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    Siria, Tajani a Damasco incontra Al Jolani. Il ministro: “Italia ponte tra Siria e Ue”

    Il ministro degli Esteri ha incontrato il presidente ad interim della Siria e ha ribadito la volontà dell’Italia di “favorire il processo di riforme in Siria”. Nel viaggio di rientro da Damasco Tajani farà tappa a Beirut, in Libano

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    Viaggio a Damasco per il ministro degli Esteri Antonio Tajani che è stato accolto dal presidente ad interim della Siria, Abu Mohammad al-Jolani (Ahmed As Shaara). L’incontro tra i due è seguito da una conferenza stampa durante la quale il vice premier ha dichiarato che “l’Italia è pronta a fare la sua parte per favorire il processo di riforme in Siria”. “Abbiamo l’ambasciatore qui e vogliamo essere vicino al popolo siriano e sostenerlo in tutti i settori. Vogliamo rilanciare la cooperazione economica in settori cruciali. Vogliamo essere ponte tra la nuova Siria e l’Ue”, ha dichiarato Tajani.

    Tema trafficanti esseri umani

    Nel corso della conferenza stampa il ministro degli Esteri italiano ha aggiunto che con il leader siriano Jolani è stato fatto un focus “anche sulla possibilità di combattere i trafficanti di essere umani che sono anche i trafficanti di droga”. LEGGI TUTTO

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    Chi è il generale Caravelli, direttore dell’Aise volato in Iran per liberare Cecilia Sala

    Originario della provincia di Chieti, 63 anni, dal 1979 nell’Esercito italiano. Il generale ha avuto un ruolo chiave nell’operazione per riportare in Italia la giornalista, detenuta nel carcere iraniano di Evin da 20 giorni. Caravelli lavora nell’Intelligence dal 2014, quando entra nell’Aise, l’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna, prima come vice e poi come direttore

    Decenni di attività in Medio Oriente, contatti in Paesi complessi e capacità di lavoro dietro le quinte. Il successo del ritorno a casa di Cecilia Sala è dovuto anche al generale Giovanni Caravelli, volato personalmente a Teheran per chiudere l’accordo e riportare in Italia la giornalista dopo 20 giorni di detenzione nel carcere di Evin. L’operazione messa in campo dal governo italiano per giungere alla liberazione di Cecilia Sala ha visto la partecipazione di più agenti, dalla premier Meloni andata fino a Mar-a-Lago per parlare con il presidente eletto Trump, al lavoro di Intelligence di Mantovano, al lavoro diplomatico di Tajani. Il tassello finale l’ha messo però il generale Caravelli che ha concluso i dettagli con l’Iran e ha atteso l’uscita, la mattina dell’8 gennaio, della giornalista dal carcere.

    Chi è

    Figura slanciata, occhiali e aspetto pacato, Giovanni Caravelli è generale dell’Esercito italiano e, dal 2020, direttore dell’Aise. Nato a Frisa, nel Chietino, 63 anni fa, Caravelli inizia la sua carriera militare nel 1979, quando entra nell’Accademia militare di Modena subito dopo il liceo classico. Dopo vari incarichi nell’Esercito, entra nel Sismi, il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, nel 2002 e vi resta fino al 2008. Poi, nel 2014, torna all’Intelligence in quanto vicedirettore vicario dell’Aise, l’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna, di cui diventa direttore nel 2020.  LEGGI TUTTO

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    Meloni in conferenza stampa: “Sala? Ha vinto sistema Italia. Su Starlink fase istruttoria”

    Tra i più critici sulle dichiarazioni di Meloni legate alla questione Musk-Starlink anche Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde. In una nota scrive: “La premier Meloni su Elon Musk ha fatto delle affermazioni incredibili, alterando la realtà e la verità, proprio come fa il plurimiliardario che usa il suo potere tecnologico e le sue piattaforme social per condizionare le elezioni e le democrazie europee. Musk ha chiesto le dimissioni del premier britannico Keir Starmer, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, e oggi terrà una videoconferenza con la leader tedesca di AFD, un partito neonazista. Musk ha anche attaccato i giudici italiani e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nonostante tutto questo, la presidente Meloni, in un’affermazione surreale, sostiene che Musk non rappresenti un pericolo per le democrazie, quando ogni giorno, attraverso le sue piattaforme, attacca governi democraticamente eletti e diffonde fake news”.  LEGGI TUTTO

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    “Presidente, lei calpesta le formiche?”. La risposta divertita di Giorgia Meloni

    “Io non lo so se calpesto le formiche? Se le vedo no, confesso che poi non le vedo sempre. Se poi quando calpesto le formiche piove? Ci starò più attenta…”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa rispondendo alla domanda di un cronista

    Una parentesi scherzosa che ha divertito tutti, a cominciare dalla premier che ” è stata al gioco”. Tutto è iniziato con la domanda del direttore dell’Agenzia Vista, Alexander Jakhnagiev, che nel corso della conferenza stampa (qui l’integrale) della presidente del Consiglio organizzata ogni anno da Ordine dei Giornalisti e Associazione della Stampa Parlamentare ha chiesto alla premier: “Se calpesta le formiche, ci fa caso mentre cammina? ” spiegando che un detto popolare vuole che quando si calpestano le formiche, poi piove. Immediata la risposta di Giorgia Meloni che in tutta sincerità ha affermato: “Io non lo so, sono disperata. Se calpesto le formiche? Se le vedo no, confesso che poi no le vedo sempre. E’ la risposta giusta? Sono in difficoltà. Se poi quando calpesto le formiche piove? Ci starò più attenta…”, ha chiuso la premier divertita dall’insolita domanda. LEGGI TUTTO

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    Campania, il Governo impugnerà la legge per il terzo mandato di De Luca

    Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha comunicato che incontrerà i giornalisti nella giornata di domani, 10 gennaio alle ore 11, nella sala “De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, a Napoli. Non sono stati comunicati nel dettaglio i temi della conferenza stampa, anche se è molto probabile che al centro delle discussioni ci sarà la decisione del Governo – anticipata già stamani dalla premier Giorgia Meloni – di impugnare la legge della Campania che dà il via libera al terzo mandato per il governatore campano. Annuncio sul quale, al momento, la Regione ha scelto di non intervenire.

    Le tempistiche

    Il tempo, sostanzialmente, volge al termine visto che il tempo utile per impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale della Campania che permetterebbe di fatto il terzo mandato per il governatore dem scade proprio il 10 gennaio. Il testo dell’impugnativa, a cui hanno lavorato Elisabetta Casellati e Roberto Calderoli, è dunque pronto per essere approvato dal primo Consiglio dei ministri dell’anno. Alimentando, di fatto, il disappunto della Lega e dei governatori del Nord coinvolti nel tema, tra cui il veneto Luca Zaia e il friulano Massimiliano Fedriga su tutti.
    Le parole di Giorgia Meloni
    ”Nel Cdm di oggi impugneremo la legge regionale della Campania sul terzo mandato”. Lo ha detto, durante la conferenza stampa di inizio anno, proprio il premier Meloni, confermando le indiscrezioni sullo stop governativo alla norma “salva De Luca”. Meloni ha spiegato comunque che sul tema non c’è una stessa posizione all’interno del centrodestra: ”Non c’è un’unica posizione all’interno della maggioranza”, ha sottolineato. ”Partendo dal caso della Campania c’è un tema di metodo. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per gli approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia una questione che compete allo Stato nazionale o se le Regioni siano in grado o siano nella facoltà di autodeterminarsi. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia di competenza dello Stato nazionale, ed è la ragione per la quale nel Cdm di oggi noi impugniamo la legge regionale della Campania”, ha ribadito Meloni. ”Dopodiché – ha continuato – per quello che riguarda il merito della questione, sapete che non c’è un’unica posizione all’interno della maggioranza da questo punto di vista. Diciamo che non c’è un accordo tra i partiti della maggioranza, soprattutto perché per come la vedo io, penso che sarebbe incoerente per quello che riguarda i presidenti di Regione rispetto a quello che riguarda i sindaci delle grandi città”. Dopo aver ricordato l’indicazione di un doppio mandato affidata alla riforma del premierato Meloni conclude: ”E’ un tema sul quale sono disponibile a parlare, perché è vero che ci sono scenari diversi, però ad oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire. Diciamo uno sì e uno no, perché questo non sarebbe coerente per le istituzioni e il loro complesso”.
    Il possibile scenario in Campania
    Detto ciò, l’escamotage pensato da De Luca per tentare la terza elezione nella primavera del 2025 è quello di far valere il calcolo dal mandato in corso e non dalla prima elezione del 2015, come sottolinea anche “Il Sole 24 Ore”. “Il computo di due mandati consecutivi decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”, ha sottolineato la legge regionale campana, approvata il 5 novembre.
    Terzo mandato, Zaia: “Governato col cuore, fiero di aver ridato reputazione a Veneto”
    “Ho governato col cuore e se ho fatto bene o male lo giudicheranno poi i veneti, cui credo però di aver restituito l’orgoglio di vivere in una regione che durante i miei anni ha riguadagnato una certa reputazione a livello nazionale e internazionale. Una cosa che mi inorgoglisce perché ho lavorato a questo obiettivo sin dal mio primo giorno”. Lo ha detto lo stesso Zaia, in una lunga intervista all’emittente locale Rete Veneta, rilasciata alla vigilia del Consiglio dei ministri odierno. Zaia, ricordando di essere sempre stato contrario al limite dei mandati sin da quando era presidente della Provincia di Treviso negli anni ’90, non ha rivelato alcun possibile piano o ambizione personale per un futuro alternativo alla guida della Regione Veneto. “Sono sempre candidato a tutto, ma intanto io finisco questo mandato – ha argomentato – e solo dopo deciderò cosa fare. Una decisione che prenderò solo dopo che tutti gli altri avranno deciso che fare e anche in funzione di quello che accadrà nei prossimi mesi” ha poi aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Cos’è il Piano Mattei: ecco perché si chiama così e cosa prevede

    Piano Mattei è l’espressione scelta dall’esecutivo capeggiato da Giorgia Meloni per sintetizzare un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, un piano energetico e sociale per il continente che richiama il nome dell’ex presidente Eni scomparso nel 1962. Proprio di Mattei si cerca di emulare  quello che viene deifinito un approccio “non predatorio” nei confronti dell’Africa da parte europea, volto alla promozione di uno sviluppo sostenibile e duraturo.
    Le critiche dell’opposizione
    Questo l’obiettivo del Piano per la maggioranza di governo. Una “scatola vuota”, invece, secondo le opposizioni, che non prevederebbe risorse e progetti concreti per investimenti. Il Piano si riempirà di contenuti, replicano governo e maggioranza, che dovrebbero essere definiti in collaborazione tra Italia e Paesi africani.”Finora non ha funzionato un certo approccio paternalistico e predatorio”, ha spiegato Meloni. “Quello che va fatto in Africa non è carità, ma partnership strategiche da pari a pari”, ha aggiunto la premier.  Il progetto mira a mobilitare almeno 4 miliardi di fondi italiani nell’arco dei prossimi cinque-sette anni, coinvolgendo, per quanto possibile, tutto il sistema Italia. Il nostro Paese, nell’idea del Piano Mattei, farebbe da apripista a un maggiore coinvolgimento anche dell’Unione europea e delle istituzioni internazionali. In questo senso si spiegano le adesioni al massimo livello dei rappresentati europei, Von der Leyen, Michel e Metsola così come delle agenzie dell’Onu.  LEGGI TUTTO

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    Giorgia Meloni in conferenza stampa: “Troppa falsità su mia sorella Arianna”

    Politica
    Compleanno Meloni, la Premier compie 47 anni: la carriera politica

    La leader di Fratelli d’Italia il 21 ottobre 2022 ha ricevuto l’incarico di formare il governo, diventando la prima donna premier della storia del Paese. Dall’inizio della carriera politica, fino alla vittoria delle elezioni: ecco la sua storia

    Compie oggi 47 anni Giorgia Meloni, la prima donna a diventare Presidente del Consiglio in Italia: dopo l’affermazione della coalizione di centrodestra alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ha ricevuto da Sergio Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo. Dall’inizio della sua carriera fino a Palazzo Chigi, ecco la storia della leader di Fratelli d’Italia

    Giorgia Meloni è nata a Roma il 15 gennaio del 1977. Come riporta la biografia sul suo sito personale, ha iniziato a interessarsi di politica fin da giovanissima: nel 1996 ha iniziato la sua militanza in Alleanza Nazionale, diventando responsabile del movimento studentesco del partito. (In foto con Maurizio Gasparri, Gianni Alemanno, Gianfranco Fini e Italo Bocchino)

    Nel 1998, quando aveva 21 anni, è stata eletta consigliere della provincia di Roma nelle fila di Alleanza Nazionale. È rimasta in carica fino al 2002. All’interno del partito, intanto, viene eletta presidente di Azione Giovani – il movimento giovanile di An – nel 2004 LEGGI TUTTO