Il presidente della Repubblica durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro per il 2025: “Maggior volume risorse viene da tasse dipendenti”
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Manager che guadagnano fino a mille volte più dei dipendenti. “Troppi squilibri” ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto sull’annosa questione dei salari durante la cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro per l’anno 2025 al Quirinale. “Alla robusta crescita dell’economia che ha fatto seguito al Covid – ha sottolineato Mattarella – non è corrisposta la difesa e l’incremento dei salari reali, mentre risultati positivi sono stati conseguiti dagli azionisti e robusti premi hanno riguardato taluni fra i dirigenti”. Il capo dello Stato ha invitato a guardare alle contraddizioni del nostro mercato del lavoro: “Sono le entrate fiscali dai dipendenti pubblici e privati, dai pensionati, a fornire allo Stato, attraverso le imposte, il maggior volume di risorse”. “Porre riparo, dalle parti sociali alle istituzioni, non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali quanto, piuttosto, essere scelta di sviluppo e, quindi, di lungimirante coesione sociale”, ha aggiunto.
Contratti pirata e salari reali bassi
Mattarella ha espresso la propria preoccupazione per il fenomeno dei contratti pirata e per i salari reali ancora troppo bassi. “La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio – ha detto – vede ora segnali di inversione di marcia. Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”. E ancora: “È una questione che non può essere elusa perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione. Questa strada, spesso sofferta, viene prescelta, talvolta, per la difficoltà di trovare lavoro e, sovente, a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”.
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Il monito
Mattarella ha poi sottolineato l’esistenza di “oltre mille contratti collettivi nazionali di lavoro depositati al Cnel: duecentocinquanta nei soli settori del turismo e del terziario”. Tra questi, ha chiosato, “vi sono contratti firmati da rappresentanze sindacali e datoriali scarsamente rappresentative, con vere e proprie forme di dumping contrattuale che hanno l’effetto di ridurre i diritti e le tutele dei lavoratori, di abbassare i livelli salariali, di provocare concorrenza sleale fra imprese. Dinamiche di mercato concorrono ad ampliare questi squilibri nelle retribuzioni, ne nasce un aspetto a cui non si può sfuggire quando tante famiglie sono sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese”.