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    Codice della strada, al via il voto in Senato per il via libera definitivo: ecco tutte le sanzioni e le novità

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaRitiro della patente per chi guida col telefonino in mano o sotto effetto di alcol e stupefacenti, nonché per chi abbandona gli animali in strada. E ancora, stretta sui monopattini con obbligo di targa casco e assicurazione. Sale poi la cilindrata delle auto che potranno guidare i neopatentati, ma il limite durerà tre anni. E’ ad un passo da diventare legge il ddl che riforma il Codice della Strada. Approvato dalla Camera è arrivato in aula al Senato senza modifiche. Le votazioni iniziano nel pomeriggio. Il via libera definitivo è atteso tra oggi e domani. Ecco le nuove regoleTelefonini al volante La sanzione per chi guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1.000. Viene inserita anche la sospensione automatica di una settimana se si viene sorpresi col telefono al volante e sulla patenti si hanno almeno 10 punti. In caso di recidiva la multa lievita fino a 1.400 euro, la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti. I tempi di sospensione, poi, raddoppiano se l’uso del telefonino causa un incidente o manda fuori strada un altro veicolo.Loading…Guida in stato di ebrezzaScatta la tolleranza zero: se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si riceve una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro). Sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni. Cosa si può bere in pratica? Dipende dal peso, dall’altezza e se si è a stomaco pieno: in genere si è sicuri con un bicchiere di vino o una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico. Per i neo patentati le norme già in vigore prevedono un tasso alcolico zero per tre anni. Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente. Tra le sanzioni c’è anche l’obbligo di installare sulla macchina l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.Guida sotto effetto di stupefacentiTolleranza zero anche per chi guida dopo aver fatto uso di stupefacenti. Basterà risultare positivo ai test perché scatti la revoca della patente e la sospensione di tre anni.Eccesso di velocitàSanzione da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità. Se la violazione è compiuta all’interno di un centro abitato e per almeno due volte nell’arco di un anno, la sanzione è innalzata fra 220 e 880 euro con sospensione della patente da quindici a trenta giorni. LEGGI TUTTO

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    Emilia Romagna, chi è Isabella Conti: la consigliera più votata alle regionali

    Isabella Conti, ex sindaca di San Lazzaro sostenuta dal centrosinistra, ha ottenuto quasi 20mila preferenze alle urne in Emilia Romagna, diventando la consigliera più votata a questa tornata elettorale. “Sono molto emozionata e molto grata, grata a Matteo (Lepore, ndr) moltissimo perché io so che se non fosse stato per lui non avrei avuto la possibilità di provare a mettermi in gioco”, ha detto Conti

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    Ha ottenuto quasi 20mila preferenze alle elezioni regionali in Emilia Romagna, diventando la consigliera più votata in questa tornata elettorale. Isabella Conti, ex sindaca di San Lazzaro sostenuta dal centrosinistra, ha ricevuto il maggior numero di voti alle urne in Emilia Romagna. “Sono molto emozionata e molto grata, grata a Matteo moltissimo perché io so che se non fosse stato per lui non avrei avuto la possibilità di provare a mettermi in gioco”, ha detto Conti, citata dal Corriere di Bologna, riferendosi al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, durante il suo intervento alla sede del Pd in via Lincoln. 

    Chi è Isabella Conti

    Originaria di Bologna, classe 1982, Isabella Conti si avvicina alla politica all’età di 14 anni, quando entra come attivista nella Sinistra giovanile. Ha ricoperto, per due volte, il ruolo di sindaca del comune di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna. Riconfermata per un secondo mandato nel 2019 alla guida della cittadina bolognese, conquista l’81% delle preferenze dei cittadini. Nel 2021 Conti, che allora sosteneva Italia Viva, sfida Matteo Lepore alle primarie del centrosinistra per le Comunali. In seguito tornerà al Pd.
    La “Colata di Idice”
    Durante il suo mandato a San Lazzaro di Savena, Isabella Conti balza agli onori della cronaca opponendosi alla cementificazione e alla cosiddetta “Colata di Idice”. A seguito di quella decisione, l’ex prima cittadina del comune bolognese denuncia di aver subito pressioni: ne seguirà un’inchiesta che coinvolgerà altri esponenti dem, dirigenti di coop e rappresentanti delle imprese costruttrici. Nel 2021, sulla questione si esprimerà il Consiglio di Stato che darà ragione alla sindaca.   LEGGI TUTTO

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    Regionali, Bandecchi: “Se Meloni mi avesse scelto Proietti sarebbe a casa a lavare piatti”

    Le ruvide dichiarazioni del leader di Alternativa Popolare e l’attacco alla governatrice neo eletta rappresentano un chiaro messaggio alla coalizione di centrodestra. Il sindaco di Terni sembra voler rivendicare un ruolo più centrale e incisivo, criticando implicitamente la strategia adottata durante le regionali e suggerendo che la mancanza di una leadership forte abbia contribuito alla sconfitta

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    Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha espresso con forza il proprio punto di vista riguardo le recenti elezioni regionali in Umbria (LO SPECIALE), lasciando intendere che il risultato sarebbe stato ben diverso se lui avesse rappresentato il centrodestra come candidato presidente. In un’intervista a La Stampa, Bandecchi ha dichiarato: “Se il candidato presidente del centrodestra fossi stato io, Proietti non avrebbe avuto nulla da festeggiare”. Le sue parole, dunque, suonano come un chiaro segnale di insoddisfazione verso la strategia adottata dalla coalizione. 

    L’attacco a Proietti

    Con toni ancora più ruvidi, Bandecchi ha rincarato la dose, lanciando una provocazione diretta alla neoeletta presidente della Regione, Eugenia Proietti: “Se fossi stato io il candidato del centrodestra, lei stasera non avrebbe festeggiato niente, sarebbe rimasta a casa a lavare i piatti”. Una frase destinata a far discutere, che riflette la convinzione del primo cittadino di Terni rispetto alla forza che avrebbe potuto avere sulle sorti della competizione elettorale. Secondo Bandecchi, la sua presenza alla guida del centrodestra avrebbe potuto ribaltare il risultato. Bandecchi ha sottolineato come il suo partito abbia mantenuto una certa coerenza rispetto ai risultati ottenuti alle Europee. “Ciascuno può leggere i numeri come vuole – ha detto – ma è evidente che i voti persi dalla Lega non sono stati bilanciati da Fratelli d’Italia. Questa regione, storicamente rossa, aveva visto una vittoria del centrodestra cinque anni fa grazie alla spinta di una Lega allora molto forte”. LEGGI TUTTO

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    Elezioni regionali, il centrosinistra trionfa in Emilia-Romagna e si riprende l’Umbria

    In Emilia-Romagna netto successo di Michele de Pascale su Elena Ugolini, mentre in Umbria Proietti ha avuto la meglio sulla governatrice uscente Tesei. Forte affermazione del Pd, male i 5 stelle. Nel centrodestra Forza Italia sorpassa la Lega. FdI consolida lo scarto sugli alleati ma perde terreno. Molto bassa l’affluenza

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    L’ultima tornata di elezioni regionali del 2024 si è conclusa con un doppio successo del centrosinistra, che ha trionfato in Emilia Romagna andando ben oltre le previsioni della vigilia e si è preso anche l’Umbria dove il risultato era decisamente meno scontato. Il Pd esulta per le percentuali dem definite “straordinarie” dalla segretaria Elly Schlein mentre il Movimento 5 stelle riflette su un risultato ancora una volta deludente nei territori. Anche in questa occasione è pesata la disaffezione degli elettori: la tornata elettorale – seppur in due giorni – è stata dominata dall’astensionismo. In Emilia Romagna quello del non-voto si può addirittura definire il primo partito: si è espresso solo il 46,42% degli aventi diritto. Un calo enorme, del 21%, rispetto alle precedenti regionali quando si recò ai seggi il 67,27% degli elettori. Poco meglio è andata in Umbria dove ha votato il 52,3%, comunque un dato ben al di sotto della precedente consultazione dove l’asticella si fissò al 64,69% (I RISULTATI IN EMILIA-ROMAGNA – I RISULTATI IN UMBRIA).

    L’analisi del voto

    “Uniti si vince”, ha commentato a caldo Elly Schlein che da Bologna, dopo aver festeggiato la vittoria – chiarissima sin dagli exit poll – di Michele de Pascale si è spostata a Perugia per celebrare l’exploit di Stefania Proietti che ha strappato la guida della regione alla candidata uscente del governo di centrodestra dell’Umbria, Donatella Tesei. Una vittoria, quella umbra, assai più sofferta rispetto all’Emilia Romagna e che nelle letture degli opinionisti segnala un trend interessante per il centrosinistra che sicuramente farà aprire una riflessione nelle fila del centrodestra guidato dal partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia infatti, spiega il direttore di Youtrend Lorenzo Pregliasco, “cala rispetto a europee e politiche, pur essendo superiore rispetto alle ultime regionali, quando ancora non c’era stato l’exploit meloniano”. Da notare inoltre il sorpasso di Forza Italia alla Lega sia in Umbria che in Emilia Romagna. Conciso il commento del leader della Lega Matteo Salvini: “Gli elettori hanno sempre ragione”.
    Pd esulta
    Certamente è il Pd il vero vincitore della competizione: quasi doppiato Fratelli d’Italia in Emilia Romagna (42,94% contro 23,74%) ma molto avanti anche in Umbria (oltre il 30% dei dem contro il 19,44% di FdI). Le percentuali “bulgare” di de Pascale confermano la bontà della scelta di tenere unita la coalizione, dai Cinque stelle a Renzi. La sintesi del voto conferma indiscutibilmente che il Pd è la vera forza del centrosinistra. Nel fronte dei Cinque stelle si pensa più alla Costituente. Il leader Giuseppe Conte parla di “vittoria strepitosa” di Stefania Proietti e sottolinea come la destra “si possa battere con interpreti seri, responsabili, convincenti e con un progetto credibile e concreto”. Laconico il messaggio di Matteo Renzi: “Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”. Intanto Michele de Pascale si rimbocca le maniche e lancia segnali di collaborazione alla premier chiedendogli un incontro in tempi rapidi: “c’è stato un anno mezzo di polemiche politiche, di scontri, di attacchi, a volte anche di notizie false, ora – ha sottolineato – serve uno scatto repubblicano, serve che il presidente della Regione Emilia-Romagna e la presidente del Consiglio stringano un patto repubblicano, questa terra ne ha bisogno”. LEGGI TUTTO

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    Schlein più forte, ma il Pd è un gigante solitario: pesa il crollo del M5s

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaVittoria sia pure scontata del centrosinistra in Emilia Romagna, dove il candidato dem Michele De Pascale sfiora il 57% e stacca la sfidante “civica” del centrodestra Elena Ugolini di oltre 16 punti. E soprattutto vittoria del centrosinistra in Umbria, sfida per la quale alla vigilia tutti gli istituti di sondaggi prevedevano un testa a testa, con la sindaca di Assisi Stefania Proietti che vince con oltre il 51% staccando la governatrice uscente della Lega Donatella Tesei di circa 5 punti e riportando a casa una storica regione rossa.Il Pd cresce e si conferma primo partito, Schlein rinsaldata alla guidaNon è il tre a zero immaginato la scorsa estate, visto che in Liguria i veti e le liti nel campo largo da una parte e la scelta azzeccata dell’ormai ex sindaco di Genova Marco Bucci da parte della premier Giorgia Meloni dall’altra parte hanno decretato ad ottobre la sconfitta per un soffio del dem Andrea Orlando. Ma per la segretaria del Pd Elly Schlein è un due a zero in un’unica giornata di tutto rispetto, che la rinsalda alla guida del maggior partito dell’opposizione, perno inequivocabile della costituenda coalizione che dovrà sfidare il centrodestra a guida Meloni alle prossime politiche. Il Pd si conferma infatti, come per altro già in Liguria, primo in entrambe le regioni staccando di parecchi punti il partito della premier, Fratelli d’Italia: in Emilia Romagna ritorna abbondantemente sopra il 40% arrivando al 43% guadagnando ben sette punti rispetto alle europee di giugno mentre Fdi è attorno al 24%; in Umbria invece i dem si assestano al 30%, mentre FdI perde posizioni e si ferma al 19,4 per cento.Loading…Ma i dem devono fare i conti con il crollo del M5s. L’avvertimento di Renzi: si vince solo unitiEppure se si volge lo sguardo al resto del campo largo il quadro per il Pd resta piuttosto desolante, visto che dopo la Liguria si consolida il crollo del principale alleato, ossia del M5s, che come già accaduto in Liguria dimezza i propri voti. Quanto ai centristi, questa volta il veto del leader Giuseppe Conte non è stato totale come in Liguria, dove i renziani di Italia viva hanno dovuto rinunciare a candidarsi anche nelle liste civiche lasciando una maliziosa libertà di voto. Niente simbolo, dunque, ma renziani in campo nella lista del presidente in Emilia Romagna e nella civica ”civici umbri”. Ha buon gioco Matteo Renzi, al riparo dal mancato test del suo partito, a commentare: «Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi».Conte, la costituente del M5s e gli improbabili paletti per le alleanzeIl diverso impatto del voto sul Pd e sul M5s è testimoniato dall’arrivo subitaneo di Schlein a Perugia al fianco della neo governatrice Proietti («una vittoria bellissima, commovente») e dall’assenza di Conte, che pur congratulandosi mette avanti gli impegni di partito: «Vittoria strepitosa, ma stiamo preparando Nova, siamo in dirittura d’arrivo, la Costituente mi blocca a Roma». Già, per il M5s incombe l’assemblea costituente che il prossimo week-end dovrà votare per rifondare il movimento e superare la tutela del Garante Beppe Grillo, la cui carica potrebbe addirittura essere cancellata. Il magro risultato potrebbe teoricamente indurre gli iscritti a scegliere la ridotta dell’autonomia dalla destra e dalla sinistra nel nome delle origini, ma la realtà è che la scelta del campo progressista è per il M5s fuori discussione: anche le stesse vittorie in Emilia Romagna e Umbria spingono in quella direzione. Tuttavia c’è da scommettere che i paletti che i pentastellati vorranno mettere per la costruzione della futura alleanza sono destinati ad aumentare: la scelta è tra far sottoscrivere agli alleati addirittura un manifesto con «i principi non negoziabili del M5s» oppure puntare sul classico «contratto di governo» alla tedesca, soluzione più probabile.L’avvertimento di Schlein: ogni singola parte della coalizione conta, vince l’unità e l’umiltàMa con questa sproporzione di voti il Pd potrà accettare veti programmatici, magari su temi come la politica estera e l’appartenenza atlantica? La minoranza riformista è già sul piede di guerra per spingere la segretaria a non sottostare oltre ai veti e ai paletti di Conte e a valorizzare maggiormente i centristi. Ma la stessa Schlein, analizzando a caldo il voto, mette le mani avanti sottolineando che «ha vinto l’unità e l’umiltà» e che «ogni singola parte di questa coalizione ha portato il valore della sua specificità per una vittoria collettiva». A buon intenditor (Conte) poche parole, per ora. LEGGI TUTTO

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    La sconfitta brucia ma Meloni guarda avanti. Fi supera la Lega

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNiente di drammatico ma pur sempre una sconfitta. E se quella in Emilia Romagna era data per scontata, la riconquista dell’Umbria da parte del centro-sinistra è una ferita che brucia parecchio. Giorgia Meloni ne prende atto e da Rio de Janeiro, dove sta partecipando al G20, invia un messaggio di auguri ai due vincitori, Michele de Pascale e Stefania Proietti, con i quali auspica di poter collaborare. Poi i ringraziamenti a Elena Ugolini e alla governatrice uscente Donatella Tesei, quando sul dato umbro nessuno nel centrodestra si era ancora pronunciato. Una scelta, quella della premier, che segnala l’intenzione di volersi mettere immediatamente alle spalle il brutto risultato di questo week end elettorale. Brutto anche per la distanza siderale tra i due candidati in Emilia Romagna e per i quasi sei punti di distacco in Umbria, dove inizialmente i sondaggi parlavano di un testa a testa. La stessa governatrice uscente Tesei ammette che non si aspettava una distanza così significativa.La perdita di voti di FdIC’è poi anche da fare i conti con i risultati delle singole liste. Fratelli d’Italia rispetto alle Europee e alle politiche ha perso più di 10 punti. E al contrario di quanto accaduto in Liguria, dove il partito della premier ha contribuito fortemente al successo delle liste civiche che appoggiavano Marco Bucci, candidato perché voluto fortemente da Meloni, in Umbria sono andate male anche le civiche. Per più di qualcuno è la conferma che i Fdi senza Meloni in campo sono destinati a uscire sconfitti.Loading…Inutile il contributo di BandecchiNon solo. Sempre i numeri sottolineano che il contributo di Stefano Bandecchi, discusso sindaco di Terni è stato inutile. La sua Alternativa Popolare si è fermata al 3% circa e Tesei ha perso anche a Terni città. Un risultato deludente su cui forse ha pesato anche il malumore scatenatosi dentro il centrodestra (e in particolare in Fdi) per un’intesa con colui che era stato il principale avversario alle scorse comunali nella seconda città umbra. A chi chiedeva a Donatella Tesei un giudizio sul risultato deludente di Fdi, che probabilmente le è costato la vittoria, la ex Governatrice ha risposto diplomaticamente assicurando che «tutti i partiti hanno dato il massimo». Anche la Lega è infatti costretta a leccarsi le ferite. Intanto perché comunque ha perso la guida di una Regione (Tesei è della Lega). E poi ha subito nuovamente il sorpasso di Forza Italia in entrambe le Regioni.In Umbria e Emilia-Romagna sorpasso di Fi sulla LegaMatteo Salvini ha commentato ribadendo che gli elettori «hanno sempre ragione» ma in Umbria il sorpasso degli azzurri sul Carroccio è ancora più doloroso anche perché Fi stavolta si è presentata da sola, senza il contributo di Noi moderati, la formazione di Maurizio Lupi che peraltro a livello regionale ha preso più voti di Bandecchi. «Siamo soddisfatti, abbiamo raddoppiato i voti», segnala Antonio Tajani, leader di Forza Italia che confronta il risultato di ieri con quello delle regionali di 5 anni fa anche se c’è stato un avanzamento pure rispetto alle Europee.Riflessione aperta nel centrodestraOra – come si dice in questi casi – si aprirà una riflessione. Tutti in queste ore, se sollecitati, si affrettano a dire che non ci saranno ripercussioni nella maggioranza e sul Governo. Ma c’è il rischio che le fibrillazioni, complice anche il passaggio della legge di Bilancio e i nuovi equilibri che si stanno determinando a livello internazionale, possano acuire le crepe provocate dal voto. La caccia alle responsabilità inevitabilmente è già partita. Anzitutto sulla classe dirigente chiamata a competere. In Umbria evidentemente il governo Tesei non ha convinto, così come in Emilia Romagna non è passata l’accusa rivolta dal governo centrale alla Regione e ai sindaci sulle responsabilità per i mancati lavori post alluvione LEGGI TUTTO

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    Regionali, centrosinistra vince in Emilia-Romagna e Umbria: le reazioni

    Dopo la vittoria di Michele De Pascale in Emilia-Romagna e Stefania Proietti in Umbria, sono arrivati i commenti da parte dei vari esponenti politici. “Una vittoria emozionante e commovente”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità”, ha scritto su X la premier Meloni

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    Il centrosinistra fa doppietta alle elezioni regionali. A trionfare in Emilia-Romagna è stato il candidato dem Michele De Pascale, che ha battuto alle urne l’avversaria del centrodestra Elena Ugolini. Mentre in Umbria ha vinto Stefania Proietti, contro la candidata Donatella Tesei sostenuta dalla coalizione di governo. “Siamo molto felici ed emozionati, perché è una vittoria emozionante e commovente”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, commentando la vittoria di De Pascale dal comitato elettorale a Bologna. “De Pascale sarà un grande presidente della Regione Emilia”, ha aggiunto Schlein, per poi ringraziare il candidato per “la passione, la competenza e la generosità con cui ti sei speso in questa campagna elettorale”. “Auspico una collaborazione costruttiva”, ha scritto su X la premier Meloni rivolgendosi ai due esponenti del centrosinistra.

    Schlein: “Un riconoscimento importante, grande attestato di fiducia”

    La vittoria del centrodestra in Emilia-Romagna e in Umbria conferma, secondo Schlein, “la responsabilità che ci sentiamo come perno di costruzione dell’alternativa a queste destre”. La vittoria di Michele De Pascale “è anche il riconoscimento dell’onestà di questa proposta. Una proposta che sa che ogni giorno c’è da migliorare e mai da sedersi sui risultati ottenuti. E questo ci impegneremo ogni giorno a fare”, ha detto la segretaria del Pd. Commentando da Bologna i risultati delle elezioni, Schlein ha poi ribadito che si tratta di “un riconoscimento importante, tanto più dopo gli anni estremamente difficili che questa terra ha vissuto con la pandemia e con le alluvioni, quindi è un grande attestato di fiducia, di cui ringraziamo gli elettori e le elettrici e ce la metteremo tutta per essere ogni giorno all’altezza di questa fiducia, segno del riconoscimento di una buona amministrazione, ma anche della voglia di innovazione con un candidato come Michele De Pascale”.
    Schlein: “Ha vinto la coesione e l’unità del partito”
    “In Emilia-Romagna ha vinto una coesione e un’unità del nostro partito: voglio ringraziare anche qui Stefano Bonaccini perche’ e’ sicuramente il segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti tutti quanti attorno a un obiettivo”, ha aggiunto la segretaria dem festeggiando dal palco la vittoria di De Pascale. Schlein ha poi voluto “ringraziare Stefano Bonaccini”, accanto a lei e De Pascale sul palco, “perché è il segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti e compatti attorno a un obiettivo”. Il neoletto presidente della Regione Emilia-Romagna ha ringraziato a sua volta Schlein e Bonaccini che “hanno unito il Pd e mi hanno dato un grandissimo sostegno”, ha detto De Pascale. LEGGI TUTTO

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    La mappa di chi governa nelle Regioni, centrodestra avanti 14 a 6 sul centrosinistra

    Il centrosinistra, nelle Regionali di novembre 2024, si è confermato alla guida dell’Emilia-Romagna e ha strappato l’Umbria al centrodestra. Poche settimane prima, a ottobre, le forze di centrodestra avevano cementificato il loro vantaggio sugli avversari con la vittoria di Bucci in Liguria, seguita a quella – sempre in quota cdx – di Cirio in Piemonte a giugno. Prima la stessa area politica aveva vinto anche in Abruzzo e nella provincia di Bolzano. Il centrosinistra nel 2024 ha vinto anche in Sardegna con Todde

    Il centrodestra è saldamente alla guida delle Regioni italiane: conta 14 governatori che fanno capo alle sue forze politiche, contro i 6 a favore del centrosinistra (più uno a guida autonomista). Le Regionali più recenti sono quelle del 17 e 18 novembre 2024, in cui il centrosinistra si è confermato alla guida dell’Emilia-Romagna grazie alla vittoria di Michele de Pascale e ha strappato l’Umbria al cdx con il successo di Stefania Proietti. Prima, il 28 ottobre 2024, c’era stata la vittoria di Marco Bucci in Liguria, seguita alla riconferma di Alberto Cirio in Piemonte di giugno. Ad aprile c’era stato anche il successo e la rielezione di Vito Bardi in Basilicata. E in precedenza c’era stata la riconferma di Marco Marsilio alla guida dell’Abruzzo (marzo 2024) e ancora prima di Arno Kompatscher (Südtiroler Volkspartei, appoggiato anche da FdI e Lega). Altra vittoria del 2024 di segno opposto è stata quella della pentastellata Alessandra Todde in Sardegna (febbraio 2024), con cui il centrosinistra era riuscito leggermente ad accorciare il divario con il centrodestra, che invece aveva portato a casa quasi tutti gli appuntamenti elettorali del 2023. Quell’anno era stato riconfermato Maurizio Fugatti (Lega) in Trentino nell’ottobre 2023. Prima erano arrivate la vittoria di Francesco Roberti (Forza Italia) in Molise nel mese di giugno, la riconferma di Massimiliano Fedriga (Lega) in Friuli-Venezia Giulia ad aprile e quella di Attilio Fontana (Lega) in Lombardia a febbraio. Sempre nel febbraio 2023 la corsa in Lazio era stata vinta da Francesco Rocca (indipendente di destra). L’anno precedente il centrodestra aveva vinto le politiche a livello nazionale, mentre l’unico appuntamento regionale era stato quello in Sicilia, conquistato da Renato Schifani (Forza Italia). Nel 2021, dopo la morte prematura di Jole Santelli, il centrodestra è rimasto alla guida in Calabria con Roberto Occhiuto. Nel 2020 il centrosinistra aveva vinto in Campania (Vincenzo De Luca), in Puglia (Michele Emiliano), in Toscana (Eugenio Giani). Al centrodestra le Marche (Francesco Acquaroli) e il Veneto (Luca Zaia). Ecco chi sono i presidenti in carica nelle regioni italiane.

    Emilia-Romagna, Michele de Pascale (Centrosinistra)

    Michele de Pascale ha vinto le elezioni regionali in Emilia-Romagna, che si sono tenute il 17 e il 18 novembre 2024. Dopo l’era di Stefano Bonaccini, il centrosinistra si conferma alla guida della Regione. De Pascale è stato eletto a 39 anni: cesenate di nascita e sindaco di Ravenna per un decennio, è il primo presidente millennial alla guida della Regione. LEGGI TUTTO