Schlein: battaglia continua anche con referendum, governo ossessionato da potere
Di tutt’altro tono i commenti dell’opposizione. «Questo governo ha l’ossessione del potere e vuole e vive come un ostacolo anche il lavoro di un potere separato come è la giustizia e, come è doveroso che sia, la magistratura secondo la nostra Costituzione. Quindi noi continueremo la battaglia contro questa riforma e, come ho detto, la continueremo anche attraverso il referendum costituzionale» ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, in Transa.
Anm: su voto riforma prendiamo atto, informeremo su pericoli
«Prendiamo atto del terzo voto parlamentare sulla riforma costituzionale – fa sapere la Giunta esecutiva centrale dell’Anm – e rinnoviamo il nostro impegno in vista del referendum, per informare tutti gli italiani sui pericoli del disegno di legge Nordio. E lo faremo a partire dall’assemblea nazionale del 25 ottobre a Roma. Questa riforma toglie diritti ai cittadini, non danneggia i singoli magistrati ma mette a rischio l’equilibrio fra poteri definito dalla nostra stessa Costituzione».
La riforma
Il cuore del provvedimento è dunque la separazione delle carriere dei pm e dei giudici, per cui ciascuno a inizio carriera dovrà fare una scelta definitiva di funzione, e restarci. Insomma niente più “porte girevoli” tra pm e giudici secondo un’espressione abusata negli anni scorsi.
I due Csm e la nomina tramite sorteggio
E’ prevista l’istituzione di due Csm, uno per la magistratura requirente e l’altro per quella giudicante, entrambi presieduti dal Capo dello Stato. I membri dei due Csm restano in carica 4 anni. E ne fanno parte, di diritto di diritto i vertici della Cassazione (nel primo il procuratore generale e nel secondo il presidente). Gli altri consiglieri saranno individuati attraverso sorteggio, temperato nel caso di quelli di nomina parlamentare, secco per i togati. Un terzo infatti sarà sorteggiato da un elenco di professori ordinari, di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno 15 anni di esercizio compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti.
L’alta Corte disciplinare
La funzione disciplinare è sottratta ai futuri Csm ed affidata a una Alta corte, alla quale è attribuita la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari giudicanti e requirenti. L’Alta Corte è composta da 15 giudici, tre di nomina presidenziale e gli altri 12 estratti a sorte (tre estratti a sorte da un elenco predisposto dal Parlamento, sei magistrati giudicanti e tre requirenti).