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    Le aziende alla prova della rivoluzione digitale

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    Il mercato del lavoro italiano, come quello di altri Paesi, sta attraversando una profonda trasformazione legata, soprattutto, allo sviluppo delle nuove competenze per la transizione digitale ed ecologica. Si tratta di un fenomeno che impatta anche sulla Lombardia, locomotiva economica dell’Italia, e sulle aziende che operano sul territorio di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi, che rappresenta il 59% del Pil della regione e il 13,3% di quello nazionale. Lo si evince dai trend emersi dalla ricerca Le professioni del futuro. Lo studio sottolinea, infatti, la sempre più significativa esposizione delle imprese all’intelligenza artificiale (AI): il 40% delle offerte di lavoro postate sul web nel 2023, ultimo anno di rilevazione, riguarda professioni altamente qualificate – ingegneri, architetti, scienziati, medici e avvocati – caratterizzate da una forte componente AI.«L’intelligenza artificiale, del resto, non solo diventa parte integrante del processo lavorativo», afferma Monica Poggio, vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, «ma ridisegna anche le professioni del mondo del lavoro e le competenze necessarie». Lo sviluppo, la gestione e la manutenzione dei sistemi AI richiedono, d’altra parte, un’elevata specializzazione che comporta, per esempio, la crescita della domanda di data scientist, di ingegneri di machine learning, di esperti di sicurezza informatica. «In quest’ottica, i programmi di istruzione e di formazione devono adattarsi a questi cambiamenti, rafforzando il ruolo delle discipline Stem, così come lo sviluppo delle competenze trasversali», prosegue Poggio.Oltre alla diffusione dei cosiddetti green jobs, il rapporto certifica infatti la crescente attenzione delle aziende alle soft skill. Basti pensare allo smart working, che richiedere nuove abilità comunicative adattate alle tecnologie digitali e alle dinamiche della collaborazione a distanza. «La capacità di acquisire nuove competenze e, come spesso sottolineo, di imparare ad imparare, rappresenterà un fattore chiave per il successo professionale in un contesto lavorativo sempre più caratterizzato da fenomeni innovativi, quali appunto l’AI e la digitalizzazione», spiega Poggio.Ecco perché sempre più aziende stanno investendo su programmi di upskilling e reskilling. «Le grandi imprese, ma anche le Pmi, si fanno promotrici di academy aziendali: segno, ancora una volta, della loro capacità di attivarsi in prima persona per aggiornare le competenze dei propri collaboratori, promuovendo peraltro anche la qualificazione del capitale umano complessivo del nostro Paese». Un contributo che, però, va accompagnato da un sempre più costante rapporto con le istituzioni educative. «Di fronte ai cambiamenti – continua la vicepresidente di Assolombarda – istituzioni formative e industria devono parlarsi per comprendere come lavorare insieme per assicurare al sistema Paese risorse umane in grado di stare al passo con le innovazioni digitali e sostenibili». Assolombarda, in tal senso, ha sottoscritto un accordo quadro con le università del territorio per rafforzare le forme di partenariato didattico in ambito universitario e prosegue nello storico dialogo con l’Ufficio Scolastico Regionale per promuovere, sempre di più, attività di alternanza e orientamento. LEGGI TUTTO

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    Contratto sanità: Cgil, Uil e Nursing Up bloccano ancora gli aumenti

    Nuova battuta d’arresto per il rinnovo del contratto della sanità pubblica. Dopo mesi di trattative e con il tavolo negoziale riaperto, la sottoscrizione dell’accordo è stata nuovamente bloccata da Fp-Cgil, Uil-Fpl e Nursing Up.”Una decisione grave e irresponsabile, che danneggia oltre 700mila lavoratori e professionisti della sanità pubblica”, ha dichiarato in una nota la segreteria nazionale della Cisl-Fp, commentando lo stop definitivo all’iter per il rinnovo.Secondo la Cisl-Fp, il blocco dell’accordo comporta conseguenze pesanti per il personale sanitario: “In questi mesi abbiamo lavorato con responsabilità per costruire un contratto che rispondesse concretamente ai bisogni del personale. Bloccare oggi la firma, senza prospettare soluzioni alternative realizzabili, significa negare gli arretrati, impedire l’aumento degli stipendi e privare i lavoratori della rivalutazione delle indennità”.L’obiettivo, secondo il sindacato, dovrebbe essere “chiudere il contratto per riavvicinare le tornate contrattuali e aprire subito il negoziato per il triennio 2025-2027, in linea con quanto già avviato nel comparto delle funzioni centrali, dove si sta lavorando al nuovo patto per il lavoro pubblico in attesa dell’atto di indirizzo per il prossimo rinnovo”. Tale percorso potrebbe garantire “aumenti medi, sommando le due tornate contrattuali, di oltre 350 euro mensili”.Per la Cisl-Fp, la responsabilità del blocco è chiara: “Con le risorse di bilancio già disponibili, Fp-Cgil, Uil-Fpl e Nursing Up stanno scegliendo deliberatamente di bloccare il contratto senza una strategia credibile, danneggiando direttamente il personale sanitario”. Il mancato rinnovo, sottolinea il sindacato, sta già avendo effetti concreti in diverse regioni, con “il rischio di sospensione dell’erogazione delle indennità, come recentemente accaduto nel Lazio con il pagamento dell’indennità di pronto soccorso”.Senza la firma del contratto, vengono inoltre negati diritti fondamentali conquistati nella trattativa, tra cui “il patrocinio legale gratuito e l’assistenza psicologica per il personale sanitario vittima di aggressioni”. Per questo, la Cisl-Fp chiede conto ai sindacati che hanno deciso di bloccare l’accordo: “Chi oggi blocca il contratto dovrà spiegare ai lavoratori perché li sta privando di questi strumenti di tutela essenziali”.Anche il Nursind ha espresso una dura critica nei confronti delle sigle che hanno bloccato il rinnovo. “Sono caduti tutti gli alibi e chi, anche oggi, ha sprecato l’ultima chiamata e deciso irresponsabilmente di non sottoscrivere il Ccnl del comparto non solo si è assunto una enorme responsabilità di cui dovrà dare conto ai lavoratori, ma ha anche decretato la morte del ruolo dei sindacati nella contrattazione”, ha dichiarato il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, commentando il fallimento del tavolo convocato questa mattina all’Aran.”L’incontro odierno – ricostruisce Bottega – ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: le risorse, che anche noi reputiamo insufficienti, non aumenteranno perché qualcuno fa la voce grossa o punta i piedi. E bacchette magiche non ce ne sono”. Non solo, prosegue, “ma anche la parte ordinamentale del contratto non sarà oggetto di modifiche tant’è che l’Aran, su mandato delle Regioni, ha riproposto il testo frutto della trattativa di gennaio. Ecco perché la decisione di non firmare neppure stamani di fatto preclude ogni possibilità di futura negoziazione. Un vero e proprio ‘suicidio’, naturalmente non nel nostro nome, ma – ed è un paradosso – nel nome di quelle sigle che a partire dagli anni ’90 hanno voluto con forza l’attuale sistema di contrattazione”.”A questo punto – evidenzia il segretario del Nursind – non ci resta che chiedere un intervento a governo e Regioni per distribuire le risorse stanziate in manovra. A spingerci in questa direzione è il senso di responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori, una responsabilità che, evidentemente, non ha guidato le sigle sindacali che hanno scelto, in maniera per noi scellerata, di non sottoscrivere il Ccnl sulla pelle dei professionisti”.”È emblematico il caso del personale di pronto soccorso che per primo purtroppo sta pagando il prezzo della mancata ratifica dell’intesa, non potendo percepire l’aumento dell’indennità in busta paga. Come ha ribadito ancora una volta oggi l’Aran, infatti – conclude Bottega -, questo incremento è legato al rinnovo del contratto in quanto rientra nei finanziamenti stabiliti dall’atto d’indirizzo delle Regioni e certificato dalla Ragioneria dello Stato”.Un panorama complessoLa mancata intesa nel settore sanitario si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà nel rinnovo dei contratti pubblici. Cgil, Uil e i sindacati di base continuano a protestare contro i ritardi nei rinnovi contrattuali in settori come scuola ed enti locali, contribuendo, secondo alcuni osservatori, allo stallo negoziale con posizioni rigide che frenano i negoziati. Attualmente, sono bloccati aumenti contrattuali per un totale di 5,1 miliardi di euro.Il rinnovo del contratto per le Funzioni centrali potrebbe rappresentare un modello per gli altri comparti della Pubblica amministrazione, ma le difficoltà restano. Oltre 2,3 milioni di dipendenti pubblici attendono ancora un aggiornamento contrattuale, tra cui quelli del comparto sanità. La spaccatura tra i sindacati, accentuata anche dalle prossime elezioni per il rinnovo delle Rsu previste per aprile, rischia di rallentare ulteriormente il processo. LEGGI TUTTO

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    Start up volano del cambiamento e del mondo del lavoro

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    Le startup innovative rappresentano, oggi, un patrimonio prezioso per l’economia italiana: dispongono, per loro natura, di una forte capacità innovativa e di una marcata propensione all’uso della tecnologia; una circostanza che le rende attrici cruciali di questa grande epoca di transizioni e cambiamento. Queste ultime sono anche i principali motori della creazione netta di nuovi posti di lavoro. Lo evidenzia la Kauffman Foundation secondo la quale, negli Stati Uniti, le imprese con oltre dieci anni di vita, in media, distruggono più posti di lavoro di quanti ne creino, mentre quelle entranti nel mercato ne aggiungono circa tre milioni ogni anno.Da uno studio Oecd, inoltre, emerge che tra il 2001 e il 2015 la metà dei nuovi posti di lavoro sia stata prodotta da aziende con meno di cinque anni. L’impatto viene anche confermato dai dati di InnovUp, Assolombarda e Fondazione R&I – Ricerca & Imprenditorialità che raccontano come, dal 2012 ad oggi, la filiera dell’innovazione abbia generato oltre 210mila nuovi posti di lavoro e mobilitato quasi 40 miliardi di euro. Di questi 150mila, pari a circa il 24% di tutta la nuova occupazione creata dal 2012, sono attribuibili alle oltre 30mila startup o ex startup innovative transitate nel rispettivo registro. Realtà che, nei primi cinque anni di vita, hanno fatto segnare un aumento occupazionale maggiore di quello registrato tra tutte le nuove imprese (126% contro 117%) e che, dal 2017 in avanti, hanno stabilizzato la loro crescita di posti di lavoro del 20-30% anno su anno. LEGGI TUTTO

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    L’intelligenza artificiale impatterà su 15 milioni di lavoratori in Italia

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    L’intelligenza artificiale avrà un impatto su circa 15 milioni di lavoratori in Italia, ma solo per 9 milioni di essi sarà positivo. A sottolinearlo è Elena Goitini, amministratore delegato di Bnl, durante la prima tappa del road show 2025 della banca del gruppo Bnp Paribas. “L’AI è qualcosa che arriva, che resterà e che sta cambiando i connotati a molti settori”, ha affermato Goitini, aggiungendo che la produttività potrebbe beneficiare di un incremento tra lo 0,1 e lo 0,8%, un valore significativo. Tuttavia, per coloro che subiranno un impatto negativo, sarà fondamentale un’azione di sistema per trasformare questa complessità in un’opportunità attraverso la riqualificazione professionale.Le preoccupazioni di ConfindustriaDurante il convegno, Angelo Camilli, vicepresidente di Confindustria, ha espresso alcune perplessità sulla bozza di normativa in discussione al Senato. “Il divieto sui dati sanitari previsto dal disegno di legge va oltre la normativa comunitaria e può rappresentare un ostacolo per lo sviluppo futuro di applicazioni molto utili”, ha dichiarato Camilli, sottolineando che senza dati, gli algoritmi non possono funzionare correttamente. Confindustria sta lavorando attivamente per diffondere le migliori pratiche aziendali nell’uso dell’AI, con oltre 240 casi di applicazione già identificati.Investimenti e Politiche di SviluppoCamilli ha inoltre evidenziato l’importanza di politiche volte a incentivare gli investimenti in intelligenza artificiale. “L’iniziativa InvestAI della Commissione Ue, che punta a mobilitare 200 miliardi di investimenti, è un primo passo nella giusta direzione”, ha dichiarato, ribadendo la necessità di strumenti finanziari adeguati per sostenere il settore. Tra le soluzioni già disponibili, ha citato il Fondo di Garanzia per le Pmi e iniziative come la Nuova Sabatini e il Fondo Rotativo per la ricerca.L’AI tra Finanza ed EticaSul fronte etico, Confindustria si impegna a promuovere un utilizzo responsabile dell’AI, aderendo alla “Rome Call for AI Ethics” promossa dall’Accademia Pontificia per la Vita del Vaticano. “Le questioni etiche e morali meritano di essere esplorate con attenzione anche nel settore finanziario”, ha sottolineato Camilli, mettendo in guardia dai rischi di automatismi che potrebbero penalizzare le Pmi prive di grandi quantità di dati strutturati.L’Impegno delle Istituzioni FinanziariePaola Severino, presidente della Luiss School of Law, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro con ABI per definire linee guida sulla prevenzione dei rischi nell’uso dell’AI nel settore bancario e finanziario, con interlocuzioni in corso anche con la Banca d’Italia. LEGGI TUTTO

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    Cisl, un cambio al vertice all’insegna del dialogo

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    Si è aperta oggi a Roma l’assemblea nazionale dei quadri e delegati della Cisl, un appuntamento cruciale per il sindacato, segnato dal passaggio di testimone alla guida dell’organizzazione. Daniela Fumarola, attuale segretaria generale aggiunta, si appresta a succedere a Luigi Sbarra, che lascia il suo incarico per raggiunti limiti di età. Nel suo intervento di apertura, Fumarola ha sottolineato l’importanza del tema della partecipazione, un pilastro dell’azione sindacale della Cisl e un obiettivo perseguito con determinazione negli ultimi anni. “Siamo qui a dare forza e coraggio alla partecipazione – ha dichiarato – il coraggio che ci ha trasmesso il nostro segretario generale Gigi Sbarra, quando ci ha proposto di mobilitarci già a maggio 2002 nel nostro XIX Congresso per fare in modo che finalmente l’articolo 46 della Costituzione italiana potesse trovare piena applicazione”.La questione della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese è rimasta per decenni un tema marginale nel dibattito parlamentare, nonostante le numerose proposte di legge avanzate nel corso degli anni. Fumarola ha ricordato come solo sette proposte di iniziativa popolare siano state approvate negli ultimi settant’anni e ha sottolineato che la Cisl ha deciso di affrontare questa sfida in modo globale: “Abbiamo deciso di non occuparci soltanto di qualche forma di partecipazione, ma di provare a regolare tutte le forme di partecipazione che grazie all’azione contrattuale della Cisl sono andate realizzandosi sul territorio nazionale”.Uno dei risultati più significativi dell’azione sindacale della Cisl è la recente approvazione della legge sulla partecipazione, che Fumarola definisce “un risultato storico” e che è stata ribattezzata come la “legge Sbarra”. Questo provvedimento introduce incentivi fiscali e contributivi per le imprese che adotteranno modelli partecipativi e garantisce la formazione per i dipendenti coinvolti. “La legge permetterà anche alle imprese non sindacalizzate di conoscere i vantaggi della partecipazione – ha spiegato Fumarola – tanto per i lavoratori quanto per le imprese stesse”. LEGGI TUTTO

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    Nel 2024 le vendite nei centri commerciali a +0,7%

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    L’industria dei centri commerciali continua a mostrare segnali di ripresa nel 2024, confermando la tendenza positiva già osservata nel 2023. Secondo i dati dell’Osservatorio Cncc in collaborazione con EY, il settore ha registrato un incremento del fatturato dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Sebbene questa crescita sia più contenuta rispetto al +2,4% del 2023, il risultato evidenzia la solidità del comparto.L’analisi si basa su un panel rappresentativo di 300 strutture e circa 10.000 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale. I dati mostrano, inoltre, un incremento degli ingressi nei centri commerciali, con una crescita complessiva del 1,6% rispetto al 2023. La seconda metà dell’anno ha visto un miglioramento significativo, compensando un inizio più debole.Le parole di Roberto Zoia (Cncc)Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc), ha dichiarato: “I dati relativi all’anno appena concluso ci confermano la decisa e costante crescita del settore anche in assenza di fattori esogeni, come ad esempio la spinta inflattiva registrata nel 2023. Questo ci fa immaginare che si tratti di una crescita strutturale destinata, pertanto, a persistere. Infine, ritengo valga la pena far notare il ritorno dell’interesse da parte degli investitori sul settore retail dettato, in primis, dalla solidità dei fondamentali del business”.L’andamento delle categorie merceologicheAnalizzando le performance dei diversi settori merceologici, emergono alcune tendenze chiave:In crescita:Cura Persona e Salute (+6,5%)Attività di servizi (+2,7%)Abbigliamento (+1,3%)Ristorazione (+0,8%)In calo:Cultura, Tempo Libero, Regali (-3,2%)Elettronica di consumo (-1,9%)Beni per la Casa (-0,6%)Il settore della ristorazione continua la sua espansione, anche se a un ritmo più moderato rispetto al 2023, quando aveva segnato un balzo del 15,8%.Il commento di Marco Daviddi (EY)Marco Daviddi, Strategy and Transactions Markets Leader Europe West di EY, ha affermato: “Il 2024 ha confermato i segnali positivi già osservati nel 2023, con una ripresa significativa nella seconda metà dell’anno che ha trainato le vendite e gli ingressi, compensando un inizio più lento. Questo cambio di tendenza riflette un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e la solidità del format del centro commerciale. In particolare, il segmento della Cura Persona e Salute ha registrato una crescita notevole (+6,5%), dimostrando la capacità del settore di adattarsi e innovare per rispondere alle nuove abitudini e bisogni dei consumatori”.L’andamento di dicembre 2024Dicembre, tradizionalmente un mese cruciale per il retail, ha chiuso con un trend positivo delle vendite (+0,7% rispetto a dicembre 2023), confermando la media annua. Le performance migliori si sono registrate in:Cura Persona e Salute (+4,8%)Attività di servizi (+3,3%)Ristorazione (+1,6%)Beni per la casa (+1,6%)Abbigliamento (+0,9%)Elettronica di consumo (+0,2%)L’unica categoria in flessione è Cultura, Tempo Libero, Regali (-3,5%), in linea con la tendenza annuale.Anche gli ingressi hanno segnato un aumento del 2,4% a dicembre 2024 rispetto allo stesso mese del 2023, contribuendo all’incremento complessivo dell’1,6% per tutto l’anno.Un trend destinato a proseguire LEGGI TUTTO