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    Il nodo Musk tra Meloni e Ue mentre Salvini riaccende la gara

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDella visita lampo di Meloni da Trump, intanto va riconosciuto l’impegno per Cecilia Sala, la giornalista imprigionata in Iran e oggetto di un difficilissimo negoziato anche con gli Usa. Certo, bisogna aspettare i risultati ma la mossa a sorpresa ha portato sulla scena una premier che ha voluto agire in prima persona anche per riparare agli errori fatti e di cui si saprà meglio col tempo. Però, di questo blitz americano vanno analizzati gli aspetti politici e quindi i rischi e le convenienze per la premier. E non c’è dubbio che la drammaticità dell’arresto di Sala ha accelerato i piani di Meloni su Trump dandole l’opportunità per un faccia a faccia con il neo presidente che segnala lo sganciamento da Biden. Perfino le parole e i toni con cui è stata accolta in Florida, dimostrano quanto lei sia riuscita a far dimenticare quella relazione speciale che si diceva aveva costruito con il presidente democratico.Ma la partenza a sorpresa è stata tale anche per i suoi alleati – Tajani e Salvini – che per l’ennesima volta hanno solo assistito al protagonismo meloniano. Insomma, non siamo costituzionalmente dentro a un premierato ma nei fatti è quello che i leader dei due partiti della coalizione stanno vivendo. E per Salvini il boccone è più amaro perché aveva pensato di poter scavalcare Meloni nel rapporto con Trump e invece non c’è spazio per lui vista l’accoglienza riservata alla premier a Mar – a – Lago. Tant’è che ieri nonostante le smentite di Palazzo Chigi di accordi con Musk sulla rete satellitare, il capo leghista ha provato a rimettersi in gara per conquistarsi le simpatie del tycoon rilanciando la bontà di un’intesa. Ecco, non demorde.Loading…Invece Meloni si mostra più cauta su una vicenda controversa com’è quella dei rapporti con un privato, miliardario. Non si tratta, infatti, di giudicare i legami con gli Usa ma i rapporti con imprenditore che gestisce settori strategici per uno Stato quali le telecomunicazioni, quindi la sicurezza nazionale e un social media in grado di indirizzare l’opinione pubblica. Doveroso chiedersi degli affari di Musk e soprattutto vanno capiti i veri obiettivi di Trump e del capo di Tesla quando indicano la premier italiana un ponte verso l’Europa che lei «ha preso d’assalto».È stato già detto molto sulle intenzioni di disarticolare l’Ue ma l’obiettivo non pare solo politico. Perché la strategia trumpiana dei dazi se abbinata all’appoggio verso partiti “sovranisti” come l’Afd – dopo l’endorsement di Musk – porterebbero pure a un rischio di declino per il mercato unico e per l’industria europea. E sarebbe un colpo anche per l’Italia. LEGGI TUTTO

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    Caso Musk, governo nega accordi. Ma opposizioni insorgono

    L’indiscrezione pubblicata da Bloomberg, che parlava di discussioni avanzate con Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all’Italia con un contratto quinquennale da 1,5 miliardi, ha scatenato le polemiche. Le opposizioni hanno parlato subito di “notizie inquietanti” e hanno chiesto a gran voce che Giorgia Meloni chiarisse. Palazzo Chigi, poco dopo, è intervenuto per smentire ufficialmente che sia stato firmato un contratto e ha confermato solo dei “normali approfondimenti” con le società che si occupano di questi dossier. Una presa di posizione, questa, sottolineata anche dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. Mentre oggi, a Sky TG24, Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera di Fdi, ha precisato: “È un polemica davvero fondata sul nulla”. E ha aggiunto: “Sarebbe una cosa illecita se il governo avesse concluso dei contratti, perché noi abbiamo un Codice degli appalti che, anche nei settori speciali, presuppone comunque lo svolgimento di una procedura di evidenza pubblica che preclude la possibilità di qualsiasi contratto. Basterebbe quindi conoscere un po’ le leggi per sapere che quello che le sinistre dicono è del tutto impossibile da realizzare”.

    Le critiche dell’opposizione

    L’opposizione vuole però maggior dettagli sulla vicenda. La prima occasione utile sarà il question time in programma per mercoledì alla Camera in cui Avs ha già annunciato di voler presentare un’interrogazione al governo. A chiedere che sia direttamente la premier a presentarsi in Parlamento per dare spiegazioni sono stati, uno dopo l’altro, tutti i leader dell’opposizione. Dura la segretaria del Pd, Elly Schlein: “L’Italia non si svende” e Meloni “non pensi di cavarsela con qualche riga affidata alle agenzie di stampa e ai giornali amici. Lei e il suo governo vengano immediatamente a riferire in Parlamento sulle trattative con Musk”. “Se Musk vuole investire in Italia è il benvenuto. Se Musk vuole i soldi dei contribuenti italiani, Meloni deve spiegare perché, come e quando. Mi sembra il minimo, no? Su questa cosa andremo fino in fondo”, è intervenuto anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Mentre il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, incalza: “Dunque essere patrioti e sovranisti significa vendere pezzi di sicurezza nazionale a Elon Musk, consegnare la rete TIM (anch’essa strategica per la sicurezza nazionale) agli americani di KKR, svendere per pochi spiccioli la compagnia aerea di bandiera ai tedeschi, privatizzare Poste Italiane”.
    La reazione della maggioranza
    A respingere le accuse ci ha pensato subito Giovanni Donzelli, responsabile del programma di Fdi: “Il governo ha già chiarito che non sono vere le notizie”. “Che Musk sia pronto a fornire servizi non mi sembra una notizia. Credo che tutti sappiano che è un imprenditore che è interessato a fornire servizi e a guadagnarci. Che il governo italiano abbia fatto un accordo in questa direzione è stato smentito e non ci vedo una contraddizione con quanto detto da Musk”, ha chiarito. Sulla stessa linea il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “È davvero triste lo spettacolo di un’opposizione che si inventa un fantomatico accordo del governo con una società di Elon Musk e che a fronte di una secca e categorica smentita con una nota ufficiale di Palazzo Chigi, che per la pseudonotizia arriva a usare il termine ‘ridicola’, tenta disperatamente di insistere”. 
    Musk a Salvini: “Accordo? Sarebbe grandioso”. Conte attacca
    Il ministro dei Trasporti Salvini, intano, ieri, su X, aveva auspicato proprio un accordo per l’utilizzo di Space X, considerandolo un’opportunità. E oggi è arrivata la risposta di Musk, che continua a far sapere di essere pronto: “Sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne”. A stretto giro, sullo scambio, è però arrivato, critico, il commento del leader del M5s, Giuseppe Conte: “Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la gara a chi è più amico di Musk. Vengano in Parlamento a spiegare anziché stare sui social o nascondersi dietro qualche nota. Non possiamo sapere quel che sta succedendo nel nostro Paese dai commenti social di un cittadino straniero come Musk interessato a espandere i suoi affari in Italia e in Europa. La storia è costellata da personalità tutte genio e sregolatezza. Ma un governo che vuole tutelare l’interesse nazionale e la trasparenza dei processi democratici non affida a loro asset strategici con trattative riservate. Viene piuttosto in Parlamento a chiarire a tutti gli italiani”. LEGGI TUTTO

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    Regioni, terzo mandato della discordia. Verso lo stop del Governo al prossimo Consiglio dei ministri

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa battaglia contro il terzo mandato non è una novità per la maggioranza, sostenuta dal partito della premier e Forza Italia. I messaggi che arrivano alla spicciolata nelle ultime ore contro l’ipotesi di un ulteriore allargamento dei termini per le candidatura di Luca Zaia esplicitano una linea di fatto già scritta. E ha un parallelo in Campania, dove “regna” Vincenzo De Luca del Pd. Nei prossimi giorni, con un ricorso alla Corte costituzionale, l’esecutivo potrebbe impugnare la legge campana che autorizzerebbe il terzo giro di De Luca, peraltro osteggiato duramente dalla leader dem Elly Schlein. I tempi sono stretti, la norma va “contrastata” al massimo entro il 10 gennaio perché la Consulta lo recepisca e abbia tempo per dare un parere.FdI, altolà dallo stato maggioreMa la questione dei governatori potrebbe essere il prossimo tallone d’Achille del centrodestra. Protagonista Luca Zaia, il leghista al timone del Veneto dal 2010 e che punterebbe a un altro quinquennio. Un netto no è arrivato da Luca Ciriani, ministro fedelissimo di Giorgia Meloni e responsabile dei rapporti con il Parlamento. In un’intervista smonta l’ipotesi e respinge la proposta della Lega di un rinvio del voto in Veneto al 2026, rispetto a quest’autunno. Difficile non vedere nella doppia frenata una scelta politica. Il partito di Ciriani, Fratelli d’Italia, non ha mai nascosto mire sul Veneto, dove da tempo ha sorpassato la Lega nei consensi. Da qui una sorta di prelazione che il ministro rivendica («mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome», e «non per rivincita o rivalsa, ma per oggettività»).Loading…Le contromosse del CarroccioLa Lega non ci sta a farsi da parte, con o (più probabilmente) senza Zaia, in una roccaforte del partito. Ciriani boccia il terzo mandato dicendo che la questione si poteva affrontare in Parlamento «con una proposta di legge, magari da parte della Lega». Invece dopo un blitz tentato dai leghisti mesi fa per inserirlo in un decreto stoppato dal Parlamento, per l’esponente di FdI «ora è difficile tornare indietro». Un ragionamento «sbagliato» per i parlamentari più vicini a Matteo Salvini che ribattono: per guidare una Regione, contano più di tutto l’esperienza e la maturità di una classe dirigente, sostengono. E qualcuno nel Carroccio punzecchia che sarebbe curioso che FdI guidasse il Veneto senza avere molti sindaci lì.Ricorso al Tar in CampaniaMentre si attende la decisione dell’esecutivo sul terzo mandato alcuni consiglieri regionali della Campania (centrodestra e indipendenti) hanno deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale nel corso della quale si è dato – a maggioranza – il via libera a De Luca per candidarsi appunto per la terza volta alla guida della Campania. In punta di diritto i ricorrenti contestano «la palese violazione e la falsa applicazione della legge in materia di regolamento interno del Consiglio regionale della Campania, oltreché degli articoli 3 e 97 della Costituzione». Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia, è intervenuto dopo la nota degli esponenti del centrodestra per precisare che «sul terzo mandato la linea sarà dettata dal Governo nella seduta del 7 gennaio, in accordo con i leader nazionali». «Il Tar – aggiunge – non ha competenza sulla legittimità della legge relativa al terzo mandato, ma solo sulle procedure seguite. È importante – precisa ancora Martusciello – distinguere tra i due ambiti: quello tecnico-giuridico delle procedure e quello politico, che sarà affrontato in sede governativa». Martusciello è uno dei tre esponenti del centrodestra che hanno dato la loro disponibilità alla candidatura. Con lui, che rappresenta FI, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, in quota FdI, e il parlamentare della Lega, Gianpiero Zinzi. La presentazione del ricorso per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale è stata proposta dal capogruppo della Lega, Severino Nappi e condivisa da tutti i consiglieri del centrodestra. LEGGI TUTTO

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    Riforma giustizia, mercoledì primo voto alla Camera su separazione carriere giudici

    Introduzione
    Ormai archiviata la Legge di bilancio e la pausa natalizia, in Parlamento si torna a lavorare sulle riforme: alla Camera dei Deputati la maggioranza è pronta a incassare il primo via libera al testo sulla separazione delle carriere della magistratura. Oggi, 7 gennaio, alle 12 scade il termine per presentare gli emendamenti. Domani l’aula comincerà a discuterli. In ballo c’è il primo dei quattro voti richiesti per portare a casa una riforma di stampo costituzionale. La maggioranza ha tutte le intenzioni di approvarla non più tardi della fine del mese, così da ottenere anche il sì del Senato prima della pausa estiva. LEGGI TUTTO

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    Elisabetta Belloni lascia la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaElisabetta Belloni lascia la guida dell’Intelligence. La decisione di un passo indietro al Dis, dopo quasi cinque anni, da concretizzarsi formalmente entro una decina di giorni, sarebbe stata anticipata ad alcuni amici durante il mese di dicembre. E poi spiegata di persona alla premier Giorgia Meloni in una riunione riservata alla presenza anche del sottosegretario Alfredo Mantovano, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Romana, classe ’58, l’ambasciatrice è – della struttura – direttore generale dal 12 maggio del 2021, su nomina di Mario Draghi. Per l’addio fonti qualificate indicano la data del 15 gennaio.Le voci su possibili incarichi (smentite)Quella di Belloni non sarebbe una decisione improvvisa, ma in anticipo di alcuni mesi rispetto alla naturale scadenza del suo mandato, prevista per maggio al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organismo che coordina l’attività del comparto. Nel futuro di Belloni si è parlato di un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, possibilità tuttavia che (per ora) sembra esclusa. Il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto, di stima reciproca e di collaborazione. Assai meno fluido sembrava quello con Mantovano, soprattutto nell’ultima fase.Loading…Prima donna segretario generale della FarnesinaStudentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina.Più volte candidata “eccellente”Il suo nome è stato proposto molte volte nel corso degli anni per incarichi di alto livello, come la presidenza della Repubblica nel gennaio 2022. L’elezione sfumò quando sembrava cosa fatta. Dopo le Politiche del 25 settembre 2022 il suo nome è stato fatto come possibile ministro degli Affari esteri del nuovo governo. Si era parlato di lei anche come alternativa a Raffaele Fitto per ricoprire l’incarico di commissario europeo nella nuova squadra. Nel marzo scorso Meloni l’ha nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana, ruolo che ha ricoperto – insieme alla direzione del Dis – fino alla fine dell’anno tornando così alla sua prima passione, le relazioni diplomatiche. LEGGI TUTTO

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    Todde, dal 7 il caso in Consiglio regionale. Legali al lavoro per il ricorso in tribunale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDa una parte il ricorso davanti al tribunale ordinario, dall’altra la questione politica in Consiglio regionale. Da martedì, chiusa la parentesi delle vacanze natalizie, l’affaire Todde, ossia l’ordinanza ingiunzione di decadenza della presidente della Regione, arriva nelle stanze dell’assemblea legislativa regionale della Sardegna. Incassato il sostegno e il supporto della coalizione che «si è compattata e rafforzata» oltre che quello del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte e della segretaria del Pd Elly Schlein, la presidente della Sardegna Alessandra Todde va avanti. Della questione, come ribadito anche nel corso dell’ultima conferenza stampa, «se ne occuperanno gli avvocati». E poi anche il Consiglio regionale.Due binari distintiDue binari distinti che vedranno i legali impegnati nella preparazione del ricorso al Tribunale ordinario (civile e non amministrativo) e gli organismi dell’assemblea legislativa affrontare la questione. Ossia l’ordinanza ingiunzione emessa dal Collegio elettorale di garanzia presso la Corte d’appello di Cagliari. La vicenda resta, comunque, complicata anche perché si tratta del primo caso nello scenario nazionale. Per questo motivo già dal 7 gennaio il provvedimento sarà sul tavolo della Giunta per le elezioni. L’atto inizierà a essere affrontato prima con incontri informali e poi in una seduta ad hoc che sarà convocata dal presidente dell’organismo consiliare composto da nove consiglieri tra i quali 5 della maggioranza del campo largo e 4 delle opposizioni. I componenti dovranno quindi studiare le 10 pagine e i 7 punti indicati nell’atto notificato i giorni scorsi alla presidente della Regione. Al centro le irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali di 11 mesi fa. Alla luce degli approfondimenti, poi, ci sarà da sciogliere il nodo sul da farsi: ossia se l’assemblea legislativa sarda possa solo fare una mera presa d’atto del provvedimento del collegio elettorale, o se possa decidere in maniera diversa.Loading…Il sostegno della CoalizioneA sostegno della presidente Todde l’intera coalizione di centrosinistra che ha ribadito «piena fiducia» nella Governatrice. Posizione confermata anche nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza. Per la prossima settimana potrebbe essere prevista la convocazione della conferenza dei capigruppo.La questione ProcuraC’è poi la questione della trasmissione degli atti in Procura che potrebbe aprire un altro fronte giudiziario e politico dato che il Collegio di garanzia oltre ad aver comminato una sanzione da 40 mila euro ha disposto la trasmissione degli atti in Procura «stante – si legge nel dispositivo – le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni depositate e l’omesso deposito della citata fattura presente nel cassetto fiscale della stessa».La presidente va avantiDalla presidente la sottolineatura di avere la «massima fiducia nella magistratura» e di essere «legittimata ad andare avanti» anche alla luce del fatto che si tratta di un atto non definitivo. Dal centrodestra non mancano gli attacchi. Da quello dell’ex governatore Ugo Cappellacci che ha parlato di «dilettanti allo sbaraglio» agli esponenti nazionali allo sconfitto alle regionali Paolo Truzzu che ha chiesto bilancio tecnico e poi il ritorno al voto. LEGGI TUTTO

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    Todde, ecco l’ordinanza

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaLa presidente pentastellata della Regione Sardegna Alessandra Todde ha ricevuto una dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliere regionale da parte del Collegio regionale di garanzia elettorale (la struttura istituita presso la Corte d’Appello che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica e per il Consiglio regionale).Tutto è legato alla rendicontazione delle spese sostenute durante la campagna elettorale dei primi mesi del 2024, chiuse con la vittoria per poche migliaia di voti di Todde sul candidato del centrodestra ed esponente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. Dopo la richiesta di accesso agli atti da parte di un parlamentare di Forza Italia sono partiti i controlli. Alla fine delle verifiche sono state rilevate inadempienze che hanno portato all’emissione di un provvedimento inviato al Consiglio regionale. Di seguito il testo dell’ordinanzaLoading… LEGGI TUTTO

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    Meloni, incontro con Trump in Florida nella notte

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaLa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è volata negli Usa per raggiungere la residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago. Giorgia Meloni va in Florida, a Mar-a-Lago, per un incontro con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. A quanto apprendono le agenzie di stampa italiane si parlava già da qualche giorno di una missione della premier in Florida, prima dell’Inauguration day, al quale non parteciperà, confermano fonti diplomatiche.L’incontroL’aereo della premier è decollato sabato mattina poco dopo le 11 e, dopo una scalo tecnico all’aeroporto internazionale di Shannon, in Irlanda, ha ripreso il viaggio per gli Stati Uniti. L’incontro a Mar-a-Lago è in programma all’una e mezza nella notte tra sabato e domenica, ora italiana. La missione di Meloni oltreoceano trova conferma anche da fonti italiane, mentre il referente in Italia di Elon Musk, Andrea Stroppa, su X ha pubblicato un post con le bandiere dell’Italia e degli Stati Uniti accompagnate da un’immagine prodotta con l’intelligenza artificiale in cui si vedono la premier, Trump e Musk con indosso abiti dell’antica Roma.Loading…I temi sul tavoloL’incontro con Trump potrebbe essere l’occasione anche per affrontare il caso di Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso, dopo che le autorità italiane, su mandato degli Stati Uniti, hanno arrestato il cittadino iraniano, Mohammed Abedini. Sul tavolo anche gli altri temi in agenda e centrali nel rapporto Italia-States, tra questi i conflitti in corso, i dazi e il rapporto con la Ue. LEGGI TUTTO