Lo paragona ad una «matrioska», un incastro di interventi vecchi e nuovi, «in collaborazione con Dap, Giustizia Minorile e Mit, sotto la regia di Palazzo Chigi». Per «una risposta strutturale al sovraffollamento». Atteso da mesi, preceduto e seguito da critiche, il piano per l’edilizia penitenziaria approda in Consiglio dei Ministri con l’ambizione di «non costruire solo celle, ma recuperare dignità, sicurezza e funzionalità», assicura il commissario straordinario all’edilizia penitenziaria, Marco Doglio. Anche «attraverso una valorizzazione immobiliare su vasta scala», scandisce a IlSole24ore il manager chiamato da Cassa Depositi e Prestiti per accelerare le procedure.
Commissario, facciamo chiarezza sui numeri dei posti disponibili subito e sui costi?
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9.696 nei prossimi tre anni in 60 interventi edilizi, per un costo stimato in 758 milioni, in larga parte già coperto. A questi si aggiungono ulteriori 5.000 posti previsti con operazioni di valorizzazione e trasformazione degli istituti non più funzionali, con l’obiettivo di creare nuovi posti tramite la costruzione di nuove carceri o l’ampliamento di quelli attuali, portando la risposta complessiva al fabbisogno a circa 15.000 posti detentivi.
Nuove carceri, da costruire dove? Si ipotizza anche la vendita di istituti storici? Idea esaminata in passato da Cdp?
Si parla di valorizzazione e trasformazione, non di vendita. Stiamo realizzando un censimento- ad esempio dei vincoli catastali – per carceri importanti in centro città o con vista mare, potenzialmente oggetto di valorizzazione urbanistica. Stiamo poi valutando la possibilità di spostare i detenuti in siti più moderni, limitrofi ad altri istituti. Noi prepariamo il terreno, il resto in un secondo momento. Anche una riflessione sui fondi immobiliari: come esistono per studentati e Rsa, potrebbero esserci per le carceri.