Guerra Medioriente, Nevi: bassa credibilità dell’opposizione
Guerra Medioriente, Nevi: bassa credibilità dell’opposizione | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Guerra Medioriente, Nevi: bassa credibilità dell’opposizione | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Guerra Medioriente, Paita: la nostra non è una contromanifestazione | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
In Aula a luglio le riforme costituzionali del premierato e della separazione delle carriere dei magistrati. È questa l’ipotesi avanzata dalla maggioranza in conferenza dei capigruppo. Dopo il primo via libera al decreto sicurezza che approderà in Senato in tempi record (il 3 giugno), ora il governo punta a inserire i due disegni di legge, rispettivamente sponsorizzati da FdI e FI, nel calendario estivo della Camera. Una decisione che ha scatenato le reazioni delle opposizioni, le quali hanno accusato la maggioranza di andare avanti in maniera “autoritaria”. “Crediamo sia una forzatura e non siamo disponibili ad accettare compressioni. Evidentemente dopo il decreto sicurezza la spartizione tra le forze di maggioranza si è rimessa in moto e questo è un altro tassello di quel disegno volto a mettere in discussione l’equilibrio delle nostre istituzioni”, ha commentato la capogruppo Dem Chiara Braga.
La riforma del premierato
Dopo il primo via libera del Senato, il Ddl Casellati è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera dallo scorso luglio. La riforma, che prevede l’elezione diretta del premier assicurandogli il potere di determinare lo scioglimento delle Camere, dovrebbe raggiungere il via libera definitivo in Parlamento a fine legislatura. E il referendum confermativo si svolgerà dopo le elezioni politiche.
La riforma della separazione delle carriere
Dopo il primo via libera della Camera lo scorso gennaio, il Ddl costituzionale “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” è ora fermo in Commissione al Senato. La riforma andrebbe a modificare il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. Per questo, sarebbero previsti due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Inoltre, i componenti dei Csm verrebbero estratti a sorte e verrebbe istituita anche un’Alta Corte disciplinare.
Leggi anche
Premierato e autonomia differenziata, le riforme pilastro della destra LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Ascolta la versione audio dell’articoloUna piazza tutta dalla parte dei palestinesi, quella del 7 giugno a Roma organizzata dal Pd di Elly Schlein assieme al M5s di Giuseppe Conte e ad Alleanza Verdi/Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e una contropiazza che tiene conto anche delle ragioni di Israele e che indica il rischio di antisemitismo, quella convocata per il giorno prima a Milano dai centristi di Azione e Italia Viva. Alla quale, confermando che il tema è divisivo anche all’interno del Pd, parteciperanno anche molti big della minoranza dem (da Lorenzo Guerini e Giorgio Gori, da Piero Fassino a Filippo Sensi, da Graziano Delrio a Lia Quartapelle, da Simona Malpezzi e Virginio Merola).Insieme a Milano contro l’antisemitismo: scoppia la pace tra Renzi e Calenda?Ma la notizia non è solo la solita divisione del campo largo sui temi internazionali: la manifestazione milanese del 6 giugno sembra segnare un riavvicinamento tra i due eterni amici-nemici del fu Terzo Polo, ossia l’ex premier Matteo Renzi e il suo ex ministro Carlo Calenda. Ed è un riavvicinamento che è stato segnalato ai cronisti proprio da quest’ultimo, il più deciso a suo tempo nel rompere il patto elettorale e scegliere la strada della separazione dei gruppi parlamentari: «Fonti di Azione fanno sapere che ci sono stati contatti diretti tra Calenda e Renzi per organizzare venerdì 6 giugno a Milano una iniziativa comune di condanna dell’azione del governo israeliano e di sensibilizzazione sul pericolo dell’antisemitismo e contro chi professa la distruzione dello Stato di Israele».Loading…Come funziona il Rosatellum: il salvagente dei collegi per i piccoli partitiInsomma, è scoppiata la pace tra Renzi e Calenda? Non proprio. Non c’è dubbio che sui temi internazionali, così come sul lavoro con il no ai quesiti sul Jobs act al referendum dell’8 e 9 giugno, i due leader centristi siano in sintonia tra di loro e distanti dalla linea di Schlein. Ma il leader di Italia Viva, a differenza di quello di Azione che continua a professare il “terzopolismo” pur essendo all’opposizione, è da mesi in fase di riavvicinamento al partito che ha guidato come segretario dal 2013 al 2018. E Schlein, immortalata con Renzi in un campo di calcio la scorsa estate a suggellare la ripresa del dialogo, ha da allora tenuto la linea del “testardamente unitari” nonostante i ripetuti veti di Conte proprio su Italia Viva. Ma fin qui si è ragionato sulla base della attuale legge elettorale, il Rosatellum, che prevede l’accordo tra partiti in coalizione per le candidature comuni nei collegi uninominali e una soglia del 3% per essere eletti nella parte proporzionale. Il partito di Renzi è quasi sempre poco sotto il 3% nei sondaggi, mentre Azione è poco sopra, ma con l’accordo qualche candidatura sicura nei collegi uninominali è scontata. Ma che cosa accadrebbe se davvero la maggioranza cambiasse la legge elettorale?Le ipotesi di riforma elettorale e la temuta soglia di sbarramento al 3%Il pour parler alla Camera e al Senato, che al momento è solo un modo per testare la reazione delle varie forze politiche da parte della premier Giorgia Meloni, ha disegnato un modello chiaro: base proporzionale, senza più collegi uninominali, con premio di maggioranza del 55% dei seggi alla coalizione che supera il 40% dei voti e obbligo di indicare il candidato premier sulla scheda elettorale. E, soprattutto, soglia di sbarramento non inferiore al 3%. E questo significa che, senza più il paracadute dei collegi sostenuti da tutta la coalizione, i centristi – e segnatamente Italia Viva – rischierebbero di restare fuori dal Parlamento.Per Renzi (e non solo) il rischio di restare fuori dal Parlamento: serve un piano BVa da sé che Renzi, che non è immune da difetti ma non ha quello della mancanza di intuito politico, ha preso molto sul serio il pour parler dei colleghi della maggioranza. E dunque si lascia tutte le porte aperte, anche quella di una federazione centrista con l’ex nemico Calenda e con altre formazioni che vogliano unirsi per tenere lontana la fatidica soglia (come ad esempio Più Europa). Una soluzione che, superate le vecchie ruggini, metterebbe a ben vedere al sicuro anche la calendiana Azione. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Ascolta la versione audio dell’articolo Tra Italia e Asia centrale c’è una «collaborazione strategica su molti temi» ed è «un momento storico nei nostri rapporti». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo all’Astana International forum, seconda tappa della sua missione in Asia centrale, sottolineando che l’Italia è stata «la prima nazione in Ue a decidere di investire nelle relazioni con l’Asia centrale e i suoi Paesi» e «il nostro esempio ha guidato il cammino per il primo summit Ue-Asia centrale che ha elevato a partenariato strategico le relazioni. Siamo orgogliosi di questa scelta: creare ponti esplorando strade che altri non hanno avuto coraggio di esplorare è nel Dna degli italiani, è l’eredità di Marco Polo». «È – ha aggiunto – un momento decisivo per intensificare le relazioni per renderle più durature e strategiche».Loading…«Tempi difficili, Asia centrale ponte con l’Occidente»«Uno dei padri della geopolitica moderna, Halford Mackinder, sosteneva che l’Asia Centrale rappresenta uno dei cardini attorno a cui ruota il destino del mondo. Non sono una studiosa di geopolitica, ma osservo la realtà» dice la premier «che questa regione è da sempre un crocevia tra Occidente e oriente, e occupa un ruolo strategico nello scenario globale. Inoltre, in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, l’Asia Centrale è sempre stata un ponte.La presidente del Consiglio ha sottolineato che «le trasformazioni e i cambiamenti che questa parte del pianeta ha attraversato nei secoli l’hanno resa ciò che è oggi: tra due continenti, punto di contatto tra Europa e Asia, raccordo tra mondi che un tempo erano molto distanti e che oggi sono più interconnessi che mai». «E so bene cosa significa. Lo dico da italiana, da figlia di una nazione che occupa una posizione centrale tra Europa e Africa, al cuore di quel Mediterraneo globale la cui rilevanza va ben oltre il suo spazio geografico. Credo, quindi, che non ci sia luogo migliore di questo per riflettere sulle connessioni che ci uniscono e su quelle che possiamo costruire, senza paura di superare gli schemi ai quali siamo stati abituati».Con Asia centrale cooperiamo su energia e materie prime«Se vogliamo davvero dare forma al futuro dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre i nostri confini geografici e tracciare nuove strade. Partendo, naturalmente, da ciò che già ci unisce e rende il nostro rapporto estremamente forte. Penso al settore energetico, dove la nostra cooperazione può contribuire a fare la differenza, sia nei settori più tradizionali che in quelli più innovativi, in linea con quel principio di neutralità tecnologica che ci impegniamo ad affermare per garantire sistemi economici e sociali sostenibili» ha detto Meloni nel suo intervento, citando anche le «materie prime critiche, dove la nostra collaborazione mira a generare benefici condivisi e opportunità reciproche». «Non dimentico – ha aggiunto – le sfide ambientali, come quella che ci vede in prima linea negli sforzi di rigenerazione del Lago d’Aral, patrimonio che è nostro compito e dovere proteggere. Il Fondo Italiano per il Clima è uno strumento importante che vorremmo sfruttare ancora di più per rafforzare ulteriori progetti comuni. Le nostre interconnessioni guardano anche alle infrastrutture digitali e fisiche, di cui il Middle Corridor rappresenta probabilmente la sfida più promettente e affascinante. Crediamo fermamente nel potenziamento di questo progetto, che è al centro del partenariato strategico avviato con l’Ue a Samarcanda e può dare un contributo significativo alla sicurezza e alla stabilità della catena di approvvigionamento, sia da che verso l’Europa». LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Ascolta la versione audio dell’articoloDopo il primo via libera (della Camera) al decreto sicurezza, bandiera della Lega la maggioranza accelera sulle due riforme costituzionali in cantiere. Lo fa avanzando in conferenza dei capigruppo l’ipotesi di inserire nel calendario di luglio della Camera la separazione delle carriere dei magistrati (fortemente sponsorizzata da Forza Italia) e il premierato, “madre di tutte le riforme” per Fdi. Ma sui tempi e la procedura portata avanti dalla maggioranza, è scontro con l’opposizione che accusa il centrodestra di andare avanti in maniera “autoritaria” comprimendo le prerogative del Parlamento. «Crediamo sia una forzatura – ha detto la capogruppo Dem Chiara Braga – e non siamo disponibili ad accettare compressioni. Evidentemente dopo il decreto sicurezza la spartizione tra le forze di maggioranza si è rimessa in moto e questo è un altro tassello di quel disegno volto a mettere in discussione l’equilibrio delle nostre istituzioni». Non casuale il riferimento al decreto sicurezza, che dopo il via libera a Montecitorio, la maggioranza è intenzionata ad approvare al Senato in tempi record (sarà già in Aula già il 3 giugno).Premierato fermo in commissioneIl Ddl Casellati, che oltre a prevedere l’elezione diretta dà di fatto al premier il potere di determinare lo scioglimento delle Camere, non sta procedendo spedito in Parlamento: dopo il primo via libera del Senato è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera dal luglio scorso. La riforma dovrebbe arrivare al via libera definitivo in Parlamento a fine legislatura, mentre il referendum confermativo si terrà dopo le politiche. Al momento è esclusa l’ipotesi di unire il premierato alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, per la quale invece si prevede il voto popolare di conferma a giugno 2026.Loading…L’intreccio premierato-autonomia differenziataNon solo. La strada del premierato si incrocia con l’iter della legge sull’autonomia differenziata: era questo il patto di inizio legislatura e la Lega non perde occasione per ricordarlo. Salvini, anche al congresso della Lega di aprile, ha associato l’Autonomia alla riforma del Premierato: “Vanno insieme, mano nella mano”. E lo scorso 19 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega sull’Autonomia che recepisce le indicazioni della Corte Costituzionale per la definizione dei Lep.I contenuti della riformaElezione «a suffragio universale e diretto» del premier, che resta al potere per cinque anni grazie ad un sistema elettorale che “garantisce” la maggioranza dei seggi in Parlamento e che non può essere rieletto dopo due mandati consecutivi. E, soprattutto, che può essere sostituito solo una volta nella legislatura, e solo se sarà lui stesso a decidere di passare la mano, da un parlamentare che fa parte della coalizione vincitrice delle elezioni. Tradotto: niente più governi tecnici e di larghe intese guidati da personalità non elette dai cittadini (leggasi Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021, ma anche Giuseppe Conte nel 2018). Al netto dell’elezione diretta, la novità più rilevante del Ddl Casellati è l’attribuzione al premier eletto del potere di scioglimento delle Camere, che è il vero potere deterrente delle crisi politiche, allineandolo in questo ai colleghi dei maggiori Paesi UeCosa è la separazione delle carriereIl disegno di legge costituzionale “Norme in materia di ordi+namento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” modifica invece il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. A tal fine, vengono previsti due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Il provvedimento ha avuto il primo via libera della Camera lo scorso gennaio, è ora in Commissione al Senato. L’intenzione della maggioranza è portare il testo in Aula l’11 luglio. In tempo per il ritorno in Aula alla Camera per la terza lettura a luglio. LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Quirinale riceve capo polizia dopo accuse razzismo da Europa | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
0 Condivisioni
in Politica
Ascolta la versione audio dell’articoloIn Commissione Affari Costituzionali del Senato la maggioranza ha fatto ricorso alla tecnica cosiddetta del ’canguro’ per far avanzare la riforma della separazione delle carriere dei magistrati. Con la decisione del presidente Alberto Balboni di ricorrere a questa tecnicalità, già minacciata nelle precedenti sedute, sono ’saltati’, cioè considerati preclusi 7 emendamenti. Le opposizioni protestano. «E’ una vergogna – ha dichiarato il capogruppo Peppe De Cristofaro di Avs – non si era mai applicato il ’canguro’ in Commissione e poi su una riforma costituzionale».La protesta delle opposizioniSi stringono insomma gli spazi di agibilità parlamentare in Senato per le opposizioni dopo la decisione presa dal centrodestra in Giunta per il Regolamento di poter ricorrere al canguro – cioè a una tecnica taglia-emendamenti – anche in Commissione, come già avviene in Aula e ad applicarla da subito alla riforma costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati.Loading…La tecnica del canguroLa tecnica consiste nel permette di far decadere tutti gli emendamenti simili quando ne viene bocciato il primo. E serve alla maggioranza per disinnescare l’ostruzionismo delle opposizioni. La richiesta era stata avanzata dal centrodestra infatti per fronteggiare i 1.300 emendamenti delle opposizioni alla separazione delle carriere. Una cifra significativa, ma comunque ben inferiore ad esempio alle diverse migliaia presentati sul premierato.I tempi della riformaSulla riforma la maggioranza punta ad arrivare in Aula al Senato l’11 giugno. Ed è soprattutto Forza Italia ad accelerare su quelle che reputa una riforma bandiera. Risale al 16 gennaio alla Camera il primo dei quattro via libera parlamentari richiesti per l’ok al disegno di legge che modifica il titolo IV della Costituzione prevedendo carriere separate di magistrati requirenti e giudicanti, due Csm distinti, l’estrazione a sorte dei loro componenti e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Il referendum per la riforma costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati potrebbe tenersi nella primavera 2026 LEGGI TUTTO
Questo portale non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore del portale non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti linkati. Alcuni testi o immagini inseriti in questo portale sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo tempestivamente via email. Saranno immediatamente rimossi.