Il capo dello Stato, intervenendo all’incontro internazionale “Osare la pace” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, ha voluto ricordare come “le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dall’aggressione russa non accennino a diminuire”. “Quanto avviene”, ha aggiunto, “ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell’uomo”
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“L’auspicio è che la ‘scintilla di speranza’, come l’ha definita Leone XIV, innescata in Terra Santa si estenda anche all’Ucraina, dove le iniziative negoziali stentano ancora a prendere concretezza, mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dall’aggressione russa non accennano a diminuire”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo all’incontro internazionale “Osare la pace” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. “Quanto avviene ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell’uomo. Sono i principi in cui si riconosce la Repubblica Italiana”, ha aggiunto Mattarella, per il quale “le notizie giunte nei giorni scorsi da Gaza, dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh, con i primi passi di intesa tra le parti in conflitto in Medio Oriente e il rilascio degli ostaggi, ci ricordano che i processi di pace hanno bisogno di perseveranza, di pazienza, di lavoro di mediazione, di assunzione di responsabilità”.
“Tema della forza è di nuovo misura delle relazioni internazionali”
Per il capo dello Stato, “il nazionalismo da opporre ad altri nazionalismi nasce, in fondo, dal considerare gli altri popoli come nemici, se non come presenze abusive o addirittura inferiori per affermare con la prepotenza e, sovente, con la violenza, pretese di dominio. Per un trentennio tutto questo sembrava avviato ad essere archiviato nel passato. La fine della Guerra Fredda, con il dialogo Reagan-Gorbaciov e l’apertura a un’accentuata interdipendenza globale, sembrava aprire un’era di pacificazione”. “Oggi”, invece, ha proseguito Mattarella, “ci confrontiamo con uno scenario molto diverso, anche in Europa. Il tema della forza pretende nuovamente di essere misura delle relazioni internazionali”.
“Inestimabile contributo da peace-maker e peace-keeper”
Il presidente della Repubblica ha poi ricordato “Il contributo dei peace-maker, che costruiscono ponti e tessono relazioni tra comunità in conflitto, e dei peace-keeper, che vegliano sul rispetto dei cessate il fuoco e sulla protezione dei più vulnerabili, è inestimabile: far germogliare un principio di pace anche nei contesti più ostili”.

