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    Studentessa rapinata e molestata a Firenze, salvata dai condomini

    L’aggressione si è registrata la notte scorsa. Vittima una studentessa sudamericana di 20 anni, che è stata soccorsa e trasferita al Careggi di Firenze in stato di choc. Violenza sulle donne – Nanopress.itSono stati i condomini, allarmati dalle grida della ragazza, ad allertare le forze dell’ordine, mettendo in fuga l’aggressore. Sembra si tratti di uno straniero, forse nordafricano, sulle cui tracce sono gli investigatori.Studentessa aggredita e molestata a FirenzeL’ha seguita mentre rientrava a casa, in un palazzo nel centro storico di Firenze. Le ha detto di essere un condomino. Poi, una volta dentro, l’ha afferrata per un braccio e l’ha molestata. Le ha rubato il cellulare, ma le urla della vittima  – una studentessa sudamericana di 20 anni – hanno messo in allarme alcuni condomini. L’aggressore è fuggito via, mentre la ragazza lo ha inseguito per un breve tratto per cercare di riprendere il suo cellulare.Qualcuno ha chiamato il 118 e le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenute un’ambulanza e una pattuglia della polizia. Sembra che l’aggressore sia uno straniero, forse un nordafricano, sulle cui tracce sono già gli investigatori. La ragazza è stata soccorsa e trasferita all’ospedale Careggi di Firenze in stato di choc.  LEGGI TUTTO

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    Valentina Giunta uccisa a coltellate dal figlio 15enne: condanna definitiva a 16 anni | “Idolatrava il papà in carcere”

    La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, per cui è diventata definitiva la condanna a 16 anni di carcere per il figlio adolescente di Valentina Giunta, la 32enne uccisa il 25 luglio dello scorso anno. Valentina Giunta – Nanopress.itLa vittima voleva allontanarsi dal marito, in carcere per furto d’auto e tentato omicidio, ma il figlio adolescente aveva un’ammirazione sconfinata per il padre. Sarebbe stato proprio sentimento contrastante a scatenare la furia omicida del ragazzo, che uccise la madre a coltellate.L’omicidio di Valentina GiuntaQuattro coltellate: è la ricostruzione dei drammatici istanti dell’omicidio di Valentina Giunta, la 32enne uccisa il 25 luglio del 2022 nella sua abitazione in via Di Giacomo, nel quartiere San Cristoforo, a Castello Ursini, in provincia di Catania. A compiere l’efferato delitto il figlio 15enne della vittima. Da tempo i rapporti tra madre e figlio erano piuttosto difficili. La vittima voleva voleva allontanarsi da suo marito, in carcere per furto e tentato omicidio al momento del delitto, per dare ai suoi figli una vita migliore. Decisione con cui non era d’accordo il figlio più grande della coppia, un ragazzo di 15 anni, che idolatrava il padre.Proprio lui, al culmine dell’ennesima lite con la madre, aveva impugnato un coltello e aveva infierito sulla madre, uccidendola.Pare che Valentina Giunta stesse valutando la proposta di una cugina, a cui era molto legata, che vive e lavora in Germania, di trasferirsi all’estero per allontanarsi definitivamente dal padre dei suoi figli.Condanna definitiva a 16 anni di carcereLa Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del legale, per cui è diventata definitiva la condanna a 16 anni di carcere per il figlio adolescente di Valentina Giunta, già in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. Durante l’udienza di convalida del fermo, nell’immediatezza dei fatti, il 15enne aveva confessato il delitto.La sentenza di condanna nei confronti dell’imputato era stata emessa dalla Corte d’assise d’appello per i minorenni di Catania il 26 maggio scorso. La Corte di Cassazione ha bocciato il ricorso presentato dall’avvocato, rendendo la sentenza definitiva.Valentina Giunta aveva anche un altro figlio, un bambino di 10 anni, che è stato affidato ad alcuni parenti. LEGGI TUTTO

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    Dodicenne scomparso in Maremma, proseguono le ricerche

    Il ragazzo – di origine straniera – si sarebbe allontanato da scuola insieme a un amico, che è stato ritrovato poco dopo alla stazione. Auto dei Carabinieri – Nanopress.itIl 12enne non ha con sé il telefono, ma sembra che abbia interagito sui social in questi giorni. Al momento della scomparsa indossava felpa, jeans, e scarpe da ginnastica nere, e aveva uno zaino.Dodicenne scomparso in MaremmaProseguono le ricerche di Cristiano, il 12enne di origine straniera, scomparso due giorni fa in Maremma, che si è allontanato da scuola ad Albinia (Grosseto) durante la pausa, insieme a un compagno di classe che è stato ritrovato quella stessa mattina nei pressi della stazione.Le ricerche dei carabinieri si sono allargate anche in Umbria, e nella capitale, dove il 12enne ha dei parenti. Il ragazzino non ha con sé il telefono, ma sembra che abbia interagito sui social in questi giorni. Al momento della scomparsa indossava felpa, jeans, e scarpe da ginnastica nere, e aveva uno zaino. LEGGI TUTTO

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    Il padre di Filippo Turetta: “Non siamo una famiglia patriarcale. Forse gli è scoppiato qualcosa nel cervello”

    Il padre di Filippo Turetta – accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin – ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.Padre di Filippo Turetta – Nanopress.itNicola Turetta si è detto devastato per quanto accaduto.L’intervista al padre di Filippo TurettaNicola Turetta, padre di Filippo, il 22enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo trovata morta lo scorso sabato mattina in un canalone del lago di Bàrcis, ha concesso un’intervista al Corriere della Sera. L’uomo si è detto devastato per l’efferato crimine di cui si è macchiato il figlio e ha negato di aver cresciuto Filippo in un clima di cultura patriarcale.“Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto di mia moglie e in casa abbiamo sempre condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere. Vederci descrivere ora come una famiglia patriarcale ci addolora molto”, ha raccontato Nicola Turetta.“Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio”.Per quanto riguarda l’ipotesi della premeditazione, che potrebbe essere contestata a Filippo, Nicola Turetta nega che il figlio possa aver organizzato l’omicidio: “Gli sarà scoppiata qualche vena nel cervello, non so darmi una spiegazione”. Nell’auto di Filippo Turetta trovato un altro coltelloMentre il giudice per le indagini preliminari ha cercato di ricostruire gli ultimi istanti di vita di Giulia, da qualche ora circola la notizia che nell’auto di Filippo Turetta – al momento detenuto nel carcere di Halle in Germania – gli inquirenti abbiano trovato un coltello. Sul luogo della prima aggressione a Giulia, era stato trovato un altro coltello, con una lama di 21 centimetri. Presumibilmente è con quello che Turetta ha colpito Giulia. Quella sera, nel parcheggio vicino casa di Giulia, Filippo ha aggredito la ragazza a mani nude, mentre erano in auto. Un vicino di casa, allarmato dalle urla di Giulia, ha allertato i carabinieri, ma quando i militari sono arrivati non c’era più nessuno. A quel punto Filippo si è diretto verso l’aria industriale di Fossò e lì è avvenuta l’aggressione mortale. Giulia ha tentato di fuggire dall’auto, ma Filippo l’ha inseguita e l’ha colpita con un coltello. Giulia è finita a terra, battendo violentemente la testa sul marciapiede. A quel punto Filippo l’ha caricata in auto e poi – dopo circa due ore – ha gettato il corpo in un dirupo, dove poi, esattamente una settimana dopo, è stato rintracciato da un cane della Protezione Civile. LEGGI TUTTO

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    Erba, getta acido muriatico sul volto dell’ex fidanzata: arrestato

    La vittima dell’aggressione è una donna di 23 anni di origine marocchina che è stata trasferita in ospedale. Le sue condizioni non sarebbero gravi. Ferito anche un collega della vittima, che ha provato ad aiutare la ragazza ed è stato a sua volta colpito. Carabinieri – Nanopress.itL’aggressione è avvenuta questo pomeriggio, dopo le 14, in una zona industriale di Erba, provincia di Como. L’ex fidanzato ha atteso la 23enne all’uscita dal lavoro.Getta acido muriatico sul volto dell’ex fidanzataUn’aggressione in pieno giorno quella avvenuta poco dopo le 14 di oggi in una zona industriale di Erba, in provincia di Como. Un giovane di 24 anni ha gettato dell’acido muriatico sul volto dell’ex fidanzata. Immediatamente arrestato, la vittima – una ragazza di 23 anni – è stata soccorsa e trasferita in ospedale in codice giallo.Un uomo di 47 anni, collega di lavoro della vittima, che era intervenuto per aiutarla, è rimasto a sua volta lievemente ferito.Tra la vittima e l’aggressore c’era stata una relazione che nel dicembre dello scorso anno si era interrotta, per volontà di lei. Lui però aveva continuato a perseguitarla. Lei lo aveva anche denunciato, e lo scorso mese di agosto il 24enne era stato arrestato. Quel giorno l’aveva aspettata con un crick, nel parcheggio di un albergo, minacciandola che sarebbe tornato a farle del male con l’acido. In sede di convalida dell’arresto però, il giudice aveva deciso di alleggerire la misura nei confronti dell’indagato, per il quale aveva disposto l’obbligo di dimora a Broni, il comune in provincia di Pavia in cui risiede, e un divieto di avvicinamento alla vittima. LEGGI TUTTO

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    Roberta Repetto, morta dopo asportazione di un neo: chiesti 16 anni per il santone e 14 per il medico: melanoma curato con tisane

    Roberta Repetto morì per un melanoma non curato, che sfociò in metastasi. Il sostituto procuratore generale ha chiesto una condanna a 16 anni di carcere per il ‘santone’ del centro olistico Anidra di Borzonasca, Paolo Bendinelli, e 14 per Paolo Oneda. Roberta Repetto – Nanopress.itLa donna era stata operata su un tavolo da cucina del centro senza anestesia. Quando nell’ottobre del 2020 arrivò all’ospedale San Martino di Genova, per lei era ormai troppo tardi.La storia di Roberta RepettoUn melanoma curato con tisane e bevande zuccherate: è stata questa la ‘cura’ che ha portato alla morte la 40enne Roberta Repetto, figlia dell’ex sindaco di Chiavari Renzo. La donna fu curata dal santone del centro olistico Anidra di Borzonasca, Paolo Bendinelli.  L’uomo le asportò un neo maligno su un tavolo del centro, senza anestesia, e poi le prescrisse una cura a base di tisane.Quando nell’ottobre del 2020 Roberta Repetto arrivò all’ospedale San Martino di Genova, le sue condizioni erano ormai disperate.La donna morì qualche giorno dopo il ricovero, perché le metastasi si erano estese a tutto il corpo.Melanoma – Nanopress.itLe richieste di condannaIl sostituto procuratore generale questa mattina ha chiesto una condanna a 16 anni per Paolo Bendinelli e 14 anni per Paolo Oneda. In primo grado sono stati condannati per omicidio colposo a tre anni e quattro mesi ciascuno.Il Procuratore Generale ha definito Roberta Repetto “vittima di manipolazione, di disinteresse, di abbandono e di indifferenza come Marco Vannini“, il bagnino di Ladispoli ucciso nel maggio del 2015.Roberta aveva conosciuto la comunità del centro olistico Anidra 13 anni fa, in un momento particolare della sua vita.Era entusiasta di quell’incontro, ma piano piano si era allontanata dalla famiglia. Durante il lockdown aveva deciso di trascorrere quel periodo di restrizioni al centro, senza mai raccontare ai familiari le attività che si svolgevano all’interno della struttura.“Voleva affrontare il suo percorso di purificazione, lei credeva in questo, in quanto ormai completamente manipolata e plagiata, solamente in compagnia dei personaggi di cui lei si fidava”ha raccontato qualche tempo fa la sorella Rita.Il 1° ottobre del 2020 i suoi familiari scoprono che Roberta sta malissimo. La portano al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Genova, dove morirà una settimana dopo. LEGGI TUTTO

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    Tragedia sfiorata a Chiavari, crolla il pavimento di una scuola materna

    A cedere è stato il pavimento del corridoio di una scuola materna di Chiavari (Genova). Fortunatamente in quel momento i bambini erano nelle aule e nessuno di loro è rimasto ferito. Vigili del Fuoco – Nanopress.itSul posto sono al lavoro i vigili del fuoco, che hanno provveduto a transennare l’area e a chiudere la struttura, che è stata dichiarata momentaneamente inagibile. Il sindaco di Chaivari è già al lavoro per cercare una sistemazione ai 75 alunni.Tragedia sfiorata in un asilo di ChiavariPaura questa mattina in una scuola materna di Chiavari, in provincia di Genova, dove è crollato il pavimento del corridoio. Gli alunni erano nelle aule al momento del crollo e nessuno è rimasto ferito. Scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Chiavari e la polizia municipale. Il primo cittadino, Federico Messuti, si è immediatamente attivato per trovare una nuova sistemazione agli alunni, in vista della chiusura della scuola che dovrà essere sistemata e rimessa in sicurezza. “Per fortuna nessuno si è fatto male, i bambini e gli insegnanti sono al sicuro e stanno bene” ha spiegato il sindaco di Chiavari.A condividere la foto e la notizia di quanto accaduto è stato anche Luca Pirondini del Movimento 5 Stelle. LEGGI TUTTO

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    Scoperta una casa di riposo abusiva a Reggio Calabria, anziani lasciati tra feci e urina: arrestati marito e moglie

    I Carabinieri dei Nas di Reggio Calabria hanno scoperto una struttura fatiscente, senza alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie. Gli anziani, 31 in tutto, venivano lasciati tra pannoloni sporchi, resti di cibo ed escrementi. Carabinieri dei Nas – Nanopress.itMarito e moglie sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di maltrattamento e abbandono di incapaci, con l’aggravante di lesioni personali.Scoperta una casa di riposo abusiva a Reggio CalabriaOrrore a Reggio Calabria, dove i carabinieri dei Nas hanno scoperto una casa di riposo abusiva gestita da una coppia di coniugi, 38 anni lei, 55 lui, che sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Secondo quanto riporta l’Ansa, i militari hanno scoperto una struttura fatiscente, anziani abbandonati tra feci e urina, pannoloni sporchi e residui di cibo. Il tutto corredato da un odore nauseabondo che rendeva l’aria irrespirabile. Sui due coniugi pende ora l’accusa di maltrattamento e abbandono di incapaci, con l’aggravante di lesioni personali.Le indagini sono partite il 29 giugno scorso, quando i militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità hanno scoperto un albergo dismesso in cui era stata allestita una casa di riposo per anziani, senza alcuna autorizzazione. I carabinieri hanno scoperto anche cibi scaduti e mal conservati, oltre a molti farmaci scaduti. Non solo, l’allaccio alla rete elettrica era abusivo. Durante le indagini i militari hanno scoperto che i parenti degli anziani dovevano sempre avvertire prima di andare a trovare i loro congiunti e gli incontri avvenivano nella vecchia hall dell’albergo. I due coniugi erano già stati denunciati in passato per fatti simili e gli erano state sequestrate altre due strutture nel corso delle passate indagini. LEGGI TUTTO