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    Pensioni, per gli statali ipotesi uscita volontaria dal lavoro dopo i 67 anni

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaPer i dipendenti pubblici potrebbe diventare più semplice restare in servizio dopo aver compiuto di 67 anni: secondo quanto riportato dal Messaggero, una volta compiuta l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) si potrà decidere di restare al lavoro senza presentare la richiesta di trattenimento in servizio. In pratica la permanenza sarebbe automatica a meno di una presentazione di richiesta di uscita. Al momento invece è automatica l’uscita una volta raggiunta l’età e sta al dipendente chiedere eventualmente alla propria amministrazione la permanenza al lavoro (con la possibilità dell’amministrazione di respingere la domanda).All’ipotesi, secondo il quotidiano romano, il Governo starebbe lavorando a fronte del numero elevato di uscite attese grazie al raggiungimento dell’età di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata. Il provvedimento, secondo quanto scrive il quotidiano: «Potrebbe entrare nella prossima manovra, ma non si esclude neppure di anticiparlo».Loading… LEGGI TUTTO

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    Referendum sulla cittadinanza: il Pd aderisce, dubbi M5s. Nella maggioranza ancora distanze sullo ius scholae

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDimezzare da 10 a 5 anni il periodo di soggiorno legale continuativo nel Paese per gli stranieri maggiorenni per poter diventare cittadini italiani. E’ quanto chiede il quesito referendario, sul quale si raccoglieranno ora le firme, depositato il 4 settembre in Cassazione da un gruppo di associazioni tra cui ’Italiani senza cittadinanza’, Conngi, Idem Network e organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione e i partiti +Europa, Possibile, Partito Socialista, Radicali Italiani, Rifondazione Comunista oltre a una serie di personalità come Luigi Manconi o l’ex Garante dei diritti dei detenuti Mauro Palma.L’adesione del Pd«Ci aspettiamo – sottolinea il segretario di +Europa Riccardo Magi – che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza appoggi questo referendum». E un primo segnale arriva intanto dai Dem che lo sosterranno. «Il nostro Paese – dicono in una nota Marwa Mahmoud (responsabile Partecipazione e Formazione politica) e Pierfrancesco Majorino (responsabile Politiche migratorie e Diritto alla casa) della segreteria Dem – ha bisogno di compiere un grande salto di qualità sul tema della cittadinanza”. E «non faremo mancare le nostre firme» a sostegno del quesito presentato.Loading…I beneficiari possibiliPer quanto riguarda il referendum, intanto, «parliamo di 2,3 milioni di cittadini stranieri – calcola Riccardo Magi, segretario di +Europa – che ad oggi sarebbero nelle condizioni di ottenere la cittadinanza, più i loro figli, circa 500 mila bambine e bambini. Molti di più di quelli che sarebbero interessati dallo ius scholae, circa 500mila persone, e dallo ius soli che riguarderebbe circa un milione e mezzo di persone». «Un primo passo pragmatico – aggiunge – in attesa che il Parlamento faccia una riforma complessiva».La freddezza del M5sEd è proprio a quello che si guarda dalle parti di M5s dove si registra, in effetti, una certa freddezza a proposito del quesito. Il referendum sembra sia diventato un po’ una formula magica”, ragiona la vicepresidente dei senatori M5s, Alessandra Maiorino, mentre «può essere un boomerang». «Le proposte in Parlamento ci sono: lavoriamo su quelle», è il suo invito.Il muro della LegaIntanto, dal centrodestra, se Forza Italia sta mettendo a punto la propria proposta la Lega ribadisce la linea dura. «Sulla modifica della legge sulla cittadinanza la Lega ha già ribadito che siamo contrari e non fa parte del programma del governo», dice il presidente dei senatori Massimiliano Romeo. Mentre Salvini ricorda che «stiamo chiedendo la revoca per reati gravi». LEGGI TUTTO

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    M5s, aut aut di Grillo: «A ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaCon un post su Instagram il fondatore dei Cinque Stelle Beppe Grillo lancia un aut aut a Giuseppe Conte: «Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle – si legge nel post – . La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte».Il pericolo? «Ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro» «Il MoVimento, come sapete, è nato dall’idea che Gianroberto ed io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio – sottolinea Grillo – che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perché ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo. È una storia vecchia quanto il mondo: da secoli le comunità si ingegnano per trovare regole che possano arginare questa deriva.Loading…«Non esistono regole perfette»Non esistono regole perfette – continua Grillo -, ma è evidente che i conflitti d’interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. È un comportamento dettato dal naturale egoismo umano, radicato e difficile da sradicare. Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili».«I principi fondativi non sono negoziabili»«Per questo – continua il fondatore dei Cinque Stelle -, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni. Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle. Il 20 Agosto pubblicavo sul mio blog un post dal titolo “Il nostro DNA” in cui chiedevo la salvaguardia del simbolo, del nome e della regola del secondo mandato, principi fondanti del MoVimento 5 Stelle», conclude Grillo. LEGGI TUTTO

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    Meloni ai suoi: facciamo la storia, errori non consentiti. A Fitto ruolo di peso nella Ue

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella sua relazione introduttiva all’esecutivo di Fdi, convocato a Montecitorio. Meloni, senza fare esplicitamente riferimento al caso Sangiuliano, ha rimarcato tra le altre cose che «dobbiamo anche essere consapevoli che non ci viene perdonato nulla e che nulla ci verrà perdonato. Quando i nostri avversari non hanno trovato nulla per attaccare, hanno dovuto inventarsi di sana pianta notizie false per farlo. E quando qualcuno ha compiuto un passo falso, hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci. Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi, e dobbiamo continuare ad esserlo, perché l’occasione storica che ci hanno dato i cittadini non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura». Ecco perché «non possiamo permetterci di prestare il fianco».Meloni: in Ue l’Italia non è isolata, a Fitto ruolo di peso La critica rivolta al Governo di aver «isolato l’Italia in Europa» costituisce per Meloni «una narrazione che conto di smentire non solo continuando a collaborare proficuamente con Ursula von der Leyen sui dossier più importanti per l’Italia, ma anche riuscendo ad ottenere per il nostro Commissario designato, Raffaele Fitto, un ruolo e un portafoglio all’altezza del peso della nostra Nazione. Sarebbe la conferma che abbiamo ragione noi quando diciamo che l’Europa debba riconoscere all’Italia ciò che gli spetta per il ruolo che ha, non per come vota. E che vieni rispettato se sei credibile, non se sei accondiscendente» ha puntualizzato. E’ del 3 settembre l’indiscrezione del quotidiano tedesco Die Welt secondo il quale Fitto sarà vice presidente esecutivo con delega all’Economia e al Pnrr nella nuova Commissione europea guidata ancora da Ursula von der Leyen.Loading…«No a von der Leyen più che per lei per sua maggioranza»La leader di Fdi ha ricordato come nel passaggio parlamentare, la delegazione di Fratelli d’Italia «ha riaffermato la sua coerenza votando contro la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea» dopo le perplessità espresse «rispetto alla scelta di conservare lo status quo come se i cittadini europei non avessero votato». Ma la premier ha anche sottolineato che il no «più che alla von der Leyen» è stato «alla maggioranza arcobaleno che la stava sostenendo». «Votare a favore di un programma politico sbilanciato a sinistra con l’apertura ai Verdi avrebbe significato tradire il mandato ricevuto dagli italiani» ha chiosato Meloni.Meloni: in Ue FdI cerniera fra Popolari e gruppi a destraE ha tracciato questo scenario politico: «L’adesione alla famiglia dei Conservatori, ormai sei anni fa, è una scelta che si è rilevata lungimirante. Lo spostamento verso destra dell’asse politico europeo, seppur non sufficiente per consentire di avere una maggioranza di sole forze di “centro-destra” nel Parlamento europeo, ha messo i Conservatori e in particolare FdI nelle condizioni di poter svolgere il ruolo di cerniera tra i Popolari e i gruppi alla nostra destra, per riportare verso maggiore pragmatismo le politiche europee su tanti temi centrali per il nostro futuro».«L’Italia cresce più della altre nazioni europee»La presidente del Consiglio ha rivendicato poi i risultati ottenuti dal suo governo. «La stabilità e la serietà delle scelte del Governo, sostenuto da una maggioranza solida e compatta, stanno contribuendo anche al buon andamento dell’economia» ha detto. E ha spiegato: «L’Italia sta crescendo più di altre Nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la situazione internazionale. I dati macroeconomici – PIL, occupazione, export, investimenti, ecc. – sono estremamente positivi e sono un segnale di grande fiducia. Pensate al Sud: mentre la sinistra dice che siamo nemici del Mezzogiorno e che vogliamo ”spaccare” l’Italia con l’autonomia differenziata, con gli investimenti al Sud sono aumentati del 50% e nel 2023 il Pil del Mezzogiorno è cresciuto più della media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015, di quasi mezzo punto percentuale». LEGGI TUTTO

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    Dalla proposta di Fi al referendum depositato oggi: quali sono le norme della legge sulla cittadinanza che si punta a cambiare

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDa un lato Forza Italia, che insiste su una legge sullo ius scholae e ribadisce la volontà di presentare, possibilmente entro settembre, una sua proposta di legge sulla cittadinanza, concessa dopo i 10 anni di frequenza “con profitto” della scuola dell’obbligo. Dall’altro lato il muro della Lega e la freddezza di Fdi, per i quali la legge attuale sulla cittadinanza va bene così. Dall’altro lato ancora, ci sono i partiti di opposizione che hanno presentato in questa legislatura numerose proposte di legge sulla cittadinanza, di cui sei sono approdate in commissione anche se ancora al palo. Tre (Pd, Avs e M5s) sulla falsariga del testo arrivato in Aula alla Camera al termine della scorsa legislatura, sono incentrate sullo ius scholae (cittadini italiani dopo uno o più cicli di istruzione) e prevedono la cittadinanza italiana per il minore straniero che «abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici». Altre tre del Pd che si spingono più in là, prevedendo, oltre allo «ius scholae» anche lo «ius soli» (cittadini per nascita) Infine un emendamento al disegno di legge in materia di sicurezza presentato da Azione, in linea con la proposta annunciata da Forza Italia, prevede la cittadinanza per il «minore straniero nato in Italia che ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno dieci anni il sistema educativo di istruzione».Le norme da rivedereE’ in questo guazzabuglio che un “cartello” di associazioni e personalità politiche ha depositato oggi in Cassazione un quesito referendario per allargare le maglie della cittadinanza italiana. A differenza delle proposte di legge sullo ius scholae e sullo ius soli che mirano ad abrogare la norma della legge 91/1992 in base alla quale servono 18 anni di residenza continuativa oltre alla nascita in Italia per ottenere la cittadinanza («lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data»), il quesito referendario non entra nel merito di Ius soli o Ius scholae.Loading…Il quesito referendarioSemplicemente il quesito punta a modificare un’altra norma della legge 91/1992 in base alla quale la cittadinanza può essere concessa allo straniero in regola con il permesso di soggiorno che risiede da 10 anni in Italia (”La cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica”). Il quesito punta a ridurre a 5 anni (da dieci) il termine di residenza legale ininterrotta in Italia per diventare cittadino italiano.Il comitato promotoreA promuovere il quesito e la mobilitazione per 500mila firme necessarie organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione, i partiti +Europa, Possibile, Partito Socialista, Radicali Italiani e personalità come Mauro Palma (già Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale), Luigi Manconi, Pippo Civati (editore ed ex parlamentare), Ivan Novelli di GreenPeace. LEGGI TUTTO

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    Chi è Maria Rosaria Boccia, dalle due lauree alla moda

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDue lauree in economia, una attenzione particolare per il mondo della moda e della medicina estetica, frequentazioni politiche di destra e variegate attività imprenditoriali. L’eclettica vita di Maria Rosaria Boccia sotto i riflettori è efficacemente riassunta nelle foto del suo profilo Instagram, che dopo l’esplosione del caso Sangiuliano conta oltre 32mila follower ed è in costante crescita.L’alta e bionda 41enne nata a Pompei si presenta ancora oggi, nella biografia del social, come presidente della Fashion Week Milano Moda malgrado la diffida della Camera della Moda del capoluogo lombardo ad usare quel marchio. Altra qualifica ricorrente è quella di presidente del comitato scientifico dell’Intergruppo parlamentare ’La cultura della bellezza’, intergruppo guidato dal deputato di FdI Gerolamo ’Gimmi’ Cangiano, che durante l’ultimo festival di Sanremo promosse nella città ligure il “festival della bellezza”.Loading…Gli inizi nel commercio di abbigliamentoChi conosce lei e la sua famiglia da anni è il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio. I genitori gestiscono nella città vesuviana una boutique di moda maschile, il fratello Marco un atelier di abiti da sposa. Anche lei da giovane si avvia sulla strada del commercio di abbigliamento, che però a un certo punto comincia a starle stretta. «Tre anni fa – ricorda Lo Sapio – è venuta in città con un’associazione di imprenditori di prodotti caseari, durante la festa della città che si tiene ad ottobre, e ha donato questi prodotti ai partecipanti che si recavano al loro stand. Nell’aprile scorso, durante il Festival della bellezza che organizziamo a Pompei, ha portato docenti universitari e medici, promuovendo diversi screening per alcune malattie, il tutto organizzato egregiamente»Doppia laurea in EconomiaSecondo quanto riferito sul suo profilo Linkedin, Boccia ha una doppia laurea in Economia: una conseguita nel 2005 in Economia aziendale all’Università Parthenope, poi una seconda in Economia e management all’Università telematica Pegaso. Nella bio di Instagram si presenta così: «Vorrei spiegarvi cosa si prova a creare emozioni, ma è impossibile!».Le foto alla CameraEmozioni a parte, dal 2023 si moltiplicano le foto che la ritraggono alla Camera. A maggio partecipa – con la deputata Annarita Patriarca di Forza Italia – alla presentazione di una mozione che chiede l’esenzione Iva per i trattamenti di chirurgia e medicina estetica. A giugno alla presentazione di un festival di beneficenza. Boccia commemora Berlusconi nel giorno della sua morte («Ha fatto la storia di questo Paese»), poi a luglio è di nuovo in sala stampa alla Camera per parlare di dieta mediterranea e tumori. Ad agosto una foto con il ministro Lollobrigida in un appuntamento agli scavi di Pompei, a dicembre ancora alla Camera con il responsabile dell’Agricoltura per la nascita di un altro intergruppo, «Dieta Mediterranea: Nutrizione, Prevenzione & Cultura», nel quale Boccia si qualifica come ’presidente del comitato organizzativo’. Poi il già citato ’Festival della bellezza’, a febbraio di quest’anno a Sanremo con Cangiano. Fino agli ultimi mesi, con la raffica di foto al fianco del ministro Sangiuliano. LEGGI TUTTO

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    Caso Boccia, il ministro Sangiuliano da Meloni a Palazzo Chigi

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaIl ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è a Palazzo Chigi, dove da questa mattina è al lavoro la premier Giorgia Meloni. Al centro il caso della “consulente” mancata del ministro della Cultura Maria Rosaria Boccia. Fino a ieri sera la premier aveva difeso Sangiuliano, assicurando che la vicenda non avrebbe comportato alcuna conseguenza sulla sicurezza dell’organizzazione del G7 della Cultura che si svolgerà dal 19 al 21 settembre, tra Napoli e Pompei. Il titolare del dicastero, aveva detto ieri la premier dopo un primo confronto con Sangiuliano, «mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona». Soprattutto, «queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io».Sangiuliano: mai un euro del ministero per viaggi di BocciaSangiuliano in una lettera alla Stampa ha precisato ulteriormente: «Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio durante la campagna per le elezioni europee riscontrandone un’identità di vedute – spiega – In seguito ho maturato l’intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi. Dopo la prima fase istruttoria, accogliendo alcune perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale di situazioni di conflitto di interesse, ho deciso di non dare corso alla nomina e l’ho comunicato formalmente. Non è la prima volta che il ministero della Cultura, come altre istituzioni, non proceda a nomine che pur erano state istruite. In questo tempo la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi. Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia». E sul G7 a Pompei ha aggiunto: «Il 3 giugno, mi sono recato al Parco Archeologico di Pompei per visitare i ponteggi metallici che consentono ai visitatori di guardare restauratori e archeologi al lavoro. Non è stato un sopralluogo avente a oggetto il G7. E in ogni caso le occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7. Mai si è discusso di questioni di sicurezza»Loading…Boccia: viaggi organizzati dal ministero, mai pagato io Ma la donna ha replicato direttamente a Sangiuliano. Lo ha fatto prima con la pubblicazione di due documenti relativi al G7, per sottolineare il suo coinvolgimento nella preparazione dell’evento. Si tratta di due pagine, di cui si legge solo l’intestazione, relative alla parte “Culture: global public good, global responsibility” e alle “sessioni di lavoro (4 sessioni da un’ora ciascuna”). Quanto alle presunte zero spese del ministero per lei, Boccia ha replicato così alle parole del ministro Sangiuliano su La stampa: «Io non ho mai pagato nulla, mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tanto che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro». E alle affermazioni del ministro sul fatto che lei non abbia mai preso parte alle riunioni operative sul G7, ha risposto: «Quindi non abbiamo mai fatto riunioni operative? Sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?»«La nomina? Mi hanno chiesto di strapparla»E ancora: «Siamo sicuri che la nomina (a consigliera, ndr) non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile… la riascoltiamo insieme?» Così Maria Rosaria Boccia ha risposto su Instagram alle affermazioni secondo cui Sangiuliano avrebbe deciso di non dare seguito alla sua nomina a consigliere. E sui potenziali conflitti di interesse riscontrati dal capo di gabinetto chiosa: «Quando li avrebbe riscontrati? Durante le vacanze estive? Il capo di gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perché era in ferie. Sotto l’ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti di interesse? E soprattutto quali sono?»La presenza di Boccia nel corso dei sopralluoghiLe evidenze emerse dall’affaire Boccia hanno segnalato comunque l’indiscreta presenza dell’imprenditrice in occasione dei sopralluoghi effettuati dallo staff del ministro a Pompei dove sarebbero in programma per i rappresentanti dei governi stranieri una visita al Parco archeologico, un concerto della direttrice d’orchestra e consigliera del ministro, Beatrice Venezi, e una cena nella Palestra Grande. LEGGI TUTTO