomparso a #Bologna. Era a una cinquantina di metri dal corpo. Qualche giorno fa rinvenuta la sua bicicletta, mancano ancora le scarpe e lo zaino. Atteso esito dell’autopsia.#chilhavisto→https://t.co/7AO3nUfGvp pic.twitter.com/HVMpiPMbv7— Chi l’ha visto? (@chilhavistorai3) April 4, 2024Qualche settimana dopo era stata ritrovata la bicicletta appartenuta a Viggi. Secondo quanto accertato dall’esame autoptico, la morte sarebbe sopraggiunta qualche ora dopo la scomparsa. Sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non erano stati riscontrati traumi né segni di violenza che facessero ipotizzare il coinvolgimento di una terza persona. Il medico legale ritiene più probabile l’ipotesi di un suicidio di una persona con problemi psichiatrici e con una storia di tossicodipendenza alle spalle. Il caso è ora affidato alla pm della Procura di Bologna, che dovrà fare le proprie valutazioni, alla luce di quanto emerso dall’autopsia. LEGGI TUTTO

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    Il mese di nascita influenza i risultati nella vita?

    Caricamento playerLa correlazione tra il mese di nascita e il successo negli sport è un fenomeno studiato da diversi decenni e noto come “effetto dell’età relativa” (Relative Age Effect, RAE). Fa riferimento a una distribuzione sbilanciata delle date di nascita dei giovani atleti selezionati dalle squadre di club nel professionismo, tra cui i nati nel primo semestre di ogni anno, e in particolare a gennaio e febbraio, sono spesso nettamente di più rispetto ai nati nel secondo semestre.
    Una delle più condivise spiegazioni di questo fenomeno è che selezionatori e talent scout tendono in molti casi a interpretare le buone prestazioni dei giovani atleti come un segno di abilità particolari anche quando quelle prestazioni sono banalmente l’effetto di uno sviluppo fisico più avanzato. Di conseguenza privilegiano nella selezione, anche senza volerlo, gli atleti nati prima all’interno di una stessa classe d’età. Effetti simili a quello dell’età relativa – che riguardano anche lo sviluppo psicologico e cognitivo, oltre a quello fisico – sono presenti in ambito scolastico, dove nei primi anni di formazione sono stati osservati risultati migliori tra i bambini nati prima o molto prima dei loro coetanei.
    La legge che regola le iscrizioni scolastiche, in Italia come in diversi altri paesi, prevede che siano iscritti alla scuola primaria i bambini e le bambine che compiono il sesto anno di età entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Nella pratica significa che in una stessa classe di prima elementare possono capitare bambini che compiono sei anni a gennaio e altri che li compiono undici mesi dopo, a dicembre. Diversi studi mostrano come gli scolari più giovani, cioè nati alla fine dell’anno, abbiano maggiori probabilità di essere ripetenti e di avere risultati scolastici peggiori in più fasi della formazione scolastica (quarto, ottavo e decimo anno) rispetto ai compagni di classe più grandi.
    Gli effetti dell’età relativa tendono poi a dissiparsi man mano che emergono quelli più ampi della scolarizzazione e di altri fattori, che riducono gli svantaggi presenti nelle fasi iniziali. Gli svantaggi si riducono nel tempo anche perché le capacità fisiche e cognitive negli esseri umani aumentano molto rapidamente nei primi anni di vita, e sempre meno dopo: vale a dire che la differenza tra bambini di cinque e sei anni è generalmente molto maggiore di quella tra persone di 25 e 26 anni.
    Se non correttamente soppesate, le differenze iniziali di maturità e sviluppo possono tuttavia riflettersi in effetti residui a lungo termine sul rendimento scolastico. Gli alunni più giovani ottengono punteggi inferiori del 4-12 per cento rispetto ai più anziani al quarto anno di scuola, e del 2-9 per cento all’ottavo anno, secondo uno studio condotto in diversi paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), inclusa l’Italia, e pubblicato nel 2006 sul Quarterly Journal of Economics, una rivista della casa editrice dell’università di Oxford.
    Tre giocatori delle giovanili della squadra Auckland Rugby Union a Auckland, in Nuova Zelanda, il 5 agosto 2017 (Phil Walter/Getty Images)
    Durante la fase della pubertà gli effetti dell’età relativa possono combinarsi con quelli dovuti allo sviluppo biologico sfasato. A parità di classe d’età, un ragazzo nato prima può mostrare prima rispetto ai suoi coetanei più giovani gli effetti dell’incremento della produzione di testosterone e della conseguente accelerazione della crescita fisica e dello sviluppo della massa muscolare. Secondo una ricerca della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin, in Svizzera, la differenza relativa nei maschi raggiunge l’apice poco prima dei 14 anni: dopodiché le differenze si riducono, perché i ragazzi dallo sviluppo tardivo iniziano a recuperare lo svantaggio. E a 20 anni la differenza nell’età biologica tra i ragazzi dallo sviluppo precoce e quelli dallo sviluppo tardivo è praticamente scomparsa.

    – Leggi anche: Per valutare il successo bisogna considerare il “pregiudizio di sopravvivenza”

    Stabilire con precisione l’influenza degli effetti dell’età relativa sui risultati ottenuti nel corso della vita è complicato, perché diventa via via più difficile all’aumentare dell’età del campione di popolazione studiato. Gli effetti tendono infatti a sovrapporsi ad altri complessi fattori biologici, psicologici, sociali e culturali, generalmente trascurati negli studi che mostrano una correlazione tra il successo e le nascite nei primi mesi dell’anno (o nei primi mesi del periodo di selezione pertinente). E in alcuni casi la correlazione scompare del tutto, per via di quei fattori, o addirittura diventa una correlazione inversa: i più giovani vanno meglio dei coetanei più anziani.
    Una ricerca del 2017 dell’università di Sydney su oltre 6mila nuotatrici e nuotatori professionisti, che avevano partecipato ai campionati nazionali dal 2000 al 2014, concluse che nelle classi comprese tra i 12 e i 14 anni diversi atleti mostravano vantaggi significativi associati all’età relativa. Vantaggi che però si dissipavano entro i 15-16 anni, con poche eccezioni. E verso i 17-18 anni emergevano anzi effetti inversi dell’età relativa: a ottenere risultati migliori rispetto ai coetanei erano cioè nuotatrici e nuotatori relativamente più giovani.
    In altri casi, in ambito sportivo ma non solo, la correlazione tra i risultati positivi e le nascite nei primi mesi dell’anno – almeno in parte spiegabile con gli effetti dell’età relativa – prosegue invece anche dopo la pubertà. La distribuzione anomala delle date di nascita nei primi mesi dell’anno tra i calciatori professionisti negli Stati Uniti, per esempio, è un fatto noto. Fu descritto in particolare da un libro divulgativo di grande successo, uscito nel 2005: Freakonomics, scritto dall’economista Steven Levitt e dal giornalista Stephen Dubner. Ma diverse ricerche in altri paesi del mondo hanno riscontrato nel tempo dati simili a quelli statunitensi.
    Un’analisi condotta nel 2015 dai ricercatori in statistica e studi economici Luca Fumarco e Giambattista Rossi mostrò una presenza anomala di nati a gennaio in un gruppo rappresentativo di calciatori di Serie A in attività nelle sette stagioni consecutive tra il 2007-2008 e il 2013-2014. Erano circa il 70 per cento in più di quanto ci si sarebbe potuto attendere sulla base dei normali livelli di nascita mensili italiani. E rispetto a quegli stessi livelli i calciatori nati a dicembre erano invece circa il 50 per cento in meno. L’analisi mostrò anche che i salari dei calciatori nati negli ultimi tre mesi dell’anno erano in media più bassi rispetto a quelli dei loro coetanei nati nei primi tre mesi dell’anno.
    Un gruppo di calciatori delle giovanili della squadra australiana Pendle Hill assistono a un allenamento al Wanderers Football Park a Sydney, in Australia, il 13 maggio 2022 (Mark Evans/Getty Images)
    La presenza degli effetti dell’età relativa anche in età adulta può dipendere da prassi e meccanismi di selezione – spesso contestati – che in età giovanile anziché ridurli amplificano quegli effetti, in contesti in cui esiste una competizione tra i bambini. Può capitare che gli studenti considerati più bravi dai loro insegnanti, per esempio, siano selezionati per partecipare a progetti o programmi che permettono loro di acquisire ulteriori conoscenze rispetto ai coetanei, come scritto da Fumarco e Rossi sul sito lavoce.info. E può capitare che a causa di questi meccanismi si attivino circoli viziosi dall’altra parte, per cui bambini con risultati peggiori si sentono demotivati e sono portati a impegnarsi di meno.

    – Leggi anche: Perché il concetto di meritocrazia è controverso

    Gli effetti dell’età relativa sono stati utilizzati per spiegare distribuzioni anomale delle date di nascita anche in altri campioni molto specifici della popolazione adulta. Uno studio uscito nel 2016 su una delle riviste scientifiche pubblicate dalla Royal Statistical Society, uno dei più antichi e importanti istituti di statistica al mondo, mostrò che rispetto alla popolazione statunitense generale i senatori e i deputati hanno il 50 per cento in più di probabilità di essere tra le persone relativamente più giovani nelle loro rispettive classi di età. L’entità dell’effetto dell’età relativa era persino maggiore di quella riscontrata in altri studi, ma in generale coerente con i dati che emergono dalla ricerca nello sport professionistico.
    Gli autori dello studio, i ricercatori Daniel Muller e Lionel Page, cercarono di capire anche se l’età relativa fosse correlata alla qualità dei politici eletti al Congresso. Pur premettendo che «tutte le misure sono imperfette» e che «in definitiva la qualità di un politico rimane non osservabile», utilizzarono come indicatori pertinenti il livello di istruzione e l’età in cui ciascun politico era entrato in carica. Ma tra la qualità definita in questi termini e l’età relativa non trovarono correlazioni: i politici relativamente meno giovani non erano migliori dei loro colleghi.
    Una possibile spiegazione proposta nello studio riguardo all’effetto dell’età relativa sul successo in politica è che essere relativamente più anziani tra coetanei durante la giovinezza può aiutare a sviluppare capacità di leadership e spirito di intraprendenza. A piccole differenze presenti in quella fase della formazione potrebbero man mano aggiungersene altre, perché le persone che prendono l’iniziativa tra coetanei potrebbero acquisire più fiducia nelle loro capacità. Muller e Page conclusero che l’effetto dell’età relativa è probabilmente troppo piccolo per essere influente nella popolazione adulta generale, ma può essere evidente «in contesti competitivi in cui piccoli vantaggi iniziali possono avere effetti critici a lungo termine».
    Un bambino e due bambine ucraine in una scuola elementare a Berlino, in Germania, il 28 aprile 2022 (Maja Hitij/Getty Images)
    Un’altra ricerca di Page e delle due economiste comportamentali Dipanwita Sarkar e Juliana Silva-Goncalves, condotta nel 2019 su oltre mille adulti australiani di età compresa tra 24 e 60 anni, mostrò che in compiti che richiedevano semplici calcoli matematici le persone relativamente più anziane nelle loro rispettive classi d’età avevano più fiducia nelle proprie capacità rispetto a quelle relativamente più giovani. Erano inoltre più disposte a partecipare a qualche forma di competizione, e affermavano di essere più inclini a correre rischi in una serie di ambiti della loro vita.

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    La consapevolezza dell’effetto dell’età relativa è piuttosto condivisa negli Stati Uniti, dove nel tempo è emersa – soprattutto tra le classi sociali benestanti – una tendenza dei genitori a cercare di compensare preventivamente lo svantaggio che i loro figli potrebbero avere nelle rispettive classi, nei casi in cui siano molti mesi più giovani dei loro coetanei. Uno dei “rimedi” più comuni è una prassi che è il contrario della primina, chiamata redshirting (dal nome di una prassi equivalente diffusa negli sport universitari): consiste nell’attendere un anno in più prima dell’iscrizione alla scuola materna. In questo modo, nelle classi di età subito successive alla loro età anagrafica, i bambini “redshirt” risultano essere non i più giovani ma i più anziani.
    Gli effetti della pratica del redshirting sono però molto dibattuti. La discussione in ambito scientifico riflette peraltro un’incertezza che riguarda in generale gli studi sull’età relativa quando si concentrano non sugli effetti immediati ma su quelli a lungo termine, e sugli ambiti diversi da quello sportivo. Da una parte i risultati di molte ricerche hanno rafforzato nel corso del tempo l’idea che essere da piccoli più grandi dei propri coetanei – quindi in molti casi più veloci, più intelligenti e più forti fisicamente – produca una serie di vantaggi iniziali. Ma dall’altra parte ricerche dello stesso tipo che si concentrano su fasi della formazione successive indicano che dopo una certa età le disparità si attenuano, e che in alcuni casi sono anzi gli studenti relativamente più giovani a ottenere risultati migliori in ambito universitario.
    Da uno studio del 2011 su un campione di studenti dell’Università Bocconi a Milano, condotto dall’economista Michele Pellizzari e dallo statistico Francesco Billari, emerse che gli studenti relativamente più giovani andavano meglio rispetto ai loro coetanei più grandi, in particolare nelle materie tecniche. Una delle ipotesi formulate da alcuni psicologi, tra cui la statunitense Angela Duckworth, per spiegare perché la correlazione tra età relativa e risultati può diventare inversa nel corso del tempo è che gli svantaggi iniziali possono stimolare, tra le persone del sottogruppo inizialmente svantaggiato, una maggiore grinta e una costante predisposizione a cercare di superare i propri limiti.
    L’idea condivisa da Duckworth e da altri è che i bambini imparino a competere in alcuni ambiti, tra cui la scuola, in cui possono avere successo indipendentemente da fattori che invece li limitano in altri ambiti, per esempio lo sport. Di conseguenza acquisiscono rispetto ai loro coetanei più grandi una maggiore consapevolezza del fatto che, laddove non possono contare su un vantaggio iniziale assoluto, possono provare a raggiungere gli obiettivi tramite le motivazioni, la perseveranza e la dedizione.
    Altre ricerche suggeriscono in generale come gli effetti dell’età relativa non siano sufficienti a influenzare la vita delle persone sul lungo termine, e di come quegli effetti iniziali siano mitigati nel corso dello sviluppo da fattori ambientali e genetici che finiscono per essere molto più influenti dell’essere leggermente più giovani o meno giovani dei propri coetanei. Un gruppo di ricercatrici e ricercatori finlandesi, per esempio, condusse nel 2017 una ricerca sui politici nazionali molto simile allo studio di Muller e Page sui senatori e sui deputati statunitensi, ma riscontrò un fattore significativo. Scoprì che l’effetto dell’età relativa era presente anche nel parlamento finlandese, in cui molti politici erano effettivamente nati nei primi mesi dell’anno, ma valeva soltanto per gli uomini e non per le donne. LEGGI TUTTO