in

Senza consenso è violenza sessuale, arriva sì unanime della Camera alla proposta di legge

Senza “consenso libero e attuale” è reato di violenza sessuale. A stabilirlo è la proposta di legge che è stata approvata dalla Camera all’unanimità con 227 sì: si tratta di una novità normativa che è stata introdotta con un emendamento bipartisan approvato all’unanimità dalla commissione Giustizia della Camera. Con il testo, che porta la firma delle relatrici Carolina Varchi di FdI e Michela Di Biase del Pd e che ha visto il coinvolgimento anche delle leader dei due partiti Giorgia Meloni ed Elly Schlein, viene così integralmente riscritto l’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale che introduce ora anche la nozione di consenso. Il testo passa al Senato.

Il testo

Il nuovo testo diventa così in linea con le componenti essenziali di libertà e attualità che sono il fondamento della Convenzione di Istanbul: in questo modo, qualunque atto sessuale posto in essere senza che vi sia il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra il delitto di violenza sessuale. Dando uno sguardo più approfondito al testo, nel primo comma si trovano le tre diverse condotte che costituiscono il reato di violenza sessuale in caso di assenza di consenso: il compiere atti sessuali su un’altra persona; il far compiere atti sessuali ad un’altra persona; il far subire atti sessuali ad un’altra persona. Nel secondo comma sono invece riproposte (anche se con alcune lievi modifiche) i due casi che attualmente integrano il delitto di violenza sessuale: ogni volta che si costringa qualcuno a compiere o a subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità; e ogni volta che si abusa delle condizioni di inferiorità fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona offesa.


Potrebbe interessarti

Mancanza “consenso libero e attuale” entra in reato violenza sessuale

Schlein: “Una piccola rivoluzione culturale”

“Siamo felicissimi di questo grande passo avanti per il Paese, una piccola grande rivoluzione culturale”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera, ha commentato il via libera all’unanimità di Montecitorio alla proposta di legge. “Finalmente – ha aggiunto la leader del Pd – si inserisce nella legge italiana il principio del consenso libero e attuale che prima non c’era. Finalmente si chiarisce che ogni atto sessuale senza il consenso è violenza, è stupro e quindi è reato”. Le novità introdotte, ha spiegato Schlein, sono importanti “anche per chiarire che non basta la mancanza di un dissenso esplicito per dedurre il consenso. E con questo inserimento nella legge del libero consenso si chiarisce che la società italiana non tollera gli atti sessuali e non consensuali. È stato un lavoro importante trasversale: per questo ci siamo parlate con la presidente del Consiglio, c’è stato un lavoro ottimo delle relatrici Michela Di Biase e Carolina Varchi. Avete sentito anche oggi gli ottimi interventi di Varchi e di Boldrini. È stato un lavoro trasversale perché, come sosteniamo sempre, su questo terreno del contrasto alla violenza di genere, bisogna saper mettere da parte le forti divergenze politiche che abbiamo e provare a far fare un salto in avanti al Paese per contrastare e prevenire la violenza di genere”.

Carfagna: “Consenso diventa diritto fondamentale, vittoria di tutti”

“Oggi portiamo a compimento un processo di cui dobbiamo tutti davvero essere orgogliosi, perché con questa legge l’Italia diventa sempre di più avanguardia nel contrasto alla violenza di genere”. Lo ha detto Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, dopo il voto unanime alla Camera. “Finalmente – ha aggiunto – eliminiamo l’onere probatorio che grava sulla vittima: perché l’aggressione sia qualificata come violenza sessuale non dovrà più essere lei a dimostrare di non aver reagito perché non era nelle condizioni di farlo. Ancora, spostiamo il focus del reato di stupro dall’uso della forza all’assenza di un sì esplicito, revocabile in ogni momento”. Con questa norma, ha sottolineato Carfagna, “l’Italia non chiederà più alle donne di giustificarsi perché non sono fuggite, perché non hanno reagito, perché non hanno gridato, perché non hanno chiesto aiuto. Allo stesso tempo questa norma dice agli uomini che ogni donna ha diritto di dire no in qualsiasi momento, che quel no è un no e va sempre rispettato. Ed è importante sottolineare che a questa legge siamo arrivati insieme, con un accordo bipartisan, che testimonia la maturità del nostro Parlamento su questi temi: non è una vittoria di parte, è una vittoria dell’intero Paese. Alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Parlamento italiano manda un messaggio inequivocabile: il consenso non è un dettaglio, è un diritto fondamentale, revocabile, personale, libero, consapevole. Ora a definirlo è una legge e con questa legge cambiano i processi, le sentenze, la cultura e le condanne. Lo dovevamo a tutte le donne che sono state umiliate, che non hanno avuto voce. È un passo necessario per fare un’Italia più giusta, più sicura e più europea”.

Il gender reveal party di Mattia Briga e Arianna Montefiori

Patrizia Rossetti esce allo scoperto con Marco Antonio Bellini: lui ha 29 anni meno di lei