in

Manovra, ultimi giorni per gli emendamenti. Opposizioni all’attacco, sindacati divisi

La manovra entra nella fase calda degli emendamenti, con la maggioranza che cerca un’intesa su casa, imposte e compensazioni. Il governo valuta di rinviare il divieto di compensazione tra bonus e debiti contributivi ai nuovi crediti dal 2026. Sindacati in allerta: Uil e Cgil annunciano manifestazioni contro le misure considerate inique. La Cisl opta per un approccio più dialogante. Cresce la preoccupazione della Fieg per l’assenza di fondi destinati all’editoria

ascolta articolo

Tempi e obiettivi della maggioranzaI partiti di maggioranza proseguono la preparazione degli emendamenti alla manovra, il termine per la presentazione delle proposte di modifica scade venerdì 14 novembre alle 10 di mattina. I testi segnalati saranno 400, la scadenza per indicarli è martedì 18 novembre per i partiti più grandi e mercoledì 19 per le formazioni più piccole. L’obiettivo della maggioranza è di riuscire ad avviare il voto in Commissione sulle proposte di modifica dal 3 dicembre, per poi arrivare in Aula in Senato dal 15 e chiudere con l’approvazione definitiva alla Camera prima di Natale. Il testo di entità più contenuta rispetto ad altri anni potrebbe consentire questa tempistica, serve però un accordo tra le forze di maggioranza su quali punti modificare.

Le richieste dei partiti

La Lega spinge per cancellare la norma che aumenta l’aliquota sugli affitti brevi destinati al turismo. Forza Italia chiede di rivedere la tassazione sui dividendi delle holding. Fratelli d’Italia lavora a proposte su casa, dividendi e ad una possibile stretta sulle compensazioni fiscali. Tra gli emendamenti attesi nella maggioranza alcuni per rendere pluriennali le norme sugli iperammortamenti in favore della aziende. E poi testi per rivedere la tassazione sui dividendi delle holding per evitare di proporla due volte con il rischio di fuga di capitali all’estero. Ci saranno richieste di ritocchi al ribasso dell’aliquota sulla cedolare secca per gli affitti brevi destinati al turismo. E tentativi di ampliare la platea per la nuova rottamazione anche a chi ha accertamenti in corso.

La posizione del governo

Il governo, spiega il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, sta “valutando la possibilità di far intervenire il divieto di compensazione tra bonus fiscali e debiti contributivi solo a partire dai nuovi crediti, ad esempio quelli che matureranno dal luglio 2026 quando la misura entrerà in vigore”. Le modifiche che andranno realmente in porto, però, potrebbero essere limitate. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiaro: il Parlamento è sovrano ma le proposte emendative dovranno avere adeguata copertura finanziaria a saldi invariati.

L’opposizione prepara battaglia

“In tre anni è arrivata addosso agli italiani una montagna di tasse”, accusa Giuseppe Conte, ospite a Di Martedì su La7. Il leader del Movimento 5 Stelle denuncia una manovra “senza visione industriale, senza un piano per la sanità e senza un reale recupero del potere d’acquisto”, stimando in 25 miliardi la perdita subita dalle famiglie a causa del fiscal drag. Sul fronte sindacale, il segretario della Cgil Maurizio Landini, dopo un incontro di oltre due ore al Nazareno con la segretaria del Pd Elly Schlein, conferma lo sciopero generale del 12 dicembre e propone un contributo di solidarietà sui grandi patrimoni. “Vogliamo che la maggioranza degli italiani paghi meno tasse, andando a prendere le risorse dove sono”, spiega, indicando una patrimoniale limitata a circa 500mila persone con ricchezze oltre i due milioni di euro, da cui si potrebbero ricavare fino a 26 miliardi.

Sindacati divisi

Intanto prosegue la diversificazione delle posizioni tra le sigle sindacali rispetto alla legge di bilancio. L’esecutivo della Uil ha indetto una manifestazione nazionale a Roma sabato 29 novembre, con l’obiettivo di “ottenere modifiche alla manovra”. La sigla sindacale “ha confermato il giudizio positivo in merito alla detassazione degli aumenti contrattuali” bocciando però “l’estensione della flat tax per i redditi da lavoro autonomo, che crea disparità” rispetto ai dipendenti e ai pensionati. La Cgil scenderà in piazza venerdì 12 dicembre, mentre la Cisl concluderà il cammino della responsabilità con una iniziativa il 13 dicembre. “Stiamo chiedendo non solo che il parlamento cambi la manovra, ma che il governo riapra la trattativa con le organizzazioni sindacali perché questa è una manovra che non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”, incalza il segretario della Cgil Maurizio Landini. Il Consiglio generale della Fieg invece “esprime preoccupazione per l’assenza nel disegno di legge di bilancio di misure e risorse specifiche per l’editoria quotidiana e periodica che consentano di riconoscere il sostegno alle imprese del settore, alle edicole e ai distributori di giornali”. 

Garante Privacy: no dimissioni. Su manovra è ancora scontro

Elezioni regionali in Veneto, come e quando si vota