in

Grecia, nuova frontiera fiscale per i pensionati europei


I punti chiave

Dopo anni in cui il Portogallo ha rappresentato il paradiso fiscale per i pensionati europei, lo scenario sta rapidamente cambiando. Con la recente chiusura del regime agevolato lusitano, ora è la Grecia a raccoglierne l’eredità, proponendosi come nuova meta privilegiata per chi percepisce una pensione dall’estero. Il governo di Atene ha infatti introdotto un regime fiscale estremamente vantaggioso: un’imposta sostitutiva con aliquota unica al 7% su tutti i redditi di fonte estera, per un periodo di quindici anni.

Una misura fiscale strategica

Il regime fiscale in questione è parte di una strategia più ampia volta a rilanciare l’economia greca, ancora in fase di consolidamento dopo la lunga crisi del debito. Attraverso l’attrazione di pensionati con disponibilità economiche, il Paese punta a stimolare i consumi, il mercato immobiliare e la fiscalità locale, con un effetto moltiplicatore su vari settori dell’economia. L’interesse non è soltanto fiscale: molte aree della Grecia, specie quelle insulari e rurali, possono beneficiare di nuova domanda abitativa e servizi dedicati a una popolazione senior.

Requisiti e condizioni per accedere

Non si tratta di una misura universale. Per accedervi, è necessario rispettare una serie di requisiti. Il pensionato deve trasferire la propria residenza fiscale in Grecia e risiedervi per almeno 183 giorni l’anno. Deve inoltre dimostrare che il centro dei propri interessi familiari e patrimoniali si trovi nel Paese. L’agevolazione è rivolta esclusivamente a chi percepisce una pensione di fonte estera e non è stato residente fiscale in Grecia per almeno cinque dei sei anni precedenti la richiesta. Condizione fondamentale è la provenienza da uno Stato che abbia firmato con la Grecia un accordo per lo scambio di informazioni fiscali, come previsto dalla Direttiva europea 2011/16/UE. L’Italia rientra tra questi Paesi, ma è richiesta anche l’iscrizione all’AIRE e la documentazione che attesti l’effettiva residenza estera pregressa.

Vantaggi fiscali oltre la pensione

Il beneficio dell’aliquota al 7% non si applica solo alla pensione. Anche gli altri redditi esteri del contribuente – come rendite da locazione, dividendi, interessi o capital gain – possono rientrare nel regime agevolato. Questo amplia notevolmente la platea potenziale e rende la misura interessante anche per ex professionisti o manager in possesso di patrimoni mobiliari. Le imposte eventualmente pagate all’estero possono essere scontate in Grecia attraverso un sistema di credito d’imposta, evitando duplicazioni di imposizione.

Chi resta escluso

Non tutti i pensionati italiani possono beneficiare della misura. Ne sono esclusi in modo esplicito gli ex dipendenti pubblici, la cui pensione resta tassabile in Italia per effetto della Convenzione contro le doppie imposizioni tra i due Paesi (articolo 19, paragrafo 2). In questi casi, l’INPS continua a trattenere alla fonte le imposte, rendendo inefficace il trasferimento fiscale in Grecia.

La questione degli accertamenti

Per i pensionati italiani, uno degli ostacoli principali non è il trasferimento in sé, ma la capacità di renderlo “credibile” agli occhi dell’Agenzia delle Entrate.

Gli accertamenti sulla residenza sono spesso basati su elementi sostanziali: disponibilità di immobili in Italia, legami familiari, iscrizione dei figli a scuole italiane o uso di carte di credito italiane. Per questo motivo, è raccomandabile superare la soglia minima dei 183 giorni in Grecia e adottare un approccio coerente nella gestione dei propri interessi economici.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


Tagcloud:

Elezioni comunali a Nuoro 2025, chi sono i 4 candidati sindaco

Festa della mamma, Meloni: “Auguri a tutte, senza di loro non esisterebbe nulla”. VIDEO