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Manovra 2026, vertice di maggioranza: caccia ai fondi per ceto medio e pace fiscale

L’esecutivo cerca di accelerare per chiudere  la manovra, insieme al Documento programmatico di bilancio, entro il 15 ottobre. Intanto il ministro dell’Economia Giorgetti assicura: “Ci sono gli spazi fiscali” per abbassare le tasse (il riferimento è al taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro) e per “dare fiato” a chi “è sommerso dalle cartelle”. La Corte dei Conti precisa: “Spazi sì, ma molto stretti”

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Prosegue il cammino della Legge di Bilancio per il 2026: oggi, 8 ottobre, si sta tenendo un nuovo vertice di maggioranza sul tema. Il governo guidato da Giorgia Meloni sta cercando di accelerare per chiudere la manovra, insieme al Documento programmatico di bilancio, entro il 15 ottobre. Intanto nei prossimi giorni saranno ascoltate a Palazzo Chigi le parti sociali, in vista del Consiglio dei ministri fissato per lunedì 13. Oltre a “qualche miliardo in più” per la sanità, come promesso dal vicepremier Matteo Salvinoi, il ministro dell’Economia e della Finanze Giancarlo Giorgetti assicura: “Gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio ci sono e ci sono anche gli spazi per la pace fiscale”. È vero che tutto ha un costo, ma si tratta di “una rispalmatura nel corso del tempo”. Bankitalia invita a limitare le “misure spot”, la Corte dei Conti fa notare che la tenuta delle risorse lascia “spazi molto stretti” a misure espansive, compresa la riduzione della pressione fiscale sul ceto medio, il sostegno agli investimenti e agli incentivi chiesti dalle imprese e la salvaguardia nel tempo della spesa sanitaria. Le misure andranno insomma attentamente selezionate, dando priorità alla crescita.

Manovra 2026, tra pace fiscale e aiuti a famiglie e ceto medio

Secondo quanto è emerso, la Manovra dovrebbe partire da una base di circa 16 miliardi di euro. Tra gli obiettivi principali c’è quello di “far respirare” i contribuenti. “Se diamo fiato a chi è sommerso dalle cartelle, forse non uccidiamo l’impresa e questa può continuare a contribuire”, dice Giorgetti. La pace fiscale si conferma dunque un cavallo di battaglia della Lega. Poi gli aiuti al ceto medio, ad esempio rimodulando ancora l’Irpef, punto su cui la premier Giorgia Meloni dice di voler “dare un segnale”. Se finora “ci siamo concentrati finora su redditi medio bassi – aggiunge – parlare del ceto medio significa parlare della fascia che arriva ai 50mila euro”. A questa spetterebbe il taglio dell’Irpef dal 35% al 33%, anche se Forza Italia vorrebbe che si arrivasse ai redditi fino a 60mila euro. La stessa Meloni riconosce però di disporre di “poche risorse”: bisogna capire “come usarle impattando meglio”, ha spiegato a Porta a Porta.


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Famiglia, congedo all’80% per 3 o più mesi. Maggioranza al lavoro

La maggioranza – secondo quanto riferiscono fonti parlamentari – sarebbe al lavoro anche per la conferma del congedo parentale facoltativo all’80% dello stipendio per tre mesi dopo la fine di quello obbligatorio. Si tratterebbe, quindi, almeno di replicare la misura della scorsa Manovra. Si starebbe ragionando, inoltre, sui costi e le eventuali coperture per una estensione temporale anche ulteriore. Resta in campo anche l’idea di allargare le maglie delle agevolazioni fiscali, con l’applicazione del quoziente familiare ai nuclei che hanno almeno due figli.


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Giorgetti: “Banche fanno mega profitti, contribuiscano”

Anche quest’anno si parla poi di chiedere un aiuto al sistema bancario. “Le banche fanno mega profitti e per me come ministro dell’Economia le banche devono tornare a fare le banche”, ha detto Giorgetti. “La banca nasce per prendere i risparmi, depositi e prestarli all’economia reale e in questo modo fa anche un’attività meritoria. Il problema è che oggi tante banche fanno enormi profitti non facendo queste attività ma gestendo la ricchezza. Oggi tra l’altro molti prestiti vengono erogati solo se c’è la garanzia dello Stato, che deve mettere la garanzia dell’80% del prestito che viene erogato quindi fare la banca e non assumendosi i rischi, quando c’è da prendere gli interessi attivi se li prendono loro, quando c’è la perdita se la deve prendere lo Stato”.

Meloni: “Anche quest’anno si può chiedere una mano a banche”

La premier è della stessa idea. “Confido si possa trovare soluzione anche quest’anno, perché c’è chi ha potuto contare su uno scenario migliore, anche generato da quello che la politica ha fatto. Ci invece sono degli italiani che però ancora vanno messi in sicurezza, e penso che si possa chiedere una mano alle bance”, evidenzia.


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