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”Non ne avevo mai sofferto”: Vittorio Sgarbi parla della depressione che lo ha colpito e che lo porta a stare a letto

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  • Il 72enne smagrito, ha perso molti chili: lo racconta a Robinson de La Repubblica
  • “Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare”, confessa

In tv nei talk è apparso smagrito e sofferente. Vittorio Sgarbi parla della depressione che lo ha colpito e che lo porta a stare a letto. Il 72enne lo racconta a Robinson, inserto della domenica dedicato alla cultura de La Repubblica.Non ne avevo mai sofferto, rivela.

“Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto, confida il critico d’arte. Irruento, polemico e provocatorio in tv, del suo personaggio conosciuto da tutti dice: “Oggi guardo le cose senza il desiderio di essere coinvolto. Senza rappresentare una parte”. Pensa di essere stato prigioniero della sua immagine. Oggi, nel ripensare a certe cose di allora è come se vedessi un altro me, sottolinea.

In passato ha esibito pure il suo corpo condividendo le foto postoperatorie dell’intervento al cuore. Vittorio precisa: “La malattia in quel caso corrispondeva alla sensazione improvvisa di un malessere. Sapevo che se non avessi deciso di andare in ospedale sarei morto entro poco per un’ischemia che, per fortuna, fu presa in tempo. Non c’era ragione che la nascondessi, era la prova che ero riuscito a superare anche quell’ostacolo”.

Quando gli si domanda se avesse senso renderla pubblica, Sgarbi dice: “Mi sembrava giusto poter raccontare che in quel caso avevo avuto la meglio sulla morte: tema drammatico di ogni esistenza, dal momento in cui prendiamo consapevolezza di dover finire. Ed è imprevedibile come finisce. Quella volta colpì il cuore, un’altra volta mi hanno trovato un cancro alla prostata. Anche lì scoperto per caso. E’ come se io fossi sempre in attesa di un ostacolo da superare e questo non mi sembra da nascondere ma da rivelare”.

Sgarbi poi svela ancora: “Trascorro una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende. In fondo le cose che ho scritto, le opere d’arte che vedi appartengono a un progetto di sopravvivenza. Qualcosa che rimanga e che si prolunghi oltre la vita”. Si chiede cosa ne sarà di lui e del suo futuro: “E’ una domanda che non posso evitare sapendo oltretutto che la mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare”.

Sulla depressione il critico confida ancora: Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta. Faccio fatica, e poi vedo male: per uno storico dell’arte non è il massimo”.


Fonte: https://www.gossip.it/feed/


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