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L’annosa questione di chi si alza appena l’aereo atterra

Sia in aeroporto che a bordo di un aereo, al momento di salirci sopra o prima di uscirne alla fine del volo, trovarsi in una fila è una delle esperienze più comuni. Il desiderio condiviso di ridurre il rischio di trovarsi in questa condizione e dover affrontare possibili disagi è la causa di comportamenti competitivi che paradossalmente finiscono spesso per generare anziché evitare ritardi e rallentamenti. Molte delle cose che facciamo quando prendiamo un aereo, in generale, riguardano fenomeni studiati nelle scienze del , l’insieme di varie discipline – tra cui psicologia, economia e scienze cognitive – che analizzano il comportamento umano e l’impatto che ha sul gruppo nel suo insieme.

È abbastanza frequente notare alcuni passeggeri che subito dopo l’atterraggio si alzano in piedi e si affrettano a prendere il loro bagaglio dalla cappelliera, nonostante l’invito dell’equipaggio a tenere le cinture di sicurezza allacciate finché l’aereo non si ferma. Ed è altrettanto comune vedere persone in piedi affollare i gate in aeroporto e formare una fila prima ancora che comincino le operazioni di imbarco. Altre scelgono invece di attendere sedute che la fila si accorci, per rimanere meno tempo possibile in piedi ed essere tra le ultime persone a salire a bordo.

Alla base di questi comportamenti possono esserci ragioni diverse , a volte anche urgenze particolari. Come al Washington Post Drake Castañeda, responsabile delle comunicazioni aziendali della compagnia Delta Air Lines ed ex operatore responsabile degli imbarchi, alcune persone possono essere semplicemente molto emozionate e impazienti all’idea del viaggio. O magari preferiscono sgranchirsi le gambe prima dell’imbarco e rimanere in piedi prima di un viaggio in cui resteranno presumibilmente sedute per molto tempo, soprattutto nei voli più lunghi. Ma indipendentemente dalle loro intenzioni, ha aggiunto Castañeda, i passeggeri che si mettono in fila troppo presto rischiano di rendere i tempi di attesa più lunghi per tutti.

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In generale l’affollamento è una conseguenza del desiderio di ottenere un vantaggio competitivo sulle altre persone in un contesto in cui tutte devono fare la stessa cosa, senza un ordine prestabilito: salire su un aereo e poi scendere. I passeggeri che si alzano prima degli altri all’atterraggio e prendono il bagaglio per dirigersi verso una delle uscite dell’aereo contano di anticipare altri passeggeri – sia quelli seduti nelle file davanti che quelli seduti dietro – che stanno per fare o stanno già facendo la stessa cosa, in un modo più o meno veloce.

Un discorso simile ma con ulteriori variabili in gioco vale per le persone che si accalcano nei gate intasando l’area dell’imbarco (a volte in inglese gate lice, “pidocchi del gate”). Come quelle che scattano in piedi subito dopo l’atterraggio, attirano spesso l’antipatia sia di altri passeggeri che del personale responsabile dell’imbarco.

Nella maggior parte dei casi la ragione per cui cercano di precedere altre persone è perché contano in questo modo di avere più spazio a bordo per muoversi e per riporre i bagagli a mano nelle cappelliere, rispetto alle persone che si imbarcano dopo. In alcuni casi, a seconda della compagnia aerea e della quantità di passeggeri già imbarcati, ai passeggeri che salgono per ultimi può tra l’altro essere chiesto di consegnare il bagaglio a mano affinché sia caricato in stiva (gratuitamente), se lo spazio a bordo per i bagagli è già esaurito. E per le persone che viaggiano soltanto con quello significa aggiungere al tempo di viaggio previsto un tempo imprevisto di attesa nell’aeroporto di destinazione per recuperare il bagaglio, o anche considerare il rischio di smarrire un bagaglio che contavano di avere sempre a portata di mano e che per questo può magari contenere oggetti di valore.

La conseguenza spiacevole di questa competizione è che provoca spesso rallentamenti per tutti i passeggeri, come a Business Insider da Rich Henderson, assistente di volo da oltre dieci anni e coautore del Two Guys on a Plane. L’affollamento nell’area dell’imbarco ostacola il passaggio di gruppi di passeggeri che hanno priorità sugli altri, e può provocare confusione e ritardi se un passeggero su una sedia a rotelle, per esempio, per imbarcarsi deve attendere che le persone ammassate nell’area dell’imbarco si facciano da parte e siano ricacciate in coda alla fila.

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I due principali fattori alla base del comportamento delle persone in situazioni come l’imbarco e lo sbarco dall’aereo sono il conformismo e la concorrenza, al Washington Post la psicologa Shira Gabriel, professoressa alla University at Buffalo. «Le persone usano altre persone come fonti di informazioni sia riguardo a cosa stanno facendo, sia riguardo a quale sia la cosa giusta da fare», ha detto Gabriel.

La prima persona che si alza dal proprio posto, in altre parole, fornisce a tutte le altre informazioni su come possono e forse dovrebbero comportarsi, il che porta un maggior numero di passeggeri ad alzarsi e unirsi al primo che si è alzato, in un circolo di informazioni che passano di persona in persona. «Se vedi che le persone si mettono in fila, che si preparano, pensi che ci sia un vantaggio competitivo nel farlo», ha detto Gabriel, aggiungendo che le persone «fanno qualsiasi cosa bizzarra, se pensano che sia quello il modo di comportarsi». Questa attitudine è incentivata in parte anche dalle politiche stesse delle compagnie, che come nel caso dei bagagli a mano imprevedibilmente caricati in stiva al momento dell’imbarco possono determinare uno svantaggio concreto per le persone che arrivano dopo le altre.

«La conseguenza di questi problemi strutturali [delle compagnie aeree] è che creano incertezza e competizione», ha detto al Washington Post lo psicologo sociale Stephen Reicher, professore alla University of St. Andrews, in Scozia. Questa situazione di incertezza motiva le persone a mettersi in fila anche a scapito di altre, perché comportarsi come se non ci fosse competizione quando la competizione c’è è da loro percepito come svantaggioso rispetto a comportarsi come se ci fosse competizione quando la competizione non c’è. Nel primo caso rischiano di perdere una coincidenza all’atterraggio, mentre nel secondo rimangono in piedi per qualche minuto senza una buona ragione, ha detto Reicher. Senza considerare il rischio dei costi sociali – fare la figura del «fesso» – nell’essere l’ultima persona in fila e per questo motivo non poter portare il bagaglio a bordo.

Il momento dello sbarco è un altro momento del viaggio che tende a irritare molte persone, perché alcune si alzano spesso dal proprio posto prima che l’atterraggio sia concluso, e cioè prima che il segnale delle cinture allacciate venga spento, e questo comporta un rischio in termini di sicurezza. In molti casi genera anche un rallentamento delle operazioni di sbarco, al Washington Post nel 2019 l’assistente di volo newyorkese Jennifer Johnson, perché rende necessario avvisare il pilota e dirgli che un passeggero si è alzato, intasando le comunicazioni a bordo.

Il comportamento più appropriato una volta concluso l’atterraggio, scrisse il Washington Post condividendo alcune indicazioni utili su come lasciare l’aereo in modo ordinato e rispettoso verso gli altri passeggeri, è attendere seduti il turno della propria fila prima di spostarsi nel corridoio e prendere i bagagli dalla cappelliera. Il proprio turno può variare in determinate situazioni, ma nella maggior parte dei casi è quando i passeggeri nelle file davanti alla propria hanno già preso il bagaglio e stanno uscendo dall’aereo.

Un altro consiglio condiviso da un’assistente di volo consultata dal Washington Post, rivolto alle persone preoccupate di perdere una coincidenza, è di non aspettare lo sbarco per mettere l’equipaggio al corrente di quella particolare urgenza. Informare gli assistenti di volo già durante il viaggio, riguardo a un’eventuale coincidenza da prendere in tempi molto ristretti, può permettere loro di fornire aggiornamenti sul volo da prendere e, se possibile e utile, scambiare di posto alcuni passeggeri spostando nella parte anteriore quelli con particolare urgenza di scendere subito dopo l’atterraggio.


Fonte: https://www.ilpost.it/scienza/feed/


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