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”Mia figlia piange perché non la vado a prendere a scuola, ma non ho sensi di colpa”: Caterina Balivo spiega perché non rinuncerebbe mai al lavoro

  • La conduttrice 44enne abbraccia le lotte per i diritti delle donne
  • Sposata con Guido Maria Brera e madre di Guido Alberto e Cora, desidera pari opportunità

E’ combattiva e abbraccia le lotte per i diritti delle donne e pari opportunità. Caterina Balivo al Corriere della Sera spiega perché non rinuncerebbe mai al lavoro. Mia figlia piange perché non vado a prenderla a scuola, ma non ho sensi di colpa, chiarisce.

La conduttrice 44enne è sposata con Guido Maria Brera e madre di Guido Alberto, che il 29 maggio compirà 12 anni, e Cora, 7 anni il prossimo 16 agosto. “Se una donna vuole fare carriera deve posticipare l’arrivo dei figli o addirittura rinunciare. La biologia della donna non corrisponde al momento storico che stiamo vivendo – sottolinea – Spesso succede che si arrivi a 40 anni a fare il primo figlio, ma poi tutto è più difficile. E qui si apre un altro piano di discussione: se hai i soldi puoi conservare gli ovuli (la pratica egg freezing, ndr) se non li hai, spesso devi rinunciare. Insomma credo che bisognerà ragionare su questo aspetto: come riuscire a far andare di pari passo il corpo femminile con la questione lavorativa”.

Io non lascerei mai il lavoro per i figli, pur amandoli moltissimo. Durante il Covid ho fatto io un passo indietro, e sono rimasta a casa per tenere gli equilibri familiari e quando sono tornata al lavoro è stato complicato, spiega ancora Caterina. C’è chi può permettersi tate o può appoggiarsi ai nonni. Lei desidererebbe che il mondo dell’imprenditoria garantisse alle donne asili nido e scuole dell’infanzia per permettere loro di lavorare serenamente.

Gestire la famiglia è complesso. La Balivo prova a conciliare tutti. I figlio li educa insegnandogli a rispettare tutti. “Io rompo molto le scatole perché diventino persone per bene e possano fare il lavoro che amano. I miei figli mi vivono come donna indipendente, e di questo sono contenta”, rivela.

La bimba piange perché non la vado a prendere a scuola e io, senza sensi di colpa, le dico: ‘Mamma lavora’ – confida Caterina – Se lei replica: ‘Allora tu preferisci il lavoro a me?’. Le spiego che la mamma ha semplicemente orari diversi e non riesce ad essere fuori da scuola. Però se ci penso bene mi rendo conto che a lei, e solo a lei non al maschio, dico spesso: ‘stai composta, non alzare la voce’. Come se culturalmente le donne dovessero starsene zitte, senza dare fastidio. E questo è sbagliato. Come è sbagliato che spesso tra noi donne non parliamo di soldi: dobbiamo cominciare a leggere di più le pagine economiche, o non riusciamo neppure a chiedere un aumento”. 

Caterina svela pure come va col maschietto: “Gli ripeto continuamente che quando una ragazzina dice no, è no su tutto. Nel gioco, nel bacio. E poi mi interrogo: ‘E se lo inibisco troppo? Se gli trasmetto insicurezza nell’essere audace?’. Anche con lui mi sono ritrovata a sbagliare: una volta gli ho detto: ‘Non piangere come una femminuccia’. Tremendo”.

La Balivo mette sotto esame pure l’universo della tv: Anche nel nostro mondo c’è ancora tanta strada da fare. Io per esempio nel mio programma ho un gruppo autoriale molto maschile, lo vorrei più femminile. Ho sempre lavorato con gruppi a maggioranza femminile che hanno un gusto televisivo più affine al mio”. E ricorda: “Quando conducevo ‘Detto Fatto’, dal 2004 al 2009, ho fatto una battaglia per i corpi femminili lanciando il messaggio che bisogna accettarsi così come si è. Mia mamma mi ha sempre detto: ‘Le rughe me le tengo’. Lei è stata la prima femminista che ho conosciuto, che ha sempre lavorato con tre figli”.


Fonte: https://www.gossip.it/feed/


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