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    Vertice Nato all’Aia, Meloni: “Importante per impegni assunti”

    La presidente del Consiglio ha partecipato al summit dei leader dell’Alleanza Atlantica al World Forum de l’Aja. Nel corso del punto stampa a margine ha affrontato diversi temi, dall’ipotesi di una difesa parallela europea, sulla quale continua a dirsi contraria, fino ai dazi al 10% tra Ue e Usa. E su Kiev e Gaza: “Sia usata la stessa determinazione usata in Iran per il cessate il fuoco” 

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    Quello della Nato è stato “un vertice importante per gli impegni che vengono assunti, impegni significativi e sostenibili”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni all’Aja, dove si tiene il summit dei leader dell’Alleanza Atlantica. La presidente del Consiglio ha spiegato che quelle approvate sono “spese necessarie per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza. Non toglieremo nemmeno un euro dalle priorità del governo e dei cittadini italiani”. Un riferimento all’intesa sul 5%: “Sono risorse che servono a mantenere questa Nazione forte come è sempre stata”, ha sottolineato. 

    “Parte delle spese per rafforzare imprese italiane”

    La presidente del Consiglio ha proseguito, sempre parlando delle spese per la difesa: “Ho sentito molti numeri dati dalla stampa e dal Parlamento che mi sembrano molto distanti dalla realtà. Noi abbiamo fatto i nostri calcoli. Un elemento da segnalare è che una parte importante di queste risorse, se siamo bravi, viene usata per rafforzare le imprese italiane e così si crea una politica espansiva”.  LEGGI TUTTO

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    Carceri, Salvini: “Circoscrivere il reato di tortura”. Cucchi: “Non lo permetteremo”

    “La polizia penitenziaria è poco presente su giornali e quando c’è viene attaccata perché gli agenti vengono considerati aguzzini e torturatori” ma si tratta di “un mestiere prezioso in condizioni delicatissime, lavoratori che sono dentro per missione e vocazione”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, in queste ore, durante una conferenza del partito proprio sul tema delle carceri. Serve, ha proseguito, “rivedere, circoscrivere e precisare il reato di tortura: è una cosa da fare e chi se non la Lega può farlo”, ha sottolineato ancora.

    Permettere alla polizia penitenziaria “di fare il proprio lavoro”

    Secondo il pensiero del vicepremier, tra l’altro, “il decreto sicurezza non è un punto di arrivo ma una tappa, non chiude il tema sicurezza, soprattutto nelle carceri”. Occorre, ha argomentato ulteriormente, “permettere alla polizia penitenziaria di fare il proprio lavoro”. Quindi, a chi ha chiesto come si intende modificare il reato di tortura, ha risposto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: “Non abbiamo ancora un testo definito, coinvolgeremo le parti interessate, la polizia penitenziaria in primis”.
    Cucchi: “Non permetteremo sia modificato il reato di tortura”
    A stretto giro di posta è arrivata la replica della senatrice di Avs Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. “In quanto ministro dei Trasporti, Salvini dovrebbe occuparsi di quello. Vorrei fargli presente che non sono in generale gli agenti ad essere etichettati di essere ‘torturatori’ ma lo sono quelli perseguiti penalmente per questo reato, sul quale non permetteremo che vengano messe le mani soltanto per pura propaganda politica”, ha detto. “Il mio pensiero va a tutte le vittime di torture, a partire da quelli della mattanza nell’istituto di Santa Maria Capua Vetere, e la mia solidarietà va anche ai magistrati che con la schiena dritta non si fanno intimidire”, ha proseguito ancora Cucchi, il cui fratello era morto a seguito di un pestaggio delle forze dell’ordine dopo il suo arresto.

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    Giustizia riparativa, il valore del rapporto tra vittime e detenuti LEGGI TUTTO

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    Via libera del Senato al decreto legge su alluvioni e Campi Flegrei: le novità

    Ascolta la versione audio dell’articoloSì dal Senato alla conversione in legge del decreto alluvioni e Campi Flegrei, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile.Le misure urgenti sono mirate a garantire la continuità e l’efficacia degli interventi nei territori colpiti da calamità naturali. Con un’attenzione alla semplificazione amministrativa, al coordinamento tra istituzioni e alla partecipazione dei cittadini. Rispondendo con prontezza, trasparenza e concretezza alle emergenze, ponendo le basi per una ricostruzione sostenibile e integrata nel medio-lungo periodo.Loading…Gli interventiNel testo si evidenzia la volontà del legislatore di fornire risposte tempestive ed efficaci attraverso una semplificazione delle procedure amministrative e un’accelerazione degli interventi di ricostruzione, sia pubblica che privata. Viene prevista la proroga di termini, la riorganizzazione delle strutture commissariali e il potenziamento del personale coinvolto, anche con modalità straordinarie di distacco e nomina. Particolare attenzione è riservata al coordinamento tra i vari livelli istituzionali — dallo Stato centrale alle Regioni e agli enti locali — per garantire una gestione integrata dell’emergenza e della fase post-emergenziale.Coinvolgimento dei cittadiniIl testo non si limita agli aspetti tecnici e operativi, ma prevede anche strumenti per coinvolgere direttamente i cittadini, come l’attivazione di commissioni tecniche straordinarie per casi complessi e un piano di comunicazione pubblica finalizzato alla diffusione della cultura del rischio. Sono inoltre stanziate risorse finanziarie per interventi immediati e per la prosecuzione delle attività già avviate, con l’obiettivo di garantire la continuità delle azioni in corso. LEGGI TUTTO

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    Vertice Nato, spese militari e flessibilità, con vista dazi: perché Meloni scommette sulla «relazione speciale» con Trump

    Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni continua a puntare le sue fiches sulla «very special relationship» con Donald Trump. Lo fa sposando senza critiche l’accordo che sarà sottoscritto stamattina all’Aia al vertice dei capi di Stato e di governo dei 32 Paesi della Nato, spiegando ai suoi che l’aumento al 5% del Pil delle spese per difesa e sicurezza è necessario e «giusto», come sostiene anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, e che sono state accolte le principali richieste italiane: la spalmatura su dieci anni, la distinzione tra il 3,5% per la difesa in senso stretto e l’1,5% per la sicurezza (in senso più che ampio), l’assenza di obblighi di incremento annuali e la revisione degli impegni al 2029. Ma lo fa soprattutto guardando oltre: alla partita sui dazi, che deve chiudersi entro il 9 luglio, e alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina prevista a Roma il 10-11 luglio.La difesa del 5%: «Richiesta giusta degli americani»A cena al tavolo d’onore con il re d’Olanda Willem-Alexander, seduta accanto a Trump, Meloni ha mostrato ancora una volta plasticamente la sua vicinanza al presidente Usa, che ieri aveva sbandierato via social il messaggio con cui il segretario generale Nato Mark Rutte lo incoronava vincitore. Una vittoria che l’Italia gli riconosce: aveva chiesto la crescita dell’impegno degli alleati al 5% e lo ha ottenuto. Spiega Tajani in un punto stampa convocato in mattinata a margine del summit: «È una richiesta giusta che hanno fatto gli americani per avere una Nato più equilibrata, ma non è una novità: era stata fatta già nella precedente amministrazione. Erano anni che gli americani chiedevano all’Europa di investire più in sicurezza e adesso Rutte ha voluto arrivare alla conclusione».Loading…La flessibilità già ottenuta e quella chiesta all’UeLa parola chiave per l’Italia è ora «flessibilità». C’è quella che il governo rivendica di aver ottenuto con l’intesa approvata alla Nato e c’è quella subito invocata dall’Unione europea, per «rendere compatibili le regole del patto di stabilità con l’incremento delle spese di difesa» ed evitare «rischi di applicazioni asimmetriche». La prima riguarda anche l’ampiezza del cappello: tra le spese ammesse al computo del 5% e in particolare della quota sicurezza che deve salire all’1,5% (si veda Il Sole 24 Ore in edicola) il governo ha intenzione di includere voci di ogni tipo. Dalle infrastrutture come il Ponte sullo Stretto di Messina alla protezione civile, dai controlli nel Mediterraneo da parte della Guardia costiera contro il traffico di esseri umani alla protezione dei cavi sottomarini, dall’antiterrorismo alla prevenzione degli attacchi cyber. In teoria, persino i costi della controversa operazione Albania potrebbero rientrare nel conteggio.Il nodo del Patto di stabilità. Tajani: «Basta regole rigide»Ma per raggiungere il target nel 2035, come documentato nei giorni scorsi sul Sole24Ore.com citando le stime dell’Osservatorio militare Milex, la spesa dovrà aumentare dagli attuali 35 miliardi per la difesa e 10 per la sicurezza (il 2% del Pil dichiarato raggiunto dall’Italia) a, rispettivamente, 100 miliardi e 45 miliardi. Aumenti annui medi di 9-10 miliardi che, per un Paese dagli spazi fiscali ridotti come il nostro, per di più in procedura di infrazione per deficit eccessivo, significherebbe l’esigenza di reperire nuove risorse. Attivare la clausola nazionale di salvaguardia per le spese in difesa, come ha già fatto la Germania di Friedrich Merz, per noi è impossibile e limitarsi ad accrescere le spese ci impedirebbe per sempre l’uscita dalla procedura (lo ha stimato l’Upb: il debito avvierebbe la sua discesa in rapporto al Pil solo nel 2041 e il deficit resterebbe sopra il 3% fino al 2029). Con le conseguenze sui mercati temute dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Tajani, interpellato sul punto, risponde: «La flessibilità è importante perché se si vogliono raggiungere gli obiettivi bisogna guardare alle priorità, non soltanto al rispetto di regole rigide. Questo non significa lassismo, significa però, vista la situazione attuale, che in alcuni casi bisogna essere più flessibili». Vale per l’Italia, ma anche per la Spagna e gli altri Paesi del Sud.Il supporto alla linea Usa su Iran e la richiesta del cessate a fuoco a GazaPer l’esecutivo italiano, la tregua tra Israele e Iran dopo le bombe Usa sui siti nucleari iraniani è stata provvidenziale. Sarebbe stato difficile mantenere il sostegno quasi incondizionato a Trump se gli Stati Uniti fossero rimasti parte attiva nel conflitto. Diverso è poter liquidare quello a stelle e strisce come un attacco-monito. «Speriamo che la guerra dei dodici giorni sia conclusa», ha potuto commentare Tajani, proponendo Roma come la città per la ripresa del tavolo negoziale. Ha tolto Meloni dall’imbarazzo anche la telefonata durissima del presidente Usa al premier israeliano Benjamin Netanyahu: le ha dato modo di rinnovare a Trump sia il supporto al rilancio del negoziato con l’Iran sul nucleare sia la richiesta del cessate il fuoco a Gaza, da cui il titolare della Farnesina ha annunciato la partenza, direzione Italia, di 11 persone, comprese due dottoresse attese al Gemelli e all’Università per stranieri di Siena. LEGGI TUTTO