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    Anna Falchi e il nuovo fidanzato Andrea Crippa innamorati in vacanza in Asia: le foto della coppia tra baci e avventura, ecco dove sono

    La storia d’amore col politico 39enne, vicesegretario federale della Lega continua

    L’attrice e conduttrice 53enne è legata a lui da oltre un anno con qualche ‘tira e molla’

    Erano stati visti insieme per la prima volta a gennaio 2024. Poi sarebbe arrivato un crack, ma a distanza di un anno si sono fatti rivedere in coppia. Da quel momento sono inseparabili. Anna Falchi e il nuovo fidanzato Andrea Crippa si mostrano sul social innamorati in vacanza in Asia. La 53enne condivide le foto tra baci e avventura a Bali.

    Anna Falchi e il nuovo fidanzato Andrea Crippa innamorati in vacanza in Asia: le foto della coppia tra baci e avventura

    “La mia, la nostra e ora anche un po’ la vostra Bali. Grata di questo viaggio alla scoperta di una nuova cultura, modi di vivere, natura, colori, sapori, odori, spiritualità… Tutto condito con amore”, scrive l’attrice e conduttrice. Accompagna il post con una serie di scatti in cui c’è pure il politico 39enne, vicesegretario federale della Lega.

    I due sono volati a Bali

    La storia d’amore col politico 39enne, vicesegretario federale della Lega continua

    Nato a Monza, laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Andrea pare proprio aver fatto centro nel cuore di Anna, che esce definitivamente allo scoperto con compagno che ha 14 anni meno di lei.

    L’attrice e conduttrice 53enne è legata a lui da oltre un anno con qualche ‘tira e molla’

    La Falchi è volata sulla famosa isola indonesiana, celebre per le sue montagne vulcaniche ricoperte di boschi, le tipiche risaie e una barriera corallina fantastica. Con Crippa accanto ha ricaricato le batterie in vista della nuova stagione tv. Dal 29 settembre tornerà al timone de I Fatti Vostri su Rai2, accanto a lei ci sarà Flavio Montrucchio, che ha scalzato Tiberio Timperi dopo l’esperienza accumulata alla guida di Linea Verde Estate. LEGGI TUTTO

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    In Indonesia è nato un elefante di Sumatra, ed è un evento

    Caricamento playerLunedì in Indonesia è nata una femmina di elefante di Sumatra, una sottospecie dell’elefante asiatico considerata a grave rischio di estinzione. Il WWF stima che oggi ce ne siano solo fra i 2.400 e i 2.800 individui, tutti sull’omonima isola. La cucciola di elefante non ha ancora ricevuto un nome: pesa 104 chili, è in buona salute e cerca attivamente la madre per essere allattata.
    La nascita è avvenuta nel parco naturale turistico di Buluh Cina, nel nord ovest di Sumatra, ed è stata annunciata martedì da Genman Suhefti Hasibuan, capo dell’agenzia locale per la tutela della natura. Hasibuan ha definito la nascita una buona notizia per gli sforzi per la conservazione degli elefanti.
    Gli elefanti di Sumatra (Elephas maximus sumatranus) sono la più piccola delle tre sottospecie dell’elefante asiatico: le altre sono l’elefante indiano, diffuso in buona parte dell’Asia meridionale, e quello dello Sri Lanka, la sottospecie più presente. Le principali minacce per gli elefanti di Sumatra sono la perdita di habitat e la caccia.
    Un elefante di Sumatra in uno zoo indonesiano nel 2022 (AP Photo/Firdia Lisnawati)
    Negli ultimi decenni Sumatra e altre zone dell’Indonesia hanno subìto un’intensa deforestazione, nella maggior parte dei casi legata all’espansione dell’agricoltura umana, principalmente piantagioni di palma da olio. Gli elefanti hanno bisogno di grandi spazi contigui privi di interferenze umane per sopravvivere al meglio: la distruzione del loro habitat naturale li ha anche portati ad avvicinarsi più di frequente alle zone antropizzate, aumentando il rischio di conflitti con gli umani.
    Anche la caccia è un grosso problema per gli elefanti di Sumatra. L’avorio delle zanne dei maschi è molto ricercato, e nonostante il suo commercio sia illegale ci sono molti casi di bracconaggio. Per ora nonostante gli sforzi l’Indonesia non è riuscita a eliminare il problema, come molti altri paesi in cui vivono gli elefanti, e ci sono ancora molti casi di animali avvelenati per prelevare il loro avorio.

    – Leggi anche: Anche gli elefanti si salutano LEGGI TUTTO

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    Come fanno i pitoni a digerire corpi umani interi

    Venerdì scorso in Indonesia il corpo di una donna di 45 anni, scomparsa da un giorno, è stato trovato nello stomaco di un pitone lungo cinque metri. È successo vicino al villaggio di Kalempang, nella regione di Sulawesi Meridionale. È raro che i grandi serpenti che vivono in foreste tropicali attacchino le persone, ma negli ultimi anni ci sono stati altri casi, sempre sull’isola di Sulawesi. L’anno scorso un pitone di 8 metri era stato ucciso mentre stritolava un agricoltore. Nel 2018 un altro pitone, di 7 metri, aveva ingoiato una donna di 54 anni e l’anno precedente era successo a un 25enne con un serpente di 4 metri.Secondo David Penning, professore associato di Biologia della Missouri Southern State University che in passato aveva discusso di questi casi con il sito di divulgazione scientifica Live Science, «accade probabilmente più spesso che ci siano incidenti con pitoni e boa tra le persone che ne tengono in casa senza le misure di sicurezza necessarie», ma è possibile che con l’aumento della deforestazione e la conseguente riduzione dell’habitat naturale di questi animali gli attacchi letali aumentino. In Indonesia così come in altri paesi tropicali ci sono comunità di persone che vivono in zone rurali molto vicine alle foreste.
    È probabile che il pitone che ha ucciso la donna di Kalempang fosse un pitone reticolato (Malayopython reticulatus), la specie di serpenti che raggiunge le lunghezze maggiori nel mondo. Vivono in molti paesi del Sud-Est asiatico e non sono velenosi. Uccidono le proprie prede facendo loro degli agguati e poi avvolgendosi attorno al loro corpo: non le soffocano, ma stritolandole ne bloccano la circolazione del sangue causando un arresto cardiaco, e conseguentemente la morte. Gli individui più piccoli mangiano soprattutto roditori, ma anche pipistrelli, mentre i serpenti più grossi predano mammiferi di dimensioni maggiori, comprese scimmie, suini e cervi, oltre ad animali di allevamento o domestici.
    Riescono a ingoiare prede anche molto grosse rispetto alla propria massa corporea, che ingeriscono intere. Sono in grado di aprire moltissimo le proprie mascelle grazie a legamenti molto flessibili e di solito ingoiano le prede a partire dalla testa. I corpi umani sono particolarmente complessi da ingerire per via della forma delle spalle, più larghe della testa, ma se una persona non è molto alta, come si è visto a Sulawesi, i pitoni reticolati più grandi possono effettivamente riuscire a ingoiarla.
    La più stupefacente caratteristica dei pitoni reticolati e di altre specie di pitoni e serpenti è la capacità del loro stomaco di digerire le grosse prede ingoiate intere (vestiti inclusi, nel caso delle persone). Per farlo rimodellano il proprio apparato digestivo, ingrandendo sia lo stomaco che l’intestino, che durante i periodi di digiuno occupano pochissimo spazio nel loro corpo. Ma soprattutto producono una grande quantità di succhi gastrici molto acidi (quelli che anche negli umani servono a disgregare il pasto in sostanze più semplici) che permettono di scomporre una preda che non è stata masticata e che, in alcuni casi, può avere un peso simile a quello del serpente che l’ha ingerita. Per quanto riguarda l’intestino, le cellule sulle sue pareti si allungano fino a quattro volte, per assorbire zuccheri e altre sostanze nutritive dal cibo già passato dallo stomaco.
    Nel processo digestivo aumentano anche le dimensioni del cuore del serpente – la crescita può essere del 40 per cento – per pompare più sangue e aumentare così la circolazione di ossigeno nel corpo: complessivamente c’è un grosso aumento dell’attività metabolica. Crescono anche le dimensioni di altri organi, come il fegato e i reni. Questo grosso dispendio di energie, compensato dalla digestione della preda, è comunque raro nella vita dei pitoni: dopo aver digerito un grosso animale possono passare anche vari mesi senza mangiare, contando unicamente sull’energia ricavata dal pasto precedente.
    Il pitone che ha ucciso la donna di Kalempang è stato trovato dagli abitanti del villaggio poco lontano da dove la donna era stata vista l’ultima volta, intento a digerire. L’ingrossamento del suo corpo ha fatto intuire cosa fosse successo: il pitone è stato ucciso e tagliato per recuperare i resti della donna. LEGGI TUTTO