Notte tra gli scranni per i deputati impegnati con l’esame della riforma costituzionale della Giustizia, dopo la seduta fiume proposta dalla maggioranza e votata ieri poco prima di mezzanotte. La discussione è andata avanti sul merito del provvedimento, soprattutto sulla questione della separazione delle carriere e sul sorteggio per la composizione del Csm
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L’ Aula della Camera ha approvato a maggioranza per 88 voti di differenza la seduta fiume sul ddl sulla separazione delle carriere chiesta da FdI. Si proseguirà, dunque, e il voto finale è previsto non prima di giovedì. “Siamo qui a discutere di un provvedimento che rischia di diventare una pagina buia per i rapporti tra i poteri dello Stato. E la maggioranza di governo è scomparsa, i banchi vuoti sono una ferita della nostra democrazia, è intollerabile”. Lo ha detto il deputato del Pd Piero De Luca intervenendo nel dibattito alla Camera.
Schlein: ci impegneremo per “no” al referendum
“Noi ci siamo battuti in tutte le sedi parlamentari e nelle piazze e continueremo a farlo”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein parlando in aula durante la seduta fiume sul ddl per la separazione delle carriere in magistratura. “Ci impegneremo affinchè al referendum prevalgano i no: i no alla vostra arroganza, i no a una giustizia dei potenti, i no alla compressione delle garanzie democratiche dei cittadini. Con questo noi diciamo sì invece a una giustizia più giusta al servizio dei cittadini che fa rispettare le leggi uguali per tutti e che è indipendente dal governo di turno. Ne va della qualità della nostra democrazia che noi difenderemo” ha aggiunto.
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L’ok alla seduta fiume, l’ira dell’opposizione
L’accusa delle opposizioni alla maggioranza è di aver forzato i regolamenti allo scopo di poter partecipare al comizio dei leader del centrodestra nelle Marche. “Vi dovete vergognare”, ha detto Marco Grimaldi di Avs spiegando che “era iscritto a parlare solo il 10% dei parlamentari di opposizione” e dunque non serviva la fiume ma si sarebbe potuto terminare e votare domani sera ma “serviva un voto a data certa giovedì” per consentire alla maggioranza di avere i numeri, visto che serve la maggioranza assoluta, potendo comunque andare al comizio di chiusura nelle Marche.