L’imprenditrice, consulente della Commissione parlamentare per le periferie, ha annunciato la propria disponibilità, “se me lo chiedono”, a correre per le elezioni comunali del 2027 nel capoluogo piemontese. In tal caso, sfiderebbe il sindaco uscente Stefano Lo Russo che dovrebbe essere confermato come nome del Partito Democratico
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Cristina Seymandi sarebbe pronta a diventare sindaca di Torino. A dirlo in un’intervista alla Stampa è stata la stessa imprenditrice che ha aperto alla possibilità di candidarsi qualora qualcuno glielo chiedesse. “Mi metto a disposizione per la città e per i cittadini, come ho sempre fatto. Se me lo chiedono, sono pronta a fare la sindaca di Torino”. Seymandi ha quindi rotto il silenzio dopo le voci che la davano come prossima candidata contro l’attuale sindaco torinese Stefano Lo Russo. “Innanzitutto non c’è un io, ma un noi. E poi non c’è un contro”, ha sottolineato l’imprenditrice parlando del possibile scontro con il nome del centro sinistra.
Progetto civico
Attualmente consulente della Commissione parlamentare per le periferie, Seymandi non è legata a nessun partito politico: la sua storia politica l’ha vista prima nello staff della sindaca del M5S Chiara Appendino, poi a sostegno di Paolo Damilano con la candidatura per Torino Bellissima. Negli ultimi anni ha preso parte ad appuntamenti di destra come Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, e a convegni di Forza Italia. L’imprenditrice però, parlando al quotidiano piemontese, ha ribadito la sua indipendenza dai partiti e ha parlato di un progetto civico che potrebbe vedere la luce nel prossimo futuro. “Sto lavorando, non ho mai smesso, con i comitati di quartiere, diventati ormai 40 – ha spiegato – Siamo noi, come coordinamento civico, a portare avanti un progetto”. Coordinamento civico che, ha detto Seymandi, non appartiene “a nessun” partito. Si tratta quindi di un progetto “di centro” per il quale “il focus sono le priorità della città”.
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Giovani, donne e anziani al centro
L’idea politica di Cristina Seymandi mette al centro giovani, donne e anziani. “Non lasciare nessuno escluso”, ha ribadito. Pur collocandosi al centro, il progetto civico dovrà dialogare con le altre parti ma lo farà solo partendo “dal programma”. “Lo stiamo costruendo con i comitati di quartiere. Se ci saranno convergenze con altri – ha sottolineato Seymandi – ci apriremo al dialogo. Chi avrà contenuti condivisi con noi, starà con noi”. I primi tre punti del programma? “Sicurezza, rigenerazione urbana, che significa lavorare sui quartieri trascurati, e commercio”. Interrogata sul nome del movimento, l’imprenditrice ha risposto: “Lo chiamerei progetto collettivo condiviso. Per ora”.