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    ”Riusciamo a organizzare le nostre età in maniera simpatica”: Benedetta Porcaroli parla dei 19 anni di differenza col fidanzato Riccardo Scamarcio

    La 25enne legata al 44enne aggiunge: “Lui comunque, come dire… è un ragazzo”
    A Sette parla del desiderio di diventare madre e del trauma per la separazione dei suoi: aveva 9 anni

    Benedetta Porcaroli si prende la copertina di Sette, inserto settimanale del Corriere della Sera. L’attrice, richiestissima, sarà al cinema col Vangelo secondo Maria. Al giornale si racconta. Parla anche dei 19 anni di differenza col fidanzato Riccardo Scamarcio. “Riusciamo a organizzare le nostre età in maniera simpatica e divertente per tutti e due”, sottolinea.
    ”Riusciamo a organizzare le nostre età in maniera simpatica e divertente per tutti e due”: Benedetta Porcaroli parla dei 19 anni di differenza col fidanzato Riccardo Scamarcio
    La 25enne (compirà 26 anni tra un mese) è ormai uscita allo scoperto col pugliese 44enne: i due lo scorso marzo si sono pure regalati il primo red carpet in coppia a Los Angeles, in occasione della nona edizione del Filming Italy – Los Angeles. Si sono conosciuti sul set de L’ombra del giorno, nel 2021, e innamorati, ma la storia poco dopo s’interruppe, per poi riprendere dopo alcuni mesi. Adesso sono innamoratissimi e uniti. Riccardo nel periodo di lontananza da lei era tornato a far coppia con la manager Angharad Wood, da cui nel 2020 ha avuto una bambina, Emily. Benedetta aveva cominciato a frequentare Pietro Castellitto. Il 2023, però ha regalato a entrambi un passionale ritorno di fiamma.
    La Porcaroli non è affatto preoccupata dalla diversa età del compagno. “Sono abituata, lavoro fin da piccola e quindi riesco a fare questo passaggio un po’ drastico dall’avere una stabilità con gli adulti ad averla con i miei coetanei. Mi sono sempre mossa in queste due fasce – dice – Sono cresciuta con gli amici dei miei genitori e il mondo adulto mi ha sempre affascinato. Ho 25 anni ma anche un lavoro stabile e lui comunque, come dire, è… un ragazzo. Riusciamo a organizzare le nostre età in maniera simpatica e divertente per tutti e due”.
    La 25enne legata al 44enne aggiunge: “Lui comunque, come dire… è un ragazzo”. Si sono conosciuti sul set di un film nel 2021
    L’artista sogna di diventare madre: “Mi affascina tantissimo l’idea, la trovo un’esperienza psichedelica quella di diventare madre. Avere un figlio penso renda la vita più completa, è in grado di sbaragliare tante cose che fanno perdere energia e tempo. E’ una cosa che per ora posso solo vivere come un transfert del momento, ma so che i bambini mi piacciono molto. Eppure… posso rivelare una cosa? Ho incontrato quasi solo persone nella mia vita che mi dicono ‘Mi raccomando, non fare i figli, pensa alla carriera’. C’è questa sorta di terrorismo nel mondo di oggi che sinceramente un po’ mi dispiace. Sento il terrore dell’horror vacui dopo i figli. Invece conosco tante persone che hanno fatto tanti figli da molto giovani. Non so se sono pronta ma sento che è qualcosa che fa parte di me. Quando succede e se succede sfugge al mio controllo”.
    E’ normale credere che magari, voglia fare il grande passo proprio con Scamarcio… “Mi piacerebbe che avvenisse con l’uomo che amo, come dice la mia Maria, non per mano di un Dio. Per me i figli sono una diretta conseguenza dell’amore, dunque mi auguro che succeda là dove questo sentimento comanda. Nel trailer della mia vita da madre con i figli che da sempre mi immagino, è così”, replica. 
    A Sette parla del desiderio di diventare madre e del trauma per la separazione dei suoi: aveva 9 anni
    Sogna che dopo i figli si resti insieme. Benedetta spiega: “Sono figlia di genitori separati e quindi sogno una famiglia che rimanga insieme”. La Porcaroli è segnata dal divorzio dei suoi genitori, quando aveva 9 anni: “Un trauma. Io ero cresciuta con mio padre e improvvisamente è uscito dallo scenario di casa. Da allora, in ogni momento, sento dentro di me che la figura di mio padre mi è mancata. Adesso ne posso prendere atto con maturità, ho un bellissimo rapporto con la mia famiglia, andiamo tutti d’accordo. Ma da piccola, no”.  LEGGI TUTTO

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    ”Mi vergognavo di lei”: Michela Giraud racconta com’è stato crescere insieme alla sorella con disturbo dello spettro autistico

    La comica 36enne regista, sceneggiatrice e attrice in Flaminia, film ispirato alla sua vita
    Parla del rapporto con Cristina, la pellicola nei cinema dall’11 aprile

    Michela Giraud su Sette si mette a nudo. La comica 36enne regista, sceneggiatrice e attrice in Flaminia, film ispirato alla sua vita, racconta com’è stato crescere insieme alla sorella con disturbo dello spettro autistico. Parlando della pellicola, nei cinema dall’11 aprile, rivela il rapporto con Cristina. “Volevo raccontare come ci si possa sentire inadeguati nei confronti della società. Le amiche di Flaminia nel film sono una metafora di quanta cattiveria possa venire fuori nelle relazioni”, spiega. Poi sulla sorella sottolinea: “Ho combattuto per lei. Siamo cresciute in un ambiente dove non c’era tutela del diverso”. 
    ”Mi vergognavo di lei”: Michela Giraud racconta com’è stato crescere insieme alla sorella con disturbo dello spettro autistico. In foto lei e Cristina Giraud
    L’ironia per lei è stata un’arma nella vita: “Sì, l’ho presa da mio padre, l’ironia nasconde una grande profondità. Riderci su è un modo per gestire il problema”. Fino a ora la sua storia l’aveva sempre tenuta con sé: “Perché non volevo che le persone mi vedessero a 360 gradi. Avevo paura. Mi mascheravo dietro un lato più aggressivo ed energetico. Poi ho detto: va bene, mi lascio andare”.
    Nel film lei è Flaminia, la sorella, interpretata da Rita Abela, si chiama Ludovica. La protagonista si vergogna della parente. Quando le si chiede se nell’esistenza sia stato lo stesso per lei nei confronti di Cristina, la Giraud dice: “Nel film ho cercato di mettere l’ambivalenza e la commistione di sentimenti. Le persone con diversità vengono rappresentate come dei personaggi per cui bisogna provare pena oppure come dei geni. Non possono essere soltanto persone? Da piccola ero in imbarazzo in alcune situazioni perché non riuscivo a gestirle. Era un misto tra rabbia e coraggio. Da adolescente mi vergognavo di Cristina, poi no: ora io sono molto orgogliosa di lei”.
    La comica 36enne è regista, sceneggiatrice e attrice in Flaminia, film ispirato alla sua vita
    Michela chiarisce cosa le faceva rabbia quando era piccola: “Quando hai quattro anni e gli altri bambini ti dicono che non puoi giocare con loro perché tua sorella è così… La mia frase preferita era: perché non ve la prendete con me? Dentro però avevo il cuore a mille. Volevo arrabbiarmi ma non ero all’altezza, non avevo la forza per poter difendere mia sorella e me. Così succede da sempre. L’ho difesa a quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci… trentasei anni”.
    “E’ complicato parlarne – aggiunge l’artista – Oggi si pensa sempre che le persone raccontino parti della loro vita per sfruttare audience e invece io desideravo narrare una storia senza cercare commiserazione: non voglio che qualcuno creda che mi sto lamentando. 
    L’artista non ha dubbi, la sorella le ha insegnato “a vivere”. In foto Michela Giraud con Rita Abela, che nel film interpreta la sorella di Flaminia, Ludovica
    Michela Giraud non ha dubbi, la sorella le ha insegnato “a vivere”. “Per certe cose sono molto immatura, perché non ho avuto la possibilità di crescere in una maniera lineare – precisa – Per altre invece ho scavato di più. A mia sorella devo tutto. Senza di lei non avrei avuto questa voglia, questa fame, questo afflato di vita e mi sarei fatta bastare le cose. Crescere con Cristina mi ha permesso di farmi tante domande”. LEGGI TUTTO

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    ”Siamo corsi fuori, in strada il panico”: Mahmood racconta per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata

    Ha messo tutto in due canzoni del suo nuovo album: il 31enne è ancora traumatizzato
    Era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021

    Si prende con forza la cover di Sette, inserto settimanale del Corriere della Sera. Mahmood è felice del successo di Tuta Gold, brano presentato a Sanremo 2024. La canzone ha conquistato la prima posizione nella classifica singoli di Fimi ed è l’unico brano italiano nella Top 100 global di Billboard. Il suo nuovo disco racconta di lui. Il cantautore in due pezzi parla anche dell’incendio della sua abitazione. Al giornale il 31enne racconta così per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata. “Siamo corsi fuori, in strada il panico”, svela.
    ”Siamo corsi fuori, in strada il panico”: Mahmood racconta per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata
    Alessandro era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021. La costruzione, dove l’artista aveva preso in locazione un appartamento, era considerata avvenieristica e con alloggi di gran lusso, ma qualcosa non ha funzionato. 
    Il giornalista gli domanda: “In due canzoni del disco torna l’immagine della sua casa che brucia, ricordo vero dell’incendio del 2021 al palazzo di via Antonini a Milano in cui viveva. E’ ancora un incubo?”. “Mi ricordo che quella notte. Eravamo al nono piano. Una mia amica è uscita sul balcone e ha visto l’ombra del palazzo con il fumo sul tetto. Siamo corsi fuori e, anche se poi ho scoperto che non si dovrebbe fare, siamo scappati con l’ascensore. Una volta arrivati in strada c’era il panico”, svela Mahmood. A causa dell’incendio ha perso qualcosa di molto caro: “Sì, ma preferisco non dire cosa”. 
    Il 31enne era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021
    Invece di andare a vivere da un’altra parte da solo, ha preferito tornare ad abitare dalla mamma Anna Frau. “E’ stato un po’ peso: per la prima volta avevo raggiunto la mia libertà, la prima casa in affitto. E all’improvviso torni indietro, per quanto il rapporto con mamma sia bellissimo. Adesso però mi sono sistemato di nuovo da solo, ho trovato la pace dei sensi”, precisa. LEGGI TUTTO

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    Le chiedono cosa pensa di Noemi Bocchi, Ilary Blasi prima sorride poi risponde così: le sue parole

    La conduttrice rilascia una lunga intervista a 7 in cui rivela la sua verità
    Stando al suo racconto il cognato sarebbe stato l’unico a sapere prima dell’ultima storia di Totti, ma…

    Ilary Blasi su 7, inserto settimanale del Corriere della Sera, rivela la sua verità. Parla del dolore per il crack con Francesco Totti. Quando le chiedono cosa pensa di Noemi Bocchi, la 42enne prima sorride e poi risponde senza problemi: “Spero siano felici. Veramente. Almeno ne sarà valsa la pena”.
    Le chiedono cosa pensa di Noemi Bocchi, Ilary Blasi prima sorride poi risponde così: le sue parole
    La conduttrice ha rilasciato l’intervista prima che il suo presunto amante, Cristiano Iovino, 42enne personal trainer e imprenditore, confermasse la loro “frequentazione intima” sulle pagine de Il Messaggero, sottolineando che tutto quel che ha detto è “riscontrabile”. Contattata dalla giornalista di 7, Ilary ha confermato la versione che ha riferito in Unica e nel libro in uscita, “Che stupida”. Domenica si siederà nel salotto di Verissimo e forse aggiungerà qualcosa di più in merito.
    Al giornale spiega che inizialmente aveva scelto il silenzio, poi, visto tutto quel che è stato scritto, ha deciso di parlare, nel docufilm e in un libro. C’è una cosa che l’ha ferita moltissimo: “Leggere che io sapessi tutto. Addirittura che fossimo una coppia aperta… forse era una coppia aperta, ma solo da una parte: non la mia”. La Blasi scansa tutti i gossip sugli amanti che le sono stati affibbiati.
    Le hanno detto che pensava solo ai soldi, La presentatrice rivela: “Invece voglio dire che ho sposato Francesco ma abbiamo la separazione dei beni. Non ho niente di intestato e non ho mai voluto niente perché credo che sia giusto così: il matrimonio non è patrimonio”. E’ sempre stata indipendente.
    Quando lei e Totti si sono separati, lui ha licenziato la tata di Isabel: “Non è stato bello”. Lei l’ha assunta di nuovo solo grazie al suo lavoro. Sulla mega villa dove è rimasta dice: “La casa è sua e sarà sempre sua. Non sono andata via io subito per i miei figli: per loro quel posto è un riferimento e di muovere anche quella parte non me la sono sentita”. E sui Rolex sottolinea: “Erano miei, sono regali che mi ha fatto. Io ho preso solo le mie cose, tanto che il giudice non li ha ridati a lui. Li ha presi e li ha messi in una cassetta, sono segregati, come del resto avevo chiesto, quindi va bene così”.
    Il suo è stato un matrimonio bellissimo: “Eravamo innamorati, lo eravamo. E tutte le persone più care vedevano questo: gli amici di infanzia che frequentavano casa, le mie sorelle, i miei genitori. Vedevano quello che vedevano i miei figli. Mai nessuno ha sospettato. Solo mio cognato ha saputo questa ultima storia, ma non mi aveva detto nulla sperando che Francesco rinsavisse”.
    La conduttrice rilascia una lunga intervista a 7 in cui rivela la sua verità
    Dopo la rottura ha cominciato a ‘sapere’, così chiarisce: “Ed ecco che mi ritrovavo a dirmi: che stupida. Non avevo capito niente”. Era come se non conoscesse più Francesco. Ilary nega che il docufilm e il libro siano operazioni commerciali: “No, la mia scelta, che doveva essere la nostra scelta, era di restare in silenzio. Poi c’è stata la famosa intervista sul Corriere della Sera (a firma di Aldo Cazzullo, ndr). E poi ancora sono partite tutte le varie ricostruzioni di cui dicevamo che mi facevano apparire da ladra a bugiarda ad approfittatrice. Non è una questione di pianificare ma di rispetto verso me stessa”. A Totti non ha detto nulla di entrambe le cose.
    La Blasi ha affetto per l’uomo che le è stato accanto per 20 anni e con cui ha avuto i 3 figli. La sua non è una vendetta: “No, non ho fatto questa serie o questo libro per fare male a lui ma per rispetto a me, per dire il mio punto di vista. La mia intenzione non era ferirlo: semplicemente, ho raccontato quello che è successo”. Pensa che se lui le avesse detto che si era innamorato di un’altra tutto questo non sarebbe successo.
    Quando le si domanda se con Totti oggi comunichi, Ilary svela: “Nulla. Ho letto che voleva trovare un equilibrio con me, ma alle parole dovrebbero seguire i fatti. Magari è una questione di tempo”. Per lei “la porta è sempre aperta”. Accetterebbe di vederlo a cena: “Io il primo passo credo di averlo fatto”.
    Ilary spera che i dispetti siano alle spalle. I figli hanno un buon rapporto con entrambi e vuole che sia così. Una reunion è impossibile: “Non credo, perché credo che quando si rompe una cosa non è più come prima. Siamo in un’altra fase, quella roba lì non torna più. Può tornare un rapporto, un altro tipo di relazione. Ma non quella che è stata. Io oggi sono serena, leggera. Non voglio dire che non ho sbagliato niente però sono tranquilla con me stessa: credo che il voltare pagina velocemente dipenda anche da quello. Ho provato a fare tutto quello che andava fatto”. Il matrimonio con un altro uomo, però, no: “Io continuo a crederci”. LEGGI TUTTO

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    ”Sono una prepotente e volevo comandare”: Annamaria Bernardini de Pace rivela finalmente perché si è tirata fuori dal divorzio Totti-Blasi

    L’avvocata divorzista più temuta d’Italia alla fine si sbottona
    A Sette, inserto del Corriere della Sera, la 75enne si racconta da madre di Francesca e Chiara

    Annamaria Bernardini de Pace si racconta da madre di Francesca e Chiara, le due figlie avute dall’ex marito Francesco Giordano. A Sette, inserto del Corriere della Sera, confida: “Volevo fare la mamma e basta tutta la vita”. Nel corso dell’intervista rivela anche, finalmente, perché si è tirata fuori dal divorzio Totti-Blasi. “Sono una prepotente e volevo comandare”, ammette l’avvocato divorzista più temuto d’Italia.
    ”Sono una prepotente e volevo comandare”: Annamaria Bernardini de Pace rivela finalmente perché si è tirata fuori dal divorzio Totti-Blasi
    La legale di sé racconta: “Io per essere esageratamente madre sono stata 5 anni da una psicanalista junghiana, che mi ha detto che sbagliavo a farmi coinvolgere troppo. Ero andata perché per il mio lavoro mi occupo di dolori familiari e non riuscivo più a distinguere il dolore dei clienti dal mio. Ho scelto una junghiana perché avevo sempre letto Jung come produttivo di aspetti benefici per il futuro, anziché come Freud indagatore degli aspetti malefici del passato. E lei ha subito notato in me questo esagerato esprimersi nella maternità, anche se poi mi sono fermata quando è finito l’amore”. 
    “Per me è dall’amore che devono nascere i figli ed è con amore che devono crescere – prosegue la Bernardini de Pace –  Tanto che dico ai miei clienti: voi grandi mi pagate, ma io difendo i vostri figli, non voi. Ho mollato un sacco di clienti rinunciando al mandato perché non rispettavano i loro figli”. 
    L’avvocata divorzista più temuta d’Italia alla fine si sbottona sul motivo della sua decisione in quello che è stato il crack più fragoroso degli ultimi tempi tra il 46enne e la 42enne
    Immediatamente il riferimento va alla vicenda che ha catalizzato i media, quella tra l’ex capitano della Roma 46enne e la conduttrice 42enne. Annamaria era stata scelta da Totti come suo avvocato. Poi, però, dopo poco lei ha deciso di mollare tutto. “E’ andata così nel caso Totti?”, le viene chiesto. La Bernardini de Pace ribatte perentoria e lapidaria: “E’ andata così perché c’era troppa gente intorno, e io sono una prepotente e volevo comandare”. Di più non aggiunge.
    Poi la legale spiega perché ora preferisce tutelare gli uomini nei divorzi: “Oggi sono loro le vittime. Quando ho cominciato a occuparmi del diritto di fa- miglia, nel 1987, le donne erano la parte debole: venivano trattate a qualsiasi livello sociale come baby sitter di lusso. Anche l’assegno che veniva dato loro era ridicolo così a fine anni Ottanta ho sviluppato il concetto di tenore di vita che purtroppo l’anno scorso la Cassazione ha eliminato. Ma le donne nel frattempo hanno raggiunto gli uomini come capacità economiche. Quindi non ha senso che vengano gratificate di qualcosa che possono fare da sole. Ora devo proteggere la parte debole. In questo momento ho il 70 per cento di uomini come miei clienti perché voi non avete idea di cosa sono diventate le donne. Prepotenti, arroganti, furbe”. LEGGI TUTTO

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    ”Mia madre mi disse: ‘Mi sono stufata, me ne vado’. Avevo sei anni”: Luca Barbareschi racconta come il genitore l’ha abbandonato

    L’attore, regista e produttore 67enne ha vissuto con tanta rabbia, figlia della solitudine
    Confessa: “Non ho mai la sensazione di meritarmi il successo”

    Luca Barbareschi ha vissuto la sua vita con tanta rabbia dentro, figlia soprattutto della solitudine. A Sette, inserto settimanale del Corriere della Sera, che gli regala la cover, l’attore, regista e produttore racconta con crudezza come si sia sentito quando il genitore di riferimento, la mamma, l’ha abbandonato. “Mia madre mi disse: ‘Mi sono stufata, me ne vado’. Avevo sei anni”, confessa.
    ”Mia madre mi disse: ‘Mi sono stufata, me ne vado’. Avevo sei anni”: Luca Barbareschi racconta a Sette come il genitore l’ha abbandonato
    Figlio di Francesco Saverio Barbareschi, ingegnere e imprenditore con un passato da partigiano, e Maria Antonietta Hirsch, un’economista di origine ebraica, il 67enne sulla madre svela: “Un giorno mi ha detto: ‘Scusa ma io mi sono stufata, me ne vado’. Avevo sei anni, si era innamorata di un altro uomo e si è portata via mia sorella di un anno dividendoci per sempre”. Lui le ha detto: “‘E io?’,  ma mi ha risposto: ‘Mica possiamo andare tutti in vacanza insieme…’. Era molto simpatica, spiritosa. Mi ha dato un libro, Cent’anni di solitudine, dicendomi di leggerlo. Per tutta la vita mi ha mandato un libro ogni due giorni. Al telefono diceva: ‘Sì sono via, sono a Copenaghen…’, ‘Sto andando in Egitto…’, e poi aggiungeva: ‘Ora cosa fai, piangi?’”. Barbareschi rispondeva: “No, no, ciao mamma”. 
    Non si è mai più ritrovato con lei, morta nel 2015. “Non volevo più vederla. Difendevo anche mio padre, lo vedevo piangere: gli mancava sua figlia. Bel casino, insomma”. Lui è rimasto col papà: “Quando mia madre è scappata siamo rimasti due uomini in competizione. Quando abbiamo litigato e me ne sono andato gli ho detto cose terribili. Gli è venuto un infarto”. E’ volato negli Usa, faceva il cameriere e guadagnava bene. Ha cominciato a scrivere film. 
    L’attore, regista e produttore 67enne ha vissuto con tanta rabbia, figlia della solitudine
    Luca ha rivisto il padre dopo 5 anni: “Ma la competizione fra noi non è finita neppure alla sua morte”.  Nemmeno con la mamma ha risolto: “No, ed è il problema più grosso della mia vita. Quando ho capito un po’ meglio le cose sono diventato suo padre, a 80 anni era ancora un’adolescente”. La sua rabbia ora si è un po’ placata: “Meno di un tempo. La mia è stata una rabbia terribile, figlia della solitudine. Una volta al mese devo riguardare il mio curriculum perché non penso di aver fatto davvero le cose scritte lì. Non ho mai la sensazione di meritarmi il successo. Ho fatto ipnoterapia, sono stato anche in cura per 8 anni da Matte Blanco, un analista cileno. Il problema non è guarire ma accettare i propri dolori. La ferita rimane dentro e ti rende consapevole delle difficoltà, ti tiene sveglio, ti fa ricominciare”. 
    Il trauma dell’abbandono non lo ha mai lasciato. Anche nel creare i suoi rapporti sentimentali. “Io lo creo, l’abbandono, faccio di tutto perché a un certo punto qualcuno mi lasci. I modelli di comportamento si ripetono”, spiega Barbareschi. E confida: “Per i medici nel primo mese di vita ci succedono le cose più importanti. Con l’ipnoterapia parlavano col mio inconscio per eliminare i traumi, ma tutto si ferma a 10 giorni dopo il mio concepimento. So che mia madre voleva abortire, ha scritto una lettera a mio padre proprio 10 giorni dopo aver scoperto di essere incinta. Il feto ha ventimila neuroni che registrano tutto, e io ho registrato che non ero benvoluto”. 
    Luca ammette: “Cercavo gli applausi ed è un bel passo avanti che oggi non mi interessino più. Da ragazzo ho usato tante droghe, oggi faccio volontariato al Centro Maraini per tossicodipendenti, andare tra persone che stanno peggio di me è un gesto di umiltà. Ho anche lavorato con una trainer per un deficit da mancanza di concentrazione che compenso facendo mille cose”. LEGGI TUTTO