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Campania, Veneto e Puglia: dal voto disgiunto alle preferenze, il vademecum alle elezioni

Urne aperte domenica (dalle 7 alle 23) e lunedì (dalle 7 alle 15) per le elezioni regionali in Campania, Veneto e Puglia. Gli elettori potenzialmente coinvolti sono circa 13 milioni (5 milioni in Campania, 4,3 milioni in Veneto e 3,5 milioni in Puglia), ma uno dei dati più incerti è quello dell’affluenza alle urne (nel 2020: 55,5% in Campania, 61,2% in Veneto, 56,4% in Puglia). A differenza delle elezioni politiche, gli elettori devono tornare in Italia per votare per le elezioni regionali e questo nella maggioranza dei casi si rivela spesso un ostacolo insormontabile. Con questa tornata si conclude la serie delle elezioni regionali del 2025. In precedenza si era votato in Toscana, Marche, Calabria e Valle d’Aosta.

Possibile il voto disgiunto

Sia in Puglia che in Campania che in Veneto la legge elettorale consente il voto disgiunto cioè la possibilità di votare per un certo candidato presidente e per una lista diversa da quelle che lo sostengono.

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Le preferenze

E’ possibile in tutte e tre le regioni votare il candidato presidente in maniera secca, barrandone il nome. Oppure si può barrare sia il nome del candidato presidente sia il contrassegno di una lista che lo appoggia. Possibile anche votare solo per una lista e in tal caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato presidente collegato alla lista. Se si vota una lista, si possono esprimere fino a due preferenze di candidati consiglieri regionali (scrivendo a matita il cognome), ma i voti dovranno andare a candidati appartenenti alla stessa lista e di genere diverso (un uomo e una donna o viceversa).

Le soglie per la distribuzione dei seggi

In Puglia per concorrere alla distribuzione dei seggi, le singole liste devono superare la soglia del 4% se sono in coalizione, e dell’8% se si presentano da sole. In Campania per conquistare seggi una lista deve superare il 2,5% dei voti validi a livello regionale In Veneto i seggi sono ripartiti a livello regionale tra le coalizioni che abbiano ottenuto almeno il 5 per cento dei voti validi o che siano composte da almeno un gruppo di liste che abbia ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi.

I candidati

In Veneto si sfidano in cinque per raccogliere l’eredità di Luca Zaia, non più candidabile dopo tre mandati: Alberto Stefani (centrodestra); Giovanni Manildo (centrosinistra); Marco Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare; Fabio Bui (Popolari per il Veneto) e Riccardo Szumski (Resistere Veneto). Gli ultimi sondaggi prima dello stop previsto per legge danno in largo vantaggio Stefani. Quest’ultimo, vicesegretario della Lega, è appoggiato da tutto il centrodestra: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi Moderati per Stefani, Unione di Centro e Liga Veneta. Manildo, è sostenuto da tutte le forze di centrosinistra, compresa Azione: (Movimento 5 Stelle, Pd, Avs, Volt Europa, Pace Salute Lavoro (Rifondazione comunista) e le liste Uniti per Manildo Presidente, Civiche Venete.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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