More stories

  • Elogio dell’immunologia

    di Gilberto Corbellini

    Pubblicato il 17/10/2025
    Dal primo Nobel a Emil Behring per la sieroterapia a quello recente per la scoperta delle cellule T regolatorie, l’immunologia ha ottenuto un numero sorprendente di riconoscimenti. Ma, più che per i risultati clinici, questi premi celebrano una disciplina che riflette sui principi stessi della vita biologica; un sapere che, come scriveva il premio Nobel 1960 Frank Mcfarlane Burnet, è «più filosofico che pratico».
    Ricerca scientificaUn altro premio Nobel assegnato a studi sull’immunità! Il riconoscimento per la scoperta delle cellule T regolatorie si va ad aggiungere alla quindicina (dipende dai criteri di inclusione) di Nobel immunologici, su 115 assegnati a Fisiologia e Medicina dal 1901. Già il primo premiava gli studi sulla sieroterapia di Emil Behring. È vero che le immunoscienze si collocano, globalmente, al terzo posto per numerosità, dopo neuroscienze e genetica (classica, molecolare, biochimica, cellulare). More

  • Meccanica quantistica da Nobel, ancora una volta

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 09/10/2025
    I premi Nobel per la fisica 2025 John Martinis, Michel H. Devoret e John Clarke
    MateriaMartedì 7 ottobre, il comitato Nobel dell’accademia delle scienze svedesi ha assegnato il premio per la fisica 2025 a John Clarke, dell’Università della California Berkeley, Michel Devoret, dell’Università di Yale e John Matthew Martinis dell’Università della California Santa Barbara, per aver dimostrato l’effetto tunnel e la quantizzazione dell’energia a livello macroscopico in un circuito elettrico. More

  • Bengio vs Pearl: coscienza, rimorso e i limiti dell’IA

    di Gilberto Corbellini

    Pubblicato il 01/10/2025
    Il dibattito sulla minaccia esistenziale dell’IA passa oggi dalle celebri allarmistiche profezie a un confronto tecnico-filosofico tra due giganti: Yoshua Bengio, che invoca guardiani e regole strette per evitare derive di potere e comportamenti «non allineati», e Judea Pearl, che chiede che l’IA impari a pensare per cause e controfattuali se vogliamo sperare in un allineamento morale. Ma la domanda centrale non è tanto «quando» arriverà l’IAG, quanto «come» la progetteremo (o la non progetteremo) dal punto di vista causale ed etico.
    Intelligenza artificialeL’argomento probabilmente più discusso riguardo alle ricadute sociali dell’intelligenza artificiale (IA) è la sua potenziale minacciosità per il mondo umano. Da anni si discute di “singolarità”, “superintelligenza”, “Armageddon” e oggi il pericolo verrebbe dal fatto che si sarebbe prossimi all’intelligenza artificiale generale (IAG). Umilmente mi viene da osservare che è difficile trovare due psicologi dell’intelligenza umana che siano d’accordo sulla natura, la definizione e la misurazione dell’intelligenza generale. Stessa situazione per l’IAG. More

  • iLAB Sostenibilità: un nuovo laboratorio per imparare a pensare per sistemi

    di Natalia Milazzo

    Pubblicato il 26/09/2025
    Al Museo Scienza e Tecnologia di Milano è stato appena inaugurato iLAB Sostenibilità, nuovo spazio educativo per riflettere sull’interconnessione tra le nostre scelte e il mondo che ci circonda. Il nuovo progetto propone un’esperienza immersiva per esplorare la complessità, comprendere le interazioni e imparare a guardare il mondo contemporaneo in termini di sistemi.
    AmbienteAccostarsi alla complessità della realtà in modo creativo, animando con i propri gesti e le proprie interazioni un mondo di ombre. E scoprendo concetti importanti, come quello di feedback o di soglia di cambiamento, attraverso esperimenti pratici, come un vaso pieno di acqua che solo dopo una certa quantità di aggiunte d’un tratto si colora. «Un effetto che può applicarsi anche al riscaldamento globale: la temperatura aumenta senza conseguenze apparenti, fino a che non si oltrepassa una certa soglia», spiega Enrico Miotto, fisico e curatore di iLAB Sostenibilità. More

  • Perseverance e la possibile biofirma su Marte: tra scienza e geopolitica

    di Elena Gallo

    Pubblicato il 15/09/2025
    Il rover Perseverance ha individuato nel cratere Jezero rocce con tracce che potrebbero essere antiche biofirme microbiche, un risultato presentato dalla NASA insieme a un articolo su Nature. Una scoperta che apre scenari cruciali per l’astrobiologia, ma che si intreccia anche con la politica spaziale statunitense: la conferenza stampa ha mostrato come, accanto alla ricerca e alla cooperazione internazionale, lo spazio torni a essere terreno di competizione e di nuove ambizioni geopolitiche.

    Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech/MSSS
    Politica della RicercaUniversoIl 10 settembre 2025 si è tenuta una conferenza stampa della NASA per annunciare un importante risultato nel campo dell’astrobiologia e dell’esplorazione di Marte, in concomitanza con l’uscita dell’articolo scientifico sulla prestigiosa rivista Nature. Si parla di una potenziale biofirma: sono state individuate dal rover Perseverance della NASA alcune rocce che presentano tracce forse prodotte da antiche forme di vita microbiche. More

  • L’IA svela nuovi dettagli dell’attività sismica dei Campi Flegrei

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 04/09/2025
    L’immagine mostra i terremoti che si sono verificati nell’intera caldera dei Campi Flegrei, circa 11 chilometri a ovest del centro di Napoli, dal 2022 al 2025, sovrapposti alle immagini satellitari di Google Earth. Credit: Xing Tan (Stanford University).
    Tra il 2022 e il 2024, ai Campi Flegrei i sismologi hanno rilevato circa 12 mila terremoti. Ora grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale, basato cioè su una rete neurale profonda, hanno rianalizzato i dati raccolti dalla rete di monitoraggio sismico e sono riusciti a individuarne 54 mila, più di quattro volte tanto. More

  • A cosa serve il sonno? La risposta può essere nel metabolismo neuronale

    di Raffaele Sarnataro

    Pubblicato il 29/08/2025
    Dormire è un comportamento universale nel mondo animale, ma ancora misterioso. Un nuovo studio condotto in D. melanogaster rivela che il bisogno di sonno potrebbe nascere direttamente dal metabolismo dei neuroni: nei mitocondri, il flusso di elettroni accumulato durante la veglia genera stress ossidativo, segnalando la necessità di dormire. Il sonno, insomma, sarebbe una conseguenza inevitabile della respirazione cellulare.
    Ricerca scientificaPerché dormiamo? La risposta a questa domanda rimane uno dei grandi misteri della biologia. Come scrisse il neurofisiologo Alan Rechtschaffen: «Se il sonno non avesse una funzione assolutamente vitale, sarebbe il più grande errore che l’evoluzione abbia mai compiuto». Dormire, cioè disconnettersi dal mondo per ore, è un comportamento apparentemente rischioso: durante il sonno non possiamo nutrirci, riprodurci o fuggire dai predatori. Eppure, tutti gli animali studiati finora dormono, in forme e con durate diverse: dalle meduse agli insetti, dalle seppie ai draghi barbuti. More

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    Scienza – Il Post

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    Gli articoli, le rassegne, i blog, le foto, tutto quello che arriva dal mondo e dalla rete.
    Thu, 16 Jan 2025 08:43:53 +0000
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    SpaceX ha un nuovo concorrente
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