Secondo stop della Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto. Dopo che alla fine del mese scorso avevano già negato il visto di legittimità alla delibera Cipess che riguardava l’assegnazione delle risorse e l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, i magistrati contabili hanno detto no anche al terzo atto aggiuntivo che regola i rapporti tra il ministero dei Trasporti e la società concessionaria Stretto di Messina Spa. Ma il ministro Matteo Salvini conferma di esser determinato ad andare avanti. Non mostrano sorpresa nemmeno i vertici della Stretto di Messina che restano in attesa delle motivazioni alla base delle delibere dalla Corte e hanno nel frattempo deciso di convocare un Cda il 25 novembre per esaminare la situazione.
Il governo attende le motivazioni per decidere la strategia
Il governo è deciso a realizzare il Ponte e a superare anche i rilievi. Per questo è in attesa delle motivazioni anche della prima decisione, per poi scegliere quale strada seguire. Varie le strade che possono essere percorse, tra queste la messa a punto di una nuova delibera che corregga la prima, di fatto superando i rilievi della Corte dei Conti, oppure – ma l’ipotesi anche se tecnicamente possibile appare politicamente meno percorribile – chiedere la registrazione con riserva. Anche la seconda decisione presa in Camera di consiglio dalla sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti sarà motivata entro un mese. Per intanto la magistratura contabile ha fatto sapere di aver negato la legittimità del decreto n.190 del primo agosto adottato dal Mit, di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, “recante ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’. Approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Mit e la società Stretto di Messina spa”.

