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    Vaccini, il ministro Schillaci revoca le nomine del Gruppo tecnico

    La decisione arriva dopo le polemiche per la nomina all’interno del Nitag di due medici noti per le loro posizioni no vax. Schillaci: “La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore”

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    Revocate le nomine di tutti i membri del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag). La decisione del ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha firmato il decreto, arriva dopo le polemiche degli scorsi giorni per le posizioni no vax di due suoi membri. Le critiche riguardano i nomi del veronese Paolo Bellavite e del pediatra toscano Eugenio Serravalle, due medici conosciuti per le loro posizioni contrarie ai vaccini. La loro nomina ha fatto nascere un braccio di ferro anche politico oltre alle polemiche del mondo accademico e scientifico sul tema. Come si spiega in una nota del Ministero, “in particolare si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei componenti del Nitag per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati”. Poi la specifica del ministro Schillaci: “La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore. Con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini”.

    Le polemiche

    Nei giorni scorsi il tema era emerso dopo che la dirigente del dipartimento prevenzione della Regione Veneto, Francesca Russo, una delle figure che ha guidato la campagna contro il Covid, aveva rifiutato la nomina nel Nitag proprio per la presenza dei due medici. La decisione, come spiega Russo in una lettera alla direttrice del Dipartimento Prevenzione del Ministero, Maria Rosaria Campitiello, è “maturata a seguito della valutazione della composizione del gruppo, nella quale sono presenti componenti che, in passato, hanno più volte espresso pubblicamente posizioni non coerenti con le evidenze scientifiche in materia di vaccinazioni, arrivando in alcuni casi a sostenere o diffondere messaggi contrari alle strategie vaccinali nazionali”.   LEGGI TUTTO