in

Veneto, Zaia pronto ad appoggiare un altro governatore ma con una sua lista che potrebbe sfondare fino al 45%

In Veneto oggi si naviga nel buio. È questa l’immagine scelta da Luca Zaia per fotografare lo stallo attuale in vista delle Regionali in autunno. Lui che di quella terra è il dominus assoluto da oltre 15 anni descrive un centrodestra chiuso “in una stanza buia” che si muove tra “acque torbidissime”, dove nessuno vede più nulla, dove «non si capisce più niente, almeno finché non ci sarà un po’ di limpidezza».

Tradotto dal linguaggio della politica, significa che è al momento non c’è nessun accordo. Non c’è soprattutto il via libera a consegnare ai Fratelli di Giorgia Meloni la guida della Regione. Una pretesa che la premier fa valere forte del triplo dei voti ottenuti alle Europee rispetto a quelli della Lega. Ma quando si tratta di decidere chi dovrà governare il territorio dei veneti non basta: serve l’appoggio di Zaia che continua ad avere un gradimento altissimo vicino al 70%.

Loading…

E tra l’altro se non c’è accordo in Veneto non può esserci neppure nelle altre regioni chiamate al voto il prossimo autunno (Marche, Toscana, Campania, Puglia). Zaia – tramontata la prospettiva del terzo mandato che poi in realtà sarebbe il quarto – non è intenzionato a farsi da parte e rilancia la prospettiva di una Lista Zaia per cui i suoi sono già pronti a raccogliere le firme.

Certo, Fratelli d’Italia chiude ogni porta: per loro, le liste civiche devono restare satelliti del candidato presidente. Punto. Zaia, con la flemma di chi è abituato a giocare su terreni scivolosi, dice e non dice. «Non è il momento di mettere altra carne al fuoco», sottolinea come a voler rassicurare gli alleati, salvo affondare il colpo appena dopo: «Ognuno poi capirà se le scelte che arriveranno da Roma saranno sostenibili o insostenibili».

Insostenibili, ecco la parola chiave. Zaia fa capire che lo scontro non è più teorico, che l’ipotesi di correre da solo, o quasi, è più concreta di quanto si voglia ammettere: «Secondo l’ultima statistica, la mia lista vale il 40 o il 45 per cento». Non è una rivendicazione, è un avvertimento. E a chi gli chiede di fondare un altro partito, il governatore risponde con una cortesia che sa di minaccia: «Non vale la pena, adesso. C’è già abbastanza carne sul fuoco. Vedremo se le indicazioni saranno accettabili. Altrimenti…».


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


Tagcloud:

Stellantis in caduta libera. Crolla la produzione (-33%)

Bonus spesa 2025: chi ne ha diritto, quando arriva e come funziona