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    Mattarella: “L’aggressione russa ha imposto il rafforzamento della Nato”

    “I mutamenti intervenuti impongono impegno rinnovato e capacità di adattamento anche in ambito Nato. La grave inaccettabile aggressione russa all’Ucraina, ultimo esempio di una minaccia sempre più insistente al sistema di principi che l’alleanza e la Unione Europea difendono, ha imposto una accelerazione al rafforzamento della Nato”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella incontrando al Quirinale una delegazione dell’Assemblea Parlamentare della Nato. Questo, ha proseguito, “è avvenuto anzitutto sul piano politico, confermando la sua funzione stabilizzatrice di pace, con nuove adesioni nei decenni in modo rilevante, anche recentemente con nuovi membri, un tempo portatori di una significativa postura di neutralità”. 

    Mattarella: “Da 70 anni Nato presidio di pace e sicurezza”

    Nel corso dell’incontro Mattarella ha sottolineato di voler “formulare gli auguri di questo importante anniversario con l’auspicio e la convinzione che l’Assemblea continui a rappresentare per tutti un esempio di istituzione presidio della libertà, della pace, della sicurezza dei nostri cittadini”. L’occasione dell’evento è coincisa con il 70° anniversario della prima riunione di parlamentari dei paesi membri dell’Alleanza. 
    Il focus sull’Europa e sul “fronte Sud”
    La Nato, esempio di alleanza tra democrazie, “è stata forte elemento di stabilità e garanzia di pace in Europa, per continuare a farlo deve essere concentrata sulla sua azione nel continente”, ha riferito ancora Mattarella. L’Alleanza, ha poi articolato ancora, “deve essere tutela della stabilità anche lungo il fronte sud, quello che la vede confinare con le aree calde del Medioriente e dell’Africa”. In tutto il percorso di ampliamento della Nato, ha aggiunto, “la Repubblica Italiana ha sempre assicurato il suo apporto contribuendo ad una riflessione più complessiva sul futuro dell’alleanza”. 
    Il “sostegno democratico”
    La Nato, alleanza dei popoli liberi, ha poi concluso Mattarella, “vive del sostegno democratico offerto dai suoi cittadini attraverso le rappresentanze parlamentari, allo scopo di stimolare consapevolezza e dibattito sui temi della sicurezza e della difesa euroatlantica, con un’azione che supera i confini alleati, come ben dimostrano le attività numerose in cui si essa è impegnata per rafforzare la resilienza delle democrazie dei Paesi partner con dialoghi aperti nell’area mediterranea e nei Balcani”.  “Come non puoi concepire una democrazia senza sicurezza – ha ribadito -, così non può esistere una sicurezza senza democrazia né una difesa militare senza una piena legittimità democratica. L’assemblea parlamentare a questo riguardo esercita un ruolo di rilievo, particolare. Questa assemblea nel corso della sua storia è divenuta, da laboratorio lungimirante e produttivo di dialogo parlamentare durante la Guerra fredda, istituzione solida in cui trova una composizione e diverse sensibilità politiche nel nome di valori ampiamente condivisi da oltre un miliardo di cittadini”.  LEGGI TUTTO

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    Giustizia, separazione delle carriere: secondo ok del Senato. L’opposizione protesta

    Secondo via libera del Parlamento alla riforma della giustizia. Infatti, con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, l’aula del Senato ha approvato il disegno di legge di revisione costituzionale sulla separazione delle carriere della magistratura, tra pm e giudici. Ora lo stesso tornerà alla Camera, che lo aveva approvato il 16 gennaio, per il terzo step e successivamente ancora al Senato. In aula era presente, tra gli altri, anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha subito espresso il proprio commento: “La seconda lettura dovrebbe essere rapida, poi andremo al referendum, che io auspico, perché una materia così delicata va sottoposta al giudizio degli italiani”. 
    Meloni: “Passo verso una giustizia più equa e trasparente”
    “L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia, segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione”. Lo ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni. “Il percorso – ha aggiunto – non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente”. 

    Le proteste dell’opposizione

    La scelta del Senato ha fatto scattare le prosteste dell’opposizione. I senatori del Pd, al momento del voto della riforma della separazione delle carriere, hanno tutti esposto un frontespizio della Costituzione rovesciata. I deputati del M5s hanno invece alzato un cartello con le immagini di Borsellino e Falcone con la scritta “non nel loro nome”.  Obiettivo quello di “dire alla maggioranza di non portare avanti questa legge in nome di Falcone e Borsellino, tirati in ballo dal centrodestra continuamente, in maniera impropria e offensiva nei confronti dei due simboli dell’antimafia”. Nella protesta del Movimento 5 Stelle in aula, oltre a cartelli gialli con la scritta “Non nel loro nome” esposti anche altri cartelli con la scritta “nel loro” affiancata alle immagini di Gelli e Berlusconi.  LEGGI TUTTO