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Separazione delle carriere, via libera del Senato tra le proteste dell’opposizione: ecco cosa cambia

Il Senato ha dato il via libera alla seconda lettura della riforma costituzionale della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il voto del Senato ratifica il secondo dei quattro passaggi parlamentari che scandiscono l’iter della riforma. Il primo è stato quello di Montecitorio lo scorso 16 gennaio. Come prevedibile nessuna modifica, come già avvenuto alla Camera, è stata fatta al testo approvato dal Governo l’anno scorso. Sui due successivi passaggi Governo e maggioranza spingeranno sull’acceleratore con l’obiettivo di andare alla celebrazione del probabile referendum, che non prevede un quorum, nella primavera 2026.

Meloni: passo verso una giustizia più equa e trasparente

“L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia, segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione”. Lo afferma sui social la premier Giorgia Meloni. “Il percorso – aggiunge – non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente”.

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La protesta delle opposizioni

Protesta delle opposizioni in Aula al Senato dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Molti senatori dell’opposizione hanno intonato il coro ‘vergogna, vergogna’. I parlamentari del Pd hanno protestato alzando dei cartelloni con la copertina della Costituzione. Dai banchi del M5S hanno sollevato dei cartelli per dire alla maggioranza di non portare avanti questa legge in nome di Falcone e Borsellino. ‘Non in mio nome’, recitano i cartelli affiancati dalla foto dei giudici antimafia. Accanto il cartello ‘ma nel loro’, con accanto un fotomontaggio di Licio Gelli accanto a Silvio Berlusconi.

I senatore del Pd, al momento del voto della riforma della separazione delle carriere, hanno tutti esposto un frontespizio della Costituzione rovesciata. I deputati di M5s hanno invece alzato un cartello con le immagini di Borsellino e Falcone con la scritta “non nel loro nome”.
+++FOTO DIFFUSA DALL’UFFICIO STAMPA – USARE SOLO PER ILLUSTRARE OGGI LA NOTIZIA INDICATA NEL TITOLO – NON ARCHIVIARE – NON VENDERE – NON USARE PER FINI NON GIORNALISTICI – NPK+++

Calenda: votiamo sì alla separazione delle carriere. Renzi si astiene

Anche se alla riforma mancano i due terzi dei voti necessari per evitare il referendum popolare confermativo, una parte dell’opposizione appoggia l’intervento. E’ il caso di Azione. «Votiamo a favore della separazione delle carriere, era nel nostro programma elettorale. Che problema c’è, se ritieni che sia una cosa giusta per il Paese perchè non dovrei votarlo» ha detto Carlo Calenda a Ominbus, su La7. Mentre Renzi schiera Iv sulla linea dell’astensione. Un’astensione di “apertura”

La separazione delle carriere

Il cuore del provvedimento è dunque la separazione delle carriere dei pm e dei giudici, per cui ciascuno a inizio carriera dovrà fare una scelta definitiva di funzione, e restarci. Insomma niente più ’porte girevoli’ tra pm e giudici secondo un’espressione abusata negli anni scorsi.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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