Cos’è la remigrazione
Ma quali sono le idee dei remigrazionisti? Si tratta di un’espulsione forzata di massa da un Paese verso un altro. Il termine appartiene al lessico accademico e a quello dello studio dei flussi migratori, ma ha perso ogni connotazione neutra nel momento in cui la destra se ne è appropriato per non usare la parola “deportazione”. In altre parole, un concetto che fino a poco tempo fa non era nemmeno pronunciabile ora sta diventando sempre più mainstream.
Chi c’è dietro il Remigration Summit 2025?
Il Remigration Summit 2025 è organizzato dall’associazione ‘Azione, Cultura, Tradizione’, il cui portavoce è Andrea Ballarati, ed è stato promosso dal noto attivista austriaco di destra Martin Sellner.
Chi è Andrea Ballarati, il vate italiano dei remigrazionisti
Ballarati, portavoce italiano del Remigration summit, 23 anni, è uno studente di Economia, ex militante di Gioventù Nazionale, la sezione giovanile di Fratelli d’Italia, che ha poi lasciato per entrare a far parte di movimenti politici extraparlamentari. Dal 2022 è tra i fondatori dell’associazione identitaria “Azione, Cultura, Tradizione” di Como, di cui è presidente. Sarebbe stato proprio lui a proporre l’Italia come sede del convegno, a cui sono invitati anche l’attivista austriaco xenofobo Martin Sellner, l’esponente olandese di estrema destra Eva Vlaardingerbroek e il politico della National front francese Jean Yves Le Gallou.
Il mito della sostituzione etnica
Il leader di “Azione, Cultura, Tradizione” ufficialmente esclude la sua adesione alle deportazioni di massa ma chiede, oltre all’espulsione dei migranti irregolari, la revisione dei sistemi di asilo e l’introduzione dei rientri volontari. Nel suo breve percorso Ballarati si è rapidamente avvicinato a Sellner, giovane ideologo viennese della remigrazione e militante della Fpo (partito dell’ultradestra austriaca), espulso in Svizzera e Germania per i suoi legami con movimenti neonazisti. Alla base della teoria della remigrazione, di cui Ballarati sarebbe uno dei massimi sostenitori in Italia, ci sono le tesi – portate avanti dall’ultradestra fin da oltre dieci anni – sulla minaccia della sostituzione etnica, secondo cui la civiltà occidentale sarebbe vittima di un piano organizzato dai potenti del mondo che vogliono sostituirla con una società multietnica o di ispirazione islamica.
Islamici nel mirino
A coagulare il mix – formato da complottismo, derive no vax e reazioni xenofobe alle crisi migratorie – è il concetto di “remigrazione” diffuso per la prima volta nel libro ’Cambio di regime da destra: uno schizzo strategico’ di Sellner, uscito nel 2024. Secondo l’autore ogni singola nazione europea deve difendere la propria “cultura dominante” dalla globalizzazione, puntando ad espellere in massa i migranti irregolari, i richiedenti asilo, ma anche quelli con regolare permesso di soggiorno e i loro discendenti che non si adeguano alla cosiddetta “cultura dominante” del Paese che li ospita, in particolare gli stranieri islamici visti come la prima minaccia. Per chi la critica, la remigrazione è una forma soft di pulizia etnica, che sta diventando sempre meno soft e sta acquistando una forza rumorosa.