Continuano le polemiche nate in seguito alle dichirazioni di ieri del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che aveva chiesto una “smentita senza indugio” al Quirinale in seguito alle indiscrezioni del quotidiano La Verità in cui si sosteneva che Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e segretario del Consiglio Supremo di Difesa, sarebbe tra coloro che al Colle “si agitano nella speranza di fare uno sgambetto alla premier” e ad una cena avrebbe invocato “un provvidenziale scossone’ per disarcionare Giorgia Meloni”. “Sono molto amareggiato, per me e per i miei familiari. Mi spaventa la violenza dell’attacco e quello che fa più male è l’impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente”, ha affermato Garofani in un colloquio con il Corriere della Sera.
“Mattarella mi ha rassicurato”
Mattarella, riferisce Garofani, lo ha rassicurato subito: “È stato affettuosissimo, mi ha detto: ‘Stai sereno, non te la prendere'”. Garofani si dice convinto di “aver dimostrato con i fatti l’assoluto rispetto per le istituzioni, in tutti i ruoli che ho ricoperto” e spiega: “Era una chiacchierata in libertà tra amici”. Il consigliere è convinto di “non aver mai fatto dichiarazioni fuori posto, mai esibizioni di protagonismo”. Rivela di aver “letto e riletto Belpietro, senza capire in cosa consisterebbe il complotto”. Assicura che la sua “bussola” è la lealtà: “Da quando il presidente mi ha fatto l’onore di chiamarmi a collaborare con lui, sono stato sempre convintamente al suo servizio, al servizio dell’istituzione”. Alla domanda su una eventuale tessera di partito risponde: “Non faccio politica dal 2018, non sono più iscritto da quando sono uscito dal Parlamento”.
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La nota del Colle uscita dopo le parole di Bignami
Dopo le parole di Bignami dal Quirinale era arrivato un secco comunicato di “stupore per la dichiarazione del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa, che sembra dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo”. Il Corriere annota anche che nel centrosinistra c’è chi ritiene che il consigliere del Quirinale avrebbe potuto essere più cauto ed evitare di affrontare certi temi in un luogo pubblico.
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Chi è Garofani, ex deputato e consigliere del Colle
Francesco Saverio Garofani, classe 1962, è da sempre uno degli uomini più vicini a Sergio Mattarella, consigliere del capo dello Stato per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa. Romano, impegnato nei gruppi giovanili della Democrazia Cristiana e laureato in Lettere e Filosofia, è giornalista professionista ed ha camminato accanto a Mattarella in esperienze giornalistiche e politiche, dalla Dc (sempre nella corrente di sinistra del partito) al Ppi fino alla Margherita e infine al Pd. Per due anni, dal 1990 al 1992, è stato capo redattore de La Discussione, dal 1995 al 2003, direttore del quotidiano Il Popolo, nel 2003 tra i fondatori di Europa, di cui è diventato vicedirettore: sempre vicino a Mattarella nel portare avanti la tradizione politica del cattolicesimo democratico nei quotidiani prima della Dc e poi centristi. Dal Ppi passa alla Margherita e viene eletto per la prima volta alla Camera nel 2006 con l’Ulivo, per poi venire confermato a Montecitorio nelle due successive legislature. Dal 2015 al 2018 è presidente della commissione Difesa della Camera. È stato membro della Direzione nazionale del Pd. Ha scritto due libri su Aldo Moro ed è stato consigliere di Mattarella al Quirinale dal 2018 per le questioni istituzionali. Dopo la sua ultima nomina, nel 2022, a consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa, FdI comunicò il suo ‘stupore per la decisione di nominare una figura così politicizzata e di parte come un ex parlamentare del Pd, per un ruolo che per la prima volta non viene affidato ad un militare’.

