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    Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei

    L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione.Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei – Nanopress.itI sanitari hanno riscontrato lividi sul corpo del piccolo paziente e hanno segnalato la vicenda ai carabinieri. Dagli accertamenti, è emersa la condotta violenta perpetrata dalla mamma del bambino e dal compagno della donna. I due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del foggiano. Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di leiSono stati arrestati questa mattina, con l’accusa di maltrattamenti, la madre di un bambino di due anni e il compagno – 18 anni lei, 32 lui – dai carabinieri di Bergamo e di Ponte San Pietro. L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione. Durante la degenza del bambino, i medici hanno riscontrato la presenza di numerosi lividi sul corpo del piccolo, e hanno inviato una segnalazione alle autorità.A quel punto si sono mossi i carabinieri, che hanno accertato i maltrattamenti perpetrati dalla donna e dal compagno di lei sul bambino, nato da una precedente relazione della giovane. I due sono stati quindi trasferiti alla casa circondariale di Bergamo e, dopo l’interrogatorio di convalida del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del Foggiano.Il piccolo è stato affidato a una comunità per minori, in attesa che si pronunci l’autorità giudiziaria minorile di Brescia. LEGGI TUTTO

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    Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedale: stava chiedendo l’elemosina con la mamma

    La piccola è deceduta all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove era stata trasferita in gravissime condizioni in seguito all’incidente.Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedale: stava chiedendo l’elemosina con la mamma – Nanopress.itA investirla un automobilista torinese, che l’ha travolta mentre usciva dal parcheggio dell’ospedale. Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedaleNon ce l’ha fatta la piccola Esmeralda, la bimba di due anni investita nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, nel pomeriggio di lunedì – 12 agosto – mentre chiedeva l’elemosina insieme alla mamma. Soccorsa da alcuni passanti, la piccola è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Regina Margherita del capoluogo piemontese. Dopo due arresti cardiaci, sopraggiunti per via delle gravi lesioni agli organi interni, il suo cuore ha smesso di battere.Davanti all’ospedale Regina Margherita si è radunata una piccola folla di parenti della piccola e si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per far rientrare la situazione. La mamma della bambina ha accusato un malore, che ha reso necessario il ricovero al San Giovanni. LEGGI TUTTO

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    Rapina in spiaggia a Torre Lago, ferite due persone: una è in gravi condizioni

    Sul posto è intervenuta la polizia municipale, allertata da altri gitanti. Un 60enne e un 52enne sono rimasti feriti e trasportati, rispettivamente, all’ospedale di Livorno e a quello di Lido di Camaiore. Rapina in spiaggia a Torre Lago, ferite due persone: una è in gravi condizioni – Nanopress.itIl malvivente, di origine straniera, è fuggito via in bicicletta portando con sé una tenda e gli zaini. Rapina in spiaggia a Torre Lago, ferite due personeDue persone sono rimaste ferite a seguito di una violenta rapina mentre stavano lasciando la spiaggia di Torre Lago (Lucca). Un 60enne e un 52enne di Massarosa sono stati soccorsi dai sanitari del 118 e dalla polizia municipale, allertata da alcuni turisti stranieri che si trovavano sulla spiaggia. Il 60enne è stato colpito alla testa ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Livorno. Meno gravi le condizioni del 52enne, che è stato ricoverato all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore.A mettere in atto la violenta aggressione sarebbe stato uno straniero – stando a quanto riferito da alcuni testimoni – che è poi fuggito a bordo di una bicicletta, portando con sé la tenda e gli zaini delle due vittime. “E’ assurda un’aggressione così grave per poter rubare solo cose che non hanno nessun valore”, hanno detto i familiari dei due gitanti. LEGGI TUTTO

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    Usare l’MDMA come farmaco si sta rivelando più complicato del previsto

    Caricamento playerIl 9 agosto la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici, ha deciso di non approvare una terapia per lo stress post-traumatico che prevede l’uso combinato dell’MDMA, una sostanza psicoattiva illegale nella maggior parte dei paesi del mondo, e della psicoterapia. Il trattamento, sviluppato dall’azienda Lykos Therapeutics, era il primo in cui fosse coinvolta l’MDMA a essere stato sottoposto alla FDA, le cui valutazioni hanno una vasta influenza anche al di fuori degli Stati Uniti.
    L’esito dell’analisi dell’agenzia era molto atteso nel campo di ricerca che negli ultimi vent’anni si è dedicato ai possibili impieghi di sostanze come l’MDMA e gli psichedelici per curare disturbi resistenti al trattamento con altri psicofarmaci, comprese certe forme di depressione. Il fatto che per ora questo trattamento non sia stato approvato non significa che i vari altri in attesa di essere valutati dall’FDA saranno giudicati allo stesso modo, ma la notizia ha deluso gli scienziati che studiano gli psichedelici, molte persone in attesa di nuove terapie per lo stress post-traumatico e tante altre che per varie ragioni in questi anni hanno formato un movimento di interesse per gli studi sugli effetti di psichedelici e affini.
    Ha anche reso evidenti alcuni dei problemi della ricerca farmacologica sulle sostanze psicoattive che sono piuttosto difficili da risolvere e gestire. Uno è il fatto che generalmente una persona che partecipa a uno studio che prevede l’assunzione di una di queste sostanze capisce in fretta se gli è stato somministrato un placebo, cosa che si fa con una parte dei soggetti partecipanti per distinguere eventuali effetti dovuti all’autosuggestione: per questo non è possibile ottenere risultati in linea con gli standard scientifici usati in tutti gli altri ambiti della medicina.

    – Leggi anche: Il problema nello studiare gli psichedelici

    Un altro grosso problema è il ruolo della psicoterapia: il trattamento proposto dalla Lykos prevede appunto di associare l’assunzione dell’MDMA a colloqui con psicoterapeuti adeguatamente formati, una formula prevista anche in molte altre sperimentazioni simili in attesa di analisi da parte dell’FDA. Quest’agenzia tuttavia si esprime unicamente sugli aspetti farmacologici e non ha dunque né l’obiettivo né la predisposizione per valutare la parte di psicoterapia.
    MDMA è l’abbreviazione di “3,4-metilenediossimetanfetamina”, una sostanza a cui ci si riferisce spesso come ecstasy. Anche se è di frequente associata a sostanze psichedeliche come l’LSD ed è studiata nello stesso campo di ricerca, non ha proprio lo stesso tipo di effetti. Gli psichedelici propriamente detti provocano alterazioni delle percezioni che possono essere associate a visioni o alla sensazione di aver compreso qualche verità sull’esistenza. L’MDMA invece provoca la scomparsa della stanchezza e di molte inibizioni e ha un effetto “empatogeno”, fa cioè percepire un trasporto affettivo e un senso di vicinanza per le persone che si hanno intorno. Per queste ragioni è storicamente molto assunta nei club di techno e ai rave, anche come alternativa all’alcol (a differenza del quale non fa aumentare l’aggressività).
    L’effetto dell’MDMA dura qualche ora e si conclude gradualmente. La sostanza non genera dipendenza e il principale effetto negativo, che può anche non verificarsi, è una specie di contraccolpo emotivo: una fase che si verifica qualche giorno dopo l’assunzione in cui si può provare ansia e malinconia. Tuttavia un’assunzione ripetuta, frequente e abituale può generare forme di depressione. Altri effetti collaterali di cui ogni tanto si sente parlare dai giornali sono solitamente causati da un dosaggio eccessivo, che può causare vari problemi fisici, oppure sono dovuti ad altre sostanze spacciate per MDMA.
    Negli ultimi anni l’MDMA è stata presa in considerazione come possibile farmaco da associare alla psicoterapia per curare lo stress post-traumatico, cioè quella forma di disagio che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche, come la partecipazione ai combattimenti di una guerra o una violenza sessuale. Metterebbe infatti i pazienti nella condizione di rielaborare insieme a un terapeuta i traumi che li affliggono, senza dover affrontare l’ostacolo dell’autogiudizio e l’angoscia causata dal ripensare ai traumi stessi: in pratica aiuterebbe le persone a tollerare i ricordi dolorosi e a evitare il meccanismo spontaneo che porta a non volerne parlare, e permetterebbe agli psicoterapeuti di discuterne con loro.
    Negli Stati Uniti era già stata usata in questo modo anche da alcuni psicoterapeuti non convenzionali tra gli anni Settanta e Ottanta, grazie all’attività di divulgazione che portò avanti lo scienziato Sasha Shulgin, prima che fosse inserita nell’elenco delle droghe illegali.
    La Lykos Therapeutics ha sviluppato la propria terapia che prevede l’uso dell’MDMA a partire da queste vecchie esperienze. L’azienda è nata nel 2014 come branca a scopo di lucro di MAPS, un’organizzazione fondata nel 1986 per contrastare le politiche proibizioniste sulle droghe e promuovere sia la decriminalizzazione del loro consumo, sia la ricerca scientifica sui possibili effetti terapeutici degli psichedelici, interrotta per anni dopo che erano stati dichiarati illegali.
    Tra le diverse sostanze che si stanno studiando, la Lycos aveva scelto di dare la priorità all’MDMA perché è quella con meno effetti collaterali e per cui riteneva di avere maggiori possibilità di arrivare a un’approvazione da parte dell’FDA.
    Grazie ai risultati incoraggianti di alcuni studi iniziali, nel 2017 l’agenzia aveva concesso a questa sostanza un percorso preferenziale nei propri processi di approvazione, dato che per i disturbi per cui ne è proposto l’uso non ci sono molte cure. Sono passati 25 anni da quando l’FDA ha approvato per l’ultima volta dei farmaci per lo stress post-traumatico, gli antidepressivi a base di sertralina e paroxetina, e si stima che per il 40 per cento dei pazienti non siano una terapia efficace. Un’altra ragione per cui la Lycos aveva deciso di puntare sull’MDMA è che negli Stati Uniti si sente molto il bisogno di trovare nuovi trattamenti per lo stress post-traumatico: è una condizione che affligge molti reduci dell’esercito, le cui associazioni di rappresentanza hanno un’influenza politica significativa, e complessivamente 13 milioni di persone nel paese.
    Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, gli antidepressivi che oggi si usano contro lo stress post-traumatico, richiedono un’assunzione continuativa e prolungata nel tempo. Invece il trattamento proposto dalla Lycos prevede solo tre assunzioni di MDMA nella vita, da effettuare con l’assistenza di uno psicoterapeuta che metta a frutto gli effetti della sostanza in un colloquio. Dato che il sistema di approvazione da parte dell’FDA non si esprime sulla psicoterapia e sui suoi effetti, e dato che esistono moltissime forme diverse di psicoterapia (uno stesso terapeuta ne può usare diverse), la Lycos aveva sviluppato un proprio protocollo per i terapeuti, da seguire in tutte le fasi della sperimentazione per avere risultati coerenti.
    Molti psicofarmaci vengono assunti in associazione con forme di psicoterapia, ma possono anche essere prescritti da soli. Nel caso degli psichedelici e delle sostanze affini, almeno per come sono state studiate finora, gli effetti benefici si avrebbero solo tenendo insieme l’aspetto farmacologico e quello di terapia della parola.
    I risultati dello studio della Lycos sono stati molto positivi. Nella sperimentazione finale sono state coinvolte più di 190 persone: a sei mesi dalla fine del trattamento, il 71 per cento di quelle a cui è stata somministrata l’MDMA dopo il trattamento non ha più avuto sintomi riconducibili allo stress post-traumatico, contro il 48 per cento del gruppo a cui è stato dato il placebo (e che comunque ha seguito la psicoterapia).
    Nonostante questi risultati a giugno una commissione di scienziati a cui l’FDA aveva chiesto di giudicare lo studio si era espressa contro l’approvazione della terapia, e ora l’agenzia ha confermato la valutazione. Secondo un comunicato della Lycos che riassume le motivazioni dell’FDA – che non le ha diffuse pubblicamente – c’erano vari aspetti che la commissione ha trovato poco convincenti. Uno è il fatto che tra i partecipanti allo studio alcuni avessero assunto l’MDMA illegalmente in precedenza. Ma anche le incertezze riguardo alla mancanza di un vero effetto placebo nel gruppo di controllo e riguardo al contributo della psicoterapia hanno avuto un ruolo.
    La FDA ha chiesto alla Lycos di effettuare una nuova sperimentazione per fornire maggiori dati a sostegno dell’efficacia del trattamento. L’azienda ha detto che ci vorranno vari anni per farlo e ha annunciato che farà ricorso contro la decisione dell’agenzia.
    In Australia già dall’anno scorso l’MDMA e la psilocibina possono essere utilizzate all’interno di sessioni di psicoterapia. Anche in questo paese però c’è chi ha ancora posizioni molto caute sull’uso di queste sostanze perché non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine di queste terapie.
    In generale finora le ricerche sugli psichedelici – che sono tutto sommato recenti se si considerano solo quelle realizzate con i metodi scientifici più avanzati – non hanno indagato a sufficienza sui tipi di psicoterapia da associare al loro uso terapeutico. Alcune delle aziende farmaceutiche che stanno investendo in questo campo, e che diversamente dalla Lycos non sono nate dall’attivismo per la decriminalizzazione degli psichedelici, non hanno interessi a fare studi in questo ambito e si stanno concentrando sugli aspetti farmacologici, quelli determinanti per l’approvazione da parte dell’FDA.
    Per alcuni studiosi del settore è un problema: ci sarebbe il rischio che in futuro gli psichedelici e le sostanze affini come l’MDMA siano sì autorizzati per usi terapeutici, ma che anche in quanto tali siano oggetto di forme di abuso come gli antidepressivi tradizionali. LEGGI TUTTO

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    Sbalzato fuori dall’auto, muore 20enne nel Brindisino

    La dinamica dell’incidente è ancora in corso di accertamento. La vittima è un ragazzo di 20 anni di Busto Arstizio, che stava trascorrendo qualche giorno di vacanza in Puglia con alcuni amici.Sbalzato fuori dall’auto, muore 20enne nel Brindisino – Nanopress.itI carabinieri stanno ascoltando il gruppo di amici che si trovava con il 20enne al momento della tragedia. Sbalzato fuori dall’auto, muore 20enne nel BrindisinoSecondo quanto riferiscono le testate locali, la vittima – un 20enne lombardo – era in vacanza a Torre Santa Sabina, marina di Carovigno (Brindisi), quando è caduto da un’auto in movimento, sbattendo la testa sull’asfalto. La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento. Pare che fosse seduto sul sedile posteriore di una Opel Corsa quando lo sportello si è aperto e lo ha sbalzato fuori dall’abitacolo. Purtroppo, i soccorritori non sono riusciti a rianimarlo. I suoi amici, con cui era in vacanza in Puglia, sono stati ascoltati dai carabinieri nell’ambito delle indagini. LEGGI TUTTO

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    Come gli scarafaggi hanno colonizzato il mondo

    Caricamento playerLa Blattella germanica è la specie di scarafaggio più diffusa al mondo, come sa bene chi ha fatto i conti con un’infestazione di questi insetti in casa. Lunghi meno di due centimetri e dal colore marrone tendente al rosso, questi scarafaggi sono praticamente ovunque ci siano esseri umani, mentre è molto più difficile trovarli negli ambienti naturali. Talmente difficile da avere indotto un gruppo di ricerca a chiedersi come mai e soprattutto quale sia l’effettiva origine di questi velocissimi, affamati ed estremamente prolifici insetti.
    A differenza di quanto suggerisca il nome, la Blattella germanica non è originaria della Germania. La specie fu classificata in questo modo dal naturalista svedese Carl Nilsson Linnaeus (quasi sempre italianizzato in Linneo), che nel Diciottesimo secolo aveva perfezionato un sistema di nomenclatura che avrebbe profondamente influenzato il modo in cui mettiamo ordine tra le specie. La scelta derivò più da ragioni storiche che scientifiche.
    I primi scarafaggi di quella specie avevano iniziato a farsi notare in Europa poco meno di tre secoli fa, almeno a giudicare dalle testimonianze dell’epoca e dai primi riferimenti a questo particolare tipo di insetto. All’epoca la Svezia era coinvolta in quella che sarebbe diventata nota come la “Guerra dei sette anni” e aveva tra i propri nemici parte dell’odierna Germania. In un certo senso finirono nel mezzo del conflitto anche gli scarafaggi, con gli opposti schieramenti che li chiamavano con riferimenti ai nemici, come “scarafaggi prussiani” o “scarafaggi russi” a seconda dei casi. In questo contesto Linneo decise di chiamare la specie Blattella germanica, nome che resiste ancora oggi e che definisce lo scarafaggio per antonomasia.
    L’origine di questi insetti non è però tedesca e nemmeno europea, almeno secondo la ricerca da poco pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Per scoprire l’origine dello scarafaggio più diffuso al mondo, un gruppo di ricerca internazionale ha chiesto a esperti in diversi paesi di fornire alcuni campioni degli scarafaggi raccolti nel corso del tempo per effettuare i loro studi. Non era una richiesta particolarmente insolita: accade di frequente che entomologi e altri studiosi ricevano individui di scarafaggi, magari dalle società che si occupano di fare disinfestazione e che vogliono assicurarsi di avere a che fare con una determinata specie.
    Il gruppo di ricerca ha ottenuto in questo modo 281 scarafaggi appartenenti alla specie Blattella germanica, più alcuni individui appartenenti ad altre specie. Dopodiché ne ha studiato il materiale genetico per identificare somiglianze e differenze, in modo da stabilire legami di parentela dal punto di vista della loro evoluzione.
    Lo studio dice che gli scarafaggi che conosciamo tutti sono strettamente imparentati con una specie asiatica che si chiama Blattella asahinai, che viene comunemente chiamato scarafaggio asiatico. Secondo il gruppo di ricerca, le due specie iniziarono a differenziarsi circa 2.100 anni fa, un periodo relativamente vicino per i tempi dell’evoluzione. Le due specie hanno moltissime cose in comune, del resto, al punto che spesso gli individui di una vengono confusi con quelli dell’altra.
    Sulla base delle differenze genetiche tra i vari scarafaggi analizzati, il gruppo di ricerca ha identificato due probabili grandi ondate di diffusione della Blattella germanica dall’Asia al resto del mondo. La prima si verificò 1.200 anni fa con uno spostamento verso occidente, forse favorito dai viaggi di mercanti e soldati, usati come risorsa dagli scarafaggi per rimediare cibo e un passaggio.
    La seconda grande ondata iniziò poco meno di quattro secoli fa, forse favorita dal progressivo sviluppo delle tecnologie per scaldare gli edifici, visto che questi animali in origine erano abituati alle temperature tropicali. L’avvio delle attività coloniali e dei commerci attraverso gli oceani favorì la successiva diffusione degli scarafaggi in buona parte del mondo. Circa 270 anni fa la Blattella germanica fece il proprio ingresso in Europa, impiegando poco tempo per diffondersi in buona parte del continente e farsi notare anche da Linneo.
    L’aspetto affascinante che il gruppo di ricerca ha derivato dalle analisi è che in un certo senso sono stati gli esseri umani a favorire l’esistenza e la diffusione della Blattella germanica. Gli scarafaggi avevano di per sé una spiccata capacità di adattamento e, di generazione in generazione attraverso mutazioni casuali, sono diventati via via più abili nello sfruttare le cose che facciamo per vivere: conservare il cibo, dormire di notte e rimanere al caldo. La Blattella germanica va alla ricerca delle nostre riserve di cibo, è spesso più attiva di notte quando può agire indisturbata e predilige gli ambienti caldi, soprattutto per potersi riprodurre.
    Le specie di blatte conosciute sono circa 4.600 (le stime variano a seconda delle classificazioni), con caratteristiche anche molto diverse tra loro, ma per questioni di prossimità nell’immaginario comune gli scarafaggi sono una cosa sola: la Blattella germanica. Piccolo, sfuggente e per molti disgustoso, questo insetto ha condizionato fortemente il nostro modo di pensare agli scarafaggi e più in generale agli insetti. In realtà il mondo degli scarafaggi è vario e a tratti sorprendente.
    Uno scarafaggio scavatore gigante (Macropanesthia rhinoceros), tra le specie di scarafaggi più pesanti (Wikimedia)
    Mentre una Blattella germanica supera di rado i due centimetri di lunghezza, la Megaloblatta longipennis raggiunge una lunghezza massima di poco meno di dieci centimetri. Per i più preoccupati: vive in Colombia, Ecuador e Perù. La specie che conta gli individui più pesanti è invece quella dello scarafaggio scavatore gigante (Macropanesthia rhinoceros) che può pesare fino a 35 grammi: vive in Australia ed è ovoviparo, cioè incuba e fa schiudere le uova al proprio interno prima di rilasciare i nuovi nati all’esterno.
    Gli scarafaggi appartenenti al genere Attaphila sono invece minuscoli e raramente superano i 3 millimetri di lunghezza. Infestano i nidi di alcune specie di formiche, riuscendo a sfuggire al controllo delle loro inconsapevoli ospiti imitandone l’odore.
    Uno dei punti di forza degli scarafaggi è la loro versatilità e capacità di nutrirsi praticamente di qualsiasi cosa. In particolare la Blattella germanica è attratta dalla carne, da alimenti ricchi di amido (come il riso o la pasta), dai cibi grassi e da quelli particolarmente zuccherini. In caso di mancanza di queste prime scelte, gli scarafaggi di questa specie non disdegnano pasti a base di residui di dentifricio, colla o sapone. Nei periodi di grande carestia, uno scarafaggio non si fa comunque molti problemi nel mangiare i propri simili. Non sono gli unici insetti a farlo ed è una soluzione che permette ai loro gruppi, spesso gerarchici, di sopravvivere il tempo necessario per produrre una nuova generazione pronta a seguire le nostre abitudini. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Marco Biagi, torna in libertà l’ex Br Simone Boccaccini

    Oltre all’omicidio di Marco Biagi, Boccaccini è stato coinvolto anche nell’assassinio di Massimo D’Antona, per il quale è stato condannato a 5 anni e 8 mesi per associazione sovversiva.Omicidio Marco Biagi, torna in libertà l’ex Br Simone Boccaccini – Nanopress.itLa sua scarcerazione anticipata è stata possibile grazie a una riduzione di pena di 10 mesi e alla buona condotta in carcere, riconosciuta dal Tribunale di Sorveglianza di Alessandria.Omicidio Marco Biagi, torna in libertà l’ex Br Simone BoccacciniSimone Boccaccini, ex brigatista fiorentino noto anche come “compagno Carlo” nei documenti interni delle Brigate Rosse, è stato rilasciato dal carcere di Alessandria. La notizia è riportata dal Corriere della Sera. Boccaccini era stato condannato per l’omicidio di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso il 19 marzo 2002 dalle Br-Pcc sotto la sua abitazione a Bologna.Inizialmente, nel giugno 2005, era stato condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Bologna per aver partecipato ai pedinamenti del professore universitario consulente del Ministero del Lavoro nei mesi e nei giorni che hanno preceduto l’agguato. Successivamente, la pena fu ridotta in appello a 21 anni nel dicembre 2006, e questa sentenza fu confermata in Cassazione nell’ottobre 2007.La sua scarcerazione anticipata è stata possibile grazie a una riduzione di pena di 10 mesi e alla buona condotta in carcere, riconosciuta dal Tribunale di Sorveglianza di Alessandria. Oltre all’omicidio di Marco Biagi, Boccaccini è stato coinvolto anche nell’assassinio di Massimo D’Antona, per il quale è stato condannato a 5 anni e 8 mesi per associazione sovversiva. La notizia del suo rilascio ha suscitato diverse reazioni, tra cui quella del figlio di Marco Biagi, Lorenzo, che ha espresso la sua indifferenza verso l’ex brigatista. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha dichiarato che la decisione di scarcerare Boccaccini per buona condotta è stata sconvolgente. Chi era Marco Biagi Marco Biagi era un giuslavorista italiano, professore universitario e consulente del Ministero del Lavoro. Il docente venne assassinato dalle Brigate Rosse il 19 marzo 2002 a Bologna. Biagi aveva lavorato su diverse riforme del mercato del lavoro in Italia e aveva sostenuto politiche di flessibilità e modernizzazione. L’omicidio di Marco Biagi – Nanopress.itLa sua morte ha suscitato grande indignazione e ha avuto un impatto significativo sulla discussione pubblica riguardante il lavoro e la sicurezza in Italia.Marco Biagi era un giuslavorista italiano, professore universitario e consulente del Ministero del Lavoro. Biagi è stato assassinato dalle Brigate Rosse il 19 marzo 2002, mentre rientrava nella sua abitazione, a Bologna. Biagi aveva lavorato su diverse riforme del mercato del lavoro in Italia e aveva sostenuto politiche di flessibilità e modernizzazione. La sua morte ha suscitato grande indignazione e ha avuto un impatto significativo sulla discussione pubblica riguardante il lavoro e la sicurezza in Italia. Le Brigate Rosse (BR) sono state un’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra, costituitasi nel 1970 con l’obiettivo di propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, le BR sono state il più potente, numeroso e longevo gruppo terroristico di sinistra in Europa occidentale. La loro attività culminò tra il 1977 e il 1980, quando compirono attentati, sequestri e omicidi contro politici, magistrati, industriali e forze dell’ordine. Tra i momenti più noti, l’agguato di via Fani e il sequestro di Aldo Moro nel 1978. LEGGI TUTTO

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    Weekly Beasts

    A Kula, sull’isola di Maui, c’è un ranch che offre servizi di ippoterapia (utilizza cioè i cavalli a scopo terapeutico) per le persone colpite direttamente o indirettamente dai grandi incendi che nell’agosto 2023 devastarono le Hawaii: per loro il servizio è gratuito e in una delle foto di animali di questa settimana c’è un cavallo di quel ranch, accarezzato durante una sessione. Poi abbiamo uno dei panda giganti prestati dalla Cina agli Stati Uniti nell’ambito di quella che viene definita “la diplomazia dei panda” e poi ancora una balena che sbuca alle Olimpiadi, il salvataggio di un leone marino e una femmina di bradipo, neomamma. LEGGI TUTTO