More stories

  • in

    Regioni, terzo mandato della discordia. Verso lo stop del Governo al prossimo Consiglio dei ministri

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa battaglia contro il terzo mandato non è una novità per la maggioranza, sostenuta dal partito della premier e Forza Italia. I messaggi che arrivano alla spicciolata nelle ultime ore contro l’ipotesi di un ulteriore allargamento dei termini per le candidatura di Luca Zaia esplicitano una linea di fatto già scritta. E ha un parallelo in Campania, dove “regna” Vincenzo De Luca del Pd. Nei prossimi giorni, con un ricorso alla Corte costituzionale, l’esecutivo potrebbe impugnare la legge campana che autorizzerebbe il terzo giro di De Luca, peraltro osteggiato duramente dalla leader dem Elly Schlein. I tempi sono stretti, la norma va “contrastata” al massimo entro il 10 gennaio perché la Consulta lo recepisca e abbia tempo per dare un parere.FdI, altolà dallo stato maggioreMa la questione dei governatori potrebbe essere il prossimo tallone d’Achille del centrodestra. Protagonista Luca Zaia, il leghista al timone del Veneto dal 2010 e che punterebbe a un altro quinquennio. Un netto no è arrivato da Luca Ciriani, ministro fedelissimo di Giorgia Meloni e responsabile dei rapporti con il Parlamento. In un’intervista smonta l’ipotesi e respinge la proposta della Lega di un rinvio del voto in Veneto al 2026, rispetto a quest’autunno. Difficile non vedere nella doppia frenata una scelta politica. Il partito di Ciriani, Fratelli d’Italia, non ha mai nascosto mire sul Veneto, dove da tempo ha sorpassato la Lega nei consensi. Da qui una sorta di prelazione che il ministro rivendica («mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome», e «non per rivincita o rivalsa, ma per oggettività»).Loading…Le contromosse del CarroccioLa Lega non ci sta a farsi da parte, con o (più probabilmente) senza Zaia, in una roccaforte del partito. Ciriani boccia il terzo mandato dicendo che la questione si poteva affrontare in Parlamento «con una proposta di legge, magari da parte della Lega». Invece dopo un blitz tentato dai leghisti mesi fa per inserirlo in un decreto stoppato dal Parlamento, per l’esponente di FdI «ora è difficile tornare indietro». Un ragionamento «sbagliato» per i parlamentari più vicini a Matteo Salvini che ribattono: per guidare una Regione, contano più di tutto l’esperienza e la maturità di una classe dirigente, sostengono. E qualcuno nel Carroccio punzecchia che sarebbe curioso che FdI guidasse il Veneto senza avere molti sindaci lì.Ricorso al Tar in CampaniaMentre si attende la decisione dell’esecutivo sul terzo mandato alcuni consiglieri regionali della Campania (centrodestra e indipendenti) hanno deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale nel corso della quale si è dato – a maggioranza – il via libera a De Luca per candidarsi appunto per la terza volta alla guida della Campania. In punta di diritto i ricorrenti contestano «la palese violazione e la falsa applicazione della legge in materia di regolamento interno del Consiglio regionale della Campania, oltreché degli articoli 3 e 97 della Costituzione». Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia, è intervenuto dopo la nota degli esponenti del centrodestra per precisare che «sul terzo mandato la linea sarà dettata dal Governo nella seduta del 7 gennaio, in accordo con i leader nazionali». «Il Tar – aggiunge – non ha competenza sulla legittimità della legge relativa al terzo mandato, ma solo sulle procedure seguite. È importante – precisa ancora Martusciello – distinguere tra i due ambiti: quello tecnico-giuridico delle procedure e quello politico, che sarà affrontato in sede governativa». Martusciello è uno dei tre esponenti del centrodestra che hanno dato la loro disponibilità alla candidatura. Con lui, che rappresenta FI, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, in quota FdI, e il parlamentare della Lega, Gianpiero Zinzi. La presentazione del ricorso per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale è stata proposta dal capogruppo della Lega, Severino Nappi e condivisa da tutti i consiglieri del centrodestra. LEGGI TUTTO

  • in

    Elisabetta Belloni lascia la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaElisabetta Belloni lascia la guida dell’Intelligence. La decisione di un passo indietro al Dis, dopo quasi cinque anni, da concretizzarsi formalmente entro una decina di giorni, sarebbe stata anticipata ad alcuni amici durante il mese di dicembre. E poi spiegata di persona alla premier Giorgia Meloni in una riunione riservata alla presenza anche del sottosegretario Alfredo Mantovano, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Romana, classe ’58, l’ambasciatrice è – della struttura – direttore generale dal 12 maggio del 2021, su nomina di Mario Draghi. Per l’addio fonti qualificate indicano la data del 15 gennaio.Le voci su possibili incarichi (smentite)Quella di Belloni non sarebbe una decisione improvvisa, ma in anticipo di alcuni mesi rispetto alla naturale scadenza del suo mandato, prevista per maggio al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organismo che coordina l’attività del comparto. Nel futuro di Belloni si è parlato di un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, possibilità tuttavia che (per ora) sembra esclusa. Il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto, di stima reciproca e di collaborazione. Assai meno fluido sembrava quello con Mantovano, soprattutto nell’ultima fase.Loading…Prima donna segretario generale della FarnesinaStudentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina.Più volte candidata “eccellente”Il suo nome è stato proposto molte volte nel corso degli anni per incarichi di alto livello, come la presidenza della Repubblica nel gennaio 2022. L’elezione sfumò quando sembrava cosa fatta. Dopo le Politiche del 25 settembre 2022 il suo nome è stato fatto come possibile ministro degli Affari esteri del nuovo governo. Si era parlato di lei anche come alternativa a Raffaele Fitto per ricoprire l’incarico di commissario europeo nella nuova squadra. Nel marzo scorso Meloni l’ha nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana, ruolo che ha ricoperto – insieme alla direzione del Dis – fino alla fine dell’anno tornando così alla sua prima passione, le relazioni diplomatiche. LEGGI TUTTO

  • in

    Todde, dal 7 il caso in Consiglio regionale. Legali al lavoro per il ricorso in tribunale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDa una parte il ricorso davanti al tribunale ordinario, dall’altra la questione politica in Consiglio regionale. Da martedì, chiusa la parentesi delle vacanze natalizie, l’affaire Todde, ossia l’ordinanza ingiunzione di decadenza della presidente della Regione, arriva nelle stanze dell’assemblea legislativa regionale della Sardegna. Incassato il sostegno e il supporto della coalizione che «si è compattata e rafforzata» oltre che quello del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte e della segretaria del Pd Elly Schlein, la presidente della Sardegna Alessandra Todde va avanti. Della questione, come ribadito anche nel corso dell’ultima conferenza stampa, «se ne occuperanno gli avvocati». E poi anche il Consiglio regionale.Due binari distintiDue binari distinti che vedranno i legali impegnati nella preparazione del ricorso al Tribunale ordinario (civile e non amministrativo) e gli organismi dell’assemblea legislativa affrontare la questione. Ossia l’ordinanza ingiunzione emessa dal Collegio elettorale di garanzia presso la Corte d’appello di Cagliari. La vicenda resta, comunque, complicata anche perché si tratta del primo caso nello scenario nazionale. Per questo motivo già dal 7 gennaio il provvedimento sarà sul tavolo della Giunta per le elezioni. L’atto inizierà a essere affrontato prima con incontri informali e poi in una seduta ad hoc che sarà convocata dal presidente dell’organismo consiliare composto da nove consiglieri tra i quali 5 della maggioranza del campo largo e 4 delle opposizioni. I componenti dovranno quindi studiare le 10 pagine e i 7 punti indicati nell’atto notificato i giorni scorsi alla presidente della Regione. Al centro le irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali di 11 mesi fa. Alla luce degli approfondimenti, poi, ci sarà da sciogliere il nodo sul da farsi: ossia se l’assemblea legislativa sarda possa solo fare una mera presa d’atto del provvedimento del collegio elettorale, o se possa decidere in maniera diversa.Loading…Il sostegno della CoalizioneA sostegno della presidente Todde l’intera coalizione di centrosinistra che ha ribadito «piena fiducia» nella Governatrice. Posizione confermata anche nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza. Per la prossima settimana potrebbe essere prevista la convocazione della conferenza dei capigruppo.La questione ProcuraC’è poi la questione della trasmissione degli atti in Procura che potrebbe aprire un altro fronte giudiziario e politico dato che il Collegio di garanzia oltre ad aver comminato una sanzione da 40 mila euro ha disposto la trasmissione degli atti in Procura «stante – si legge nel dispositivo – le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni depositate e l’omesso deposito della citata fattura presente nel cassetto fiscale della stessa».La presidente va avantiDalla presidente la sottolineatura di avere la «massima fiducia nella magistratura» e di essere «legittimata ad andare avanti» anche alla luce del fatto che si tratta di un atto non definitivo. Dal centrodestra non mancano gli attacchi. Da quello dell’ex governatore Ugo Cappellacci che ha parlato di «dilettanti allo sbaraglio» agli esponenti nazionali allo sconfitto alle regionali Paolo Truzzu che ha chiesto bilancio tecnico e poi il ritorno al voto. LEGGI TUTTO

  • in

    Todde, ecco l’ordinanza

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaLa presidente pentastellata della Regione Sardegna Alessandra Todde ha ricevuto una dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliere regionale da parte del Collegio regionale di garanzia elettorale (la struttura istituita presso la Corte d’Appello che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica e per il Consiglio regionale).Tutto è legato alla rendicontazione delle spese sostenute durante la campagna elettorale dei primi mesi del 2024, chiuse con la vittoria per poche migliaia di voti di Todde sul candidato del centrodestra ed esponente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. Dopo la richiesta di accesso agli atti da parte di un parlamentare di Forza Italia sono partiti i controlli. Alla fine delle verifiche sono state rilevate inadempienze che hanno portato all’emissione di un provvedimento inviato al Consiglio regionale. Di seguito il testo dell’ordinanzaLoading… LEGGI TUTTO

  • in

    Meloni, incontro con Trump in Florida nella notte

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaLa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è volata negli Usa per raggiungere la residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago. Giorgia Meloni va in Florida, a Mar-a-Lago, per un incontro con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. A quanto apprendono le agenzie di stampa italiane si parlava già da qualche giorno di una missione della premier in Florida, prima dell’Inauguration day, al quale non parteciperà, confermano fonti diplomatiche.L’incontroL’aereo della premier è decollato sabato mattina poco dopo le 11 e, dopo una scalo tecnico all’aeroporto internazionale di Shannon, in Irlanda, ha ripreso il viaggio per gli Stati Uniti. L’incontro a Mar-a-Lago è in programma all’una e mezza nella notte tra sabato e domenica, ora italiana. La missione di Meloni oltreoceano trova conferma anche da fonti italiane, mentre il referente in Italia di Elon Musk, Andrea Stroppa, su X ha pubblicato un post con le bandiere dell’Italia e degli Stati Uniti accompagnate da un’immagine prodotta con l’intelligenza artificiale in cui si vedono la premier, Trump e Musk con indosso abiti dell’antica Roma.Loading…I temi sul tavoloL’incontro con Trump potrebbe essere l’occasione anche per affrontare il caso di Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso, dopo che le autorità italiane, su mandato degli Stati Uniti, hanno arrestato il cittadino iraniano, Mohammed Abedini. Sul tavolo anche gli altri temi in agenda e centrali nel rapporto Italia-States, tra questi i conflitti in corso, i dazi e il rapporto con la Ue. LEGGI TUTTO

  • in

    Todde, il Consiglio attenderà l’esito dei ricorsi. La presidente: «Legittimata ad andare avanti»

    Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaDopo il terremoto che ha colpito la Regione Sardegna, con la dichiarazione di decadenza della presidente Alessandra Todde, ora il centro sinistra cerca di correre ai ripari. Anche se il percorso da seguire non è molto chiaro giacché, come sottolineano negli ambienti politici si tratta del primo caso in Italia.Il lampoLa comunicazione shock, anche se al palazzo del Consiglio regionale se ne parlava da tempo, è arrivata venerdì pomeriggio con la notifica, da parte del Collegio regionale di garanzia elettorale (la struttura istituita presso la Corte d’Appello che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica e per il Consiglio Regionale) dell’ordinanza ingiunzione di decadenza da consigliere regionale della presidente che subito ha annunciato ricorso.Loading…La richiesta di accesso agli attiLa vicenda era nata in seguito alla richiesta di accesso agli atti del parlamentare di Forza Italia. Da qui l’avvio dell’istruttoria con la verifica di tutte le pezze giustificative che hanno riguardato l’elezione di Todde a Consigliere regionale e quindi a presidente della Regione.I sette puntiNelle dieci pagine del provvedimento con cui si dispone la trasmissione dell’ordinanza ingiunzione «al presidente del Consiglio regionale per quanto di sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Alessandra Todde dalla carica di Presidente della Regione Sardegna» sono indicati i motivi che hanno portato alla decisione. Al primo punto viene contestato il fatto che «la depositata dichiarazione di spesa e di rendiconto non è conforme a quanto sancito dall’articolo 7, comma 6 della Legge 515/1993, come richiamato dall’articolo 3, comma 1 della legge regionale Sardegna numero 1/1994». Il collegio poi evidenzia che «non risulta essere stato nominato il mandatario la cui nomina deve ritenersi obbligatoria: la candidata alla carica di presidente ha compilato i moduli dichiarando di aver ricevuto contributi e o servizi per 90.670,00 1 euro ma non ha provveduto a nominare il mandatario». C’è poi un altro aspetto che viene evidenziato: «non risultata essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi». Il collegio evidenzia che la candidata alla carica di presidente ha compilato i moduli dichiarando di aver ricevuto contributi e o servizi per 90.670,01 euro «su un conto corrente di Intesa San Paolo Montecitorio che tuttavia, non appare essere un conto corrente acceso da un mandatario appositamente nominato per la raccolta delle fonti di finanziamento, così come previsto dalla normativa vigente». Viene poi evidenziato il fatto che «non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario». Per il collegio, la candidata presidente «non avendo nominato un mandatario ha omesso di certificare la veridicità del rendiconto in relazione all’ammontare delle entrate».All’appello, come sottolinea ancora il provvedimento, manca anche un documento: «Non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale». Il collegio sottolinea che la candidata «ha prodotto una lista movimenti di un conto corrente Intesa SanPaolo di Montecitorio «e non un estratto conto dal quale risulti l’intestazione del conto corrente utilizzato». Inoltre il Collegio segnala che «non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogati i finanziamenti per la campagna elettorale». Il Collegio contesta il fatto che nella lista movimenti prodotta non compaiono i nominativi di coloro che hanno erogato due finanziamenti: uno da 30 mila euro e uno da 8 mila euro. LEGGI TUTTO

  • in

    Alessandra Todde dichiarata decaduta da consigliere, terremoto in Regione Sardegna

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSe non è un terremoto vero e proprio, poco ci manca. Perché la presidente pentastellata della Regione Sardegna Alessandra Todde ha ricevuto una dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliere regionale da parte del Collegio regionale di garanzia elettorale (la struttura istituita presso la Corte d’Appello che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica e per il Consiglio regionale). Per ora, non cambia nulla perché la presidente ha già annunciato ricorso, ma il clima sembra tutt’altro che tranquillo sopratutto negli ambienti del centrosinistra.Tutto, come ha ricostruito nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio unionesarda.it, è legato alla rendicontazione delle spese sostenute durante la campagna elettorale dei primi mesi del 2024, chiuse con la vittoria per poche migliaia di voti di Alessandra Todde sul candidato del centrodestra ed esponente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. Dopo la richiesta di accesso agli atti da parte di un parlamentare di Forza Italia sono partiti i controlli. Alla fine delle verifiche sono state rilevate inadempienze che hanno portato all’emissione di un provvedimento inviato al Consiglio regionale.Loading…Todde: vado avanti, impugnerò nelle sedi opportuneDopo il lancio del quotidiano di Cagliari che ha annunciato il “terremoto alla Regione”, sono arrivate a stretto giro le repliche. La prima dalla presidente della Regione che ha affidato il suo messaggio di poche righe al portavoce. «Impugnerò nelle sedi opportune, totale fiducia in magistratura. Continua il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo – ha fatto sapere la presidente Alessandra Todde -. La notifica della Corte d’Appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo». E mentre dal centro sinistra sono arrivati attestati di sostegno, dal centrodestra non sono mancate le critiche.Cappellacci (FI): “Decadenza Todde? Se così fosse si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio”«Che potesse esserci questo pronunciamento era nell’aria da tempo – ha detto Alberto Urpi, sindaco di Sanluri e consigliere regionale all’opposizione -. E’ chiaro è come se fossimo in un commissariamento. Perché non penso sia facile continuare a governare e affrontare una situazione di questo tipo con un provvedimento e un ricorso annunciato pendenti». Per Urpi è chiaro che «la parola dovrà passare di nuovo agli elettori. Non conosco nel dettaglio gli atti, ma su questo tema le regole sono abbastanza stringenti e devono essere rispettate». Ora si tratterà di capire cosa succederà in Consiglio regionale. Per questo motivo l’ex presidente dell’assemblea Michele Pais ha auspicato il rispetto delle regole e un voto «che non vada in senso opposto al rispetto delle regole». Per l’esponente azzurro Ugo Cappellacci che ha precisato di non conoscere nel dettaglio la decisione, se fossero confermate le inadempienze nella rendicontazione si «tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio». LEGGI TUTTO

  • in

    Dai membri (mancanti) della Consulta alla riforma della giustizia, i dossier in Parlamento che premono sui partiti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI Palazzi, ora vuoti, si preparano ad ospitare i nuovi ring delle battaglie politiche che dopo le festività torneranno ad animare Aule e commissioni. Davanti al governo, alla maggioranza e alle opposizioni si apre una ripresa impegnativa, che culminerà il 20 gennaio con la decisione della Corte costituzionale sull’ammissione del referendum abrogativo del ddl sull’autonomia differenziata. Proprio quest’ultima scadenza impone nei primi giorni post-Epifania un impegno del Parlamento che implica un necessario accordo bipartisan. Una delle prime “partite” sarà quella dell’elezione dei quattro giudici della Consulta di nomina parlamentare arrivati alla scadenza del mandato. Dopo tredici fumate nere.Consulta, avanza la «logica a pacchetto»Dal prossimo scrutinio serviranno 363 voti per eleggere i giudici e, malgrado l’accordo non sia chiuso, i contatti tra le parti si intensificano. Il presidente del Senato Ignazio La Russa si è detto ottimista anche se al momento per chi segue da vicino il dossier un’intesa sui nomi di ferro non c’è e «l’unica certezza» resta la volontà di eleggere i quattro nomi secondo una «logica a pacchetto», in accordo con lo schema di massima che vede due componenti indicati dal centrodestra, uno dal centrosinistra e uno “tecnico”. Se fumata bianca sarà, insomma, riguarderà tutte e quattro le caselle mancanti. Il totonomi rimane fermo alle indiscrezioni pre natalizie: c’è quello di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, in quota FdI. Resta poi l’obiettivo di eleggere almeno una donna. In questa direzione, per quel che riguarda la “casella” che spetterebbe a Forza Italia, si fa il nome – oltre a quello, sempre quotato, del senatore ed ex componente Csm, Pierantonio Zanettin – della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati. Per il nome di centrosinistra sempre in campo – quantunque non gradito agli alleati – il nome di Andrea Pertici, avvocato e docente a Pisa vicino a Elly Schlein, mentre restano i dubbi sui requisiti di Anna Finocchiaro, ex senatrice e ministra dem, che però non ha mai fatto parte delle «supreme magistrature». A spuntarla allora potrebbe essere Massimo Luciani, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza.Loading…La Lega avverte alleati sul Ddl SicurezzaResta ancora lo stallo sulla presidenza della Rai (non si trova l’intesa sul nome di Simona Agnes e la maggioranza ha disertato le ultime riunioni della commissione di Vigilanza) e all’orizzonte incombono le sorti del Ddl sicurezza. Il ministro con i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha annunciato possibili modifiche in Senato, in seconda lettura, e quindi un terzo passaggio parlamentare. La Lega, in ogni caso, avverte gli alleati: o la legge, bandiera del Carroccio, «rimane così com’è o pretendiamo di introdurre alcuni elementi a quali teniamo particolarmente anche noi».Riforma della giustizia, opposizioni pronte a battagliaUn primo voto politicamente rilevante è in agenda l’8 gennaio nell’aula di Montecitorio, chiamata a esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni contro la riforma della giustizia, con la separazione delle carriere dei magistrati. Se verrà superato tale scoglio, come è facile prevedere, la Camera dovrà affrontare la votazione degli emendamenti su cui le opposizioni promettono battaglia. La maggioranza è comunque intenzionata ad approvarla entro il mese, per ottenere anche il sì del Senato prima della pausa estiva.Il rebus premieratoSecondo quanto ha affermato Giorgia Meloni ad Atreju, dovrebbe uscire dal congelatore anche la riforma del premierato. Per il 9 è stata fissata la conferenza stampa di fine anno, e molti osservatori si attendono delucidazioni sia sulla tempistica che sui contenuti. Questa riforma non può essere applicata senza la legge elettorale, ma su quest’ultima permane la nebbia. LEGGI TUTTO