I punti chiave
I punti chiave
Dal prossimo mese, le buste paga del pubblico impiego includeranno il beneficio previsto dal taglio del cuneo fiscale, insieme agli arretrati accumulati dall’inizio dell’anno. A confermarlo è il Ministero dell’Economia, in una nota riportata da Repubblica, che dà seguito alle anticipazioni circolate nei giorni scorsi. La misura, introdotta dalla legge di Bilancio 2025, prevede un incremento dell’importo netto mensile per i lavoratori con redditi fino a 40 mila euro lordi annui.
A quanto ammonta il beneficio
Il valore del beneficio varierà in base alla fascia di reddito: per la maggior parte dei dipendenti si attesterà attorno agli 80 euro mensili, ma in alcuni casi potrà arrivare fino a 120 euro. A giugno, grazie alla corresponsione degli arretrati da gennaio, il cedolino potrà superare un incremento complessivo di 400 euro per lavoratore. L’applicazione della misura ha richiesto tempi tecnici più lunghi del previsto. Il Mef, in una comunicazione di aprile, aveva spiegato che l’adeguamento dei sistemi è stato rallentato anche dagli interventi informatici richiesti dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Altri elementi contributivi
Nel frattempo, ad aprile sono stati corrisposti altri elementi retributivi: l’indennità di amministrazione per i comparti con contratto già rinnovato e la nuova indennità di vacanza contrattuale per settori ancora in trattativa, come scuola, enti locali e sanità. In quest’ultimo ambito, le trattative per il rinnovo del contratto si sono interrotte a fine aprile e riprenderanno il 22 maggio. In caso di accordo, l’efficacia del nuovo contratto scatterebbe da ottobre, con effetti su circa 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale.
Il rinnovo contrattuale
Il rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024 prevede un aumento medio lordo di 172,37 euro al mese, pari a un incremento del 6,8%.
Le risorse complessive stanziate ammontano a 1,784 miliardi di euro, comprensive di fondi dedicati a specifiche aree professionali: 175 milioni per l’indennità di pronto soccorso, 35 milioni per la specificità infermieristica, e 15 milioni per la tutela del malato.