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    Cortei contro la guerra a Roma. Parolin: bene la piazza anti-riarmo

    Ascolta la versione audio dell’articoloDoppia manifestazione a Roma anti-riarmo e contro «il genocidio in Palestina». Il comitato promotore di Stop Rearm Europe “No guerra riarmo genocidio autoritarismo” che ha avuto come punto d’arrivo il Colosseo ha annunciato che i partecipanti sono stati 100mila. Hanno sfilato anche Avs, M5s – che hanno aderito ufficialmente alla manifestazione – e alcuni singoli esponenti del Pd.Gli organizzatori del corteo “Disarmiamoli”, di Potere al Popolo, Usb, il movimento degli studenti palestinesi e Cambiare Rotta, hanno parlato di 30mila partecipanti. Un carro armato, fatto con scatole di cartone, con la bandiera Ue, dato alle fiamme con dei fumogeni. E poi lo scoppio di petardi e la bandiera della Palestina messa a sventolare sulla statuta dell’imperatore Augusto ai Fori Imperiali: è terminato così il corteo.Loading…Card. Parolin: la piazza contro il riarmo? Un bene ci sia Alla domanda se dalla piazza contro il riarmo possa venire un richiamo in termini di costruzione della pace, il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin a margine di un incontro nell’ambito del giubileo dei governanti, ha risposto: «È bene che ci sia una mobilitazione in generale per evitare la corsa al riarmo». Rientra nel secondo appello che il Papa ha fatto: il primo sulla conversione del debito e poi quello di costituire un fondo per debellare la fame nel mondo usando i proventi destinati alla costruzione di armi”, ha aggiunto.La mozione unitaria delle opposizioniI leader dell’opposizione Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (entrambi Avs) annunciano: «Le ostilità tra Israele e Iran hanno catalizzato la preoccupazione dell’opinione pubblica mondiale, distogliendo l’attenzione sui crimini contro l’umanità in corso a Gaza e sui piani israeliani di annessione coloniale della Cisgiordania. Non lasceremo che l’Italia venga macchiata dalla pavidità di Meloni e i suoi epigoni. Abbiamo depositato una mozione unitaria per chiedere la revoca del memorandum d’intesa con il governo israeliano nel settore militare e della difesa e la sospensione di qualsiasi forma di cooperazione militare con Israele». LEGGI TUTTO

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    Oggi in piazza contro il riarmo: protestano M5s e Avs, distinguo nel Pd

    Ascolta la versione audio dell’articoloSinistra di nuovo in piazza contro il Piano europeo di riarmo. E con il nucleo dell’alternativa quasi al completo: ci saranno il presidente del M5s Giuseppe Conte e i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Non ci sarà Elly Schlein – per impegni internazionali già presi – ma il Pd parteciperà con “alcuni suoi esponenti”. Adesione meno profonda, ma non scontata. Perché la questione divide il partito da sempre. E i democratici, per evitare spaccature politiche, hanno preferito lasciare, per così dire, “libertà di adesione”.La manifestazione contro il riarmoLa manifestazione, promossa da una serie di associazioni – sono 430 fra reti, organizzazioni sociali, sindacali, politiche tra cui anche l’Arci, le Acli e diverse ong – partirà alle 14 da piazzale Ostiense diretta al Colosseo (dove si concluderà con un flash mob con i partecipanti stesi a terra su un sudario per ricordare i morti di Gaza). Si prevedono circa cinquemila partecipanti.Loading…Le divisioni nel PdTra quanti nel Pd hanno dato la propria adesione al corteo Stop al Rearm c’è il parlamentare Arturo Scotto e gli eurodeputati Marco Tarquinio e Cecilia Strada. «Sfilerò con i mondi da cui provengo – dice la figlia del fondatore di Emergency – e che chiedono le cose che chiedo anch’io: fermare il massacro a Gaza, basta logiche di guerra, investire nella pace». Nel Pd – aggiunge – sono tutti contro il Rearm Ue «salvo pochi che lo fanno sapere a tutto il modo». Una stoccata ai riformisti del partito che invece parlano di una manifestazione “sbagliata”. Così si «mistifica la delicata situazione che stiamo vivendo», puntualizza il senatore Filippo Sensi che si dice “rassicurato” dalla mancata adesione ufficiale del Pd. I riformisti, di fatto, non si riconoscono nella dichiarazione netta che anima il corteo di sabato. Le prime tre parole non lasciano spazio a mediazioni: Stop Rearm Europe.Il corteo alternativoMa non sarà l’unica iniziativa del sabato pomeriggio romano. A sfilare per le vie del centro anche un altro corteo, organizzato da Potere al Popolo, dal movimento degli studenti palestinesi e Cambiare Rotta. Anche qui si punta ad un’adesione di 5 mila persone che si muoveranno da piazza Vittorio verso largo Corrado Ricci, ai Fori Imperiali.L’appello di ConteI due cortei rientrano nell’ambito della settimana di mobilitazione europea in occasione del vertice Nato a L’Aja che registra l’appello di Giuseppe Conte ai progressisti Ue. Il leader pentastellato, che punta a un coordinamento Ue no-Rearm, puntualizza di “non essere anti-Nato”, anche se la dem Pina Picierno lo apostrofa definendolo “leader di un centro sociale”. LEGGI TUTTO

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    Piano Mattei per l’Africa, asse Italia-Ue: Meloni annuncia piano per debito da 1,2 mld

    Reti ferroviarie, fibra ottica, produzione di caffè. La premier, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha annunciato un piano di finanziamenti in accordi tra Italia, Unione europea e Africa. L’obiettivo: convertire nei prossimi 10 anni l’intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate, secondo i criteri della Banca Mondiale, e di abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito meno basso. Ma non sarà facile

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    Reti ferroviarie, interconnessioni digitali con l’Italia, produzioni di caffè. Sono alcuni dei pilastri del ‘Piano Mattei per l’Africa e Global gateway: uno sforzo comune con il continente africano’, finanziamenti per 1,2 miliardi di euro in accordi tra Italia, Unione europea e Africa. Nello scenario di Villa Doria Pamphilj, la premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno varato “l’internazionalizzazione” del Piano Mattei, annunciando “un’iniziativa concreta per affrontare la questione del debito delle nazioni africane”. L’obiettivo: convertire nei prossimi 10 anni l’intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate, secondo i criteri della Banca Mondiale, e di abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito meno basso. L’operazione dovrebbe permettere di convertire “in progetti di sviluppo da attuare in loco circa 235 milioni di euro di debito”. Che resta però una minima parte del debito complessivo che supera il trilione di dollari.

    Il vertice Ue-Africa a Roma

    Al tavolo del vertice organizzato e co-presieduto da Meloni e von der Leyen hanno partecipato i rappresentanti di Zambia, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, i vertici di Commissione dell’Unione africana, Banca africana di sviluppo, Banca Mondiale, Fmi e Africa Finance Corporation. E gli accordi coinvolgono anche Bei, Cdp, Sace, Sparkle e Microsoft.
    Meloni: “Rafforzando l’Africa si rafforza l’Europa”
    La convinzione di Meloni è quella già ribadita più e più volte: “Rafforzando l’Africa si rafforza l’Europa”. La strategia punta a eliminare “a monte” le cause dell’immigrazione. Preoccupa in questi giorni l’aumento dei flussi dalla Libia, in uno scenario di caos politico interno, che è stato esaminato anche in una riunione di governo dalla premier con ministri e intelligence. Von der Leyen è d’accordo: “Dobbiamo mantenere la lotta al traffico di esseri umani in alto sull’agenda, come concordato al vertice dei leader del G7 pochi giorni fa”. LEGGI TUTTO