Nella memoria difensiva inviata al Tribunale dei ministri, l’Esecutivo scrive che a legittimare la condotta dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano – nel rimpatriare il generale libico ricercato dalla Cpi – fu lo “stato di necessità”. Misure illecite, si sostiene, possono essere prese per salvaguardare un interesse pubblico essenziale da un pericolo grave e imminente, come la presenza sul territorio italiano di Almasri
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L’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano per il caso Almasri sarà votata dalle Camere entro ottobre. In relazione alla vicenda del rimpatrio su un volo di Stato del generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale, tutti e tre sono indagati per favoreggiamento. A Piantedosi e Mantovano si contesta anche il peculato, a Nordio l’omissione di atti d’ufficio. Il governo, nella memoria difensiva inviata al Tribunale dei ministri, scrive che a legittimare la condotta dei tre politici è stata la “sussistenza dello stato di necessità”, come prevista dal diritto internazionale. Misure illecite, si sostiene, possono essere prese per salvaguardare un interesse essenziale dello Stato da un pericolo grave e imminente, come era la presenza sul territorio italiano di Almasri. Ma chi indaga la pensa diversamente.
Tribunale dei ministri: “Decisioni del governo forse per paura di ritorsioni in Libia”
Negli atti con cui si chiede l’autorizzazione a procedere per i tre esponenti del governo, il Tribunale dei ministri definisce “verosimile” che la decisione di rimpatriare Almasri fosse in realtà legata a “possibili ritorsioni per i cittadini e gli interessi italiani in Libia derivanti dal mantenimento in vinculis di Almasri”. Questo vale sia per quanto fatto da Nordio (“nel decidere di non dar corso alla richiesta di cooperazione della Cpi relativa sia all’arresto che al sequestro” che da Piantedosi “decretare l’espulsione dal territorio dello Stato” e “dall’Autorità delegata Mantovano, nel richiedere il volo Cai per l’accompagnamento in patria”. Si parla del fatto che a esprimere preoccupazioni per possibili ritorsioni, durante le riunioni tra i vertici istituzionali, sia stato il prefetto Caravelli, il direttore dell’Aise.
“Espulsione Almasri illegittima, libero dove delinqueva”
Negli atti del tribunale si legge che “il decreto di espulsione emesso dal ministro dell’Interno nei confronti dell’Almasri” è “motivato in relazione alle esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”, ma ha portato “ad un risultato paradossale – vale a dire ricondurre il ricercato Almasri, libero, lì dove avrebbe potuto continuare a perpetrare condotte criminose analoghe a quelle di cui era già accusato. Ne consegue che l’atto amministrativo, per come motivato, risulta viziato da palese irrazionalità e, come tale, illegittimo”.
“Ministri e Mantovano aiutarono volontariamente Almasri”
“Sia i ministri Nordio e Piantedosi, sia il sottosegretario Mantovano erano perfettamente consapevoli del contenuto delle richieste di cooperazione inviate dalla Cpi e, in particolare, del mandato di arresto spiccato nei confronti dell’Almasri”, ha scritto ancora il tribunale. “Non dando corso a tali richieste il primo, decretando il secondo la formale espulsione del ricercato con un provvedimento (…) viziato da palese irrazionalità e disponendo il terzo l’impiego di un volo Cai che ne ha assicurato l’immediato rientro in patria, hanno scientemente e volontariamente aiutato il predetto a sottrarsi alle ricerche e alle investigazioni della Cpi”. Negli atti è poi riportato che “la predisposizione e l’uso del volo Cai sono stati lo strumento utilizzato per compiere il delitto di favoreggiamento. In tal senso non si può ritenere che una simile decisione sia stata funzionale al perseguimento di un interesse pubblico, essendo il potere, pur discrezionale, stato sviato per un fine illecito”.
Procuratore Roma: “Atti su Almasri inviati in 24 ore”
E sul caso Almasri è intervenuto anche il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi: “C’è qualcuno che va dicendo che ho inviato in ritardo gli atti del tribunale dei ministri sul caso Almasri alla Camera sostenendo che li avrei ricevuti l’1 agosto. A parte il fatto che gli atti andavano letti, rimessi in ordine, corredati da alcuni provvedimenti necessari per eseguire le decisioni del Tribunale dei ministri e interamente fotocopiati, il tempo impiegato è stato minimo e cioè dal 4 agosto, giorno di arrivo degli atti in procura, al 5 agosto, giorno di arrivo degli atti alla Camera. Se 24 ore vi sembrano troppe…”. Il procuratore ha poi aggiunto: “Chi lo ha detto che gli atti sono pervenuti in Procura l’1 agosto? Ci sono informazioni riservate che non conosco?”.
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Relazione Giunta per l’Aula entro fine settembre
Intanto “l’Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso all’unanimità i tempi dell’esame delle carte inviate dal Tribunale dei Ministri in merito alle posizioni del sottosegretario Alfredo Mantovano e dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio sul caso Almasri, dando di fatto avvio ai lavori. Entro la fine di settembre sarà pronta la relazione per l’Aula, si terranno almeno cinque sedute, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti. Sia la Giunta che l’Aula esprimeranno tre voti distinti, con voto palese in Giunta e segreto in Aula la quale voterà definitivamente entro ottobre”. A renderlo noto è stato il presidente della Giunta Devis Dori.
Bonelli: “Governo di bugie e complicità”
Non stanno mancando, intanto, gli attacchi delle opposizioni all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: “Sul caso Almasri nessun esponente del governo italiano ha mai parlato di ragion di Stato. Anzi, il ministro Piantedosi è venuto in Parlamento a dire esattamente il contrario, affermando che non c’erano pressioni dalla Libia e che non esisteva alcun pericolo per l’Italia. Ha mentito davanti al Parlamento della Repubblica. Anche il ministro Nordio ha mentito su più circostanze, dalle trasmissioni degli atti ad altri aspetti rilevanti. Governi un Paese significa avere il dovere della verità: se c’era ragion di Stato, la si doveva rivendicare; non l’hanno fatto e ora ne devono rispondere”. Bonelli ha aggiunto che “questa vicenda è gravissima perché dimostra che il governo italiano ha fatto patti con i trafficanti di esseri umani, liberando un criminale come Almasri, responsabile di stupri, anche su minori, omicidi e tratta di persone. La destra cerca di buttarla in caciara, ma la realtà è chiara: chi diceva di voler inseguire i trafficanti ‘in ogni angolo del globo terraqueo’, oggi li libera e li accompagna con un aereo di Stato. Questo è accaduto. Meloni e i suoi ministri hanno scaricato sul Paese un’onta che nessun processo e nessun giudice potrà cancellare: la vergogna di aver liberato un criminale internazionale. È finito il tempo dei giochi di propaganda, il governo si assuma le proprie responsabilità di fronte agli italiani”.
Renzi: su Almasri caterva di fregnacce e Meloni bella statuina
“L’errore del governo è aver detto bugie. Sono venuti in Parlamento raccontando una caterva di bugie che, badate bene, non è un reato. Ma un governo che racconta un’incredibile caterva di fregnacce è un dato politico”, ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, parlando del caso Almasri. “Se avessero messo il segreto di Stato sarebbe stata una cosa che ci sta. Se tu ritieni che uno stupratore, un assassino” debba essere liberato “per un interesse nazionale, e io non sono d’accordo e non lo avrei fatto, amen. Ma dalle carte emerge in maniera evidente che Meloni” in questa vicenda, “fa la bella statuina. I giudici non vanno avanti su di lei perché lei non si è occupata” di niente. “Ma se lo si pensa è fantastico: abbiamo una presidente del consiglio fotogenica, che fa i selfie, che va in tv… la usano per fare la bella statuina. Poi c’è Mantovano che tira i fili dei ministeri facendo fare la figura dei comprimari a gente come Nordio…”. Un ragionamento che Renzi sintetizza: “Il primo punto è che Meloni non governa. Secondo: quando dice che i magistrati mi stanno sabotando, è vero. E faccio tre nomi: quello di Mantovano, toga bruna. Nordio e del suo capo di gabinetto Bartolozzi della quale c’è un’evidente e clamorosa impronta su tutta la vicenda”. “Se nel gestire vicende di sicurezza nazionale sono, ad essere gentili, pasticcioni, ma vi rendete conto cosa stanno facendo con i vostri soldi, con le tasse, i dazi? Sono talmente pasticcioni che tra chi – siamo ad agosto ed è tema – organizza le sagre, c’è una professionalità enormemente più efficace del governo”.
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Legale vittima Almasri: faremo esposto ad archiviazione
Intanto l’avvocata Angela Maria Bitonti, legale di una donna ivoriana vittima delle torture del generale libico Almasri, ha detto in merito all’archiviazione di Giorgia Meloni da parte del Tribunale dei ministri: “Presenteremo un esposto alla Procura di Roma contro l’archiviazione della premier sul caso Almasri. Giorgia Meloni ha, infatti, detto di aver condiviso le decisioni. Aspettiamo anche le decisioni parlamentari sull’autorizzazione a procedere nei confronti dei due ministro e del sottosegretario. Se non dovesse arrivare il via libera, valuteremo quali azioni mettere in campo”. Inoltre “faremo una nuova istanza per visionare gli atti visto che la precedente è stata rigettata in quanto la mia assistita è stata considerata una vittima indiretta”, ha spiegato l’avvocata Bitonti. “Non condividiamo questa visione, riteniamo sia una vittima diretta perché il rimpatrio di Almasri e la mancata consegna alla Corte penale internazionale non consente il processo. Significa aver impedito alle vittime di crimini cosi atroci di ottenere giustizia”.
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