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    Meloni a Parigi, no a formato anti-Trump. «Coinvolgere gli Usa»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaArriva per ultima, quando tutti sono già attorno al tavolo da quasi un’ora. E lascia l’Eliseo senza parlare, nonostante fosse tutto pronto, facendo cenno con la mano dalla macchina che proprio non era possibile. Giorgia Meloni riparte da Parigi al termine di un vertice «interlocutorio», convocato d’urgenza da Emmanuel Macron e di cui non ha condiviso i presupposti, e la scelta degli inviti. Perché la sede naturale dove prendere decisioni comuni dei 27 doveva essere Bruxelles. E perché andavano sentiti, seppure in un formato ridotto, quantomeno quei Paesi che con la Russia condividono centinaia di chilometri di confine e più sono esposti, un concetto sottolineato dalla premier al tavolo, «al rischio di estensione del conflitto». Non solo, non si può trattare, avrebbe sottolineato, di un «formato anti-Trump», anzi: gli Usa lavorano per «giungere a una pace e noi – avrebbe chiarito la premier – dobbiamo fare la nostra parte». Nessuno, a Roma, mette in dubbio l’urgenza del momento, dopo l’accelerazione inaspettata di Donald Trump e l’incontro organizzato in fretta e furia a Riad tra la delegazione americana e quella russa per esplorare le condizioni per un negoziato di pace con Kiev. Però certo, è la convinzione ai piani alti dell’esecutivo, bisognava coinvolgere i Paesi baltici e pure Svezia e Finlandia, appena entrate nella Nato.Le critiche del vicepresidente VanceLa premier dopo lunga riflessione decide comunque di partecipare al summit per portare tutte le perplessità dell’Italia – e lo confermano alcune espressioni che si vedono dalle immagini al tavolo – a partire da quelle sull’ipotesi di dispiegare soldati europei in Ucraina. Una opzione che Meloni avrebbe definito davanti agli altri leader «la più complessa e la meno efficace». Soprattutto senza adeguate «garanzie di sicurezza» per Kiev, senza le quali qualunque negoziato rischierebbe, secondo la premier, di fallire. Meloni avrebbe esortato quindi a «esplorare altre strade» e soprattutto a coinvolgere gli Stati Uniti perché, il suo ragionamento «è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana». Meloni avrebbe anche condiviso, nel merito, le critiche mosse dal vicepresidente Usa Vance. L’attuale amministrazione ha certo «lanciato una sferzata» al Vecchio Continente, avrebbe puntualizzato Meloni ricordando che «analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee». In sintesi, il pensiero della presidente del Consiglio italiana, «non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi».Loading…Il confronto dei prossimi giorniMeloni prima di volare a Parigi incontra prefetti e questori, un appuntamento anticipato ma irrinunciabile tanto da farle varcare il portone dell’Eliseo alle cinque del pomeriggio, senza essere accolta da Macron che la accompagnerà invece alla macchina alla fine, con tanto di baci sulle guance di saluto. Mentre gli altri leader fanno il punto nelle rispettive ambasciate, lei riparte, mantenendo la posa del silenzio che da qualche settimana è calato sul fronte internazionale. Meloni da una ventina di giorni non incontra la stampa, e dalla sua viva voce non si registrano interventi diretti a commento delle politiche annunciate, o attuate da Trump, compresa la spinosa questione dei dazi. Certo, nella convinta solidarietà a Sergio Mattarella dopo gli attacchi russi della scorsa settimana ha ribadito, di fatto, che la posizione dell’Italia rimane a fianco a Kiev. Posizione riaffermata anche nella telefonata con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. «Siamo sempre stati convintamente al loro fianco, molto più di altri partner», osservano i suoi. Che probabilmente avranno occasione nei prossimi giorni di confrontarsi con i loro omologhi americani in due diverse occasioni di scambio, il Cpac di Washington che vede la presenza italiana nella delegazione di Ecr, e pure alla riunione dell’assemblea parlamentare della Nato in programma a Bruxelles, dove ci sarà anche una delegazione americana (già in Europa per il vertice sulla difesa che si è appena chiuso a Monaco). LEGGI TUTTO

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    Cattolico con sei figli e due in affido: chi è Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra alle comunali di Genova

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Sono veramente felice e accetto questa candidatura con grande passione, determinazione ed entusiasmo, un atteggiamento che in questi anni impegnativi ho cercato di mettere in campo tutti i giorni per la mia città». Con queste parole Pietro Piciocchi, attuale facente funzione sindaco di Genova, ha accettato l’investitura a candidato sindaco della città per la coalizione di centrodestra. Le elezioni comunali sono previste per la primavera del 2025 dopo le dimissioni di Marco Bucci, eletto presidente della Liguria lo scorso autunno. «Ho fatto riflessioni interiori dopo quanto è successo con l’elezione del Presidente Bucci: potevo ragionare che ho già dato il mio contributo. Ma chi nella vita ha ricevuto deve dare, chi come me ha ricevuto tanto deve restituire alla comunità. Ecco perché ho deciso di accettare questa candidatura che mi è stata chiesta da tanti amici che fanno parte di una coalizione molto vicina. Vogliamo mettere al centro i cittadini perché sono al centro di tutto. Il nostro ruolo è il servizio ai cittadini, non il potere. Siamo anni luce da gestione clienterale».Le liste che lo appoggianoL’attuale facente funzioni è sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche.Loading…Assessore e vicesindaco dell’ultima giunta BucciClasse 1977, avvocato civilista, cattolico, sei figli e altri due in affido, è stato assessore e vice sindaco nell’ultima giunta Bucci.Attuale sindaco facente funzioniLa nomina a presidente della Regione di Bucci ha portato il suo vice ad assumerne la carica in attesa delle prossime elezioni comunali, previste per la prossima primavera. Assessore al Bilancio, Lavori pubblici, Manutenzioni, Verde pubblico, Piciocchi ha iniziato la sua carriera politica nel 2017 scegliendo di entrare nella squadra di Bucci.Avvocato specializzato in diritto amministrativo e degli enti localiLaureato in Giurisprudenza, docente di diritto alla Bocconi di Milano, il neo sindaco di Genova ha intrapreso la carriera da avvocato specializzandosi in diritto amministrativo e degli enti locali. Un background fondamentale che gli ha permesso di affrontare i suoi impegni nella pubblica amministrazione legati alle finanze pubbliche e alle opere infrastrutturali. Come assessore al Bilancio, Piciocchi ha lavorato per la riduzione del debito comunale trovando conferme del suo operato con la nomina a vice sindaco, arrivata con la rielezione del sindaco Bucci nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Genova, il centrosinistra candida Salis, il centrodestra Piciocchi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSilvia Salis, da una parte. Pietro Piciocchi, dall’altra. La prima per una coalizione di centrosinistra, il secondo per il centrodestra. Diventano ufficiali le due candidature maggiori per il Comune di Genova che andrà al voto in primavera.Salis accetta «con senso responsabilità»Silvia Salis, vicepresidente del Coni, ha già annunciato alla Giunta del Comitato olimpico la sua scelta di accettare la candidatura a sindaco di Genova per il centrosinistra. Genoverse, 39 anni, è stata martellista azzurra, dieci volte campionessa italiana della specialità, sei indoor e quattro all’aperto. «Raccolgo con orgoglio e forte senso di responsabilità la richiesta alla candidatura a sindaca di Genova, alla guida di una coalizione progressista, di centrosinistra, ampia e civica. Ringrazio della fiducia sincera che ho raccolto, nella convinzione di poter avere il privilegio di guidare una squadra plurale e forte, mossa dallo stesso comune di spirito di cambiamento», spiega la candidata. «Il mio impegno inizierà da subito, quartiere per quartiere, per incontrare le genovesi e i genovesi, tornando a mettere al centro esigenze da tempo inascoltate e opportunità da troppo tempo negate. Con questo spirito accetto la candidatura a sindaca di Genova».Loading…Piciocchi: chi ha ricevuto tanto deve restituire«Sono veramente felice e accetto questa candidatura con grande passione, determinazione ed entusiasmo, un atteggiamento che in questi anni impegnativi ho cercato di mettere in campo tutti i giorni per la mia città». Con queste parole nell’auditorium dell’Acquario di Genova, dopo aver cambiato la sala per il grande afflusso di persone, Pietro Piciocchi, attuale facente funzione sindaco di Genova, ha accettato l’investitura a candidato sindaco della città per la coalizione di centrodestra. «Ho fatto riflessioni interiori dopo quanto è successo con l’elezione del presidente Bucci: potevo ragionare che ho già dato il mio contributo. Ma chi nella vita ha ricevuto deve dare, chi come me ha ricevuto tanto deve restituire alla comunità. Ecco perché ho deciso di accettare questa candidatura che mi è stata chiesta da tanti amici che fanno parte di una coalizione molto vicina. Vogliamo mettere al centro i cittadini perché sono al centro di tutto. Il nostro ruolo è il servizio ai cittadini, non il potere. Siamo anni luce da gestione clientelare».Botta e risposta sulla residenzaLa campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Genova s’infiamma subito. Tema del contendere la residenza di Silvia Salis, candidata del centrosinistra. «Chi si candida non è residente a Genova non potrà votare, allora diamole presto la residenza» ha dichiarato l’attuale presidente della Regione Liguria Marco Bucci durante l’investitura di Pietro Piciocchi a sindaco per il centrodestra. Pronta la risposta del Pd attraverso il capogruppo in Comune Davide Patrone. «È strano che chi ha fatto il sindaco di Genova fino a qualche mese fa non sappia neanche la residenza dei cittadini genovesi che ha nominato Ambasciatori di Genova nel mondo. Silvia Salis non è residente a Roma, ma è residente a Genova. Bucci e il vicesindaco facente funzioni Piciocchi dicono il falso. Consigliamo a Bucci e Piciocchi di informarsi bene prima di parlare». Negli anni recenti Bucci, che conosce la candidata del centrosinistra Slivia Salis, la nominò ambasciatrice di Genova nel mondo. LEGGI TUTTO

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    Migranti, Meloni: «Avanti con protocollo Italia-Albania. La Corte Ue non comprometta i rimpatri»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl Governo non dimentica «l’impegno sulle soluzioni innovative» come «il protocollo Italia-Albania», una soluzione «che è determinato a portare avanti proprio e soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa il punto nel suo intervento alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno. «Noi siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini, il dovere della politica è di assumersi le sue responsabilità, il governo dei flussi migratori è ovviamente una questione sulla quale l’indicazione che arriva dalla maggioranza dei cittadini è molto chiara e i cittadini ci chiedono di fermare l’immigrazione illegale perché l’immigrazione illegale produce insicurezza, mancata integrazione, incapacità di garantire lo stato di diritto e anche perché l’immigrazione illegale di massa è la prima nemica della migrazione legale». In sintesi, «siamo impegnati a ristabilire un principio banale, cioè che in Italia si entra solo legalmente».Urgente rivedere concetto Paese terzo sicuroIn materia di immigrazione vengono ribadite le priorità. L’esecutivo «continua a ritenere ovviamente necessaria, ormai urgente, una revisione della direttiva rimpatri del 2008, il concetto di Paese terzo sicuro, penso che sia importante anticipare l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo patto di immigrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro anche per fare un po’ chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano». A dire di Meloni «anche l’argomentazione della supremazia della normativa europea rispetto alla normativa italiana, in base alla quale si giustificherebbe la disapplicazione della norma italiana sui Paesi sicuri, appare fragile, atteso che per esempio il più grande paese europeo, la Germania, rimpatria migranti afgani in Afghanistan senza che questo sia reputato dai giudici tedeschi in contrasto con la normativa europea». Aggiunge la presidente del Consiglio che «sarà importante su questo fare chiarezza e l’auspicio è che la Corte di Giustizia e l’Unione europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli stati membri dell’Unione europea».Loading…Una nuova fase in Italia e Ue «In materia di governo dei flussi migratori noi abbiamo lavorato con coraggio, osando, per aprire una fase nuova in Italia e anche in Europa, per disegnare un modello di contrasto all’immigrazione irregolare e di governo dei flussi migratori che si sviluppava sostanzialmente su quattro direttrici: lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, costruzione di un nuovo modello di cooperazione sviluppo con i Paesi di partenza e di transito dei migranti, promozione di percorsi di migrazione legale concordata e conseguentemente più integrabile, soluzioni innovative per ridisegnare il governo dei flussi migratori». Secondo la premier «diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa e io penso che questo debba essere il risultato che più di tutti ci si inorgoglisce perché non c’è niente di più importante che salvare una vita umana o strappare quella vita agli artigli della mafia».Drastica riduzione degli sbarchi«Sono quattro direttrici – ha detto ancora Meloni -che ci hanno consentito di registrare gli obiettivi che abbiamo raggiunto: da una parte la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale e con questo la diminuzione delle morti in mare, in particolare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia e anche la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nell’Unione Europea anche su altre volte come la rotta balcanica. Nel 2024 – ha ricordato Meloni – gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e del 35% rispetto al 2022, però io penso che non sia questo l’unico dato significativo, penso che sia per esempio sia significativo il fatto che l’Organizzazione delle migrazioni ci dice che nel 2024 sulla rotta del Mediterraneo centrale, a fronte di circa 66.000 arrivi, si sono registrati 1.695 morti e dispersi. Nel 2023, con oltre 157.000 arrivi irregolari, i morti e i dispersi sono stati 2.526. Nel 2014, l’anno dell’operazione Mare Nostrum, che come voi sapete nasceva proprio per salvaguardare la vita in mare, si sono contati 3126 morti a fronte di 170 mila arrivi». LEGGI TUTTO

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    Chi è Silvia Salis, l’ex martellista alle Olimpiadi candidata del centrosinistra alle comunali di Genova

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSilvia Salis è la candidata del centrosinistra alle prossime elezioni comunali di Genova, previste per la primavera del 2025 dopo le dimissioni di Marco Bucci, eletto presidente della Liguria lo scorso autunno. La vicepresidente del Coni ed ex campionessa del lancio del martello, conterà anche dell’appoggio del Movimento 5 Stelle. Una candidata civica dunque è la carta che i dem liguri (in particolare Andrea Orlando) hanno deciso di giocare per sbloccare un impasse che si prolungava da mesi, nel tentativo di mettere d’accordo le varie anime del Pd, M5s e centristi. Se la vedrà con l’attuale sindaco reggente di centrodestra Pietro Piciocchi.Candidata del campo largoGenovese, 39 anni, laureata in scienze politiche, ha ricevuto negli ultimi giorni il via libera Alleanza Verdi e Sinistra. E anche la base del Pd, con la riunione dei circoli genovesi che si è tenuta in Val Bisagno, pur ’spaesata’ da un nome calato dall’alto e per i militanti del tutto sconosciuto, sembra disposta a digerirlo pur di uscire dal pantano della prolungata assenza di un candidato.Loading…Il matrimonio con il regista Enrico Brizzi Salis, dal 2020 sposata con il registra Enrico Brizzi, è cresciuta in una “famiglia di sinistra”, legatissima al padre Eugenio, custode storico dell’impianto sportivo di Villa Gentile, scomparso pochi giorni faL’incarico di ambasciatrice di Genova conferito da BucciAnche se i “detrattori” ne hanno evidenziato i rapporti istituzionali avuti negli ultimi anni con l’ex sindaco di centrodestra e ora governatore Marco Bucci che nel 2023 le ha conferito l’incarico di ambasciatrice di Genova. La figura di Salis, tuttavia, è considerata vincente all’interno del Pd in maniera trasversale alle correnti che in questi mesi hanno dilaniato il partito.Vicepresidente del Coni con un passato di atleta olimpicaEx atleta olimpica – ha gareggiato a Pechino 2008 e Londra 2012 – è stata una campionessa del lancio del martello, conquistando dieci titoli nazionali, tra invernali e assoluti. Abbandonata l’attività agonistica per un infortunio nell’aprile 2016, è divenuta dirigente della squadra per la quale gareggiava, le Fiamme Azzurre. Nel 2017 è stata eletta nel Consiglio Nazionale del Coni, di cui è diventata nel maggio 2021 vicepresidente vicario LEGGI TUTTO

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    Marina Berlusconi: «Spero che Trump non rottami l’Occidente»

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Per il momento non si può ignorare che molti dei primi interventi di Trump hanno sì portato qualche vantaggio immediato agli Stati Uniti, ma alla lunga la sua strategia di mettere gli altri Paesi continuamente sotto pressione si trasformerà in una forza centrifuga sempre più violenta, capace di separare e dividere la comunità occidentale». Lo dichiara la presidente di Fininvest e Mondadori Marina Berlusconi, in un’intervista sul Foglio di lunedì 17 febbraio, di cui è stata fornita un’anticipazione.Marina Berlusconi: spero Trump non rottami l’Occidente«Spero davvero – aggiunge – che il Paese che è sempre stato il principale garante dell’Occidente non abbia ora un presidente che ambisce a diventare lui il “rottamatore” dell’Occidente stesso, demolendo così tutto quello che l’America è stata negli ultimi ottant’anni»Loading…Ue deve fare autocritica se tagliata fuori in UcrainaQuanto alla guerra in Ucraina, «per porre fine a questo terribile conflitto, sarà inevitabile un compromesso, ma sono assolutamente convinta che la fine della guerra non debba coincidere con la resa di Kiev e la vittoria di Mosca» continua la presidente di Fininvest e Mondadori. E aggiunge: «All’Ucraina spettano le garanzie necessarie per la sua sicurezza e la sua indipendenza». Ma «se l’Europa verrà tagliata fuori dalla soluzione che sembra si stia profilando dovrà anche fare una seria autocritica»Su Big Tech c’è grande problema concorrenza sleale In merito alle Big Tech «c’è un problema di concorrenza sleale grande come una casa», spiega. E prosegue: «Sono riusciti a imporre nella nostra vita di tutti i giorni la dittatura dell’algoritmo» LEGGI TUTTO

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    Fisco, la Lega insiste sulla rottamazione: da altre misure solo mancette

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Il ceto medio si aiuta con la rottamazione delle cartelle: libererebbe dall’angoscia dell’Agenzia delle Entrate oltre 23 milioni di italiani. Altre misure ipotizzate nelle ultime ore, invece, nel concreto garantirebbero una mancetta da poco più di 36 euro al mese per 1,7 milioni di cittadini. Conti alla mano, la Lega è pronta a discutere con gli alleati con la convinzione di proporre la soluzione migliore e più concreta» Così domenica 16 febbraio una nota della Lega.La Lega insiste dunque sulla rottamazione delle cartelle. Una partita che Matteo Salvini è deciso a portare avanti e sulla quale si dice certo di poter convincere anche gli alleati. Nessuno nel centrodestra è, del resto, contrario ma la questione è piuttosto di priorità e risorse da mettere in campo. Forza Italia, infatti, da sempre insiste sul taglio dell’Irpef con Fratelli d’Italia che appoggia l’ipotesi di un intervento in questo senso per favorire i ceti medi. Intanto sulla “pace fiscale” voluta dalla Lega l’opposizione va all’attacco parlando di un «ennesimo condono indiscriminato».Loading…La proposta di legge della LegaMatteo Salvini ha fatto il punto sabato sulla rottamazione quinquies con gli esperti economici della Lega e si dice convinto che si arriverà a un «accordo soddisfacente» con gli alleati «in linea con il programma elettorale». I contatti con gli altri partiti del centrodestra sono in corso, viene spiegato, e l’obiettivo è una proposta «utile per ridare ossigeno a milioni di italiani in buonafede».. Il partito del vicepremier, nel frattempo, proprio a segnalare l’importanza data al tema, ha depositato in Senato un disegno di legge a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo per la rottamazione di cartelle fino al 31 dicembre 2023 in 120 rate. Il testo è identico a quello presentato alla Camera e a firma del presidente della commissione Attività Produttive Alberto Gusmeroli assegnato in commissione Finanze.Taglio dell’Irpef al ceto medio priorità di Forza ItaliaAllo sprint chiesto dalla Lega sul tema, però, rispondono subito gli azzurri. «Giusta la rottamazione delle cartelle per recuperare risorse – dice il presidente dei senatori Maurizio Gasparri – ma per Forza Italia la priorità è la riduzione dell’Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60 mila euro. Una assoluta urgenza».Il nodo risorseC’è poi un tema di risorse. «Noi siamo disponibili – dice anche il responsabile economico di FI Maurizio Casasco – ad avere un’attenzione particolare per le piccole aziende e i piccoli contribuenti. Ora si sta allungando la rottamazione quater poi spetta al ministro competente, Giancarlo Giorgetti, e alla valutazione della Ragioneria dello Stato, dirci se ci sono le risorse per andare oltre e fare anche la rottamazione quinquies». LEGGI TUTTO

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    Elly Schlein a Radio24: l’attacco del vicepresidente Usa Vence alla Ue è grave e inaccettabile

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura“L’attacco del vicepresidente americano J.D. Vence all’Unione europea è grave e inaccettabile. L’Ue che si fonda sui principi fondamentali della democrazia non prende lezioni da un’amministrazione che appena è entrata in carica si è messa a fare una serie di decreti che calpestano i diritti fondamentali delle persone”. Lo ha detto la segretaria PD Elly Schlein ospite del “il caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24. “L’Europa è davanti ad un bivio, deve decidere cosa fare da grande perché o ci sarà un salto di qualità nell’integrazione europea o rischia di essere cancellata”, ha aggiunto Schlein.Meloni e il rapporto con Trump“Meloni è stata l’unica ad andare all’insediamento di Trump, si è chiesta come mai fosse l’unica? È stato grave non invitare l’Unione europea in quanto tale. Passare dall’essere i primi della classe nella relazione con l’amministrazione Usa ad essere funzionali al disegno, che è disgregare l’Europa il passo è breve”. Lo ha detto la segretaria PD Elly Schlein ospite del caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24. “Attenzione perché se la strategia di Trump è quella di fare trattative bilaterali con ogni singolo stato europeo magari quello che può vantare una relazione amicale o ideologica pensa di trarne un vantaggio ma ad indebolirsi e tutta l’Europa, quindi anche l’Italia”, ha aggiunto Schlein.Loading…Le bollette e le accuse di Beppe Sala al Pd“Secondo il sindaco Sala se la sinistra non parla al ceto produttivo continuerà a prendere legnate? Noi in due anni abbiamo ridato un’identità chiara a questo partito ripartendo dai fondamentali che si erano persi, dalla battaglia per la sanità pubblica al salario minimo”. Lo ha detto la segretaria PD Elly Schlein ospite del caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24. “In questi ultimi giorni si sono sollevate tante voci dal mondo dell’mpresa e da Confindustria sul tema dell’energia. Abbiamo le bollette tra le più care d’Europa, abbiamo chiesto il disaccoppiamento tra prezzo dell’energia e quello del gas, cosa che chiedono anche le nostre imprese”.Solidarietà a Mattarella“L’attacco al presidente Mattarella da parte della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova è inaccettabile”. Lo ha detto la segretaria PD Elly Schlein ospite del caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24. “Abbiamo espresso la piena solidarietà al presidente, si deve respingere con forza al mittente cosi come hanno fatto tutte le forze politiche. C è stata una presa di posizione forte ed era doveroso.Corte Costituzionale“Con Giorgia Meloni ci siamo confrontate sulla Corte costituzionale, è stata una discussione lunga ma sono estremamente soddisfatta dell’esito”. Lo ha detto la segretaria PD Elly Schlein ospite del caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24. “C’è stato un voto di grande compattezza sui nuovi 4 giudici costituzionali. Nella grande distanza delle nostre posizioni quando si deve assicurare il buon funzionamento delle istituzioni democratiche si trova una via di dialogo”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO