Tensioni alla manifestazione contro il ddl sicurezza a Roma. Il gruppo in presidio contro il decreto sicurezza, che chiedeva di procedere in corteo, che è avanzato verso il cordone di polizia. Sono alcune centinaia di partecipanti al corteo (radunatisi alla manifestazione preavvisata in forma statica a piazza Barberini), che si sono avvicinati allo sbarramento delle forze dell’ordine su via del Tritone. Le forze dell’ordine erano posizionate lì per bloccare l’accesso a largo Chigi e a piazza Montecitorio. Sono stati due, finora, i momenti di contatto tra i manifestanti e le forze dell’ordine, schierata in assetto antisommossa. L’avanzata dei manifestanti – alcuni con casco e volto travisato – hanno colpito i poliziotti con bastoni, facendosi scudo con grossi pannelli con su scritto “La democrazia non si piega”, “Stop accordi” e “Free Palestine”, è stata respinta dalle forze dell’ordine con gli scudi entrambe le volte.
L’obiettivo della Piazza
Inizia alla Camera l’iter di conversione in legge del “Decreto sicurezza” e le sigle e i partiti contrari scendono in piazza contro un provvedimento che giudicano liberticida e antidemocratico. A Piazza Barberini ’Cambiare rotta’, ’Potere al Popolo’, ’Osa, Articolo 21’, ’Amnesty International’, ’Fiom Cgil’ e tante altre associazioni. Presenti anche alcuni parlamentari del centrosinistra come Arturo Scotto e Andrea Orfini del Partito democratico e Peppe De Cristofaro di Alleanza verdi e sinistra. L’obiettivo della piazza è raggiungere Montecitorio, presidiato dalle forze dell’ordine, e simbolicamente impedire che il governo ponga la fiducia sulla conversione in legge. «Oggi è il giorno della vergogna nazionale. Una delle più pericolose leggi liberticide che si sia mai vista dalla resistenza a oggi» dichiara Luca Blasi della rete “A pieno regime – No Dl Sicurezza”. «L’obiettivo è mettere in carcere chi esprime dissenso. È la fine di un pezzo della Repubblica per come la conosciamo».
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Le opposizioni al Dl sicurezza
Il decreto sicurezza «introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti». Lo hanno sottolineato diversi esponenti dell’opposizione durante la discussione generale in aula alla Camera sul provvedimento nella quale si sono iscritti in massa a parlare. «Criminalizzare la protesta – ha detto il Dem Paolo Ciani – e irrigidire la repressione non è una soluzione. L’inasprimento delle pene non produce risultati e lo avete visto col decreto Caivano che ha prodotto solo il 48% di più dei minorenni negli istituti carcerari». «Il governo – ha aggiunto – continua a insistere sulla repressione e trascura la prevenzione, andate a intervenire anche sui Cpr, è un tema delicato su cui il vostro operato ha un elefante in una cristalleria che è l’Albania: avete speso un miliardo dei soldi dei contribuenti per portare dei migranti lì per essere espulsi quando ci sono già luoghi per farlo in Italia». «La sicurezza – ha concluso – non si costruisce solo con la forza: sicurezza è un quartiere illuminato, una scuola che funziona, è non morire di lavoro». Anche la pentastellata Angela Raffa ha citato il numero dei reati e delle aggravanti introdotte dal testo. «Avete superato ogni limite – ha detto – ha detto dovreste fermarvi un attimo e riflettere sulla gravità di ciò che state facendo».