Il governo italiano prova a minimizzare le dure frasi di Matteo Salvini contro il presidente francese Macron. Ieri è toccato al ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegare che tra Italia e Francia non c’è alcuna “crisi diplomatica” visto che i colloqui tra il “presidente del Consiglio e il presidente francese e i colloqui miei con il ministro degli Esteri francese sono frequenti”. Linea confermata dal ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, “la libertà di parola va garantita a tutti ma la politica estera è il presidente del Consiglio che la dirige e la attua, congiuntamente con il ministro delle Esteri. Altre dichiarazioni fanno parte del dibattito politico, ma la politica estera ha questi due punti di riferimento”.
Tajani punge Salvini: “Le parole violente sono inutili”
Ieri Tajani ha passato la giornata al meeting di Rimini spiegando più volte che Roma e Parigi dialogano e collaborano. Non ha rinunciato a una stoccata al suo pari grado, il vicepremier leghista: “La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri e se si devono far valere delle ragioni, come ho detto, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole”, ha detto a chi gli chiedeva conto delle parole di Salvini su Emmanuel Macron. Immediata la risposta della Lega: “Con assoluta fermezza, pacatezza, gentilezza e buonsenso ribadiamo: mai soldati italiani a combattere in Ucraina o in Russia. No a eserciti europei o debiti europei per comprare armi”.
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No truppe italiane sul campo
Mentre la polemica tra Lega e Forza Italia si trascina da settimane su tutti i temi, dalle scelte di politica internazionale a quelle economiche in vista della Legge di Bilancio, nel governo si cerca di trovare coesione sottolineando che la posizione di Salvini rispetto all’Ucraina, al di là dei toni, è la stessa: niente invio di soldati italiani sul campo. Linea confermata nuovamente da Tajani: “Noi non siamo per inviare truppe ma potremmo dare un contributo importante vista la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento sia marittimo che terrestre”.
La posizione di Parigi
A a dare conto degli umori transalpini – spiegando quale sia la vera preoccupazione dell’Eliseo – ci ha provato il quotidiano Le Monde. Il giornale francese punta il mirino sulle simpatie filo-russe del vicepremier leghista “conosciuto per la sua vicinanza a Mosca”. “Nel panorama politico italiano, il capo della Lega (estrema destra) si distingue come il principale responsabile politico ad aver mantenuto legami più stretti con il Cremlino”, scrive Le Monde corredando l’articolo con la foto di Salvini con la maglietta di Vladimir Putin.