Romano Capasso
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in PoliticaMattarella: “Province fondamentali per attuazione PNRR”
Mattarella: ‘Province fondamentali per attuazione PNRR’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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in PoliticaElezioni regionali Puglia, chi sono i consiglieri eletti: tutti i nomi
In queste elezioni regionali, secondo i dati definitivi degli scrutini, il 63,97% dei votanti pugliesi ha scelto Antonio Decaro. Il neo presidente della Regione Puglia si mantiene di poco sotto il milione di voti, totalizzando un consenso personale di 919.665 preferenze. Si tratta di un dato superiore a quello che, cinque anni fa, ha raggiunto il suo predecessore, il presidente uscente Michele Emiliano, che era stato votato da 871.028 cittadini. Emiliano però non poteva contare sul campo largo, perché il M5S si presentava da solo con un proprio candidato presidente. Luigi Lobuono, candidato presidente per il centrodestra, ha invece raccolto 505.055 voti personali (35,13%): un dato di molto inferiore rispetto ai 724.928 voti raggiunti dal candidato presidente del centrodestra di cinque anni fa, Raffaele Fitto. C’è da dire, però, che cinque anni fa alle urne si recarono molti più pugliesi: furono poco più di 2 milioni, mentre il 23 e 24 novembre scorso sono stati solo 1.475.437, il 41,83% degli aventi diritto.
Per approfondire: Antonio Decaro, chi è il nuovo presidente della Regione Puglia LEGGI TUTTO
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in PoliticaMeloni: “Violenza su donne è contro tutti”. Mattarella: “Libertà va difesa ogni giorno”
“La violenza sulle donne è un atto contro la libertà. Di tutti”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne. “Un fenomeno intollerabile, che continua a colpire e che va combattuto senza sosta”, aggiunge Meloni.
“Libertà e dignità donne sono responsabilità di tutti”
La premier ribadisce l’impegno “per costruire un’Italia in cui nessuna donnadebba più sentirsi sola, minacciata o non creduta. La libertà e la dignità delle donne sono un dovere dello Stato e una responsabilità di tutti”. “In questi anni”, prosegue Meloni, “abbiamo varato leggi molto significative, inasprito le pene e rafforzato gli strumenti a disposizione, come il Codice rosso e le misure di prevenzione. Abbiamo raddoppiato i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, potenziato e reso strutturale il reddito di libertà, promosso il numero 1522, portato avanti innovative attività di educazione e sensibilizzazione”. “Sono passi avanti concreti – conclude la presidente del Consiglio – ma non ci fermiamo qui. Dobbiamo continuare a fare, ogni giorno, molto di più. Per proteggere, per prevenire, per sostenere”.
Mattarella: “Principio della parità tarda ad affermarsi”
Anche il presidente della Repubblica Seegio Mattarella ha voluto dare il suo messaggio in occazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società”, ha ricordato il capo dello Stato. “I teatri di conflitto armato, dove la violenza contro le donne viene utilizzata come strumento di intimidazione e oppressione, ne sono drammatico esempio. Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi. Abusi che lasciano cicatrici profonde nel corpo e nella mente”.
“Libertà delle donne conquista da difendere e consolidare”
“In questo contesto”, ha aggiunto Mattarella, “affatto indifferente è l’uso del linguaggio quando alimenta stereotipi, pretende di giustificare relazioni di dominio e comportamenti inaccettabili.Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto. Nel 65esimo anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana – oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – la loro scelta di opporsi alla dittatura continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno”.Approfondimento
Violenza economica, come aiutare le donne a riconoscerla e combatterla LEGGI TUTTO0 Condivisioni
in PoliticaRegionali, vincono Stefani in Veneto, Fico in Campania, Decaro in Puglia. Astensione alta
I partiti tirano le somme dopo le ultime elezioni regionali d’autunno: con le precedenti vittorie di Roberto Occhiuto in Calabria e Francesco Acquaroli nelle Marche e di Eugenio Giani in Toscana, il risultato di questo midterm politico è un pareggio, con tre regioni al centrodestra e tre al centrosinistra. Altissimo il dato dell’astensionismo: 14 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti Regionali. Schlein e Conte festeggiano a Napoli, poi la segretaria dem va a Bari. In Veneto la Lega doppia FdI
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I partiti politici tirano le somme dopo le ultime elezioni regionali d’autunno. Il 24 novembre hanno trionfato Alberto Stefani in Veneto, Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia. Ma con le precedenti vittorie di Roberto Occhiuto in Calabria e Francesco Acquaroli nelle Marche e di Eugenio Giani in Toscana, il risultato di questo midterm politico è un pareggio: tre regioni al centrodestra e tre al centrosinistra. O “quattro a tre con la Valle d’Aosta, che fa partita a sé”, ha detto il leader di Fi Antonio Tajani. Altissimo il dato dell’astensionismo: 14 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti Regionali, al voto meno della metà dei 13 milioni di elettori chiamati alle urne.
I risultati in Veneto
In Veneto è netta la vittoria di Alberto Stefani (64,39%), anche grazie al traino di Luca Zaia, tre volte governatore e capolista ovunque. Quello che è considerato l’erede di Matteo Salvini, fortemente autonomista, ha fatto vincere alla Lega anche il derby con Fdi, che il Carroccio ha doppiato, riaprendo la partita del governo della Lombardia nel 2027. Fermo sotto il 30% il contendente del centrosinistra Giovanni Manildo (28,88%). “Risultato oltre ogni previsione, mi davano per morto”, ha commentato Salvini, uno dei vincitori della giornata. La premier Giorgia Meloni ha invece incassato lo smacco per Fratelli d’Italia ed elogiato “una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione”. In Veneto l’altra sorpresa è poi l’underdog medico no vax Riccardo Szumsky, che ha superato la soglia di sbarramento con il 5,13%. LEGGI TUTTO
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in PoliticaZaia, Sangiuliano e Vendola: vincitori e sconfitti
Ascolta la versione audio dell’articoloLe elezioni del 23 e 24 novembre in Veneto, Campania e Puglia fanno registrare episosi di expolit di preferenze per il consiglio regionale, come quelle del leghista Luca Zaia, ma anche esclusioni eccellenti come quella di Nichi Verndola in Puglia. Il derby FdI-Lega in Veneto viene stravinto dai leghisti. Il partito di Matteo Salvini si attesta oltre il 36,3%, doppiando di fatto i meloniani, al 18,7%. Un risultato senz’altro figlio della candidatura del governatore uscente Luca Zaia, capolista della Lega in tutte le province dopo il mancato via libera alla costituzione di una sua lista. Zaia,a scrutinio completato, ha superato le 200mila preferenze (203.054). Un risultato in scia a quello che ottenne un anno fa la premier Giorgia Meloni (232.015), registrando il record nazionale di preferenze prese a delle elezioni regionali in Italia. Le preferenze a Zaia costituiscono, da sole, il 10,8% dei voti validi espressi in questa tornata elettorale. Il dato record si registra in provincia di Treviso (città di cui Manildo era stato Sindaco), dove le preferenze a Zaia equivalgono al 13,5% dei voti validi.In precedenza il record di preferenze in un’elezione regionale era detenuto da Alfredo Vito, che esattamente 40 anni fa fu eletto consigliere regionale per la DC in provincia di Napoli con 121 mila preferenze.Loading…Zaia mattatore, oltre 203mila preferenze in VenetoSebbene Zaia sia stato determinante per permettere alla Lega di doppiare FdI, anche togliendo le preferenze al governatore uscente la Lega ottiene oltre 90mila voti in più del secondo partito del centrodestra. Zaia ha vinto in sei collegi su sette, facendo il pieno di preferenze nella Marca trevigiana di cui fu presidente della Provincia: 48.253 voti. Cede il passo a FdI solo nel Bellunese, sconfitto dal deputato Dario Bond, fra l’altro nell’unica provincia in cui FdI fa meglio della Lega. Per Forza Italia ce la fa il coordinatore regionale Flavio Tosi (10.581 preferenze). Tra i nomi eccellenti rimasti fuori dal Consiglio, almeno per ora, c’è Vanessa Camani, che nella scorsa consiliatura era stata capogruppo Pd: a Padova, per l’opposizione, è stato mattatore il vicesindaco del capoluogo Andrea Micalizzi. (18.051 voti). Dei quattro candidati leghisti vicini a Roberto Vannacci per ora entra solo Stefano Valdegamberi, (8.268 preferenze) nella circoscrizione di Verona.Zaia: ecco cosa intendevo quando dicevo sarò un problema «Adesso tutti hanno capito cosa intendevo quando dicevo vedrò di essere un problema. Andate a guardare i dati e avete capito» ha detto Zaia commentando i primi dati della sua affermazione personale all regionali del Veneto. «Il segnale di gradimento che ho ricevuto è un segnale di riconoscenza rispetto anche a tutto quello che ho subito prima di queste elezioni con i no alla Lista Zaia, il no al mio nome sul simbolo. Se oggi avessimo avuto la Lista Zaia questa maggioranza avrebbe avuto ancora più consiglieri. Si governa con i consiglieri non con le chiacchiere. E noi qui stiamo compiendo una missione impossibile se pensiamo agli ultimi risultati delle Europee» ha concluso Zaia.Sangiuliano entra in consiglio regionale, flop per BocciaTra i big in campo l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, capolista di Fdi in Campania. Nella lista di Fratelli d’Italia che ottiene tre seggi a Napoli si classifica al secondo posto con 9.902 voti. Prima è Ira Fele, new entry nel Consiglio, moglie del coordinatore provinciale del partito, il deputato Michele Schiano, con 14.788 preferenze. Terzo eletto è Raffaele Pisacane con 9.731 voti. Resta fuori per poco Marco Nonno, già consigliere comunale di Napoli, con 9.605 voti. Flop invece per Maria Rosaria Boccia, protagonista della vicenda della scorsa estate che l’ha coinvolta proprio con Sangiuliano. E’ solo 16esima su 27 nella lista del sindaco di Terni, Domenico Bandecchi con appena 89 voti. E non è andata meglio a Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, ragazzo ucciso per futili motivi al centro di Napoli due estati fa: candidata come capolista a Napoli per la Lega, ha ottenuto 964 voti. LEGGI TUTTO
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in PoliticaDalla legge elettorale alla Lombardia, tutte le partite che si aprono adesso
Ascolta la versione audio dell’articoloIl presagio di Matteo Renzi, a urne appena chiuse, rischia di avverarsi: «Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede». A parte la conferma del Veneto con Alberto Stefani, il centrodestra mastica amaro e corre ai ripari. Le regionali hanno dimostrato che con le attuali regole del gioco e se resta unito, il campo largo può vincere e sfidare il centrodestra alle politiche del 2027.Fdi spinge per cambiare la legge elettoraleE’ Giovanni Donzelli, uno dei colonnelli di Giorgia Meloni a spingere su una nuova legge elettorale. La giustifica con una maggiore stabilità di governo, chiodo fisso della premier che periodicamente rivendica i record di longevità della sua squadra . «Se si votasse oggi non ci sarebbe la stessa stabilità che abbiamo ora – è la premessa del responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia – Noi crediamo che sarebbe utile averla». E rivela: «E’ una riflessione che facciamo anche sulla legge elettorale, non ci sono dogmi ma crediamo che serva stabilità».Loading…La preoccupazione di MeloniInsomma la riforma del premierato, che è in letargo in Parlamento, non basta. E ora va cercata una soluzione e magari un confronto. Parla Donzelli e tace Meloni che si limita a un messaggio pubblico ecumenico. La premier si complimenta con i tre neogovernatori e ringrazia i perdenti Edmondo Cirielli e Luigi Lobuono. E sul veneto Alberto Stefani rimarca: «è una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione». Nulla di più. Ma è difficile non immaginare, dietro le parole di Donzelli, la preoccupazione della leader di governo.L’apertura di TajaniPiù esplicita la condivisione di Antonio Tajani. Sull’aereo che lo sta portando in Arabia saudita, il vicepremier azzurro rilancia il sistema proporzionale, su cui è «sempre stato favorevole» e forte della sponda di una parte dell’opposizione altrettanto favorevole. Una legge che immagina simile a quella dell’elezione dei sindaci o dei presidenti di regione con l’obiettivo di «dare più rappresentatività ai territori, perché oggi con i collegi i territori hanno avuto meno rappresentatività».Schlein: cambiare legge elettorale? Destra teme sconfitta Frena invece il Pd. «Questa discussione la sta facendo la destra, non c’è ancora nessuna proposta concreta, ma parte dalle due premesse peggiori: c’è la paura di perdere: con la coalizione che abbiamo costruito oggi, nel 2022 non avrebbero vinto e perderebbero nel 2027. Altra premessa sbagliata è il premierato, che continueremo a contrastare duramente. Non siamo disposti a ridimensionare le prerogative del Parlamento e del presidente della Repubblica» attacca Elly Schlein. LEGGI TUTTO
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in PoliticaRegionali, da Fdi-Lega a Pd-M5S come sono andati i derby tra partiti
Ascolta la versione audio dell’articoloL’ultimo round delle regionali di quest’anno in Veneto, Campania e Puglia vede centrodestra e centrosinistra confermarsi nei territori che governavano. Ma gli scossoni non mancano all’interno delle coalizioni. Primo tra tutti in Veneto dove il derby FdI-Lega viene stravinto dai leghisti, trainati dal consenso di Luca Zaia. Il partito di Matteo Salvini si attesta oltre il 36,3%, doppiando i meloniani, fermi al 18,7%. Un risultato senz’altro figlio della candidatura come capolista del governatore uscente, che supera le 200mila preferenze.Nuovi rapporti di forza in VenetoIl risultato ribalta gli equilibri in una regione dove Fdi, dopo il 9,6% delle regionali 2020 si era imposto come primo partito sia alle politiche del 2022 (32,6%) che alle europee del 2024 (37,6%). La performance della Lega è la migliore da cinque anni a questa parte. Nel 2020il Carroccio si fermò al 16,9% a causa dello “stratosferico” 44,6% incassato dalla lista ZaiaLoading…In Puglia Pd primo partito, FI supera la Lega Il Pd vola in Puglia, dove conquista il 25,9%, seguito dalla lista “Decaro presidente” che – superando il 12% dei consensi – rafforza l’autonomia del neo governatore, forte anche dei consensi di altre due liste civiche a suo sostegno che insieme raccolgono un altro 12%. Il M5s, poco sopra il 7% registra una performance al di sotto il risultato del 2020 (9,7%), anno in cui però correva con una sua candidata.Vendola e Avs non entrano in consiglio regionaleNonostante le sue 9.698 preferenze complessive (6.624 a solo a Bari) Nichi Vendola non sarà eletto in Consiglio regionale della Puglia. L’ex governatore e leader di Avs è l’escluso eccellente di questa tornata elettorale. A determinarne l’esclusione, la percentuale raggiunta da Alleanza Verdi e Sinistra: di poco superiore al 4% ma insufficiente, in base alla legge elettorale che calcola la percentuale sulla base dei voti del presidente e non della coalizione, per conquistare un seggio. La maggioranza di centrosinistra guidata da Antonio Decaro ottiene 29 seggi (più il presidente). A fare incetta di seggi è il Pd che ne conquista 14, mentre seconda forza della coalizione è la lista di Decaro presidente che ottiene sette seggi, quattro seggi con Per la Puglia e altrettanti con il Movimento 5 Stelle. L’opposizione potrà contare su 20 seggi, più quello del candidato presidente Luigi Lobuono. Saranno così ripartiti: 11 a Fratelli d’Italia, 5 a Forza Italia, 4 alla Lega.In Campania Forza Italia tallona FdiIn Campania non riesce l’ambito sorpasso di Forza Italia su Fdi come primo partito del centrodestra. Ma gli azzurri mancano per poco il colpaccio collocandosi all’10,7% mentre i meloniani sfiorano il 12%. I dem sono primo partito: con oltre il 18%, staccano il M5s che, pure esprimendo il presidente si ferma al 9,1% (la lista Fico presidente è poco oltre il 5%). Buone performance per la lista legata a Vincenzo De Luca, “A testa alta”, all’8,3%: il governatore uscente manterrà un suo peso in Consiglio regionale. LEGGI TUTTO

