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    Alessandra Todde dichiarata decaduta da consigliere, terremoto in Regione Sardegna

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSe non è un terremoto vero e proprio, poco ci manca. Perché la presidente pentastellata della Regione Sardegna Alessandra Todde ha ricevuto una dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliere regionale da parte del Collegio regionale di garanzia elettorale (la struttura istituita presso la Corte d’Appello che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica e per il Consiglio regionale). Per ora, non cambia nulla perché la presidente ha già annunciato ricorso, ma il clima sembra tutt’altro che tranquillo sopratutto negli ambienti del centrosinistra.Tutto, come ha ricostruito nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio unionesarda.it, è legato alla rendicontazione delle spese sostenute durante la campagna elettorale dei primi mesi del 2024, chiuse con la vittoria per poche migliaia di voti di Alessandra Todde sul candidato del centrodestra ed esponente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. Dopo la richiesta di accesso agli atti da parte di un parlamentare di Forza Italia sono partiti i controlli. Alla fine delle verifiche sono state rilevate inadempienze che hanno portato all’emissione di un provvedimento inviato al Consiglio regionale.Loading…Todde: vado avanti, impugnerò nelle sedi opportuneDopo il lancio del quotidiano di Cagliari che ha annunciato il “terremoto alla Regione”, sono arrivate a stretto giro le repliche. La prima dalla presidente della Regione che ha affidato il suo messaggio di poche righe al portavoce. «Impugnerò nelle sedi opportune, totale fiducia in magistratura. Continua il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo – ha fatto sapere la presidente Alessandra Todde -. La notifica della Corte d’Appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo». E mentre dal centro sinistra sono arrivati attestati di sostegno, dal centrodestra non sono mancate le critiche.Cappellacci (FI): “Decadenza Todde? Se così fosse si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio”«Che potesse esserci questo pronunciamento era nell’aria da tempo – ha detto Alberto Urpi, sindaco di Sanluri e consigliere regionale all’opposizione -. E’ chiaro è come se fossimo in un commissariamento. Perché non penso sia facile continuare a governare e affrontare una situazione di questo tipo con un provvedimento e un ricorso annunciato pendenti». Per Urpi è chiaro che «la parola dovrà passare di nuovo agli elettori. Non conosco nel dettaglio gli atti, ma su questo tema le regole sono abbastanza stringenti e devono essere rispettate». Ora si tratterà di capire cosa succederà in Consiglio regionale. Per questo motivo l’ex presidente dell’assemblea Michele Pais ha auspicato il rispetto delle regole e un voto «che non vada in senso opposto al rispetto delle regole». Per l’esponente azzurro Ugo Cappellacci che ha precisato di non conoscere nel dettaglio la decisione, se fossero confermate le inadempienze nella rendicontazione si «tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio». LEGGI TUTTO

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    Dai membri (mancanti) della Consulta alla riforma della giustizia, i dossier in Parlamento che premono sui partiti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI Palazzi, ora vuoti, si preparano ad ospitare i nuovi ring delle battaglie politiche che dopo le festività torneranno ad animare Aule e commissioni. Davanti al governo, alla maggioranza e alle opposizioni si apre una ripresa impegnativa, che culminerà il 20 gennaio con la decisione della Corte costituzionale sull’ammissione del referendum abrogativo del ddl sull’autonomia differenziata. Proprio quest’ultima scadenza impone nei primi giorni post-Epifania un impegno del Parlamento che implica un necessario accordo bipartisan. Una delle prime “partite” sarà quella dell’elezione dei quattro giudici della Consulta di nomina parlamentare arrivati alla scadenza del mandato. Dopo tredici fumate nere.Consulta, avanza la «logica a pacchetto»Dal prossimo scrutinio serviranno 363 voti per eleggere i giudici e, malgrado l’accordo non sia chiuso, i contatti tra le parti si intensificano. Il presidente del Senato Ignazio La Russa si è detto ottimista anche se al momento per chi segue da vicino il dossier un’intesa sui nomi di ferro non c’è e «l’unica certezza» resta la volontà di eleggere i quattro nomi secondo una «logica a pacchetto», in accordo con lo schema di massima che vede due componenti indicati dal centrodestra, uno dal centrosinistra e uno “tecnico”. Se fumata bianca sarà, insomma, riguarderà tutte e quattro le caselle mancanti. Il totonomi rimane fermo alle indiscrezioni pre natalizie: c’è quello di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, in quota FdI. Resta poi l’obiettivo di eleggere almeno una donna. In questa direzione, per quel che riguarda la “casella” che spetterebbe a Forza Italia, si fa il nome – oltre a quello, sempre quotato, del senatore ed ex componente Csm, Pierantonio Zanettin – della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati. Per il nome di centrosinistra sempre in campo – quantunque non gradito agli alleati – il nome di Andrea Pertici, avvocato e docente a Pisa vicino a Elly Schlein, mentre restano i dubbi sui requisiti di Anna Finocchiaro, ex senatrice e ministra dem, che però non ha mai fatto parte delle «supreme magistrature». A spuntarla allora potrebbe essere Massimo Luciani, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza.Loading…La Lega avverte alleati sul Ddl SicurezzaResta ancora lo stallo sulla presidenza della Rai (non si trova l’intesa sul nome di Simona Agnes e la maggioranza ha disertato le ultime riunioni della commissione di Vigilanza) e all’orizzonte incombono le sorti del Ddl sicurezza. Il ministro con i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha annunciato possibili modifiche in Senato, in seconda lettura, e quindi un terzo passaggio parlamentare. La Lega, in ogni caso, avverte gli alleati: o la legge, bandiera del Carroccio, «rimane così com’è o pretendiamo di introdurre alcuni elementi a quali teniamo particolarmente anche noi».Riforma della giustizia, opposizioni pronte a battagliaUn primo voto politicamente rilevante è in agenda l’8 gennaio nell’aula di Montecitorio, chiamata a esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni contro la riforma della giustizia, con la separazione delle carriere dei magistrati. Se verrà superato tale scoglio, come è facile prevedere, la Camera dovrà affrontare la votazione degli emendamenti su cui le opposizioni promettono battaglia. La maggioranza è comunque intenzionata ad approvarla entro il mese, per ottenere anche il sì del Senato prima della pausa estiva.Il rebus premieratoSecondo quanto ha affermato Giorgia Meloni ad Atreju, dovrebbe uscire dal congelatore anche la riforma del premierato. Per il 9 è stata fissata la conferenza stampa di fine anno, e molti osservatori si attendono delucidazioni sia sulla tempistica che sui contenuti. Questa riforma non può essere applicata senza la legge elettorale, ma su quest’ultima permane la nebbia. LEGGI TUTTO

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    Salvini: la rottamazione decennale una priorità della Lega

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Sì una delle priorità della Lega dal punto di vista economico per questo 2025 è la rottamazione delle cartelle esattoriali». Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini in una diretta sui social. «Il concordato preventivo non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefisso, non ha raggiunto milioni di lavoratrici e lavoratori – ha rimarcato -. La rottamazione decennale con 120 rate uguali e stabili nell’arco di 10 anni per chi non è riuscito in passato a pagare tutto quello che avrebbe dovuto o voluto per problemi, avendo dichiarato le tasse, è una priorità della Lega».Chissà se un domani tornerò a occuparmi di sicurezza«Chissà se un domani che non ci si ritorni a occupare anche di sicurezza in questo Paese». Così il leader della Lega rispondendo al messaggio di un follower che lo esortava a tornare a fare il ministro dell’Interno. «Sono ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, abbiamo avviato tantissimi progetti, tantissimi cantieri per modernizzare e rendere sicura l’Italia e andremo avanti – ha replicato -. Sicuramente occuparsi della sicurezza degli italiani, contrastare l’immigrazione, la mafia, la camorra, la ’ndrangheta, la tratta di esseri umani, lo spaccio di droghe è qualcosa di fondamentale. C’è un amico adesso al ministero dell’Interno, si chiama Matteo Piantedosi. Chissà un domani che non ci si ritorni a occupare anche di sicurezza in questo Paese».Loading…Trump potrà portare Putin e Zelensky a un tavolo«Penso che Donald Trump, odiato, insultato, attaccato e minacciato da comunisti e sinistri di mezzo mondo, Italia compresa, potrà portare Putin e Zelensky intorno a un tavolo». Il tema è il conflitto in Ucraina. «Ieri il presidente della Repubblica ha auspicato la fine della guerra – ha osservato Salvini -, spero che questo 2025 porti pace e serenità fra Israele e Palestina in Medio Oriente. Dopo gli attentati, il sangue, troppi motti, sia in Israele sia in Palestina, l’obiettivo è quello di due popoli e due Stati: basta bombe, basta missili, basta giovani e bambini massacarati. Quindi una convivenza pacifica fra Israele e Palestina, sradicando Hamas, Hezbollah e i terroristi islamici ovunque siano, e la fine della guerra fra Russia e Ucraina».Spiace per le patenti ritirate ma sia un segnale«Codice della strada bene: mi spiace per le prime patenti ritirate per chi usava il cellulare al volante, ma spero servano di segnale per salvare vite. Rispondere a quel messaggino, chattare, distrarsi, fare la live, smanettare sul cellulare mentre si guida può essere mortale, per voi e per gli altri. Quindi basta con l’uso del cellulare». LEGGI TUTTO

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    Mattarella: mai come adesso la pace grida la sua urgenza. Basta con la barbarie di uomini che uccidono donne

    «Tanti suicidi in carcere, condizioni inammissibili»L’alto numero di suicidi in carcere è «indice di condizioni inammissibili». Qui il tono si fa ultimativo. «Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario». Per Mattarelle i detenuti «devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti».«Ho visto valori e coraggio, come da Sammy Basso»La fine dell’anno è anche tempo di bilanci, per il Capo dello Stato. «Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà». Sulla falsariga l’invito di Mattarella è dunque a ad «agire» rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza. «Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini». Le cronache riportano vicende drammatiche ai nostri confini, vissuti di migrazione di grande sofferenza. Ma «è patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società».«La Liberazione è fondamento della Repubblica»«Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani – sottolinea Mattarella – che assicurano sostegno alle loro famiglie».Nel 2025 verranno celebrati gli ottanta anni della Liberazione. «È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità», tiene a ricordare ancora Mattarella.Colloquio «cordiale» con Meloni, «bene richiamo al patriottismo»La premier, Giorgia Meloni, ha avuto un cordiale colloquio telefonico con il presidente della Repubblica nel corso del quale ha espresso al Capo dello Stato l’apprezzamento personale e del Governo per il messaggio di fine anno. Nel corso del colloquio, prosegue la nota di Palazzo Chigi, Meloni «ha apprezzato il richiamo del presidente al valore fondante del patriottismo, come motore dell’azione quotidiana e sentimento vivo che muove l’impegno di quanti sono al servizio della cosa pubblica e della comunità nazionale». LEGGI TUTTO

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    Contributi ai partiti, è Nicola Fratoianni è il leader più generoso. Al secondo posto Matteo Salvini

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaÈ Nicola Fratoianni il più generoso fra i leader che hanno versato contributi ai propri partiti nel 2024, con 3.500 euro erogati ogni mese a Sinistra italiana. Gli elenchi delle erogazioni ai partiti e ai movimenti politici iscritti nel registro nazionale non sono ancora definitivi, perché l’obbligo è di notificarle entro tre mesi, ma in questa classifica parziale il secondo posto spetta a Matteo Salvini, che fino a novembre ha garantito alla Lega 30mila euro, in cinque tranche.Dalla premier ogni mese mille euro a FdIIl presidente del M5s Giuseppe Conte ha effettuato bonifici da 2mila euro ogni mese, mentre Elly Schlein è a quota 21mila euro, con due versamenti da 6mila e uno da 9mila euro al Pd. La premier Giorgia Meloni ha versato ogni mese mille euro a FdI, e Antonio Tajani 900 euro mensili a Forza Italia. Ha scelto versamenti ogni trenta giorni, da 1.800 euro, anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde. Mentre i contributi di Matteo Renzi a Italia viva ammontano a 7.500 euro. Non pervenute erogazioni ad Azione da Carlo Calenda. Negli elenchi di +Europa non compaiono versamenti da parte di Riccardo Magi, avendo rinunciato completamente alla retribuzione da segretario. Fra i big del partito spicca Emma Bonino con 9.950 euro, poco meno dei 10.800 euro di Benedetto Della Vedova. Bruno Tabacci risulta invece unico contributore del Centro democratico, con sei bonifici da 1.845 euro. Noi moderati ai suoi parlamentari richiede solo 500 euro di iscrizione, ed è un grande contributore l’Unione sudamericana emigrati italiani, che fino a luglio ha garantito 35.715 euro.Loading…La famiglia BerlusconiLe erogazioni possono provenire non solo da politici ma anche da privati cittadini e aziende. Forza Italia, ad esempio, anche quest’anno è stata sostenuta dalla famiglia Berlusconi (700mila euro in tutto), e fra le grandi erogazioni vanta anche quella da 100mila euro di Morra Srl, grossista di alimentari e bevande. Diverse sono le aziende che sostengono la Lega: si va dal settore degli impianti elettrici all’immobiliare, passando per la moda. Cinquantamila euro arrivano infatti da Blufin, il gruppo di Blumarine. Pier Luigi Loro Piana, il magnate del cashmere, ha sostenuto invece con 25mila euro Azione.Associazione AgendaNegli elenchi pubblicati dal Parlamento c’è anche l’Associazione Agenda che, dopo aver ricevuto oltre un milione di euro fra il 2022 e il 2023, anche nel 2024 ha beneficiato di 100mila euro dalla fondazione Demokrati pluralism stiftelsen, dello svedese Daniel Sachs, vicepresidente della Open Society Foundation di George Soros. LEGGI TUTTO

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    Cattolici, il 18 gennaio a Milano il battesimo di Comunità Democratica. Sarà la prima volta di Ruffini dopo l’addio alle Entrate

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaA dicembre, al seminario dei cattolici democratici promosso all’Università Lumsa e dedicato all’impegno sociale nell’era della radicalità di Papa Francesco, Ernesto Maria Ruffini era già quasi un ospite d’onore. Ma il 18 gennaio, al nuovo raduno organizzato a Milano nel Palazzo della Regione dagli ex Ppi, in prima linea Graziano Delrio, lo sarà ancora di più: sarà la sua “prima volta” dopo l’addio all’incarico di direttore dell’Agenzia delle Entrate.Delrio: «Chiediamo spazio nel Pd o fuori»In calendario ci sono gli interventi di alcuni dei padri nobili dei cattolici di centrosinistra, come Romano Prodi (da remoto) e Pierluigi Castagnetti, oltre a un’ampia platea di amministratori locali, professori e associazioni. Il movimento ha già un nome: Comunità Democratica. «Vogliamo far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici», spiega Delrio. «Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd».Loading…Al centro dell’agenda la crisi demograficaIn nuce c’è già una bozza di manifesto. Basta guardare alle priorità snocciolate da Delrio. In cima all’agenda i cattolici democratici mettono la crisi demografica: «Se non viene affrontata subito metterà in crisi tutto il welfare, dalle pensioni alla sanità». Sull’europeismo non si discute: «Rilanciamo un ritorno allo spirito coraggioso degasperiamo sull’Europa, con una cessione di sovranità; dall’altro lato intendiamo riproporre l’autonomismo di Sturzo, con un municipalismo spinto» alternativo al neo-centralismo delle Regioni. Un bel “no” all’autonomia differenziata sognata da Calderoli. Sullo sfondo, ma non troppo, i temi etici, intorno ai quali Delrio promette: «Siamo intenzionati a farci sentire». Ed è probabile che su questo terreno, più che su altri, si misurerà la distanza dal Pd di Elly Schlein.L’attenzione ai territoriL’evento sarà aperto dall’ex sindaco di Brescia e consigliere regionale lombardo Emilio Del Bono. A seguire il collega Fabio Pizzul, che è anche presidente della Fondazione Ambrosianeum di Milano, e rappresentanti di altre Regioni, come il vicepresidente del Consiglio del Friuli-Venezia Giulia, l’ex senatore Francesco Russo, animatore di una rete di oltre 400 amministratori.La rete di studiosi e accademiciCome ogni movimento che si rispetti, anche Comunità Democratica ha i suoi referenti nel mondo della cultura e del sapere: una sorta di think tank capace di elaborare proposte concrete sui diversi dossier. I professori scelti per il panel sono Leonardo Becchetti, economista promotore del Manifesto per una Nuova economia civile, Elena Granata, docente di urbanistica al Politecnico di Milano e vicepresidente della Scuola di economia civile, e Mauro Magatti, ordinario di sociologia all’Università Cattolica. Non mancheranno gli esponenti delle associazioni del laicato cattolico, da Sant’Egidio alle Acli. «La cultura cattolica democratica – rivendica Delrio – è una cultura politica laica, che ha gli strumenti in grado di di fare proposte forti e creative per affrontare i problemi del Paese, in un tornante storico per l’Italia e per l’Europa». LEGGI TUTTO

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    Indulto parziale, apertura a sinistra ma Forza Italia dice no

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaL’ipotesi di un indulto parziale per cominciare a mettere mano nel caos del sistema carcerario piace a sinistra ma non a Forza Italia. Lo spunto viene dal presidente del Cnel ed ex ministro azzurro Renato Brunetta che sul Sole 24 ore chiede una convergenza a opposizione e maggioranza proprio su questo tema.«Penso che la proposta di Renato Brunetta vada ripresa, sostenuta, resa effettiva. Spero che opposizione e maggioranza possano convergere su un obiettivo minimo di umanità, civiltà, decenza. Chi ci sta?» scrive su X il senatore del Pd Filippo Sensi.Loading…L’idea di un indulto parziale che coinvolga i detenuti per reati meno gravi, già evidenziata dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, viene sostenuta anche da Benedetto Della Vedova: «In un carcere sovraffollato, luogo di isolamento, umiliazione, malattia e morte, la pena rischia di perdere la certezza dell’esempio, che è la vera fonte di legittimazione della potestà punitiva, per trasformarsi invece in certezza della recidiva. È vero, e non conviene a nessuno un modello di pena che incentivi i detenuti a tornare a delinquere o a cominciare a farlo – rimarca Della Vedova – se detenuti ingiustamente. E la proposta di indulto parziale, per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, merita attenzione e una iniziativa parlamentare trasversale. Sarebbe infatti positivo che anche nella maggioranza la proposta di Brunetta, che ha alle spalle una lunga militanza nel centrodestra, venisse raccolta e rilanciata. La situazione nelle carceri è incivile ed inaccettabile, quindi bisogna agire con urgenza».Magi: il Governo agisca«Perché l’intollerabile situazione delle carceri in Italia non sia vissuta come un’emergenza nel periodo natalizio e in quello di ferragosto ma appunto come qualcosa di davvero non più tollerabile per ogni sincero democratico in questo Paese – dice il segretario di Più Europa Riccardo Magi – è necessario che il governo apra gli occhi e si muova. Il presidente del Cnel Brunetta evoca un indulto parziale, ma ancora prima che si comprendano meglio i contorni di una proposta del genere e quali possano essere gli effetti sull’attuale condizione del sistema penitenziario, il Ministro della Giustizia ha escluso atti di clemenza che ritiene inutili a fornire soluzioni strutturali ma solo effetti temporanei. Non siamo d’accordo e siamo preoccupati perché ciò rivela il vero problema che c’è a via Arenula e a Palazzo Chigi: la mancanza di volontà politica di riformare il carcere».L’apertura del PdCauta ma comunque aperturista la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani: «Noi abbiamo le nostre idee, non condividiamo tutto, ma almeno iniziamo a discuterne seriamente e per dare risposte ad una situazione ormai insostenibile. Lavoro, misure alternative, sconto per buona condotta, case di reinserimento sono tutte proposte condivisibili e giuste che abbiamo presentato più volte con emendamenti puntuali. Sempre respinti. Vale la pena ricordare il comportamento della maggioranza, ed in particolare di Forza Italia, sulla proposta Giachetti di liberazione anticipata o quanto accaduto sull’inutile decreto carcere o quanto contenuto nell’inaccettabile ddl Sicurezza. Basta quindi farsi belli con proposte che poi non si è disponibili a sostenere al momento opportuno. Si passi ai fatti e non si sprechino solo parole al vento. Il partito democratico è pronto a discuterne». LEGGI TUTTO

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    Manovra, subito il taglio del cuneo e la pensione a 64 anni. Ma per attuare tutte le misure servono 103 decreti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaL’ok definitivo arrivato ieri al Senato (112 sì, 67 no e un astenuto) chiude il percorso parlamentare della legge di bilancio 2025, una manovra che vale 30 miliardi. Si apre ora la partita dell’attuazione, che coinvolgerà soprattutto ministeri e apparati delle amministrazioni statali.Ci sono infatti norme che entreranno subito in vigore dal 1° gennaio 2025, come per esempio il taglio del cuneo fiscale (confermato e reso strutturale per i redditi medio-bassi ed esteso anche ai redditi fino a 40mila euro), la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni attraverso il cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare, o la proroga, per i prossimi tre anni, della maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro per nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate da imprese e professionisti.Loading…Altre misure, tuttavia, avranno bisogno di un ulteriore passaggio per non restare solo sulla carta. Quando infatti una legge viene approvata – e questo vale soprattutto per provvedimenti complessi come le leggi di bilancio – non tutte le misure entrano subito in vigore. Ci sono alcune norme che necessitano di un ulteriore passaggio attuativo, come può essere un decreto ministeriale o un provvedimento di qualche agenzia governativa.Nel dettaglio, per la Manovra 2025 dovranno essere approvati 103 provvedimenti attuativi, alcuni dei quali saranno necessari per sbloccare 1,8 miliardi nel 2025 (che salgono a 8 miliardi se si considera il triennio 2025-2027). Provvedimenti attuativi che sono lievitati rispetto ai 48 che la Manovra aveva nel testo varato dal governo, e entrato alla Camera lo scorso 23 ottobre.A pesare è stata soprattutto l’introduzione di tutta una serie di micromisure con microstanziamenti, che si sono portate dietro in molti casi il loro provvedimento attuativo: dei 103 atti, 53 sono legati allo stanziamento di risorse nel 2025, di cui 29 per somme sotto i 10 milioni. LEGGI TUTTO