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    Salvini sente Meloni: «Lo Ius Scholae non è la priorità»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaProseguono le schermaglie in maggioranza sulla legge di cittadinanza. Al muro della Lega sullo Ius Scholae, si aggiunge quello alzato da Fratelli d’Italia. Al Meeting di Rimini, il presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini ribadisce la linea di Giorgia Meloni, già filtrata da Palazzo Chigi: modificare la legge non è la priorità, le cose da fare sono altre. Poi, è lo stesso leader della Lega a voler cementare la barriera, nel tentativo di spegnere e isolare gli entusiasmi degli azzurri. «Sto messaggiando con Meloni anche nelle ultime ore – rivela Matteo Salvini – il momento è complicato: il nostro obiettivo non è lo Ius Soli, ma stipendi e pensioni».La chiusura di FdIStrattone che in Forza Italia finisce per creare mal di pancia e divisioni interne proprio sul cavallo di battaglia che nelle ultime settimane ha creato non poche tensioni alla maggioranza. Tra gli stand della Fiera di Rimini, è Procaccini a riaffermare la posizione espressa già dal ministro di FdI Francesco Lollobrigida: «una legge sulla cittadinanza c’è già». Fino ai giorni scorsi, FdI aveva sottolineato come lo Ius Scholae non fosse nel programma di governo. Il presidente del gruppo Ecr, però, fa un passo in più. «Non credo che sia giusto per il Parlamento – rilancia – occuparsi di un tema come la cittadinanza, perché credo che il Parlamento sia impegnato nella realizzazione di un programma elettorale». Insomma, nell’esecutivo, così come nelle Aule parlamentari, FdI sembra lasciare pochi spazi. «Lavoro, economia, abbattimento del cuneo fiscale, natalità sono le priorità chieste dagli italiani», aggiunge Procaccini. Conferma il capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti: «Ai nastri di partenza, dopo la pausa estiva, due disegni di legge del governo, sicurezza e lavoro».Loading…Salvini: «Legge che funziona non si cambia»Poco dopo, Salvini dice di aver parlato di priorità con la stessa premier: «L’obiettivo è alzare gli stipendi, il mio è cancellare la legge Fornero». Il segretario di via Bellerio non rinuncia a quella che ai più suona come una provocazione. «Legge che funziona non si cambia, – dichiara – il problema semmai sarà togliere la cittadinanza a qualcuno che l’ha presa e va in giro per l’Italia a fare casino». Dopo giorni di scontro aperto tra Lega e FI, Salvini torna a punzecchiare gli alleati. Lo Ius scholae «è una priorità per la sinistra ma non lo è né per la Lega, né per il governo, né per il centrodestra», spiega, e «sarebbe delittuoso lasciare spazio alla sinistra». A lanciare l’allerta ci aveva già pensato il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo, invitando FI a non offrire “sponde” alla sinistra con il rischio di indebolire il governo. Con una manovra difficile alle porte – ragionano fonti di maggioranza – si va assottigliando lo spazio dei partiti per piantare le bandierine e così ciascuno prova a segnare punti, marcando identità forti.Le divisioni in Forza ItaliaLa bandiera dello Ius Scholae, issata da Antonio Tajani e sventolata a Rimini, però, ha finito per creare divisioni interne agli stessi azzurri. Da una parte, la vicesegretaria Deborah Bergamini invita gli alleati a non chiudersi nel dogmatismo e a condividere «svolte liberali». «Non è che alcuni dettano l’agenda e altri scrivono, la polifonia delle voci allunga il campo», aggiunge Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato. Dall’altra parte, però, iniziano a manifestarsi malumori. Licia Ronzulli frena lo Ius Scholae, nel merito e nel metodo. Spiega che le priorità sono altre. Citando Berlusconi, afferma che una legge sulla cittadinanza non premia al livello elettorale. E invita a un dibattito interno e non sui giornali. Ascoltando fonti parlamentari, Fi sarà chiamata a superare le sue divisioni a settembre. Quando lavorerà a una proposta sullo Ius Scholae che presenterà in Parlamento. Alcuni, però, di fronte alle chiusure degli alleati, non immaginano una vita lunga per la pdl azzurra. Mentre Enrico Costa, di Azione, ipotizza una prima discussione sul tema già nel contesto del ddl Sicurezza. Mentre si attende la mozione firmata Pd. +Europa, intanto, prepara il quesito referendario. LEGGI TUTTO

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    Addio a Del Turco, ultimo segretario del Psi poi travolto dalla burrasca giudiziaria come governatore dell’Abruzzo

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaÈ morto all’età di 79 anni Ottaviano Del Turco, ultimo segretario nazionale del Partito Socialista Italiano (1993-1994), ministro delle Finanze (2000-2001) presidente della Regione Abruzzo (2005-2008) e segretario aggiunto della Cgil. La notizia è stata data dal figlio Guido con un post su Facebook. «Ciao papà. Ti ho voluto bene. Tanto. E grazie per avermi fatto stare accanto a te per 15 anni, quando il mare è andato in burrasca». Nato a Collelongo, in provincia de L’Aquila il 7 novembre del 1944, iniziò la carriera sindacale nella sede romana dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca). Fu segretario aggiunto della Cgil con Luciano Lama nel 1983. A luglio 1992 lascia il sindacato e un anno dopo diventa segretario nazionale del Psi subentrando a Giorgio Benvenuto. Alle elezioni politiche del 2001 viene rieletto senatore per L’Ulivo e nel 2004 alle elezioni europee del 2004 viene eletto al Parlamento europeo per la lista Uniti nell’Ulivo. L’anno dopo, nel 2005 viene eletto presidente della Regione Abruzzo con il 58,1% dei voti, sconfiggendo il presidente uscente Giovanni Pace.La burrasca giudiziariaA luglio del 2008 Del Turco è stato costretto a lasciare la guida della sua Regione per l’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura di Pescara che lo ha visto coinvolto pur dichiarandosi sempre innocente. A metà luglio del 2008, infatti, fu arrestato insieme ad assessori ed ex consiglieri e funzionari della Regione con l’accusa di aver intascato tangenti da società sanitarie private. Dopo circa un mese di carcere ha ottenuto gli arresti domiciliari e dalla sua casa di Collelongo per tutta la durata dell’inchiesta ha sempre ribadito di non aver mai intascato una tangente da imprese private del settore sanitario. In primo grado però è stato condannato a nove anni e sei mesi, condanna poi ridotta a quattro anni e due mesi per poi vedersi annullare dalla Cassazione la condanna di associazione a delinquere ma vedendosi confermare l’accusa per associazione a delinquere. Solo più tardi la Corte di Appello di Perugia lo ha assolto anche da questa accusa. La pena è stata poi definitivamente rideterminata in tre anni e 11 mesi di reclusione per induzione indebita.Loading…Il messaggio di MarsilioTanti i messaggi di cordoglio, tra i primi quello del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: «Esprimo il mio più sincero cordoglio e quello dell’intera Giunta regionale alla famiglia e ai suoi cari per la scomparsa dell’ex Presidente della Giunta regionale ed ex ministro Ottaviano Del Turco. Di lui porteremo il ricordo di come, prima da sindacalista poi ai vertici del Partito Socialista, quindi in Parlamento e al Governo, ha tracciato un solco importante della politica riformista». LEGGI TUTTO

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    Tensioni M5s, aleggia un incontro tra Grillo e Di Battista

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaChi si attendeva la quiete dopo la tempesta si è sbagliato. Il Movimento 5 stelle, nonostante un sotterraneo lavorio di alcuni volenterosi pontieri che cercano di spegnere l’incendio agostano scatenato dallo scambio di “cortesie” tra il fondatore Beppe Grillo e il presidente Giuseppe Conte, ha registrato anche nelle ultime ore un nuovo terreno di scontro: la proprietà del nome e del simbolo.Le voci di un incontro tra Grillo e Di BattistaIn tutto questo si fa sempre più insistente la voce di un possibile incontro tra il Garante e l’ex delfino Alessandro Di Battista che, ove avvenisse, manderebbe un chiaro messaggio – e non di pace – a Conte. Più del “se”, è il “dove” e il “quando” la domanda che in molti – dentro lo stesso Movimento – si stanno facendo. E un’occasione potrebbe già essere alle viste, complice il tour dell’attivista che sta presentando il suo libro “Scomode verità” in giro per l’Italia.Loading…Di Battista: «Io e Grillo? Lo dicono giornali con credibilità zero»Dell’incontro Grillo-Di Battista «si parlava». Ma «lo ha scritto Il Tempo che come sapete è un giornale che appartiene ad Angelucci della Lega. Quello che scrivono i giornali politici lascia il tempo che trova». Così Di Battista, intervenuto nella serata di venerdì 23 agosto a Riva Ligure (Imperia) per presentare il libro “Scomode verità. Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza”, ha risposto all’indiscrezione di un’eventuale partecipazione di Grillo alla serata. Si parla di un tuo riavvicinamento a Grillo, gli è stato chiesto: «Si parla – ha replicato – lo scrive sempre Il Tempo…». E sulla possibile scissione tra Grillo e Conte e la disputa sul simbolo del partito, Di Battista non è andato oltre: «Affari del Movimento 5 Stelle, non ne faccio parte da tre anni». Escludendo così anche un suo rientro in politica: «Si può fare politica anche da fuori. Non so perché ciclicamente mi tirano in ballo giornali che hanno la credibilità ormai pari a zero. Io francamente non perdo più tempo».L’ipotesi di un divorzio e il nodo della divisione dei beni Tutti elementi non distensivi in rapporti già stressati. E in vista di un possibile divorzio, già si pensa alla divisione dei beni. Lorenzo Borrè, l’avvocato dei dissidenti, ha lanciato per primo il sasso nello stagno: a chi appartiene l’attuale simbolo 5s? «Il simbolo originario – ha spiegato a Repubblica – è di Grillo, che è anche l’unico titolare del diritto di utilizzo del nome ”Movimento 5 stelle”». Ha citato anche una sentenza della Corte d’appello di Genova del 2021, Borrè che, a chi, sponda Conte, dice che non è vero ha chiarito: «Il logo attuale appartiene all’associazione dell’ex premier, ma è una derivazione diretta di quello di Beppe» e «se il partito di Conte decidesse di utilizzare nome e simbolo contro la sua volontà lui potrebbe ottenere un provvedimento di inibitoria, con tanto di sanzione pecuniaria per ogni violazione». Falsità – ha tuonato dalle colonne del Corsera – Alfonso Colucci, deputato e notaio oltre che coordinatore dell’area legale del Movimento. «Sia il nome, sia il simbolo risultano intestati all’Associazione attuale – ha sottolineato – e Beppe Grillo in forza di specifici obblighi contrattuali — coperti da riservatezza e che non si riferiscono al contratto da 300 mila euro per la comunicazione che il M5S gli paga ogni anno — ha espressamente rinunciato a ogni contestazione relativa all’utilizzo sia del nome e sia del simbolo del M5S, come modificati o modificabili in futuro dall’Associazione medesima». Ma Colucci confida in una composizione: «Penso che da uno scambio pur acceso di vedute si potrà trovare una sintesi».Patuanelli: «Secondo mandato regola da superare. Il campo progressista non è in dubbio»Ha allargato il discorso di “pace” all’intero “pacchetto-Movimento” Stefano Patuanelli, capogruppo M5s in Senato, sicuro che non ci sia motivo «di paventare una scissione. Le scissioni in una comunità – ha chiarito in un’intervista al Sole 24 Ore – avvengono quando ci sono parti che non vengono ascoltate. Se si decide, come abbiamo deciso, di avviare un processo costituente – ha aggiunto -, gli iscritti devono poter discutere di tutto. Non sarò io, non sarà Conte né nessun altro della classe dirigente a imporre i temi ma nemmeno a limitarli». LEGGI TUTTO

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    La Russa: lista sostenitori Israele pubblicata da nuovo Pci atto intimidatorio. Condanna della comunità ebraica

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Trovo molto grave che il nuovo Partito comunista abbia pubblicato sul suo sito, nomi e cognomi di politici, giornalisti e imprenditori, “colpevoli” di aver sostenuto Israele. Si tratta di un grave e inaccettabile attacco alla libertà di pensiero e una preoccupante minaccia alla sicurezza delle persone coinvolte. Nel rivolgere a tutti coloro che sono stati inclusi in questa vergognosa lista di proscrizione la mia sincera vicinanza, auspico ferma e unanime condanna». Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.«La lista di nomi e cognomi stilata e pubblicata dal nuovo Partito comunista per mettere alla gogna chi sostiene la causa israeliana è inaccettabile due volte. La prima perché si cerca di criminalizzare il pensiero altrui, e in particolare quello di chi difende un popolo democratico dall’attacco barbarico dei terroristi di Hamas. La seconda perché si tratta di una vera e propria incitazione all’odio contro lo Stato di Israele e chi lo sostiene. I comunisti, vecchi o nuovi che siano, si confermano pericolosamente antidemocratici, ma anche fortemente ostili alla libertà e ai diritti di chiunque la pensi in maniera diversa da loro. Tutto questo è vergognoso» ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.Loading…Sulla vicenda prende posizione la Comunità ebraica di Roma che esprime «la più ferma condanna della lista di proscrizione dei presunti “agenti sionisti” apparsa su Internet, e solidarietà a quanti vi sono citati, in particolare ai numerosi iscritti alla Cer». «Mancava soltanto lo strumento della lista di proscrizione, e della gogna pubblica con nomi e cognomi, – aggiunge – per completare il repertorio sconfortante di un antisemitismo risorto e che sempre più alza la voce e il livello delle sue minacce. Additare gli obiettivi di un odio razzista, viscerale, mai sconfitto, è di per sé una forma di violenza e istigazione alla violenza, rispetto alla quale invitiamo il mondo politico e culturale a pronunciarsi in modo netto, chiaro e soprattutto corale, perché in gioco sono i valori stessi sui quali è fondata la nostra democrazia» LEGGI TUTTO

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    M5s, Patuanelli: «Secondo mandato regola da superare. Il campo progressista non è in dubbio»

    Sullo sfondo c’è la questione politica delle alleanze, con Grillo che evoca l’autosufficienza delle origini…Sarà l’assemblea ad esprimersi, naturalmente, ma già oggi mi sembra evidente che la nostra carta dei valori ci ancora in modo stabile al campo progressista. Ma è la stessa storia del movimento che è ancorata lì: quando si parla degli ultimi, delle diseguaglianze, delle persone che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, di strumenti come il salario minimo, il reddito di cittadinanza e la riduzione dell’orario di lavoro. Non credo che i nostri iscritti ci porteranno altrove.Intanto il campo largo sembra liquefarsi in Liguria. La candidatura dell’ex 5 Stelle Nicola Morra, vicino a Grillo, vi condiziona?Mi fa sorridere il fatto che oggi vengono dati come vicini a Grillo tutti quegli ex parlamentari che se ne sono andati dal movimento quando siamo entrati nel governo Draghi su volontà di Grillo… Quanto alla Liguria, bisogna individuare le forze in campo che sosterranno un candidato presidente, e a mio avviso non può esserci chi oggi sostiene il centrodestra a Genova come Italia Viva, poi consolidare un programma e infine individuare l’interprete migliore.Ma ci sono preclusioni sul nome di Andrea Orlando? LEGGI TUTTO

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    Comune di Bari nel caos, M5s dà solo l’appoggio esterno: campo largo già a rischio

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl campo largo ostinatamente cercato dal neo sindaco di Bari, Vito Leccese , si dissolve al primo Consiglio comunale. La riunione dell’assise si è chiusa senza l’elezione del presidente del Consiglio e del vice, e tra le polemiche sollevate da Pd e M5s. Il gruppo pentastellato, composto dai due consiglieri Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, in Aula ha annunciato di non far parte in maniera organica della maggioranza di centrosinistra, ma di volersi limitare a dare sostegno esterno valutando i singoli provvedimenti di volta in volta. Una decisione che era nell’aria da qualche giorno, da quando Leccese ha nominato assessore, in quota M5s come indicato dal coordinatore provinciale Raimondo Innamorato, Raffaele Diomede, un tecnico esterno, anziché lo stesso Delle Fontane.«All’interno della nostra famiglia del Movimento5Stelle Bari, qualcuno ha confuso il confronto con l’autoritarismo, ponendosi in antitesi sia con i principi fondanti del Movimento 5 Stelle, ma anche con quanto fortemente voluto dal presidente Conte in tema di meritocrazia e valorizzazione degli eletti», hanno evidenziato i due consiglieri. La replica di Innamorato non si è fatta attendere: «Siamo sorpresi e dispiaciuti delle dichiarazioni che devono ritenersi esclusivamente a titolo personale. Auspichiamo e suggeriamo responsabilità nell’azione del gruppo consiliare, la stessa che il presidente Conte si è assunto nei confronti dei cittadini baresi e che non può venir meno in virtù di fattispecie assai distanti dal benessere della comunità barese e di quella del Movimento».Loading…Ma non è l’unico problema che il sindaco di Bari è chiamato a risolvere in queste ore per tenere unita la maggioranza: anche nel gruppo del Partito democratico ci sono mal di pancia che sono emersi quando Leccese ha chiesto il rinvio del voto per la scelta del presidente del Consiglio. Marco Bronzini, capogruppo Dem, ha lamentato la mancata condivisione della scelta e al momento del voto 10 consiglieri di maggioranza si sono astenuti per lanciare un messaggio al primo cittadino. Anche in questo caso, le frizioni nel Pd sono legate alla decisione del sindaco di indicare come presidente del Consiglio Romeo Ranieri, del gruppo Con, vicino al governatore Michele Emiliano, mentre i Dem rivendicavano lo scranno. Immediato l’attacco dell’opposizione: «La prima seduta del Consiglio comunale» di Bari «dell’era Leccese è stata degna di una sceneggiata da film tragicomico», accusa FdI. LEGGI TUTTO

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    Ius scholae, Forza Italia prepara la sua proposta: cittadini dopo i 10 anni della scuola dell’obbligo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNon è ancora nato e già divide, soprattutto il centrodestra. E’ lo ius scholae che, per Antonio Tajani, non è una priorità di governo ma «i programmi si possono arricchire». Non è una moda estiva – continua – perché «lo voleva già Berlusconi» ed «è quello di cui ha bisogno l’Italia, che è cambiata». Il segretario di Forza Italia dà la spinta a una nuova legge sulla cittadinanza. Lo status può essere riconosciuto ai minori stranieri che faranno «un percorso di studi completo», è la traccia di una proposta di legge su cui Fi si confronterà a settembre.Fi: necessario concludere l’intero ciclo scolasticoE Raffaele Nevi, portavoce del partito, specifica che l’attuale idea di Forza Italia sullo ius scholae «non è affatto uguale a quella di Pd e M5s» (per i quali basta un ciclo scolastico di 5 anni per ottenere la cittadinanza), perché prevede la conclusione di un intero ciclo di studi di 10 anni, ossia della scuola dell’obbligo. E su quell’idea è agli atti l’ultima dichiarazione di Silvio Berlusconi, risalente al 4 luglio 2022: «Siamo favorevoli a norme che consentano ai giovani immigrati che frequentino un intero ciclo scolastico di ottenere la cittadinanza». Del resto, lo stesso leader azzurro Antonio Tajani in una recente a Repubblica ha dichiarato che per Forza Italia «servirà un percorso di studi completo» per ottenere la cittadinanza italianaLoading…Il testo precedenteLa proposta di che Forza Italia si appresta a cristallizzare in un testo di legge appare insomma più restrittiva di quella presentata nella passata legislatura dall’azzurra Renata Polverini, in base alla quale «Il minore straniero nato nel territorio italiano può divenire cittadino qualora vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al compimento del corso della scuola primaria».Le divisioni nel centrodestraForza Italia dunque accelera e guarda al Pd, con il quale ci sono sul punto numerose convergenze, ma il leader della Lega Matteo Salvini tirta il freno a meno: «Non è una priorità, non è nell’agenda di governo» e parla di «idea legittima di FI e tale rimarrà». Mentre Fdi, che ha avuto negli scorsi anni aperture sul tema, non ha alcuna fretta o interesse al momento a riaprire la questione. La proposta di legge di Forza Italia dovrebbe essere presentata in Parlamento tra settembre e ottobre, ma non dovrebbe essere calendarizzata prima di gennaio o febbraio. Sono altre le priorità della maggioranza: la legge di bilancio, la riforma della giustizia e il premierato. Del resto è stato lo stesso Tajani, nel rilanciare lo ius scholae a mandare un messaggio di “pace” aFratelli d’Italia e Lega. «Le priorità l’economia e l’emergenza carceri», ribadisce.Il posizionamento del centrosinistraA spaccarsi sul tema potrebbe essere anche il centrosinistra. L’opposizione infatti dovrà decidere se “accontentarsi” dello ius scholae targato Forza Italia o insistere sulla proposta di M5s e Pd (quest’ultimo favorevole anche allo ius soli, bocciato invece senza mezzi termini da Forza Italia) in base alla quale basta un ciclo scolastico di 5 anni per accedere alla cittadinanza italiana. Il percorso è tutto da verificare. Certo è che se l’intenzione è di andare verso la proposta presentata a fine luglio dal dem Paolo Ciani che apre anche alla cittadinanza a chi arriva per il ricongiungimento dopo i 12 anni e abbia completato un ciclo scolastico, è ancora più difficile che Forza Italia possa aderire. LEGGI TUTTO

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    Piantedosi: interrogarsi su come rendere migranti cittadini

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Non vorrei anticipare discussioni che in questi giorni sono un po’ complicate, ma bisogna porsi il problema di come rendiamo» i migranti «nostri cittadini».Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Meeting di Rimini sottolineando la necessità di «dare soddisfazione a quella tendenza di ogni persona di trovare un ruolo e sentirsi utile nella società».Loading…La sostenibilità dei processi migratori, ha aggiunto, “si nutre anche del fatto che si tratta di persone di cui dobbiamo immaginare la centralità nella società da qualsiasi parte provengano”. E dunque “non basta dare soddisfazione solo ai bisogni primari” ma bisogna porsi il problema di come rendere queste persone “nostri cittadini”.Cittadinanza, la discussione va affrontata“Se questa discussione serve ad aggiornare il panorama delle valutazioni che un Paese come il nostro deve fare su questo tema importante dei nuovi cittadini, va benissimo e va fatto. Secondo me la discussione che è stata sollevata deve servire ad aprire una valutazione che dev’essere anche un po’ tecnica: farlo alla luce di dati concreti e realistici potrebbe aiutarci non a negare il problema e a respingerlo al mittente, ma aiutarci ma a fare qualcosa di più mirato e importante per le nostre esigenze, che sono di massima integrazione delle persone che arrivano. Sono esigenze non solo economiche, ma anche alloggiative, culturali e di adesione. Interroghiamoci su cosa serve a completare un percorso che in Italia ha portato ai risultati che abbiamo oggi”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al meeting di Rimini.“Credo però – ha aggiunto Piantedosi – che questa discussione vada fatta scevra da condizionamenti ideologici. Bisogna partire da un dato: la nostra legislazione è quella che consente il maggior numero di concessioni n tutta Europa. Siamo il Paese al primo posto per concessioni in termini assoluti di cittadinanze. In alcuni casi arriviamo quasi al doppio di Paesi come Germania e Francia. Non abbiamo quindi un quadro di chiusura totale” LEGGI TUTTO