Il ministro dell’Istruzione ha introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza e in semi flagranza per chi aggredisce docenti e dirigenti, con pene aumentate da 2 a 5 anni per lesioni lievi. Per l’educazione sessuale sarà necessario un consenso scritto, con garanzia di attività alternative per chi rifiuta. L’assicurazione contro gli infortuni scolastici, avviata 2 anni fa, sarà resa stabile per studenti e personale. Il 5 in condotta sarà previsto anche per casi di bullismo
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Un messaggio netto a difesa della scuola e del suo personale arriva dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. È stato introdotto, ha annunciato, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato nei casi di lesioni personali ai danni di docenti e dirigenti scolastici. Non solo: è previsto anche un aggravio delle pene per chi aggredisce il personale scolastico. Le sanzioni per le lesioni lievi passeranno dagli attuali sei mesi a tre anni, a un range che va dai due ai cinque anni di reclusione. “Un insegnante, un educatore, non si tocca”, ha ribadito Valditara, sottolineando che la misura non si estende ai minori. Il ministro ha evidenziato come, tra i lavoratori della Pubblica amministrazione, il personale scolastico sia secondo solo a quello sanitario per numero di aggressioni subite. “L’aumento è stato impressionante soprattutto da parte dei genitori – ha spiegato – fino al 2022-23 erano gli studenti ad aggredire, ora sono aumentati i genitori che picchiano i docenti”.
Arresto previsto anche in semi flagranza
Il provvedimento di arresto per chi aggredisce docenti o dirigenti scolastici è previsto anche in caso di semi flagranza: ovvero l’aggressore viene colto subito dopo con oggetti o tracce di reato (esempio armi, strumenti, bastoni, coltelli). Il ministro Valditara ha portato vari esempi di docenti malmenati negli ultimi mesi tra i quali quello di una maestra, in un Comune vicino Roma, stalkerizzata per tanto tempo e intimorita al punto da farsi scortare dai colleghi. Alla fine i genitori di un alunno l’hanno presa a bastonate a scuola. I casi di aggressioni da parte dei genitori ai danni del personale scolastico sono molto aumentate negli ultimi due anni.
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Valditara: “Serve consenso dei genitori per corsi sessualità a scuola”
Nel corso della conferenza, Valditara ha annunciato anche nuove disposizioni per i corsi scolastici dedicati all’educazione sessuale. Richiamando l’articolo 30 della Costituzione, il ministro ha sottolineato come “spetti ai genitori il diritto-dovere di formare i figli”. Per questo motivo, ha chiarito, per l’ampliamento dell’offerta formativa sulla sessualità sarà necessario un consenso preventivo scritto da parte delle famiglie, accompagnato da informazioni dettagliate sul materiale didattico, sulle finalità e sulle modalità di svolgimento delle attività. Le scuole, inoltre, dovranno fornire un’attività alternativa nel caso in cui i genitori negassero il consenso. I soggetti incaricati dell’insegnamento dovranno essere in possesso di requisiti di professionalità scientifica e accademica. Per quanto riguarda la scuola primaria, ha concluso Valditara, “i temi della sessualità sono solo quelli contenuti nei programmi nazionali”.
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Il ministro: “Stabilizziamo assicurazione contro infortuni a scuola”
Un’ulteriore misura illustrata dal ministro riguarda l’assicurazione contro gli infortuni a scuola. “Era stata avviata d’intesa con la ministra del Lavoro Calderone due anni fa – ha spiegato – e ora riteniamo sia il momento di renderla stabile per il personale della scuola e per gli studenti, non possono essere penalizzati” rispetto al resto della Pubblica amministrazione. Nel complesso, ha affermato Valditara, si tratta di provvedimenti che intendono rafforzare il patto educativo tra famiglie e istituzioni scolastiche. “Noi, agendo all’insegna del valore della trasparenza, intendiamo rafforzare l’alleanza tra la scuola e le famiglie come abbiamo fatto con la circolare sui compiti a casa”, ha concluso.
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“5 in condotta anche per casi di bullismo grave”
Infine, con le nuove disposizioni volute da Valditara, chi ottiene 5 in condotta sarà automaticamente bocciato e vengono compresi anche i casi di bullismo grave. In caso di 6 in condotta, invece, lo studente sarà rimandato a settembre e non potrà essere ammesso alla classe successiva fino al superamento di un ‘esame di riparazione’ durante il quale dovrà presentare un elaborato critico sui valori e i principi violati dal proprio comportamento, dimostrando di aver compreso la gravità delle proprie azioni anche alla luce dei principi costituzionali e delle regole della comunità scolastica. “Viene prevista più scuola e non meno scuola per chi fa il bullo o in generale si comporta male” ha spiegato il ministro dell’Istruzione, che già aveva messo a punto un Ddl sul voto in condotta che era stato approvato il 1 ottobre 2024 ma per essere reso attuativo occorreva la modifica di alcuni regolamenti.
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Valditara: “Ispirati da principi di solidarietà, senso civico e resposabilità”
“Abbiamo avviato un ampio confronto con le associazioni dei genitori, le consulte studentesche, il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) e abbiamo recepito alcune osservazioni fatte”, ha chiarito il ministro. Serve ora qualche altro passaggio – come il parere del Consiglio di Stato – poi il provvedimento diventa attuativo e quindi il prossimo anno scolastico sarà operativo. “Le scuole dovranno anche mettere a punto una analisi e proposte per il contrasto culturale al bullismo e abbiamo previsto una modifica radicale all’istituto della sospensione che sarà all’insegna di più scuola, con il coinvolgimento degli studenti in attività di cittadinanza solidale, non di meno scuola, come è stato finora. Ci hanno ispirato i principi di solidarietà, senso civico, responsabilità individuale e rispetto verso l’autorità dei docenti”, ha aggiunto Valditara. Fino a oggi, la sospensione fino a 15 giorni significava restare a casa. Con la riforma, invece, lo studente dovrà continuare a frequentare le lezioni e, in aggiunta, sarà chiamato ad approfondire e riflettere sulle tematiche legate alla cattiva condotta, attraverso studi, elaborati scritti e compiti supplementari. Per le sospensioni superiori ai due giorni, da tre a quindici, scatteranno automaticamente le attività di cittadinanza solidale: gli studenti saranno coinvolti in servizi presso enti caritatevoli, assistenziali, realtà del terzo settore, mense per i poveri o cura degli spazi scolastici.