Spoglio in corso in Valle d’Aosta, dove ieri si sono tenute le elezioni regionali e comunali. Affluenza in calo: per il rinnovo del Consiglio regionale ha votato il 62,98% degli aventi diritto mentre nel 2020, quando si votava su due giornate, era andato alle urne il 70,5%. Le operazioni di scrutinio per le Regionali sono iniziate alle 8. Ma nella regione più piccola d’Italia, il nome del prossimo presidente non uscirà dalle urne ma dall’assemblea regionale rinnovata.
L’election day
Nell’election day di domenica erano 103.223 i cittadini chiamati alle urne per scegliere i rappresentanti in Consiglio regionale. La maggior parte dei cittadini, 97.402, dovevano votare anche per i comuni: la fascia tricolore si assegna in 65 su 74 enti locali, Aosta compresa. I seggi hanno chiuso alle 23.
L’affluenza
Alle elezioni regionali in Valle d’Aosta ha votato il 62,98% degli aventi diritto, cioè 65.014 votanti su 103.223. Il dato è stato fornito dall’ufficio elettorale della regione. Nel 2020, quando si votava su due giornate, era andato alle urne il 70,5%. Per l’elezione del sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale di Aosta ha votato il 57,64% (16.480 votanti su 28.590 aventi diritto). Per le Comunali il comune valdostano con l’affluenza più alta è Valgrisenche con il 90,42%, quello con l’affluenza più bassa Courmayeur con il 50,57%.
Come funziona
Per quanto riguarda il sistema elettorale, la regione autonoma mantiene le proprie peculiarità: il nome del prossimo presidente non uscirà dalle urne, ma dall’assemblea regionale rinnovata. Solo dopo che i partiti troveranno un accordo per formare una maggioranza, i 35 nuovi consiglieri eleggeranno il governatore. In Valle d’Aosta, infatti, resiste un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento variabile (pari al doppio del quoziente naturale). Cifra che alle Regionali 2020 si attestò poco sotto quota 4mila, lasciando fuori dall’aula la lista di Forza Italia e FdI per una manciata di voti. È possibile anche l’attribuzione di un premio di maggioranza per la lista o la coalizione che riesce a ottenere almeno il 42%. Proprio a questo risultato ambisce ora il centrodestra, forte del 41,01% complessivo dei tre partiti alle Europee dell’anno scorso anno, quando però l’Uv non si presentò.
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Il contesto
Sia in regione sia nella città capoluogo, quindi, il centrodestra unito spera in un risultato storico. Ma deve fare i conti con il principale movimento autonomista, l’Union Valdôtaine, rafforzata dalla recente “riunificazione”. “Puntiamo a entrare nei libri di storia”, ha detto Giovanni Girardini, candidato sindaco di Aosta per il centrodestra e leader de La Renaissance Valdôtaine, movimento civico che per le Regionali ha formato una lista con Forza Italia. Se il centrodestra è unito, la sinistra va in ordine sparso. Nessun campo largo: alle Regionali il Pd si è presentato da solo e punta a governare ancora con l’Uv, come nell’attuale giunta guidata dal presidente Renzo Testolin. Il M5s corre all’interno del progetto “Valle d’Aosta aperta” e Avs ha preparato una propria lista. Ma a fare da ago della bilancia potrebbero essere i tre movimenti della lista Autonomisti di centro: oggi contano sette consiglieri regionali uscenti, divisi tra maggioranza (tre) e opposizione (quattro).