È arrivata fino al Senato la cosiddetta “macchina di Majorana”, un dispositivo mai descritto dal celebre fisico siciliano scomparso misteriosamente nel 1938, ma che l’imprenditore Rolando Pelizza sosteneva di aver costruito seguendo le indicazioni dello stesso Majorana, che avrebbe incontrato in un monastero del Sud Italia. A suo dire, il misterioso congegno sarebbe stato in grado di annichilire la materia, produrre energia infinita, trasformare la gommapiuma in oro e persino ringiovanire le persone. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2022, alcuni sostenitori hanno continuato a difendere la presunta efficacia della macchina. Il tema è stato al centro di una conferenza tenutasi il 22 ottobre nella Sala Nassiriya di Palazzo Madama, dedicata al libro “Majorana-Pelizza. Il segreto svelato” di Alfredo Ravelli, organizzata su iniziativa del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche agricole. L’incontro ha suscitato polemiche per il tono non scientifico e l’assenza di un contraddittorio.
La tesi del libro
Ravelli racconta la vicenda di una “seconda” vita di Majorana, finora al centro di leggende mai provate. Secondo il volume, Majorana (scomparso nel marzo del 1938) non si sarebbe suicidato né sarebbe stato vittima di complotti internazionali, ma avrebbe scelto di ritirarsi in un monastero, travolto da una crisi mistica. Lì avrebbe trasmesso a Pelizza le proprie conoscenze, portandolo alla costruzione della “macchina”. Durante la presentazione, Ravelli ha mostrato lettere, fotografie e filmati che, a suo dire, proverebbero l’autenticità della storia. “Ci sono 13 lettere manoscritte di Majorana, fotografie e un filmato che vede proprio Pelizza in compagnia del fisico ormai anziano”, ha affermato lo scrittore. “Ci sono esperimenti fatti in cui la macchina di Majorana trasformava la fiamma in grano. Ci sono tanti esperimenti di trasmutazione della materia – ha aggiunto ancora – .Il priore del convento dove si era rifugiato lo stesso Majorana propose di trasformare in oro 148mila medagliette in metallo da dare ai fedeli in pellegrinaggio”.
Le critiche del Cicap
La conferenza ha suscitato forti polemiche. Il Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze fondato da Piero Angela, ha denunciato l’assenza di contraddittorio e l’uso del Parlamento come sede di discussione per teorie non scientificamente fondate. Si tratta di “una narrazione a senso unico, dunque, in cui la voce della razionalità è lasciata fuori”, ha dichiarato il comitato in una nota, in cui si ricorda che per il fisico Lorenzo Paletti (che ha pubblicato un documentato libro sul tema (L’ultimo segreto di Majorana. La Macchina di Rolando Pelizza, 2024) “Pelizza non ha mai prodotto prove verificabili e riproducibili né del suo rapporto con Ettore Majorana né dell’efficacia della cosiddetta ‘macchina’” e “le presunte evidenze, lettere, foto e filmati, non hanno superato controlli indipendenti”. Il Cicap cita inoltre il biografo di Majorana, Erasmo Recami, che espresse dubbi sull’autenticità del materiale relativo alla macchina osservando che “in assenza di dati pubblici, misure, repliche e revisione tra pari, restiamo nel campo del racconto”. Anche il presidente del Cicap, Lorenzo Montali, ha ribadito che “il Parlamento non è il luogo in cui si decide il valore delle prove scientifiche. Tanto più se si organizzano convegni a senso unico, il cui unico esito rischia di essere quello di dare una credibilità pubblica ad affermazioni che non sono supportate da prove adeguate”. Lo stesso Centinaio ha preso le distanze dall’evento, chiarendo: “Ho concesso utilizzo della Sala ma questo non significa che ne condivida i contenuti o qualsiasi altra teoria che non abbia fondamenti scientifici, né sostengo eventuali richieste avanzate in conferenza stampa…”.

