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Piantedosi ammette: sul Ponte sullo Stretto c’è stato un deficit di comunicazione con il Colle

I punti chiave

«Le norme sul Ponte sullo Stretto? Ci sono state polemiche per dei fraintendimenti. Probabilmente c’è stato un deficit di comunicazione, che ascrivo anche al contributo della mia personale attività. La nostra volontà di ergere una barriera granitica contro le infiltrazioni della criminalità organizzata ha fatto sì che noi approvassimo le norme in Consiglio dei ministri senza rispettare alcuni circuiti informativi, visto che di solito i provvedimenti adottati in via d’urgenza vengono mandati prima al Quirinale. Abbiamo quindi commesso un errore di metodo».

Piantedosi ammette: sul Ponte dello Stretto sbavature metodologiche

Dopo le tensioni tra il ministero delle Infrastrutture e il Quirinale, che ha chiesto e ottenuto lo stralcio della norma con cui il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo voleva introdurre controlli antimafia speciali per il Ponte sullo Stretto di Messina con l’obiettivo di accelerare i tempi, il responsabile degli Interni Matteo Piantedosi approfitta del palco del Festival dell’economia di Trento per gettare acqua sul fuoco. E, incalzato dal direttore del Tg2 Antonio Preziosi, rassicura: «In questa circostanza ci sono state delle sbavature metodologiche ma siamo tutti orientati a creare il sistema migliore, e lo faremo, per preservare l’opera da interessi criminali».

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«Dopo Washington rischio emulazione, ma il nostro sistema di prevenzione è molto avanzato»

Il dialogo all’interno del panel intitolato “povertà, concentrazione di ricchezza, immigrazione e sicurezza” il ministro spazia su tutti i temi di attualità, dall’immigrazione alle crisi internazionali in Ucraina e Gaza. E ammette che dopo i tragici fatti di Washington, con l’uccisione di due impiegati dell’ambasciata israeliana, «sicuramente da parte nostra c’è da temere l’effetto emulazione rispetto a questi episodi. Ma noi abbiamo, per la professionalità di polizia e magistratura, un sistema molto avanzato per la prevenzione di fenomeni di questo tipo». Ossia un sistema – spiega Piantedosi – che ha l’obiettivo di «individuare preventivamente i soggetti a rischio radicalizzazione» e che «ci ha consentito fino adesso l’espulsione di 197 persone per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato»: «Cerchiamo di anticipare molto l’individuazione dei pericoli con il Comitato di analisi strategica del terrorismo dove viene aggiornato lo scambio di informazioni. Una specificità tutta italiana che il mondo guarda con interesse».

«In Albania solo i soggetti ad alta pericolosità sociale, finora rimpatriate 30 persone»

Quanto alle polemiche sui centri per gli immigrati irregolari fortemente voluti dalla premier Giorgia Meloni in Albania e oggetto di molti provvedimenti di stop ai trasferimenti da parte della magistratura, Piantedosi ricorda che «siamo in sede di conversione del decreto legge che riguarda il Cpr dell’Albania: al netto delle persone liberate dal trattenimento sono 30 le persone che siamo riusciti a rimpatriare» e nega che in Albania vengono portati migranti che hanno la sola colpa di versare in una condizione di irregolarità amministrativa: «Non è così – assicura il ministro -. Abbiamo rimpatriato persone che uscivano da un percorso carcerario di diversi anni per reati gravi, anche di violenza carnale, pedopornografia e quant’altro. Quindi restringiamo in questi centri solo persone che hanno pericolosità sociale. Per il resto siamo in attesa, nei prossimi mesi, della decisione della Corte di giustizia europea e delle regole europee sulla materia a giugno 2026 per poter allargare l’utilizzo della struttura».

La promessa: entro il 2027 altre 22mila assunzioni nelle forze dell’ordine

Non poteva infine mancare, un classico per i responsabili del Viminale, la promessa di nuovi ingressi nelle forze dell’ordine: se il governo ha già immesso circa 30mila unità di personale, che però hanno essenzialmente coperto il turn over, «quest’anno abbiamo in cantiere l’assunzione, sulle tre forze di polizia, di circa 14.000 unità di personale e da qui alla fine del mandato almeno altre 22.000». Forze nuove da utilzzare, assicura Piantedosi, per il controllo del territorio dove maggiormente si veriricano le condizioni di maggiore preoccupazione per i cittadini come stazioni ferroviarie e ospedali.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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